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LO SVILUPPO PERCETTIVO NELL’INFANZIA E NELL’ADOLESCENZA

La maturazione del sistema nervoso del bambino prosegue più lentamente dopo il primo anno di vita, mentre la percezione

si arricchisce di elementi provenienti dalle nuove esperienze di deambulazione ed esplorazione dell’ambiente. Tuttavia, tra

bambino e adulto sussistono ancora delle differenze dovute al fenomeno del sincretismo infantile, cioè l’incapacità del

bambino di avere una corretta visione d'insieme della realtà, che caratterizza la prima e la seconda infanzia.

La percezione delle forme

La percezione delle forme discontinue segue la legge della chiusura della forma. I bambini di 3/4 anni descrivono ciò che

vedono e non danno peso alla continuità delle linee, mentre dai 5/6 anni percepiscono le linee come margini figurali.

Il sincretismo percettivo infantile

È possibile distinguere tre periodi nello sviluppo percettivo:

1. percezione sincretica

2. percezione analitica

3. percezione sintetica

Il sincretismo infantile è il fenomeno per cui la percezione della struttura di insieme ostacola quella delle singole parti e,

quindi, la tendenza a percepire la totalità e non le singole unità. Questa tendenza scompare intorno ai tre anni e mezzo,

quando il bambino è in grado di cogliere i particolari e accedere percettivamente sia a strutture complesse sia alle unità che

le compongono. Un altro aspetto del sincretismo infantile riguarda la difficoltà di passare dal tutto alle parti e viceversa, che

permane fino ai 5/6 anni. Il sincretismo infantile va inteso come una carenza di organizzazione articolata e flessibile nel

campo percettivo, cioè come una tendenza a cogliere le strutture spontaneamente prodotte con più immediatezza.

La percezione visiva nella fanciullezza

Tra i 6 e i 9 anni si assiste al superamento del sincretismo infantile ed emerge una migliore capacità di analisi ed

esplorazione sistematica degli stimoli. Si assiste, inoltre, all’articolazione gerarchica del campo fenomenico, che va di pari

passo con la capacità di adottare una prospettiva reversibile che consente di esplorare il tutto per passare alle singole parti

e viceversa. Durante la fanciullezza migliorano anche la costanza della dimensione e della forma, che si perfezionano con

l’adolescenza. Capitolo 4 – Lo sviluppo cognitivo

Lo sviluppo cognitivo secondo Piaget

Modalità di funzionamento dell’intelligenza secondo Piaget

Piaget nasce in Svizzera nel 1896, lavora come biologo e durante la sua permanenza a Parigi si avvicina alla psicologia,

appassionandosi a temi come il linguaggio e il ragionamento e, successivamente, alla prima infanzia. Piaget riconobbe una

continuità tra organizzazione biologica e intelligenza; inoltre, secondo Piaget, le strutture cognitive non sono la causa dello

sviluppo, ma diventano efficaci nel momento in cui sono incorporate dall’organismo.

Piaget, quindi, propone una teoria organismica basata su alcuni assunti:

lo sviluppo dell’individuo è comprensibile all’interno della storia evolutiva della specie

• l’organizzazione biologica comune a tutti gli esseri umani viventi garantisce la regolarità e l’universalità dello sviluppo

• l’organismo è attivo e interattivo e si modifica attraverso gli scambi con l’ambiente

• l’organismo è costituito da strutture organizzate e lo sviluppo consiste nella trasformazione di tali strutture

Secondo Piaget, l’intelligenza è una forma particolare di attività biologica condizionata dal funzionamento generale e

specifico dell’organismo. Nell’intelligenza si distinguono:

aspetti funzionali, cioè organizzazione e adattamento

✓ aspetti strutturali, cioè strutture cognitive che costituiscono il risultato del funzionamento della nostra mente

Il modello sulle modalità di funzionamento dell’intelligenza è flessibile, poiché può essere applicato alle diverse età dei

soggetti, ed economico, poiché spiega fenomeni diversi servendosi di un numero limitato di costrutti teorici.

Gli invarianti funzionali

Secondo Piaget, lo sviluppo cognitivo consiste nella trasformazione delle strutture mentali (schemi) mediante regole di

funzionamento generale (invarianti funzionali).

Gli invarianti funzionali alla base dello sviluppo cognitivo sono l’organizzazione e l’adattamento.

L’organizzazione corrisponde alla tendenza ad integrare, coordinare e organizzare in modo coerente le proprie strutture

• mentali

L’adattamento invece costituisce l’elemento dinamico che media il rapporto tra individuo e ambiente, mediante due

• processi, l’assimilazione e l’accomodamento:

l’assimilazione corrisponde al processo con cui i dati dell’esperienza vengono incorporati nelle strutture mentali del

✓ soggetto

l’accomodamento corrisponde al processo con cui i dati dell’esperienza modificano la struttura mentale del soggetto

L’assimilazione e l’accomodamento sono due principi complementari, in quanto il funzionamento mentale presuppone la

presenza di entrambi. Quando sussiste uno stato di equilibrio tra i due processi, allora si raggiunge un adattamento compiuto

e produttivo; vi sono anche dei momenti in cui si realizza uno squilibrio, ad esempio in due attività fondamentali del

bambino:

durante il gioco, prevale l’assimilazione il bambino sottomette la realtà alla fantasia

- →

durante l’imitazione, prevale l’accomodamento il bambino tenta di riprodurre la realtà accomodando il repertorio dei

- →

suoi comportamenti

Le strutture della mente

Le strutture mentali di cui parla Piaget prendono il nome di “schemi”, cioè modelli organizzati di comportamento che

comprendono qualsiasi azione ripetibile e generalizzabile. Flavell attribuisce agli schemi alcune caratteristiche:

si riferiscono a sequenze di comportamento che costituiscono totalità organizzate

✓ le sequenze di comportamento condividono tratti comuni fondamentali ma si differenziano l’una dall’altra a seconda del

✓ contesto di applicazione

gli schemi sono strutture fluide e possono accomodarsi agli oggetti ai quali si applicano

✓ sono il prodotto cristallizzato di una ripetuta e continua attività di assimilazione

✓ Il concetto di stadio

Secondo Piaget, lo sviluppo dell’individuo passa attraverso vari stadi di sviluppo, cioè livelli qualitativamente diversi tra loro

e governati da alcuni principi:

principio dell’integrazione gerarchica le acquisizioni di uno stadio non si perdono con il raggiungimento dello stadio

- →

successivo, ma vengono integrate in strutture più evolute

principio della necessità logica nessuno stadio può essere saltato e ciascuno stadio segue uno stadio più primitivo

- →

principio dell’universalità la sequenza degli stadi è la medesima per tutti gli individui, ma può variare la velocità con

- →

cui vengono raggiunti

La teoria sullo sviluppo dell’intelligenza comprende quattro stadi:

1. STADIO SENSO-MOTORIO (0-2 anni)

In questa fase le interazioni con l’ambiente sono dominate da azioni manifeste, eseguite sugli oggetti: si tratta di azioni

sensorie e motorie. L’apprendimento è basato su aspetti concreti ed è attivo, gli schemi di azione sono sequenziali e

generalizzabili. L’intelligenza senso-motoria si sviluppa attraverso sei sottostadi:

esercizio dei riflessi questo sottostadio è caratterizzato da comportamenti riflessi che si evolveranno col tempo in

• →

comportamenti intelligenti; inoltre, il neonato manifesta il cosiddetto “egocentrismo radicale”: egli vive in un guscio

autistico, isolato dal mondo e non ha consapevolezza di sé e del mondo esterno

reazioni circolari primarie in questa fase, quando un’azione produce un risultato piacevole, avviene una ricerca per

• →

riscoprire e conservare quel risultato; tali reazioni sono dette “circolari” perché necessitano di ripetizione e “primarie”

poiché sono tutte centrare sul corpo del bambino

reazioni circolari secondarie questa fase è caratterizzata dall’interesse per la realtà; le azioni, però, non sono ancora

• →

intelligenti perché vengono scoperte per caso

combinazione schemi secondari e applicazione a situazioni nuove compare la differenziazione tra mezzi e fini; il

• →

bambino diventa consapevole dell’esistenza del mondo esterno, ma la realtà viene concepita come un prolungamento

della propria azione

reazioni circolari terziarie e scoperta dei mezzi nuovi in questa fase, l’interesse per la realtà provoca delle azioni che

• →

non vengono eseguite in modo uguale, ma sono variate e modulate; Piaget, inoltre, ha individuato tre condotte tipiche di

questa fase, che rappresentano il punto più elevato dell’intelligenza pratica: si tratta del supporto (avvicinare un oggetto

tirando a sé il supporto su cui è poggiato), della cordicella (usare una cordicella come prolungamento dell’oggetto per

poterlo afferrare) e del bastone (utilizzato per raggiungere oggetti collocati al di fuori del campo di prensione del

bambino)

invenzione di nuovi mezzi mediante combinazione mentale in una situazione nuova, il bambino non procede più per

• →

prove ed errori ma per invenzione, compiendo un atto mentale; adesso le azioni sono interiorizzate, l’effetto dell’azione

viene anticipato mentalmente e questo fenomeno segna la comparsa della rappresentazione

2. STADIO PREOPERATORIO O RAPPRESENTATIVO (2-6 anni)

In questa fase, l’apprendimento diventa più riflessivo, il bambino inizia ad usare simboli e rappresentazioni di oggetti ed

eventi, ma non necessariamente rispetta le leggi della logica e della realtà. La comparsa dell’attività rappresentativa

avviene intorno ai due anni attraverso attività specifiche come l’imitazione differita, l’immaginazione mentale, il gioco

simbolico o il linguaggio verbale per riferirsi a persone, oggetti o situazioni assenti. L’aspetto caratteristico di questa fase è

la centrazione, cioè la capacità di concentrarsi su una sola dimensione di un oggetto e di pensare le azioni una alla volta;

questo limite ha importanti effetti sull’attività cognitiva e sul modo di concepire la realtà, determinando il cosiddetto

“egocentrismo intellettuale”, ovvero l’incapacità di considerare punti di vista diversi dal proprio (a questo riguardo, Piaget

realizzò l’esperimento delle tre montagne). La centrazione si manifesta attraverso tre

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
22 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher martinarollo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dello sviluppo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università del Salento o del prof Lecciso Flavia.