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Importanza dell'autoefficacia
Mentre l'autostima può essere irreale, l'autoefficacia è per definizione ancorata ai fatti. I bambini con alta autoefficacia reagiscono meglio ai fallimenti, ricollegandoli ad un loro sforzo insufficiente, mentre i bambini con bassa autoefficacia pensano di non essere in grado e si danno per vinti, vivendo i fallimenti come delusioni.
L'autoefficacia si sviluppa dall'esperienza reale, per questo in terapia sarà importante ogni tanto alimentare l'autoefficacia dei bambini dando loro la possibilità di raggiungere piccoli traguardi che siamo certi riescano a fare, così da poter gioire insieme e affrontare con più autoefficacia le sfide più grandi, ricaricando di tanto in tanto il carburante.
Anche la persuasione verbale e l'esperienza di traguardo di altri possono aumentare l'autoefficacia. Inoltre, dai linguaggi del corpo, come la fatica, il dolore fisico e l'agitazione, si può confermare il senso di capacità.
incapacità. Tra le prime informazioni che i bambini imparano a dare nelle auto descrizioni troviamo l'età e il sesso, ogni essere umano infatti viene trattato fin dalla nascita in relazione al suo genere, dal nome, agli abiti. La tipizzazione di genere inizia presto, e si accentua attraverso la segregazione di genere, cioè quel fenomeno secondo il quale i bambini e le bambine formano gruppi separati. Questa identità di genere che sviluppano trova il suo completamento tramite la maturazione sessuale. Le sindromi ed i problemi medici che influiscono sul sesso dei bambini, tra l'altro, sono decisamente influenti sulla loro identità di genere, infatti le persone che gli stanno intorno a bimbi con sindromi che lo discostano dal suo sesso biologico, danno più peso alle sue caratteristiche anomale che al suo sesso anagrafico. Le differenze intellettuali ed emotive tra maschi e femmine sono vere e accertate, anche se sono valori medi, chesevengono disgregati ci fanno notare tantissima variabilità. Molto più resistenti sono le differenzedi ruolo, che se a livello legislativo non esistono, a livello sociale ancora incidono molto nelnostro paese, soprattutto a livello tradizionale. La società, infatti, ancora limita fortemente ilruolo femminile, e d’altra parte il mondo del lavoro è scarsamente sensibile all’innovazione delruolo maschile. Non dobbiamo stupirci se i bambini hanno una visione stereotipata dei sessiquindi, e molto spesso aderiscono ai modelli di comportamento coerenti con questi stereotipi.
Capitolo 6: Crescere
Piaget considerava che il bambino nel primo anno di vita sviluppasse un’intelligenzasensomotoria, organizzando sempre meglio le relazioni tra il suo corpo e l’ambiente,costruendo diverse nozioni tramite l’esplorazione, la curiosità infatti aumenta la nostraintelligenza ad ogni età. Le risposte degli adulti alle nostre esigenze
Le nostre capacità di relazione sono create dalle basi fisiche sin dalla nascita. Anche l'alimentazione è un aspetto del nostro sviluppo con forti risvolti psicologici. Il gusto, infatti, inizia a svilupparsi già durante la vita prenatale, quando il feto deglutisce il liquido amniotico e sperimenta i sapori dei cibi che la madre ha mangiato. I neonati hanno una preferenza innata per il dolce, mentre l'aspro e l'amaro vengono rifiutati per meccanismi adattativi. Gli aromi dei cibi che la madre mangia influiscono anche sul sapore del latte e possono influenzare le preferenze alimentari dei bambini. Inoltre, i cibi vengono classificati anche in base alle occasioni per i bambini. Ad esempio, per un bambino la coca-cola è associata alle feste, mentre il riso in bianco è associato al mal di pancia. Questo influisce sui suoi gusti in base alla situazione che gli evoca, insieme all'aspetto del clima familiare del pasto.
magari alcuni cibi vengono dati solo con minacce, aumentando l'avversione per quest'ultimi. Nei bambini (18-24 mesi) inoltre possiamo trovare sempre più il fenomeno della neofobia alimentare che è quel problema per il quale non accettano cibi nuovi, le femmine sembrano soffrirne meno dei maschi. Per i bambini i paragoni sono il primo metodo di conoscere gli altri, la loro capacità di categorizzazione sociale si limita a "come me" e "diverso da me" dalla quale segue la preferenza per chi è simile. I due componenti più evidenti per loro sono l'altezza ed il peso, ed il peso influenza veramente tanto già da così bimbi l'adattamento sociale. Anche l'altezza però influenza molto, infatti degli studi accertano che i bimbi più alti della media vengono trattati dagli adulti come più grandi di età, e quindi ne rimangono spesso delusi perché pretese troppo elevate, edi bambini sono frustrati, al contrario i bambini con un’altezza inferiore alla media vengono tendenzialmente iperprotetti. Tra loro coetanei invece quelli alti sono visti come minacciosi, ed i piccoli vengono presi in giro. I bambini in sovrappeso inoltre (BMI alto) sono vittime di stereotipi negativi, quali pigri e sporchi e non vengono accolti bene dai coetanei, i loro tentativi di dimagrire fallimentari inoltre impoveriscono la loro già scarsa autostima. I bambini obesi acquisiscono comportamenti aggressivi tendenzialmente, le insegnanti spesso hanno uno stereotipo prosociale del bambino obeso. Il loro rendimento scolastico è inoltre tendenzialmente inferiore alla media. Tra le motivazioni troviamo anche il fenomeno della profezia che si autodetermina cosiddetta cioè quando vieni etichettato in un modo e alla fine ci credi e ci diventi (grasso quindi stupido e pigro).Capitolo 7: Pensare
Il pensiero del bambino è di difficile comprensione finché non
Inizia a parlare, ed anche quando lo fa, verso i 15 mesi, utilizza le (si esprime con singole parole) dobbiamo impegnarci per capirlo. Già verso i 18/24 mesi inizia il linguaggio telegrafico e iniziamo a comprendere con più facilità, fino ai 24/30 mesi in cui troviamo l'esplosione dell'grammatica e cominciano a formare frasi anche abbastanza complesse. In una serie di ricerche condotte su bimbi dai 3 anni in su, sono stati intervistati su nozioni economiche come il lavoro e la provenienza del denaro, a 3 anni quasi tutti hanno riconosciuto monete e banconote, ma erano dell'idea che bastasse cercare in tasca o nel portafoglio per trovare i soldi, e non avevano mai riflettuto su come arrivassero fino alle tasche o al portafoglio del papà. Alcuni avevano sviluppato l'idea che i soldi si ottengono in negozio, che quando compri una cosa ti danno i soldi (vedono che se gli dai una banconota ti tornano indietro tante monete).
quindi, hanno guadagnato secondo loro). Anche dal punto di vista astronomico la loro testa ha immaginato molto, come la convinzione che la terra sia piatta e rettangolare in età prescolare, e se gli viene detto che è tonda, loro danno per scontato sia un disco piatto, non una sfera, perché loro la vedono piatta. Su tutte queste teorie che si creano, maturano fino ad avere il soluzioni di compromesso pensiero reale e adulto nel tempo, il quale però passa prima per le secondo le quali loro credono alla doppia verità, la loro e quella che gli viene insegnata, oppure mischiano le due verità creandone una transitoria. Insieme a questi aspetti di maturazione del pensiero, abbiamo un aspetto la teoria della mente, importante detto infatti dire le bugie non è possibile per i bambini fino verso i 4 anni, perché richiede una serie di prerequisiti di sviluppo cognitivo, che loro ancora non hanno sviluppato. Questa teoria è l'idea cheI bambini non hanno ancora sviluppato la consapevolezza che se qualcuno non ha visto una certa cosa non può esserne a conoscenza. Secondo loro, se loro sanno o hanno visto una cosa, la sanno e l'hanno vista tutti. L'esperimento che si attua per studiare questo aspetto dello sviluppo è quello della falsa credenza, mediante l'utilizzo delle carte di una storia di Sally e Anna. L'errore che compiono nel generalizzare il loro pensiero è quello che chiamiamo errore egocentrico, perché non riescono a vedere punti di vista diversi dal loro.
I problemi di un bambino sono praticamente limitati alle interazioni sociali, in particolare con i coetanei. La capacità di risolvere questi problemi è detta competenza sociale. Questo aspetto è molto importante perché influenzato dalle nostre credenze e rappresentazioni. Infatti, all'arrivo di uno stimolo sociale, questo viene elaborato attraverso una codifica, interpretazione, ricerca della risposta,
valutazione della risposta, scelta della risposta; poi viene messa in atto la risposta, ed il coetaneo a questo punto dovrà elaborare a sua volta… Questo schema del processo di elaborazione si chiama SIP e semplifica ciò che accade quando un bambino percepisce uno stimolo sociale. Se io so che un’azione sbagliata origina da una interpretazione errata del bambino, posso lavorare su questa idea. Il comportamento, infatti, non è “stimolo-risposta” ma viene prima ragionato ed elaborato in modo innato ed istantaneo a seconda del processamento delle informazioni che abbiamo di base. Capitolo 8: Vivere in famiglia Per famiglia s’intende un gruppo di persone in cui ci sono almeno due generazioni (genitori-figli), il che significa essere portatori di esperienze diverse, valori diversi. Famiglia però sottintende anche confronto e scontro, e sono questi proprio i promotori del cambiamento, quindi non sono negativi quasi mai, infatti una buonafamiglia è un posto dove armonia e conflitto sono bilanciate. La famiglia assolve diverse funzioni, quelle materiali ed essenziali come la protezione, il nutrimento, la cura, da un punto di vista fisico soprattutto, ma anche una funzione psicologica, come la cura in ciò che facciamo, la dimostrazione affettiva, il dialogo, e funzioni educative come l'imposizione di regole. Ad oggi le tipologie di famiglia sono varie, troviamo la famiglia "tradizionale" (madre padre e figli/o), il genitore single, i genitori divorziati o separati con due case, famiglie ricostruite, dove il genitore biologico si accompagna, famiglie omogenitoriali, le famiglie adottive. Il tipo di famiglia influisce molto sul bambino. Sono stati condotti degli studi sulla genitorialità che ci fanno comprendere le modalità di accudimento del bambino, questo aspetto è studiato dal parenting, come riflessione sociologica delle rappresentazioni del ruolo genitoriale. Diana Baumrinddice che i metodi educativi si poggiano su due caratteristiche: la demandingness (richiesta) e la responsiveness (risposta).