Anteprima
Vedrai una selezione di 3 pagine su 7
Riassunto esame Psicologia dell'educazione, Prof. Confalonieri Emanuela, libro consigliato Life Skills: le abilità che aiutano ad affrontare il quotidiano, Antonietti e Valenti Pag. 1 Riassunto esame Psicologia dell'educazione, Prof. Confalonieri Emanuela, libro consigliato Life Skills: le abilità che aiutano ad affrontare il quotidiano, Antonietti e Valenti Pag. 2
Anteprima di 3 pagg. su 7.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Psicologia dell'educazione, Prof. Confalonieri Emanuela, libro consigliato Life Skills: le abilità che aiutano ad affrontare il quotidiano, Antonietti e Valenti Pag. 6
1 su 7
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

La creatività e le operazioni mentali

La creatività ha a che fare con alcune specifiche operazioni mentali che è possibile tradurre in regole del pollice:

  • Ampliare il campo mentale: è la capacità di uscire dal quadro concettuale ristretto entro cui si incasellano spontaneamente le situazioni e di rompere i vincoli che spesso guidano il nostro ragionamento. Soltanto muovendosi in un campo mentale più vasto è infatti possibile produrre intuizioni nuove e originali.
  • Collegare campi mentali: riguarda il mettere in relazione realtà apparentemente disparate. Stabilire un collegamento tra aspetti che di solito si tengono separati permette di identificare delle somiglianze nascoste che si rivelano utili per la produzione di risultati creativi. Inoltre, la combinazione degli elementi in modo nuovo rispetto a quello abituale porta spesso a creare qualcosa di originale.
  • Riorganizzare il campo mentale: consiste nel cambiare il punto di vista che abitualmente o spontaneamente viene alla mente.
quando si pensa a una datasituazione. Il capovolgimento di prospettiva può mostrare significati insospettati. Capitolo 5: Il decision making

Il decision making riguarda la capacità di sapersela cavare in maniera soddisfacente quando occorre scegliere tra opzioni alternative e non è immediatamente evidente quale di esse sia preferibile. Un conto è prendere decisioni buone e un altro è prendere bene le decisioni. Nella maggior parte delle situazioni in cui dobbiamo fare delle scelte non abbiamo a disposizione tutte le informazioni che sarebbero utili e ciò che avviene dopo aver preso una decisione non dipende soltanto da noi. Può così capitare che il modo in cui abbiamo deciso sia stato adeguato, anche se poi la decisione si è rivelata non ottimale perché sono intervenuti fattori dei quali non eravamo a conoscenza, o che non potevamo prevedere. L'abilità di decision making ha a che fare con il modo in cui le

Le decisioni vengono prese, non con l'esito delle stesse, che è totalmente o in parte, fuori dal nostro controllo. Come si può allora decidere bene? Se riprendiamo la distinzione tra i tre approcci (intuitivo, euristico e analitico) la prima preoccupazione è rendere efficace l'approccio intuitivo che è il più "economico". L'ambito della decisione è tuttavia quello in cui emergono con più evidenza i limiti di questo approccio, perché quando valuto le opzioni tra cui scegliere il modo in cui esse mi si prospettano può generare in me delle impressioni ingannevoli. La ricerca psicologica ha messo in luce vari meccanismi che determinano tali distorsioni: l'effetto costi sommersi. Uno di questi meccanismi è secondo la logica, un individuo dovrebbe prendere delle decisioni basandosi esclusivamente sulle valutazioni delle conseguenze future e ignorando ciò che è stato deciso in precedenza.

Le scelte passate non andrebbero dunque considerate poiché, nel caso in cui esse abbiano comportato dei costi, questi sono ormai "sommersi" e quindi non più recuperabili. Pertanto nella presa di decisione è utile considerare solamente costi e benefici futuri ottenibili dalla nuova scelta.

Si rileva invece, per esempio, come un individuo che ha pagato in anticipo l'abbonamento per una serie di concerti si senta in dovere di partecipare a ciascuno spettacolo in programma anche quando esso coincide con un impegno importante, mentre lo stesso individuo non ha problemi a non andare se il biglietto gli è stato offerto gratis (e quindi non ci sono costi sommersi) incorniciamento.

Un altro effetto che distorce il processo decisionale è l'immaginazione di dover prendere una decisione rispetto a un'epidemia che miete 600 vittime e che in gioco ci siano due programmi di intervento. Il programma A salverà 200 persone, con

Il programma B c'è un terzo di probabilità di salvare 600 persone e due terzi che nessuno si salvi. Tendenzialmente viene scelto il programma A. Si consideri adesso la medesima situazione, ma la scelta è tra un programma C con cui moriranno 400 persone e un programma D con cui vi è un terzo di probabilità che nessuno muoia e due terzi che muoiano 600 persone. In questo caso viene preferito il programma D. È proprio la diversa formulazione che induce "cornici" mentali diverse. Il primo scenario è descritto in termini positivi, in quanto fa riferimento a vite salvate, e pertanto induce la costruzione di una cornice caratterizzata da guadagni, il secondo invece è formulato in termini negativi, poiché si riferisce a vite perse, e quindi porta a costruire una cornice caratterizzata da perdite. Ciò significa che se una situazione mi viene prospettata in maniera positiva preferisco non rischiare e accontentarmi di

un risultato inferiore macerto. Se la medesima situazione mi viene presentata in modo negativo, sono invece indotto a rischiare pur di evitare una perdita certa. I casi sopra riportati suggeriscono che, se non ci mettiamo a ragionare attentamente e ci basiamo sull'impressione o l'emozione che le opzioni tra cui scegliere suscitano in noi, prendiamo decisioni poco accorte. Ci sono però casi in cui l'intuizione non ci inganna, ma anzi suggerisce scelte migliori. Una situazione in cui la risposta emotiva collegata alla decisione ha una sua utile funzione è quella del rimpianto, una reazione certo negativa ma che ci aiuta a mettere in relazione decisioni passate e scelte future, educandoci a migliorare il nostro comportamento successivo. Abbiamo visto che l'approccio intuitivo da una parte ci può ingannare e dall'altra aiutare. Diventa allora importante capire come possiamo gestirlo al meglio. Si suggerisce, per potenziare il decision making edevitare di essere vittima di impressioni illusorie, di provare a formulare diversamente le opzioni tra cui dobbiamo scegliere. Un altro metodo da considerare è piegare a proprio favore le impressioni. È noto per esempio che la medesima quantità di cibo viene stimata maggiore se è collocata su un piatto piccolo rispetto a uno grande. Effetto status quo, In alcune situazioni in genere tendiamo a cadere nell' ossia non cambiare anche se farlo sarebbe per noi vantaggioso. Questo effetto porta le persone a confermare l'opzione loro assegnata e le rende riluttanti a cambiare. Se abbiamo la disponibilità di tempo necessaria e la motivazione sufficiente, come possiamo arrivare a prendere delle decisioni attraverso l'approccio analitico? In questo caso dobbiamo procedere in maniera sistematica cercando di esaminare attentamente più aspetti possibili delle opzioni tra cui scegliere. Per decidere in maniera analitica puoi richiamareun’esperienza di decisione che ha qualche somiglianza con quella che devi affrontare ora e che ha avuto successo. Capitolo 6: La comunicazione efficace

La comunicazione efficace è una life skills che si presta a una duplice applicazione. Da un lato, posso impiegare le mie capacità comunicative per suggestionare o ingannare le altre persone in modo da indurle ad accettare ciò che vado loro proponendo, dall'altro lato, posso mettere le mie abilità comunicative al servizio della comprensione, per chiarire al meglio ciò che voglio trasmettere, lasciando che sia l'interlocutore a stabilire quanto convincente sia il mio messaggio. Il confine tra i due usi della comunicazione è labile e non è semplice stabilire dove finisce una comunicazione onesta e dove ne inizia una manipolativa.

Una caratteristica che aiuta a distinguere le due finalità della comunicazione è l'autenticità.

Prima di preoccuparmi di

comunicare in maniera efficace è importante educare me stesso a un genuino interesse verso l'altro, che si traduce in disponibilità all'ascolto e attenzione a ciò di cui egli ha bisogno nella relazione con me, e verificare se le cose che voglio comunicare sono davvero importanti e se vi credo veramente. Rendere efficace la propria comunicazione vuol dire fare in modo che il nucleo di valore, contenuto in un messaggio (e in un rapporto interpersonale), possa esprimersi al meglio, a vantaggio dell'interlocutore che lo riceve ma anche di chi lo invia, perché dando una forma adeguata al mio messaggio questo diventa anche più chiaro per se stessi. Fatta questa premessa, vediamo come i tre approcci si applicano alla life skill della comunicazione efficace: L'approccio intuitivo nella comunicazione: - operando su alcuni aspetti del messaggio (ad esempio il formato dei numeri) si producono, agendo sul sistema mentale intuitivo, reazioni diverse.

nei lettori o ascoltatori. In positivo questi punti di attenzione possono essere impiegati per una trasmissione corretta delle informazioni che sottolinei, senza intenti persuasivi, gli elementi onestamente importanti.

Un elemento che influisce in modo potente nella comunicazione "sollecitando" il sistema intuitivo è l'immagine. Vari studi hanno mostrato che l'aggiunta di un'immagine a una comunicazione testuale accresce l'autorevolezza di quest'ultima e modifica i comportamenti della gente.

Un ultimo aspetto che rende la comunicazione più incisiva perché modula le impressioni che si ricavano dall'approccio intuitivo è la presenza di elementi personali nel messaggio.

Strategie euristiche per la comunicazione:

  • il dato dell'ultima ricerca menzionata porta la nostra attenzione sul registro comunicativo che è più adeguato per il tipo di messaggio che vogliamo inviare. Se l'obiettivo è
stabilire una vicinanza psicologica con il nostro interlocutore (come nel caso della fiducia), allora un registro narrativo è più adatto di uno paradigmatico. Se impieghiamo il registro paradigmatico, i contenuti da comunicare vengono organizzati in categorie (nome, nascita, residenza ecc..) e si produce una loro rappresentazione sistematica, la cui "ossatura" è data dalle strutture logiche in cui essa viene inserita. Il registro narrativo invece non organizza i contenuti per categorie ma lungo un asse temporale. Vi sono contenuti per i quali sia un registro paradigmatico sia uno narrativo sono pertinenti. Ne esistono però altri per i quali l'ottica narrativa pare essere quella più adatta. Si tratta soprattutto delle situazioni in cui il soggetto deve comunicare la propria esperienza personale. Comunicare con l'approccio analitico: - se siamo nelle condizioni di poter pianificare in maniera sistematica la nostra comunicazione, una stradapunto di riferimento. Questo permette di rendere il concetto più comprensibile e di facilitare la memorizzazione. Inoltre, l'utilizzo di analogie può rendere il messaggio più coinvolgente e interessante per il lettore. Ad esempio, se stiamo spiegando il concetto di "teamwork" possiamo utilizzare l'analogia di una squadra di calcio. Possiamo dire che il teamwork è come una squadra di calcio, dove ogni membro ha un ruolo specifico e lavora insieme per raggiungere un obiettivo comune. In questo modo, il concetto di teamwork diventa più chiaro e facilmente comprensibile. Un'altra analogia che possiamo utilizzare è quella del puzzle. Possiamo dire che il messaggio è come un puzzle, dove ogni pezzo rappresenta una parte del concetto che stiamo cercando di comunicare. Solo mettendo insieme tutti i pezzi si può ottenere una visione completa e chiara del messaggio. In conclusione, l'utilizzo di analogie può essere un'ottima strategia per organizzare e comunicare efficacemente un messaggio. Le analogie rendono il concetto più comprensibile, coinvolgente e memorabile per il lettore.
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
7 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher cristinacf di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dell'educazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Confalonieri Emanuela.