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(NON PROBABILISTICO).

Campionamento a stadi (semplificazione procedura) = la popolazione viene

suddivisa in più livelli gerarchicamente ordinati, estratti tramite un procedimento a

imbuto. Presenta dei vantaggi poichè non è necessaria la lista di tutta la

popolazione e la rilevazione è concentrata sulle unità estratte con una riduzione nei

costi.

Campionamento a grappoli = non vengono estratte le unità elementari ma i

grappoli e tutte le unità appartenenti ai grappoli estratti rientrano nel campione.

CAMPIONI NON PROBABILISTICI → un campione si dice non probabilistico quando il

disegno probabilistico non può essere impostato.

Campionamento per quote = anche qui si divide la popolazione in sottogruppi nei

quali l’intervistatore può scegliere a sua discrezione i soggetti da intervistare.

Campionamento a scelta ragionata = le unità campionarie vengono scelte sulla

base di alcune loro caratteristiche. Ciò avviene quando l’ampiezza del campione è

limitata.

Campionamento a valanga = utile nel caso di popolazioni clandestine ovvero tutti

quei gruppi sociali che per ragioni morali, legali, ideologiche o politiche tendono ad

occultare la loro identità . La procedura consiste nell’individuare i soggetti da

inserire nel campione a partire dagli stessi soggetti intervistati. Si parte da un

piccolo numero avente i requisiti richiesti, i quali saranno utilizzati come informatori

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per identificare altri individui con le medesime caratteristiche. Con il procedere della

rilevazione il numero dovrebbe aumentare esponenzialmente e da qui l’analogia

con la valanga.

Campionamento di convenienza = avviene quando gli intervistati sono scelti

poichè sono i più facilmente accessibili.

ERRORE DI CAMPIONAMENTO

Z = coefficiente che dipende dal livello di fiducia della stima, si fa riferimento quindi

all’affidabilità. Se vogliamo aumentare la probabilità di essere nel giusto, aumenterà

l’ampiezza dell’intervallo di fiducia ovvero il margine di errore che ci concediamo.

s = deviazione standard della variabile studiata, è la misura di dispersione della

distribuzione della variabile. Indica dunque quanto i valori assunti dalla variabile sui

singoli casi sono prossimi al valore medio o variabili attorno ad esso.

n = rappresenta l’ampiezza del campione. Si trova al denominatore dunque significa

che tanto più è numeroso il campione, tanto minore è l’errore di campionamento.

(1 - f) = fattore di correzione per popolazioni finite dove f è il rapporto tra ampiezza del

campione e ampiezza della popolazione (n/N).

È l’ampiezza del campione a determinare l’entità dell’errore.

L’errore di campionamento è direttamente proporzionale al livello di fiducia che

vogliamo avere nella stima (Z) e alla variabilità del fenomeno studiato (s), mentre è

inversamente proporzionale all’ampiezza del campione (n).

CAPITOLO 10 L’OSSERVAZIONE PARTECIPANTE

L’osservazione è la tecnica principale per la raccolta dati sul comportamento non

verbale. Con osservazione partecipante entriamo nel paradigma interpretativista. È

dunque una strategia di ricerca nella quale il ricercatore si inserisce in maniera diretta,

Metodologia 4

per un periodo di tempo relativamente lungo, in un determinato gruppo sociale, preso

nel suo ambiente naturale (habitat), instaurando un rapporto di interazione personale

con i suoi membri, allo scopo di descriverne le azioni e di comprenderne, attaverso

immedesimazione e comprensione, le motivazioni.

Campi di applicazione:

a) Quando si sa poco di un certo fenomeno.

b) Quando esistono forti differenze tra il punto di vista esterno e interno.

c) Quando il fenomeno si svolge al riparo da sguardi esterni.

d) Quando il fenomeno è deliberatamene occultato da sguardi esterni.

L’osservazione partecipante può essere palese o dissimulata.

Palese (o eslicita) = il ricercatore sceglie di dichiarare apertamente e

preliminarmente i suoi obiettivi, di voler far parte di un determinato gruppo sociale, non

per la condivisione delle sue finalità ma solo per poterlo studiare.

Dissimulata (o implicita) = il ricercatore si inserisce nella situazione sociale studiata

fingendo di aderirvi e di essere un membro come gli altri.

La principale giustificazione è che l’essere umano, se sa di essere osservato, si

comporta in maniera presumibilmente diversa da qualla abituale (Labov → paradosso

dell’osservatore). Ci sono però delle controindicazioni. La prima è di carattere morale,

poichè di fatto si impersona un soggetto che non si è, un ruolo assimilato a quello della

spia. Inoltre nel ricercatore, la consapevolezza di stare ingannando può creare un certo

disagio. Inoltre c’è il rischio di essere scoperti.

Per quanto concerne il ruolo esplicito, la modificazione del comportamento, peraltro, si

è dimostrata caratterizzare solo le prime fasi.

CHE COSA OSSERVARE

1. Il contesto fisico: la conformazione degli spazi nei quali si sviluppa l’azione sociale

studiata.

2. Il contesto sociale: l’ambiente umano.

3. Le interazioni formali: quelle che avvengono all’interno di istituzioni e di

organizzazioni, le quali si svolgono in un quadro di vincoli prefissati.

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4. Le interazioni informali: cpstituiscono l’elemento centrale dell’osservazione

partecipante.

5. Le interpretazioni degli attori sociali.

REGISTRAZIONE DELL’OSSERVAZIONE

Quando = il prima possibile, il più vicino possibile all’accadiemento. Il tempo che passa

può far svanire la vivacità del dettaglio.

Che cosa = a) descrizione dei fatti, b)interpretazione del ricercatore e c) interpretazione

dei soggetti studiati.

Come = il resoconto particolareggiato deve essere separato dal commento del

ricercatore che distinguerà in riflessioni teoriche ed emotive. Le valutzioni dei soggetti

vanno attribuite a chi le ha espresse riportandole con edeltà, mantenedo il gergo.

CAPITOLO 11 L’INTERVISTA QUALITATIVA

Intervista = è la tecnica più utilizzata, presuppone un minor livello di immersionenella

relatà dell’oggetto studiato. Miriamo a conoscere un determinato fenomeno senza

pretendere di quantificarlo. Le domande sono poste in modo differente dal questionario

quantitativo, quindi domande non standardizzate. Mi interessa che emerga la

rappresentazione degli interessati e come percepiscono la realtà studiata. L’intervista

può essere strutturata, semistrutturata e non strutturata.

Possiamo dunque definire l’intervista qualitativa come un aconversazione, provocata

dall’intervistatore, rivolta a soggetti scelti sulla base di un piano di rilevazione e in

numero consistente, avente finalità conoscitive, guidata dall’intervistatore sulla base di

uno schema flessibile e non standardizzato di interrogazione.

DIFFERENZE TRA QUANTITATIVA E QUALITATIVA

Assenza di standardizzazione = è la differenza fondamentale, nel caso

dell’intervista l’intento è quello di cogliere le categorie mentali dell’intervistato, senza

partire da idee e concezioni predefinite.

Comprensione contro documentazione = l’intervista non viene utilizzata per

raccogliere dati sulle persone ma per farle parlare e capirle. Lo strumento principale

è la comprensione della realtà sociale e qui abbiamo una distinzione tra:

a) Contesto della scoperta = il momento della concezione di una nuova idea e

quindi della scoperta di una nuova realtà.

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b) Contesto della giustificazione = il momento del controllo empirico, ovvero

nell’intervista quantitativa si presentano all’intervistato una serie di alternative tra cui

scegliere, quindi si delimitano gia le risposte possibili.

Assenza di campione rappresentativo = l’obiettivo è quello di coprire la varietà

delle situazioni sociali.

Approccio centrato sul soggetto contro approccio incentrato sulle variabili =

nell’intervista qualitativa non si utilizzano variabili ma si ricostruiscono storie.

TIPI DI INTERVISTA

Strutturata = a tutti gli intervistati sono poste le stesse domande nella stessa

formulazione e nella stessa sequenza, lo stimolo è uguale per tutti. Si tratta del

questionario a domande aperte.

Semiatruttrata = in questo caso l’intervistatore dispone di una traccia che riporta gli

argomenti da toccare durante l’intervista, l’ordine tuttavia è a discrezione

del’intervistatore.

Non strutturata = neppure il contenuto delle domande è prestabilito e può variare da

soggetto a soggetto.

Casi particolari

Intervista non direttiva = neppure l’rgomento della conversazione è prestabilito ma

l’intervustatore si lascia condurre dall’intervistato.

Intervista clinica = è fortemente guidata dall’intervistatore (psicologo/medico).

Intervista a osservatori privilegiati = quando si intervistano persone che non fanno

parte del fenomeno studiato ma sono conoscitori ed esperti del fenomeno, del quale

hanno una visione diretta e privilegiata.

Interivsta di gruppo.

CONDUZIONE DELL’INTERVISTA

Spiegazioni preliminari = l’intervistatore non è uno sconosciuto ma c’è stato un

processo di avvicinamento. Dobbiamo fargli apire che cosa vogliamo da lui,

descrivergli esplicitamente lo scopo della ricerca.

Domande primarie = sono quelle che introducono un nuovo tema o aprono un

nuovo interrogativo e possono essere descrittive, strutturali (capire come è

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strutturata la conoscenza dell’intervistato) e contrasto (basate su un confronto).

Domande secondarie = sono finalizate ad articolare ed approfondire l’argomento

della domanda primaria.

Domande-sonda = stimoli neutrali che hanno la funzione di incoraggiare

l’intervistato ad andare avanti, a dare maggiori dettagli.

a) Ripetizione della domanda → formulandola in maniera differente.

b) Ripetizione della risposta → riprendere le ultime parole dell’intervistato, con le

sue parole o con una nostra sintesi, per invitarlo ad approfondire e chiarire.

c) Incoraggiamento → espressioni di interesse.

d) Pausa → a volte lasciar passare qualche secondo di silenzio può agevolare la

confidenza dell’intervistato.

e) Richiesta di approfondimento → a volte invece è necessario chiedere

esplicitamente di soffermarsi, chiarire o approfondire.

RUOLO DELL’INTERVISTATORE = deve determinare, orientare l’intevista ma non il

pensiero dell’intervistato. L’esito dipende dal rapporto empatico che si viene a

instaurare.

Dettagli
A.A. 2022-2023
11 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Yuri.graziano.2002 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Metodologia della ricerca sociale e politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Mazzoli Lella.