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M
Y = A + dove è il moltiplicatore della politica fiscale, mentre è il moltiplicatore della politica
P
monetaria. Teniamo ferme la domanda autonoma e lo stock nominale di moneta M, mentre teniamo come
variabili il livello della produzione e il livello dei prezzi.
Individuo l’equazione esplicita della curva della domanda aggregata a prezzi variabili:
1. Moltiplico tutto per il livello dei prezzi
PY = P A + M
2. PY - P A = M
3. P (Y - A ) = M
M
P=
4. (funzione ADp)
- A
Y
Tale funzione rappresenta l’insieme delle combinazioni delle variabili P e Y che assicurano l’equilibrio sia nel
mercato dei beni sia nei mercati finanziari. Questa equazione ci permette di identificare la relazione inversa tra il
livello della produzione e il livello dei prezzi che garantisce l’equilibrio sia nel mercato dei beni sia nel mercato
della moneta. 23
Come si ottiene graficamente la curva ADp: usiamo due grafici
sovrapposti. Nel grafico superiore teniamo ferma la domanda
autonoma e quindi la curva IS. Non posso disegnare la curva LM se non
conosco il livello dei prezzi, i quali sono individuabili nel grafico
inferiore. La curva LM è generata dal livello dei prezzi P ed ad essa
1
corrisponde un livello di produzione pari a Y e un tasso dell’interesse
1
i . Nel grafico inferiore associo il livello della produzione Y al livello dei
1 1
prezzi P . I due punti E mi dicono la stessa cosa. Ipotizziamo di
1 1
prendere un livello dei prezzi inferiore (P ) che cambia l’offerta reale di
2
moneta. La curva LM si sposta verso destra. Se aumenta la quantità
reale di moneta, gli operatori economici hanno più moneta di quella
che è necessaria e comprano titoli (aumenta il prezzo e diminuisce il
tasso di interesse). E è il nuovo equilibrio. Riportando nel grafico
2
inferiore questa informazione individuo un nuovo punto della curva
ADp. È inclinata negativamente perché più basso è il livello dei prezzi:
maggiore è lo stock reale di moneta, più basso è il tasso dell’interesse,
più investimenti vengono fatti e quindi cresce la produzione.
L’aumento dell’offerta di moneta reale provoca uno spostamento verso destra della curva LM che comporta un
aumento della produzione e una riduzione del tasso di interesse. Tutto questo è associato un nuovo livello dei
prezzi minore.
Tenendo ferma la domanda autonoma (A) e lo stock nominale di moneta (M), è evidente che se cambia P cambia
Y. Se abbiamo sempre lo stesso stock nominale di moneta ma livelli diversi dei prezzi, il valore reale della moneta
cambia. All’aumentare dell’offerta reale di moneta abbiamo quindi un aumento della produzione e una riduzione
del livello del tasso di interesse. In questo caso l’offerta reale di moneta è aumentata perché sono diminuiti i
prezzi (il denominatore), non perché è aumentata l’offerta nominale di moneta (il numeratore).
Teniamo fermo lo stock nominale di moneta M. Prendendo un certo livello
dei prezzi P , avremo una certa offerta reale di moneta. Data la domanda
1
“L” abbiamo un determinato tasso dell’interesse sul mercato finanziario. Se
i prezzi fossero più alti la quantità reale di moneta sarebbe inferiore e il
tasso dell’interesse salirebbe. Questo perché per ottenere moneta
vendiamo titoli: il loro prezzo diminuisce e il rendimento sale. Se aumenta
il tasso dell’interesse gli investimenti e la produzione diminuiscono.
Dal punto di vista algebrico si tratta di una iperbole. Vi è un asintoto
verticale che interseca l’asse per il denominatore. La posizione nello
spazio della curva ADp, dipende dalla domanda autonoma; dallo stock
nominale di moneta e dai moltiplicatori della politica fiscale e monetaria:
• Politica monetaria espansiva = la curva ADp si sposta verso l’alto
ma non si sposta l’asintoto verticale;
• Politica monetaria restrittiva = la curva ADp si sposta verso il basso
ma non si sposta l’asintoto verticale;
• Politica fiscale espansiva = l’asintoto si sposta verso destra così
come anche la curva ADp;
• Politica fiscale restrittiva = l’asintoto si sposta verso sinistra così come anche la curva ADp. 24
Caso classico: è rappresentato da h = 0, in quanto la domanda di moneta è insensibile al tasso dell’interesse.
= 0 = 1/k (la politica fiscale è inefficace)
La funzione di domanda aggregata assume la forma di un’iperbole equilatera asintotica ai due assi:
1
P = M la sua posizione dipende solo dallo stock nominale di moneta (es. se la banca centrale aumenta M, la
kY
curva si sposta verso destra; se il governo aumenta la spesa pubblica non cambia nulla).
Trappola della liquidità (caso keynesiano):
Si verifica quando il tasso di interesse nominale ha raggiunto il suo livello minimo (i=0) e quindi la domanda di
).
moneta è infinitamente elastica al tasso di interesse (h =
= = 0 (la politica monetaria è inefficace)
G
La funzione di domanda aggregata diventa:
P = A una retta verticale che può essere spostata solo da variazioni della domanda autonoma.
Individuazione dell’equilibrio tra domanda e offerta:
Creiamo uno schema composto da tre grafici tra loro collegati.
1. Partiamo dal grafico in basso a sinistra, nel quale rappresentiamo il livello della produzione (Y) in relazione
agli occupati nell’economia (N). FL rappresenta la forza lavoro disponibile. Si tratta di una barriera fisica che
non può essere superata a meno che non si faccia entrare personale dall’estero. Disegniamo ora la funzione
della produzione (Y = a N), dove l’inclinazione dipende dalla produttività del lavoro. A questo punto
identifichiamo il prodotto potenziale ottenibile quando tutte le persone disponibili a lavorare sono occupate.
2. Il grafico in basso a destra serve per trasferire queste informazioni nel grafico superiore, quindi è solo di
passaggio. 25
Quando la domanda di lavoro è inferiore al valore massimo (Nd FL), il valore dei salari nel breve periodo rimane
costante. In questo caso dobbiamo trovare qual è il livello dei prezzi chiesto dalle imprese quando la produzione
è pari ad Y (al di sotto del livello potenziale) e il livello di occupazione è pari a N (inferiore alla forza lavoro) .
1 1 W 0
Nella formula mettiamo a numeratore il salario che si osserva nel breve periodo P= (1 + z) .
a
Abbiamo quindi individuato una linea spezzata chiamata curva di offerta aggregata. Essa mostra l’andamento dei
prezzi dal lato delle imprese nelle due situazioni di pieno impiego e sottoccupazione. Il tratto orizzontale mi dice
che il livello dei salari non scende quando la produzione è al di sotto del livello massimo.
Se aumenta la spesa pubblica la curva ADp si sposta verso destra in ADp , dove viene raggiunto il livello di piena
1
occupazione e di produzione potenziale. Una volta superato tale livello, la curva dell’offerta aggregata inizierà ad
essere verticale. Se aumentassimo ancora la spesa pubblica in una situazione di piena occupazione avremo
inflazione (ADp ). Inflazione = eccesso di domanda (ADp) rispetto all’offerta (AS).
2 Per spiegare il livello dei prezzi in un sistema macroeconomico
dobbiamo considerare l’equilibrio IS-LM che si rappresenta
attraverso la curva ADp e quello che succede nel mercato del
lavoro. In questo caso la produzione non è quella potenziale perché
la domanda è insufficiente. Per eliminare la disoccupazione
involontaria possiamo utilizzare un’espansione fiscale o monetaria
I
che fa spostare la curva ADp nella posizione ADp . In questo modo
la produzione si espande senza creare inflazione. (Manovre di
stampo keynesiano).
Equilibrio tra domanda e offerta: L’equilibrio del sistema si ottiene dall’incontro della funzione di offerta AS con
la funzione di domanda autonoma ADp.
Supponiamo che la funzione di domanda si trovi inizialmente nella posizione ADp, alla quale corrisponde il
prodotto di equilibrio Y . Esso è inferiore a Y*, per questo si ha un livello di disoccupazione pari a DIS=FL – N .
0 0
Come si può raggiungere la piena occupazione? 26
• Soluzione keynesiana I
Essa è volta a spostare la curva di domanda aggregata nella posizione ADp con un intervento attivo della
politica monetaria o fiscale. In questo caso l’equilibrio di piena occupazione si avrebbe nel punto E con prezzi
1
inalterati.
• Soluzione classica
Essa si basa sulla flessibilità dei salari e dei prezzi. In questo caso l’equilibrio di piena occupazione si avrebbe
nel punto E con un livello dei prezzi più basso.
2
Secondo la tesi classica, la contrattazione salariale collettiva impedisce alle forze di mercato di esercitare la
propria azione di riequilibrio. Sarebbe dunque sufficiente ripristinare la flessibilità dei salari e dei prezzi per
arrivare automaticamente e senza bisogno di interventi esterni all’equilibrio di piena occupazione.
Meccanismo automatico di eliminazione della disoccupazione basato sulla flessibilità del salario:
Le due curve di offerta aggregata (AS) e di domanda aggregata
(ADp) dimostrano che c’è una domanda di prodotti
insufficiente per portare l’economia al pieno impiego, infatti
nel punto E1 c’è disoccupazione involontaria. Secondo i
neoclassici ci troviamo in questa situazione perché il mercato
del lavoro non funziona bene, per questo bisogna renderlo
flessibile. Se il salario diminuisce, diminuisce il costo della
produzione e quindi il livello dei prezzi scende. Nel punto E 2
abbiamo un più basso livello dei prezzi e un aumento della
produzione.
Questo perché, mentre il livello dei prezzi è inferiore, lo stock nominale di moneta non è cambiato (M barrato).
C’è quindi un aumento dello stock reale di moneta. Gli operatori economici hanno a disposizione una quantità di
moneta reale superiore a quella di cui hanno bisogno, per questo decidono di comprare titoli. Un aumento della
domanda di titoli fa aumentare il loro prezzo e diminuire il loro rendimento (i). La domanda per investimento
aumenta e aumenta la produzione. I salari continuano a scendere fin quando non si raggiunge la piena
occupazione in E .
3
Critica keynesiana alla tesi classica: l’argomentazione di Keynes si basa su due considerazioni principali:
• La prima è che la rigidità dei salari verso il basso non è un comportamento egoistico imposto dai sindacati ma
può essere spiegata dalla mancanza di coordinamento tra le decisioni dei singoli operatori. E se anche
c