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-,J
• livello cognitivo-concettualeàpoiché uno stato di cose rappresentato sul piano mentale, il
linKuistico.
c. livello linguistico la rappresentazione mentale trasposta
A
Livello è
secondo livello riguarda la rappresentazione cognitivo concettuale dell'azione. Qui si
i~n messaggio apparte11ente.. a una lingua determinaia. Su questo li-iello -~on
stabilisce che il partecipante che compie l'azione è rappresentato grammaticalmente dal
esistono più i fatti extra;;-~inguistici, ma soltanto.l~clausole.che ne_parlaµo. su
È.
soggetto, che l'azione è rappresentata dal predicato e il risultato è rappresentato dal
questo piano che si stabilisce per esempio una corrispondenza tra la funzione
complemento oggetto;
"predicato" e il verbo, tra la funzione "complemento oggetto" e i nominali ecc;
• livello linguisticoàa livello linguistico la rappresentazione mentale e trasportata in un
questa complessa architettura rappresentata nella Tabella 10.2.
è
messaggio appartenente a una lingua determinata. Qui si stabilisce una corrispondenza tra la
funzione del predicato, quella del complemento oggetto e dei nominali. Non esistono più i fatti
Piani di analisi, posti e ruoli
Tabella 10.2
extra linguistici ma soltanto clausole che ne parlano.
Piani di analisi Posti e ruoli
Analisi dell'azione il
Partecipante che Partecipante che costituisce punto
Azione
compie l'evento di conclusione dell'evento
Livello cognitivo- Soggetto Predicato Oggetto
concettuale I
Livello linguistico Verbo
Nominali Nominali
A questa concezione la linguistica recente ha aggiunto un elemento nuovo, che concerne il livello
A _g_uesta nuovo, che
conceziORe-~w~ee,Dte..ha•i.mtQ.lt11n.,elemeptQ
cognitivo concettuale: il controllo. Ciascun partecipante ha un diverso grado di controllo sullo
concerne il livello cognitivo-concettuale: •è-:1ar~nezione Cias.çJm,.y.ro:tec.i.-
di cont:rello.
svolgimento dell'azione. Avere 1 ° di controllo su un'azione significa essere in grado di attivarla,
pante ali' azione ha un diverso~dicQntr0llo s~~v0lgimeataidelJ.?.ém.0ile.SteSSa.
interromperla e concluderla.
Avere un alto grado di controllo su un' azi0ne signi-fica esser~in attivarla,
gr-ado-dt
'
interromperla, concluderla, orientarla-in-ttn senso piuttosto-che in u&akro. E evidente
10.3 Soggetto
che il maggior controllo può essere esercitato da entità rappresentate come animate,
Il soggetto è la cosa o la persona che compie l'azione. Ma questa definizione implica una relazione
ma anche entità inanimate possono partecipare all'azione avendo una qualche misura
preferenziale tra nome soggetto, poiché in questa prospettiva, la sostanza si manifesta
In
di controllo. una clausola come:
linguisticamente nei nomi (sostantivi). Quindi questa definizione è sensata solo se si ha a che fare con
i ragazzi hanno rotto il vetro con un sasso
(9)
il maggior controllo sull'azione è svolto dalla funzione soggettf
gazzi, un controllo minore dal sintagma con un sa;sso, che rapp
vetrl
mentale, un controllo nullo quello di il apprese
è
elementari enunciati descrittiviàil bambino corre. Infatti, il SN (il bambino) design una persona che
compie l'azione (correre). Ma non tutti gli enunciati forniscono una descrizione così fotografica:
-Paolo ha un caneànon c'è nessuno che agisce nel senso proprio;
-i soldi sono stati spesi in un attimoàsi descrive un'azione senza indicare chi la compie;
-manca l'acquaàsì allora è una totale assenza di azione o di cambiamento di stato;
-piove, bisognaàè presente qualcosa che può sembrare un soggetto ma non corrisponde a nessun
“responsabile dell’azione”, come nei verbi impersonali.
La definizione sostanzialistica coglie un aspetto importante della questione: il soggetto ha il ruolo di
agente inanimato, può esercitare il maggior grado di controllo sullo svolgimento dell'azione.
Criteri per l’identificazione. Ha la diIicoltà di identificare il soggetto si aggiunge un'importante
distinzione tipologica. Il soggetto ha una funzione multifattoriale, dove intervengono fattori di diversa
natura. Da una parte si trovano le lingue in cui il verbo di modo finito deve avere necessariamente un
soggettoàlingue a soggetto obbligatorio (inglese e tedesco). Dall'altra parte ci sono le lingue in cui il
soggetto non è obbligatorioàlingua soggetto non obbligatorio (italiano o spagnolo). Tra i numerosi
tratti proposti nella ricerca di una definizione universale del soggetto i seguenti sono i principali:
• a volte il soggetto è il nominale che si accorda col predicato dell'enunciato. Il soggetto proietta
sul verbo il proprio numero e la propria persona;
• Talvolta il soggetto è marcato con mezzi vari.
Soggetto fantoccio. Tra le lingue è diIusa una classe di verbi che hanno un soggetto che non designa
un partecipante di alcun tipo. Questi sono i verbi impersonali e sono rappresentati dai verbi
meteorologicià it’s raining / il pleut. I soggetti non indicano “chi fa l'azione”, ma sono solo marche
formali necessari al verbo per funzionare. Abbiamo quindi dei soggetti “fantoccio”, che riempiono la
posizione del soggetto obbligatorio, ma non hanno alcuna delle funzioni tipiche del soggetto.
Marche delle funzioni. Nelle lingue le possibilità di marcare il soggetto sono tre:
1. un caso dedicato (il nominativo). Nelle lingue flessiva i nominali non possono presentarsi
senza morfo di caso.
2. Una specifica posizione nella clausola. Da cui si possono distinguere varie tipologie di lingue
(lingua soggetto iniziale, lingue configurazionali, cioè a soggetto finale, lingue con soggetto a
posizione variabile).
3. morfi dedicati. In giapponese, il morfo ga segue il soggetto.
4. Il soggetto è il solo costituente che possa intervenire in alcune manipolazioni grammaticali
eseguite a partire da un enunciato di base.
- [tu] mangia! clausole imperative l'elemento cancellato rispetto alla corrispondente
àNelle
assertiva è sempre il soggetto.
-la macchina è stata lavata da meàil soggetto della frase attiva e trasferito ad agente di quella
passiva.
-io mi lavoànelle clausole riflessive, il pronome riflessivo e coreferente col soggetto.
Casi particolari. Nessuno dei criteri 1-4 è necessario e nessuno da solo è suIiciente. Per ognuno si
trovano facilmente fenomeni in contrario. Per il primo criterio, esistono lingue in cui il nominale non si
accorda col verbo e, oltre a ciò vanno segnalati alcuni fatti che in vario modo complicano il quadro:
-Sono frequenti fenomeni di accordo incongruoàin quest'ambito operano i fenomeni di accordo a
senso, in cui il verbo si accorda non con il pacchetto morfemi del soggetto ma con il suo significato
(lingue classiche);
-Sono frequenti i casi di soggetto indefinito o irrilevanteàche si esprime mediante la pura e semplice
mancanza di soggetto, o con elementi pronominali dedicati o semi-dedicati (lingue a soggetto nullo);
-casi di soggetto indecidibileàla determinazione del soggetto praticamente impossibile. L'italiano
oIre casi riguardanti il “sì”àTra noi non ci si parla più da tempo.
Soggetto e attore. Il soggetto va diIerenziato dall'attore, ma le due funzioni possono coincidere, e
anche dissociarsi:
-a Carlo accade spesso di avere sonnoàl'enunciato ha un soggetto (non manifestato) di terza persona
singolare con cui accorda “accade”, ma l'attore è Carlo, che occorre come complemento indiretto. È
un Sprep, hai il ruolo di attore della clausola infinitiva di avere sonno. Con una semplice
manipolazione possiamo trasformare l'enunciato in “accade spesso che Carlo abbia sonno".
Fenomeni somiglianti si hanno nelle frasi a controllo:
-Carlo promette a Luigi di restare a casa;
-Carlo chiede a Luigi di restare a casa. dell'attore della clausola dipendente è
àL'assegnazione
controllata dalla semantica del verbo finito della prima clausola. Nella prima frase l'attore della
seconda clausola è Carlo; nella seconda frase può essere tanto l'uno quanto l'altro.
In conclusione, quella di soggetto è una nozione debole, in quanto non è possibile riscontrarla
univocamente in tutte le lingue. Del resto, esistono lingue in cui il soggetto sembra non essere
identificabile aIatto.
10.4 Predicato
Anche la nozione di predicata deriva dalla logica. Il termine indica la parte di proposizione che predica
qualcosa circa il soggetto. Quella di predicato è una nozione relazionale, perché il peccato non esiste
se non in rapporto a un soggetto. Tra soggetto e predicato possono sussistere due relazioni diverse:
-il loro legame può essere aIermato e predicare un valore veroà Carlo è biondo;
-il loro legame può essere negato, predica un valore falsoàCarlo non è biondo.
Forme del predicato. Il ruolo del predicato può essere svolto da risorse linguistiche di diversa specie,
normalmente si tratta di un verbo, ma si possono avere anche le clausole copulative, in cui il predicato
è un costituente formato da un verbo copulativo del verbo essere e da un elemento nominale o
aggettivale. Si riconoscono diverse categorie di clausole e copulative:
• copulativa equitativa, l'entità assegnata dal soggetto coincide con quella designata dalla parte
nominaleàLuisa e sua moglie;
• copulativa a inclusione propria, l'entità indicata dal soggetto è uno dei membri dell'insieme
designato dalla parte nominale del predicatoàLuisa è medico;
• copulativa qualificativa, attribuisce una proprietà al soggettoàLuisa è brava.
10.5 Oggetto
La nozione di oggetto è un'altra eredità della tradizione, per la quale tale termine definisce la persona
o la cosa sulla quale si trasferisce l'azione indicata dal verbo:
-Luigi picchia PaoloàPaolo è il punto sul quale si scarica l'azione di picchiare. La proprietà di avere un
costituente oggetto è riservata ai verbi transitivi. Di conseguenza la definizione tradizionale può essere
riassunta così: l'oggetto è un costituente dipendente da un verbo transitivo. Questa definizione
comporta anche che il ruolo rappresentato dall'oggetto sia dotato di 1 ° di controllo dell'evento
piuttosto basso.
Tipi di oggetto: doppio oggetto, oggetto interno, oggetto zero. Il concetto ingenuo di trasferire
l'azione su qualcosa o qualcuno non è applic