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Estratto del documento

VARIETA’ REGIONALI

Premessa

 Nell’immaginario comune in Italia c’è una tendenza generale a

identificare la variazione nel tempo come l’agente più importante nel

mutamento del dialetto e la variazione nello spazio come l’agente più

importante nella variazione della lingua italiana. Mentre invece il

parametro geografico non sembra poi essere considerato come elemento

prioritario nella variazione dialettale.

Varietà regionali in Francia, Germania e Italia

 Differenza tra Germania e Italia: mentre in G. la lingua della traduzione

luterana della bibbia si diffuse o ogni regione e presso tutta la

popolazione, in I. la lingua dele tre corone toscane preconizzata dal

bembo si diffuse si un tutte le regioni, ma soltanto come lingua della

scrittura e quindi solo verso chi sapeva scrivere. Le lingue tedesche

sono sviluppi di entità già esistenti, mentre le varietà regionali francesi

muovono proprio dall’interpretazione locale di quella sorta di nucleo

monogenetico che sarebbe rappresentato dalla lingua del re. È proprio

su un idea di allontanamento che si fondano i concetti di francese

regionale presso gli studiosi, per i quali queste varietà sono da

intendersi esclusivamente in negativo. Da questi presupposti possono

svilupparsi due opposti accostamenti per l’italiano regionale, cioè essere

vicino sia agli uni che agli altri. In italia come in Francia la lingua era

unitaria soltanto in quanto scrittura letteraria (amministrativa o

scientifica), diventò con il nuovo stato unitario. In questi due paesi la

lingua nazionale sta iniziando ad essere sottoposta a frammentazione,

divisione.

Il toscano e il romanesco

 L’italiano e il romanesco sono casi di dialettizzazione precoce. Ciò che li

differenzia è il loro rapporto con il modello (toscano/fiorentino) rispetto

al quale rappresentano uno scarto. Nel caso della Toscana, l’italiano

regionale odierno non è altro che l’organica prosecuzione degli sviluppi

linguistici che già nel 400/500 erano in atto e che Bembo si era ben

guardato dal prendere in considerazione; l’ialiano regionale toscano

sarà dunque da considerare come qualche cosa di assolutamente unico e

di confrontabile con le forme del tedesco. Il romanesco è importante

perché mentre gli altri dialetti si diffondo dopo che si diffonde il modello

dell’apprendimento letterario, quello Romano progrediva prima.

Variabili e varietà dell’italiano regionale

 L’italiano regionale, pur essendo la discriminante principale della varietà

linguistica riferita alla lingua nazionale, potrebbe essere interferito a

sua volta da altri fattori di perturbazione, per esempio fattori di

convergenza linguistica.

La divergenza si realizza non solo per nella suddivisione di

 un italiano standard in tanti italiani regionali, ma anche gli

italiani regionali si dividono in nuovi dialetti

Il freno a questo processo di divergenza è dato dal fattore

 prestigio

La convergenza verso l’italiano standard è caratteristica

 delle varietà diastatiche alte

Nonostante questo il vero processo di convergenza verso un

 italiano unitario è verificabile oggi quasi esclusivamente sul

piano diamesico dello scritto

E cmq anche sul piano dello scritto ci sarebbe da distinguere

 le testualità diverse, le scelte ideologiche stilistiche etc…

Livelli di analisi

 Possiamo quindi definire i dialetti in: sistemi dialettali intermedi

(interlingue) automi, coerenti e dinamici, relativamente strutturati, nei

quali l’interferenza di completamento è costituita dal sostrato dialettale

primario. Il dialetto si può anche definire come un sotto insieme

coerente di italiano fortemente influito a tutti i livelli del dialetto al

punto che i tratti identificanti di questo italiano, quelli che lo

differenziano da un italiano medio, sono propri e quasi solo quelli locali.

Ci sono variabili strutturali che costituiscono i livelli dell’analisi

distinguendo tra quelle che maggiormente risentono dell’interferenza

dialettale, come l’intonazione e la fonetica, e quali resistenti

all’interferenza. Mentre per alcuni livelli esiste una biunivocità di

scambio o di interferenza, per altri invece no: o dalla lingua verso il

dialetto (morfologia), o dal dialetto verso la lingua italiana (intonazione,

fonetica e fraseologia).

Intonazione

 Manca un’organica ricerca sulle costituenti locali dell’andamento

metodico dei vari tipi di italiano intervengono due motivi: il primo di

ordine teorico, e il secondo di ordine pratico. Il primo riguarda il forte

rallentamento (quasi ostracismo) che lo strumentalismo, entrato tardi

ma radicalmente in italia, aveva imposto a tutti gli studi linguistici su

argomenti che non potessero considerarsi rigorosamente pertinenti in

base ai canoni della più stretta osservanza strutturalista. Il secondo

motivo mostra che non esiste ancora alcuno studio che faccia il punto

dello stadio attuale della ricerca sull’intonazione dell’italiano standard,

mentre per contro, nell’ambito dei sottoinsiemi, già esiste una serie di

lavori. L’italiano è una tipica lingua di sottoinsiemi ma ancora prima è

difficile postulare l’esistenza di una varietà standard, conducendo anche

a errori di impostazione metodologica nella ricerca. Per esempio

l’opposizione tra frasi interrogative e frasi affermative vaga affidata

all’opposizione tra i tratti montante-discendente della vocale finale. A

parte il fatto che la frase affermativa può mostrare un contorno finale

montante, accade spesso che degli indici della modalità interrogativa

siano presenti in altri segmenti della frase, molto prima della sua sillaba

finale e talvolta, come avviene nell’italiano regionale della sardegna,

addirittura all’attacco della frase stessa. (contini e Profili) ne emergono

due serie di tratti prosodici, della parola e della frase, per un totale di 13

tratti: montante, discendente, improvviso, graduale, ampio, ristretto,

culminante, lungo, superiore, inferiore, esterno, allungato, declinante.

Fonetica

 Assai più sviluppata e ricca è la tradizione dei tratti fonetici che possono

assumere valore demarcativo per distinguere le diverse varietà

regionali. I tratti fonetici sono più facili da estrinsecare anche da parte

di chi non si occupa di linguistica.

[andare a vedere variazioni nel libro]

Morfosintassi

 Si possono individuare tratti regionali demarcativi anche a livelli

superiori a quello fonetico. A livello morfologico è più facile assistere a

passaggi di morfemi dall’italiano al dialetto che non viceversa. Tuttavia

non è difficile ipotizzare che questo sia dovuto al maggiore grado di

istituzionalizzazione (formalizzazione) cui la grammatica della lingua

nazionale è sottoposta rispetto alla grammatica degli altri dialetti

derivanti dal latino volgare, mentre a livello fonetico la lingua nazionale

è sottoposta a minor tutela. In ogni caso ci sono numerosissimi casi in

cui opposizioni di genere grammaticale rivelano una pertinenza areale

per lessemi altrimenti identici o quali, sia semanticamente sia

formalmente. E se l’opposizione tra stare e essere rivela, assieme ai

paralleli tenere e avere, una coppia geosinomica di livello lessicale, la

sua rilevanza diviene però morfologica non appena queste coppie

oppositive si trasferiscono dall’uso assoluto a quello ausiliare nei tempi

composti.

[vedi variazioni nel libro]

Lessico

 A livello lessicale sono intense le interferenze sia di elementi dialettali

sulla lingua nazionale sia, al contrario, di elementi che, provenendo

dall’italiano, vengono a intersecare i sistemi dialettali. Molte delle

variazioni lessicali sono dovute allo sviluppo della tecnologia ma un’altra

importante fenomenologia è quella che tocca le sfere semantiche

attinenti a campi della cultura popolare materiale, resi desueti dai

mutamenti economici. È un esempio quello della fitonimia dialettale:

l’urbanizzazione fa sparire i rapporti con la natura vegetale che

favorivano un tempo la conoscenza dei nomi dei vegetali (giochi con i

nomi, erbe medicinali). L’estensione dell’interferenza coinvolge anche i

singoli elementi lessicali, spesso in ragione della loro occorrenza, spesso

in ragione delle loro caratteristiche di identificazione con livelli di

repertorio riservati per il solito a registri appartenenti al codice lingua

italiana. Per esempio il verbo “lavorare” è diventato una di quelle parole

“bandiera” della dialettofonia nord-occidentale. Questo è un fenomeno

che si verificava già nei primi anni dell’ottocento. Un altro esempio può

essere l’omofonia tra l’italiano “c’entra” (entrarci) e “centra” (centrare),

cui non corrisponde nessuna omofonia nel piemontese. Insomma si può

andare da un livello di massima dialettalità a un livello di dialetto

italianizzato ad un livello di italianità. Le interlingue che si creano

dall’interferenza possono essere quella del dialettofono che inserisce

italianismi nei propri enunciati, ma anche quella dell’italianofono che

inserisce regionalismi. Questo altro processo ci condurrà dunque ad

identificare una seconda scala che scenderà da un livello di massima

italianità, a un livello di italianità regionale a un livello dialettale.

Geosinonimi: sono i lessemi della lingua italiana aventi come

 sinonimi, forma diversa e significato uguale, ma aventi

anche, a differenza dei sinonimi comunemente chiamati, una

diffusione realmente più limitata, tanto da poter in taluni

casi identificarsi in una singola città (significato uguale e

forma e area geografica di diffusione diversa). È probabile

presupporre che alcune forme, provenienti dai dialetti, sono

entrate nell’uso ufficiale tanto da non distinguersi più in

alcun modo dal resto del vocabolario. (vedi pizza-> romano:

cosa noiosa). Tuttavia non sempre è facile stabilire con

certezza né quale possa essere il rango di un certo

ragionalismo, né quale ne sia l’effettiva estensione. È

possibile cmq che in ognuna delle coppie geosinonimiche il

rango e l’estensione dei singoli elementi lessicali siano

determinati caso per caso ed indipendentemente da norme

particolari, quindi è possibile identificare taluni indirizzi

generalissimi che, pur con eccezioni, paiono poter guidare le

differenziazioni. Il concetto di prestigio è sicuramente uno di

questi indirizzi, anche se poi andando a fondo nella

questione c

Dettagli
Publisher
A.A. 2011-2012
27 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher pe13hang di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguistica generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Scala Andrea.