Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
AFFRICATE
Labiodentali [pf] sorda, Apfel (TED)
Dentali [ts] sorda, pazzo [dz] sonora, zona
Palatali [tʃ] sorda, cibo [dʒ] sonora, gelo
NASALI
Bilabiale [m] sonora, mano
Labiodentale [ɱ] sonora, invito
Dentale [n] sonora, nave
Palatale [ɲ] sonora, gnocco
Velare [ŋ] sonora, fango
LATERALI
Dentale alveolare [l] sonora, lana
Palatale [ʎ] sonora, gli
VIBRANTI
Dentale [r] sonora, riva
Palatale [ʀ] sonora, rose (FRA)
Vocali e Approssimanti
ANTERIORI:
semiconsonante [j] come in piano
vocale [i] ALTA, come in vino, non arrotondata
vocale [e] MEDIO-ALTA, come in meno, non arrotondata
vocale [ɛ] MEDIO-BASSA, come bene, non arrotondata
CENTRALI
vocale [a] BASSA come in mano, non arrotondata
POSTERIORI
semiconsonante [w] come in uomo
vocale [u] ALTA, come in muro, arrotondata 30
vocale [o] MEDIO-ALTA, come in bocca, arrotondata
vocale [ɔ] MEDIO-BASSA, come in uomo, arrotondata
FONOLOGIA
Ogni suono producibile dall’apparato fonatorio umano rappresenta un potenziale suono del
linguaggio, che chiameremo FONO.
Dunque, un fono è la realizzazione concreta di un qualunque suono del linguaggio.
Un fono può indicare sia un singolo suono concretamente realizzato in una certa circostanza da un
certo parlante, sia la classe di suoni concreti che condividono le stesse caratteristiche articolatorie
particolari. Nella gamma di foni materialmente producibili, le diverse lingue ne pertinentizzano un
certo numero assegnando loro valore distintivo.
Quando i foni hanno valore distintivo, cioè si oppongono sistematicamente ad altri foni nel
distinguere e formare le parole di quella lingua, si dice che funzionano da FONEMI.
Ulteriore distinzione: i FONI sono le unità minime della FONETICA, i FONEMI sono le unità minime
in FONOLOGIA.
Cosa studia la fonologia? La fonologia studia l’organizzazione e il funzionamento dei suoni nel
sistema linguistico
Esempio
La parola [‘mare] è costituita da 4 foni diversi in successione; posso pronunciare ognuno dei foni
costituitivi della parola in modi diversi (per esempio pronunciare la a anteriorizzata invece che
centrale) ma la parola rimarrà sempre identificata come mare. Questo perché i due foni diversi
non danno luogo ad un opposizione fonematica, corrispondono ad un unico fonema.
D’altra parte, ciascuno dei quattro foni distingue/oppone la parola [‘mare] da altre parole:
[m] oppone [‘mare] a [‘pare]
[r] oppone [‘mare] a [‘male]
Ecc.
Infine, la parola [‘mare] è costituita da 4 fonemi /m/, /a/, /r/, /e/
Ciascuno dei 4 fonemi è identificato per opposizione mediante un procedimento chiamato prova
di commutazione che consiste nel confrontare un’unità in cui compaia il fono di cui vogliamo
dimostrare se è o no fonema con altre unità della lingua che siano uguali in tutto tranne che nella
posizione in cui sta il fono in oggetto.
Vocali e consonanti sono in opposizione sintagmatica
Mentre all’interno delle due classi cioè: tra semivocali e consonanti da un lato e tra vocali dall’altro
c’è opposizione paradigmatica.
In conclusione: Fonema è l’unità minima di seconda articolazione del sistema linguistico.
Un fonema è una classe astratta di foni, dotata di valore distintivo, cioè tale da opporre una parola
ad un’altra in una data lingua. 31
Allofoni: sono foni diversi che costituiscono realizzazioni foneticamente diverse di uno stesso
fonema ma sono prive di valore distintivo.
In ITA per esempio, [n] e [ŋ] sono due allofoni dello stesso fonema dato che possono comparire
nella stessa posizione senza dar luogo a parole diverse. Un fonema che ha diversi allofoni si
identifica con il più frequente degli allofoni. Si dirà dunque che [ŋ] è un allofono di /n/.
Inoltre, gli allofoni di un fonema che sono condizionati dal contesto fonotattico in cui occorrono,
come in ITA la [ŋ] che occorre sempre davanti a consonante velare, si dicono varianti
combinatorie.
Coppia minima: una coppia di parole che sono uguali in tutto tranne che per la presenza di un
fonema al posto di un altro in una certa posizione. [‘mare], [‘pare]
Per dimostrare che un fono è fonema in una determinata lingua bisogna trovare in quella lingua
delle coppie minime che lo oppongono ad un altro fonema.
Fonemi e tratti distintivi
I fonemi sono i più piccoli segmenti a cui si arriva nella scomposizione del significante dei segni
linguistici. Non sono ulteriormente scomponibili in segmenti più piccoli. I fonemi possono però
essere analizzati sulla base delle caratteristiche articolatorie che li contrassegnano. Un fonema si
può ulteriormente definire come costituito da un fascio di proprietà articolatorie che si realizzano
in simultaneità. Le caratteristiche articolatorie diventano, sul piano della fonologia, proprietà che
permettono di analizzare, definire e rappresentare i fonemi in termini di diverse combinazioni
possibili di tratti facenti parte di un inventario comune.
La correlazione di sonorità e sordità è molto importante perché in alcune lingue interviene a
differenziare parecchie coppie minime di fonemi uguali per gli altri tratti.
È stata sviluppata in fonologia la teoria dei tratti distintivi che permette un trattamento più
soddisfacente in termini di binarietà.
Alcuni tratti che oppongono ampie classi di foni o fonemi molto utilizzati sono:
Coronali: foni prodotti con la corona, la parte anteriore della lingua come la [t]
Sonoranti: foni prodotti a canale vocale aperto e libero senza turbolenze del flusso d’aria dovute
alla differenza di pressione tra l’interno e l’esterno della cavità orale, come le vocali, le
approssimanti e le consonanti liquide
Sillabici: sono foni che possono costituire nucleo di sillaba
I tratti consentono anche di rappresentare economicamente, attraverso regole, fenomeni
fonologici che avvengono di frequente nelle lingue, per esempio le assimilazioni -> due foni che si
trovano in posizione contigua tendono facilmente ad assumere l’uno qualche tratto dell’altro,
diventando più simili. In ITA, per esempio, una fricativa dentale o alveolare viene realizzata sempre
sonora davanti a una consonante sonora di qualunque modo e luogo di articolazione. Pensiamo a
[zga’bello]. Volendo rappresentare questo fatto con una regola, ricorrono utili i tratti distintivi.
Chiamando sibilanti le consonanti fricative dentali o alveolari soggette al fenomeno in questo
contesto possiamo formulare la regola: [sibilante] -> [+son]/ _______ [+cons] [+son]
Che si legge: una sibilante viene realizzata sempre sonora nel contesto davanti ad una consonante
sonora. 32
I Fonemi dell’italiano
Gli inventari fonematici delle diverse lingue del mondo sono costituiti in genere da alcune decine
di fonemi. L’italiano standard ha 30 fonemi, 28 se non si considerano le approssimanti, e si arriva a
45 se consideriamo come fonemi a sé le consonanti lunghe.
È bene notare che l’inventario fonematico dell’italiano è connesso con numerosi problemi.
1) È problematico lo statuto delle consonanti:
se accettiamo che [‘kane] e [‘kanne] costituisca coppia minima dobbiamo aumentare di 15 il
numero dei fonemi italiani, essendo 15 le consonanti che possono creare coppie minime basate
sulla lunghezza: cioè tutte le consonanti tranne le 5 che in posizione intervocalica sono sempre
lunghe [ts], [dz], [ʃ], [ɲ], [ʎ] e tranne la [z] che non compare mai lunga.
2)Ci sono molte differenze regionali nella pronuncia dell’italiano pensiamo alla pronuncia al sud di
[‘tsi:o] che corrisponde al nord in [dzi:o]
3)opposizione tra vocali medio-alte e medio-basse, in molte pronunce settentrionali non c’è
opposizione tra vocali medio-alte e medio-basse. Pensiamo all’azione di pescare che in ITA
standard è /’peska/ e al frutto /’pɛska/, in alcune pronunce settentrionali tale distinzione è
inesistente e in entrambi i casi abbiamo: /’pɛska/
3)raddoppiamento fonosintattico, consiste nell’allungamento della consonante iniziale di una
parola quando questa sia preceduta da una delle parole di una serie che appunto provoca il
fenomeno. [‘do:ve vvaj] [a r’roma].
In certi casi il fenomeno è arrivato ad essere rappresentato in ortografia: soprattutto, cosiddetto,
davvero.
Sillabe e fatti fonotattici
Un ruolo importante nella strutturazione della catena parlata è svolto dalle proprietà fonotattiche
dei foni e dalle combinazioni contestuali in cui i singoli foni possono occorrere. Un ruolo decisivo
nella costituzione delle parole di una lingua lo hanno le minime combinazioni di fonemi che
funzionino come unità pronunciabili e possano quindi essere utilizzate come “mattoni
preconfezionati” per costruire la forma fonica delle parole, le sillabe.
In italiano una sillaba è sempre costruita attorno a una vocale: una consonante o un
approssimante ha sempre bisogno di appoggiarsi a un nucleo fonico che costituisce il picco sonoro
detto “nucleo di sillaba”. Ogni sillaba è formata sempre da almeno una, e non più di una, vocale e
da un certo numero (da zero a qualche unità) di consonanti. Una vocale da sola può pertanto
costituire sillaba. Se in una sillaba ci sono più consonanti contigue, non tutte le consonanti
possono combinarsi liberamente esistono delle restrizioni fonotattiche.
In ogni lingua vi sono strutture sillabiche canoniche preferenziali, in italiano la struttura canonica
preferenziale è CV: consonante + vocale. Sono però anche frequenti strutture: V [a:pe], VC [‘alto],
CCV [sti:le], CVC [‘kanto], CCCV [‘stra:no]. Non sono però possibili strutture per esempio CVCC.
Sillabe con CC in coda si possono eccezionalmente trovare in italiano in parole entrate nella lingua
tramite l’inglese pensiamo a COLF.
In una sillaba la parte che eventualmente precede la vocale è detta attacco, la vocale stessa è il
nucleo e la parte che eventualmente segue la vocale è detta coda. Sillabe con coda si chiamano
chiuse, sillabe senza coda si chiamano aperte. Il nucleo e coda insieme costituiscono la “rima”.
33
La rima determina il peso di una sillaba: è detta pesante una sillaba che abbia una coda o che
abbia come nucleo una vocale lunga, negli altri casi le sillabe sono dette leggere.
Il dittongo è una combinazione interessante di fonemi che può fungere da sillaba a sé stante, sia
far parte di una sillaba più ampia.
Definizione di dittongo: è la combinazione di un approssimante e una vocale, in cui la vocale
costituisce sempre l’apice sillabico.
Se la sequenza è V+Appr abbiamo un ditton