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ITALIANO E DIALETTI

Italiano e dialetti a contatto

 Osservazioni preliminari

 Una lingua gode di uno statuto socio-culturale e politico garantito da un

ordinamento statale, una codificazione riconosciuta e accettata

all’interno e al di fuori dello stato nazionale, una tradizione letteraria,

adottata come mezzo di comunicazione normale. I dialetti invece sono

impiegati in aree geograficamente circoscritte in ambiti limitati e

prevalentemente nella varietà orale. Lingua e dialetto svolgono funzioni

complementari e che solo in parte si sovrappongono nella comunicazione

verbale in quanto vengono impiegati in situazioni, con interlocutori e per

fini diversi. Questo perché le lingue sono state create accanto ai dialetti

locali e in sostituzione dei volgari proprio per consentire gli scambi

culturali ed economici fra comunità sociali geograficamente distanziate e

come strumenti indispensabile all’assetto amministrativo delle nuove

unità territoriali che in età moderna si sono costituite attorno agli stati

nazionali. Questi due tipi di rapporto vanno sotto il nome di diglossia e di

bilinguismo. O meglio diglossia con diversi gradi di bilinguismo e

bilinguismo con diglossia. Resta cmq il fatto che la storia linguistica del

nostro paese ha visto lo spostamento graduale da una prevalente

diglossia a un prevalente bilinguismo. La cultura, la politica, i mezzi di

informazione e comunicazione di massa hanno favorito e in qualche modo

imposto l’adozione della lingua anche come normale strumento di

comunicazione orale accanto ai dialetti. Se infatti i dialetti hanno trovato

nella lingua la fonte pressoché unica diretta o indiretta dei loro

mutamenti, la lingua a sua volta si è rinnovata anche grazie agli apporti

dialettali. Quando parliamo di contatti tra loro si para di contatti tra

varietà di lingua più basse e varietà di dialetto più alte.

Modelli interpretativi

 Per quali via l’italiano penetra nei dialetti

 Si dà comunemente per scontato che gli italianismi penetrino nei dialetti

per via diastatica e diatopica. Ma in realtà la situazione è molto più

complessa:

Non sempre il linguaggio urbano italianizza quello rurale

 Ci sono casi in cui gli italianismi accolti nei dialetti non sono

 prodotti dalla predominanza di un modello urbano geograficamente

determinabile

Le dinamiche linguistiche accettabili non sono sempre determinati

 dai comportamenti dovuti ai diversi strati sociali.

I livellamenti delle varietà non sono sempre omogenei.7

 2

All’interno di una stessa città non solo possono convivere varietà diverse

di dialetto, ma che proprio la consapevolezza di queste varietà

contrapposte può costituire, per i parlanti, il simbolo di appartenenza a

un determinato gruppo o borgo. Solitamente sono i giovani ad essere più

attivi nell’azione e nella diffusione delle innovazioni linguistiche, in

relazione anche al grado di istruzione.

In che modo la lingua agisce sulle strutture dei dialetti

 Il lessico e la semantica dei dialetti sono quelli maggiormente esposti alle

modificazioni, poi la fonetica, mentre molto più difficile è modificare la

morfologia. Anche la sintassi del periodo può aver subito mutamenti in

seguito all’introduzione di nuove congiunzioni, di nuove parole.

L’azione dell’italiano sul lessico dialettale

 Gli italianismi hanno degli effetti sul lessico dialettale che concerne:

L’ambito tecnico burocratico

 Parti del corpo, malattie

 Vita religiosa

 Commercio

 Concetti astratti

 Colori

 Termini della vita morale

 Avverbi, proposizioni

 Sintagmi e modi di dire

Ne dobbiamo concludere che le innovazioni linguistiche introdotte

dall’italiano interessano soprattutto le sfere semantiche con un carattere

più o meno pubblico, in cui cioè con maggior forza si fa sentire il bisogno

del parlante di istituire contatti che vanno al di là della propria comunità

e della propria regione. Scarseggiano infatti le innovazioni che

riguardano le attività agricole e tradizionali o cmq quegli ambiti che

portano al mondo esterno.

I condizionamenti all’italianizzazione dei dialetti

 Condizionamenti esterni al sistema

 I condizionamenti di cui stiamo parlando sono sottoposti a

condizionamenti sia esterni che interni. Per quanto riguarda i

condizionamenti esterni abbiamo il fenomeno dell’apocope (caduta delle

vocali atone in fine di parola). Fenomeni di questo tipo vanno a

determinare il peso dell’innovazione nei dialetti mentre i condizionamenti

interni, di carattere strutturale, agiscono sia a sfavore, sia a favore

dell’innovazione stessa.

Condizionamenti interni al sistema

 Nei fenomeni di condizionamento interno abbiamo quelli che riguardano

le serie morfologiche che essendo basate su micro strutture, di fronte

all’innovazione italianeggiante possono: opporre resistenza opporre

cedere in blocco. Nei primi troviamo per esempio i giorni della settimana

3

dove per gran parte dell’italia del centro nord terminano ancora in –dì

mentre per il veneto, friuli e sud italia non hanno la terminazione in –dì.

La capacità di resistenza è rimasta compatta e chiusa alla penetrazione

della serie toscana/italiana, si spiega appunto con la natura di

microstruttura unitaria, producendo un blocco all’ingresso delle

innovazioni. L’ultimo fattore che condiziona l’introduzione di italianismi

nei dialetti è rappresentato da diversi possibili registri d’uso che

dipendono dall’argomento trattato, dai contesti conversazionali, dai ruoli

sociali dei parlanti, dalle intenzioni sottese al messaggio comunicato, in

una parola dal diverso grado di formalità della comunicazione.

Agonismo legato alla italianizzazione

 I processi di condizionamento interni ed esterni agiscono anche a sfavore

della penetrazione degli italianismi, secondo l’agonismo che si sviluppa

ogni qual volta due o più lingue o dialetti entrano in contatto tra loro.

terraccini ha proposto uno schema:

Prestiti che si hanno in mancanza di vera e propria opposizione tra

 l’elemento indigeno e l’innovazione. Rientrano in questa categoria i

termini che indicano nuove nozioni, nuove condizioni, per esempio

sono i neologismi. Sono prestiti le parole come radio, cinema,

televisione.. i prestiti dimostrano che i dialetti non riescono più a

rinnovarsi per forza propria.

Calchi in cui la materia linguistica è straniera ma il significato è

 quello che corrisponde al termine dialettale ( piemontese stare ed

essere). Notevole capacità di resistenza di fronte all’innovazione di

neologismi dall’esterno.

Incroci quando la parola dialettale e quella italiana si contaminano

 a vicenda per dare origine a una nuova parola. Sono il risultato di

interpretazioni che il parlante dà dei due sistemi in contatto sulle

base di semplici assonanze.

Calchi dove al materia è indigena ma il significato è straniero.

 Resistenza molto debole.

Termini intraducibili perché riferenti esclusivamente locali.

 Corrispondono al massimo grado di difesa

Gli italianismi come causa di mutamenti nelle strutture semantico-

 lessicali dei dialetti

Può succedere che: l’accettazione degli italianismi lessicali può portare a

un livellamento delle distinzioni semantiche preesistenti, che l’italianismo

indroduca una distinzione lessicale dove prima non esisteva.

L’innovazione può provocare una specializzazione semantica del termine

dialettale. Inoltre la specializzazione semantica è proprio quella che

consente a certi termini di sopravvivere storicamente. 4

Italiano e dialetti nel contesto situazionale e nell’extratesto

 Contesto situazionale e lessicalizzazione

 L’azione dell’italiano sui dialetti non si esaurisce tutavia nelle sole

modificazioni che esso produce in questi ultimi. Ci sono modi con cui

nelle varie regioni si reagisce verbalmente in identici contesti

situazionali. Il livellamento dei comportamenti accompagna o precede

l’italianizzazione del dialetto. Accanto agli appellativi signore e signora ci

sono altri appellativi diastraticamente (non di atopicamente)marcati

(capo) utilizzati tra i vari gruppi sociali.

Extratesto e lessicalizzazione

 Ci sono anche casi in cui gli italianismi non sostituiscono termini

dialettali preesistenti ma costituiscono le lessicalizzazioni primaria di un

dato extratesto. Non si può quindi parlare di convergenza, cioè di

tendenza dell’italiano e dei dialetti a congiungersi in un punto ideale del

tempo futuro per l’italiano tende ad allontanarsi dai dialetti in seguito ad

un processo di rinnovamento interno. Inoltre le varietà locali di dialetto e

soprattutto di italiano standard si evolvono senza sostanziali influssi

reciproci perché il contatto più diretto avviene solo tra l’ita colloquiale

(anche regionalizzato) e i livelli più elevati dei dialetti. Quindi piu che una

convergenza si verifica una proliferazione di varietà sia della lingua che

dei dialetti. CAPITOLO 7

SOCIOLINGUISTICA DELLE MINORANZE

 Le minoranze linguistiche

Minoranze per indicare un gruppo, non molto numeroso, nel quale i parlanti

aloglotti hanno come prima lingua (lingua materna), cioè acquisita con la prima

socializzazione, una lingua diversa da quella nazionale. Tra le due lingue si

instaura una situazione di bilinguismo. Le condizioni di bilinguismo si ritrovano

in molti casi di minoranze italiane. Le minoranze sono anche chiamate oasi

linguistiche, denominazione molto approssimativa visto che esistono minoranze

più piccole all’interno di minoranze più grandi. Le condizioni generali del

bilinguismo si verificano in molti casi di minoranze di I ordine; le condizioni del

trilinguismo si verificano soprattutto in molti casi di minoranze di II ordine,

quando la popolazione alloglotta partecipa all’uso dell’altra varietà minoritaria

presente nello stesso ambito territoriale.

 Minoranze linguistiche in Italia

Le varietà alloglotte in italia sono una quindicina. Tuttavia non si possono

tracciare con sicurezza i confini specifici. In ogni caso ci sono dei punti

geografici dove certamente è presente il fenomeno del bilinguismo, cioè della

5

capacità di utilizzare l’una o l’altra varietà linguistica del loro repertorio, a

seconda delle esigenze sociali.

 Provenzale e franco-provenzale

Sono le varietà che si possono classificare nell’ambito del gallo-romanzo (il

quale ha come lingu

Dettagli
Publisher
A.A. 2011-2012
17 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher pe13hang di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguistica generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Scala Andrea.