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Gli effetti dell'alienazione sociale o del predominio maschile spiegazione politica del suicidio

Gli spiriti agguerriti delle epoche seguenti misero in discussione gli effetti dell'alienazione sociale o del predominio maschile spiegazione politica del suicidio. In realtà la logica opera un cortocircuito tra due ordini di motivi:

  1. Motivazioni per il suicidio legate alla natura della finzione letteraria: costituiscono quindi la trama del libro, cioè la sua necessità romanzesca e non richiedono interpretazioni ulteriori.
  2. Motivazioni sociali.

Tuttavia, ci sono 2 problemi:

  1. Le stesse motivazioni si adattano ugualmente bene a qualsiasi altra necessità romanzesca (come in Tess degli Uberville) e non sarebbero diverse se Emma tornasse ai suoi doveri di sposa o trovasse un'intesa coi suoi creditori.
  2. Il salto dalle ragioni interne dell'invenzione letteraria a quelle sociali lascia venire meno ciò che si colloca tra il dentro e il fuori, tra immaginazione e non-immaginazione, ovvero l'invenzione della finzione letteraria.
stato necessario che Emma morisse affinché Flaubert potesse scrivere un libro sulla sua morte? La morte di Emma è solo un evento tra tanti che Flaubert ha esaminato nella sua vita e non è certo l'aspetto sociale ad averlo interessato. I problemi sociali e le lezioni morali non sono mai stati la sua preoccupazione principale, ma piuttosto la letteratura in sé, la letteratura pura. Quale è il legame tra la morte di Emma e la sua preoccupazione per la letteratura pura?necessario far morire Emma? La risposta passa inevitabilmente attraverso un riesame dell'errore fondamentale e causa delle sventure della donna: ha confuso vita e letteratura. La spiegazione è semplice e fa nascere un'altra domanda: è così facile confondere vita e letteratura? Madame Bovary è considerato un romanzo realista, e nella vita reale nessuno confonde letteratura e vita; anzi, addirittura nella finzione letteraria, dove ogni cosa è possibile, ciò accade di rado. Si può citare in proposito Don Chisciotte, anche se pure lui spesso sorprende Sancho con un ragionamento realistico sul rapporto tra realtà e finzione (es.: Sancho chiede come imitare la firma di DC, ma lui lo rassicura che lei non conosce la sua calligrafia, né sa chi sia DC, e nemmeno sa di essere Dulcinea). Don Chisciotte risulta pienamente padrone di tutte le "illusioni" di cui è ritenuto essere la vittima ingenua. Emma non è.interessata ai paradossi come DC, però quando ha tra le mani un'opera lirica che esalta le gioie della natura e vita rurale, sa mettere a confronto questa campagna idillica con la realtà del lavoro degli aratri o greggi belanti. Per questo si dedica presto ad altre letture, e anzi non sembra scambiare vita e letteratura, ma solo pretendere che vita e letteratura si possano fondere in un'unica realtà. Il suo personaggio risolve il rifiuto a tenere due fonti di gioia:
  1. La gioia che nasce dai beni e piaceri materiali
  2. La gioia spirituale della letteratura, dell'arte e dei grandi ideali.
Flaubert delinea il suo atteggiamento tramite queste due caratteristiche:
  1. La chiama sentimentale: il carattere sentimentale impone ai piaceri ideali della letteratura e dell'arte di essere piaceri corretti.
  2. La descrive di animo positivo: smaniosa di ricavare da ogni cosa un tornaconto personale. Vuole trovare più di un oggetto di contemplazione intellettuale.

Una fonte di citazione concreta. E non vi è contrapposizione tra queste due caratteristiche. Le caratteristiche di Emma della finzione letteraria appagano l'ossessione intellettuale della sua epoca, sintetizzata nel termine eccitazione. Questa parola era già stata il nucleo della formulazione positiva di una nuova poetica, in sintonia con le emozioni più umili (1802 Wordsworth "Lyrical Ballads"). Nella Francia del 1850-60 però indica qualcosa di completamente diverso da una virtù poetica uniformemente condivisa: indica il male premonitore dal quale i benpensanti vedono essere consumati in un identico modo gli individui e la società nel suo insieme. La società si era trasformata in un fermento ininterrotto di pensieri e desideri, ambizioni e frustrazioni. Quando monarchia, aristocrazia e religione strutturavano la società, esisteva una gerarchia chiara che metteva ogni gruppo e individuo al posto che li

aspettava.L'ordine garantiva:
  1. Un terreno solido sotto i piedi
  2. Orizzonti limitati
Due cose positive che preludono alle altre, soprattutto per gli umili. Tutto ciò era andato demolito:
  1. Dalla rivoluzione francese
  2. Dalla rivoluzione industriale
  3. Dai nuovi media (dei quali ve ne sono in tutte le epoche: giornali, libri di poco prezzo, litografie, che rendevano accessibili a chiunque le immagini e parole, tutti i sogni e le aspirazioni).
Di conseguenza, la società moderna era un agglomerato di individui liberi ed eguali, travolti da una continua ricerca dell'eccitazione, cioè l'interiorizzazione individuale dell'agitazione senza obiettivo né tregua che tormentava la società nel suo complesso. Questa società dell'eccitazione la chiamava però democrazia. Per democrazia si intende governo del popolo da parte del popolo, governo di tutti e di nessuno, nel quale ogni individuo è governato e governatore, e il cui

principio di fondo avevamobilitato le masse nel 1848. Quella democrazia aveva ricevuto la sua repressione:ma non era che una parte di ciò che le toccava nella guerra dichiarata contro di essa.Non bastava domarla, occorreva annientarne il significato politico, farne un fenomenosociologico, una forza sociale cieca. La democrazia politica aveva preso atto della suainadeguatezza. Ma sotto il regime di Napoleone III e le sue leggi straordinarie, stavaavendo luogo un’insurrezione democratica nuova più radicale. Era la rivoluzione dellamoltitudine di desideri e aspirazioni che trapelava dalla società moderna,l’insurrezione degli atomi sociali in libertà, impazienti di trarre beneficio da ciò che eraoggetto di godimento: soldi, ricchezze e ciò che questi possono procurare e non(passioni, ideali, valori, piaceri dell’arte e della letteratura). La situazione potevaessere meno grave se la gente di bassa estrazione si fosse limitata a

voler diventarericca; il fatto è che volevano davvero godere di tutto ciò di cui si poteva godere, compresi i piaceri ideali, e voleva fare di tali piaceri dei piaceri reali, materiali positivi.

Per i lettori di Flaubert, Emma è l'incarnazione inquietante di questo "appettitodemocratico": vuole il romanzo ideale e allo stesso tempo il piacere fisico. Trascorre il suo tempo a trovare un compromesso tra eccitazione dei sensi e aspirazioni dello spirito. Quando resiste all'istinto amoroso per Léon, reputa di aver diritto a una ricompensa e si concede l'acquisto di un mobile: un inginocchiatoio gotico segno ineludibile dell'uguaglianza democratica del tutto con il tutto: chiunque (anche negli strati più bassi e nel luogo più appartato nelle mura domestiche riservate alle donne) può sostituire a un desiderio qualsiasi un qualsiasi altro desiderio "Madame Bovary è l'esaltazione morbosa dei sensi.

danno che causa alla letteratura, sono proprio quelle che la rendono diversa dalla vita. Laletteratura è un'arte che crea mondi immaginari, personaggi e storie che possonoessere completamente estranei alla realtà. Emma, invece, confonde la sua immaginazionecon la realtà, cercando di vivere la sua vita come se fosse un romanzo. Questo ledice a commettere azioni immorali e distruttive, che danneggiano sia se stessa chela letteratura. Inoltre, Emma non riesce a comprendere la profondità e la complessitàdella letteratura, riducendola a un semplice strumento di evasione o di divertimento.Questo è un grave torto nei confronti di un'arte che ha il potere di trasmettere emozioni,di far riflettere e di far crescere spiritualmente. In conclusione, Emma rappresentaun pericolo per la letteratura perché la banalizza e la svilisce, cercando di ridurla aqualcosa di superficiale e insignificante.

carattere democratico, sono le medesime che definiscono la poetica del suo inventore e la poetica della letteratura come regime nuovo dell'arte discrivere. In effetti, è proprio questa la letteratura: l'arte di scrivere che rende indistinta la divisione tra il mondo dell'arte e quello della vita prosaica, riducendo ogni argomento uguale a qualsiasi altro. Nell'epoca delle Belle lettere, questi due regni erano separati:

Da un lato soggetti poetici, personaggi nobili, espressioni signorili.

Dall'altro soggetti prosaici, personaggi grossolani ed espressioni triviali.

Il confine tra i due regni si riassumeva nell'opposizione aristotelica tra:

  1. Poesia: si interessava a complotti, intrighi, combinazioni di azioni concatenate.
  2. Storia: aveva a che fare con la vita, in cui le cose accadono le une dopo le altre senza ragione.

Questa superiorità poetica dell'azione sulla vita corrispondeva alla divisione dell'umanità in due categorie:

  1. ...
C’era un ristretto numero di uomini che si davano da fare, dedicandosi al perseguimento di grandi ideali e obiettivi, affrontando i colpi e rovesci di fortuna connessi a queste imprese.

C’era la grande massa di esseri umani (soprattutto donne) la cui operosità era confinata al ciclo della vita, dei mezzi necessari al suo sostentamento e a quelli atti a riprodurla.

Secondo Flaubert non esisteva un soggetto bello né uno triviale, e dunque la letteratura non operava un’espansione della sfera del rappresentabile, ma rimetteva in discussione questa contrapposizione tra azione e vita, indissolubilmente poetica e sociale.

La purezza dell’arte consiste nel non dover niente ai suoi soggetti, e consiste nel fatto che nulla separa ciò che appartiene all’arte rispetto a ciò che appartiene alla vita prosaica. È per questa stessa esigenza che l’arte ora esiste e non vi è più alcuna frontiera che separa l’arte da

ciò che non lo è. È per questo stesso motivo che i
Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
6 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/14 Critica letteraria e letterature comparate

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Marygiovy_1 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letterature comparate e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Meneghelli Donata.