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FROM ANTIQUARIANISM TO AESTHETICISM: THE COLLECTOR AT HOME
Il tardo fenomeno culturale del XIX secolo degli interni artistici non sarebbe possibile senza una trasformazione nella pratica e percezione del collezionare. Questo cambiopuò essere identificato con il passaggio dal modo tradizionale dell'antiquariato al più moderno estetismo. Come testimonia Octave Uzanne, ciò che cambia con il passaggio dall'antiquariato all'estetismo è il criterio di apprezzare gli oggetti esposti. Per l'esteta, gli oggetti formano un insieme che deve essere compreso su diversi livelli: visivi, affettivi e d'ispirazione. La collezione diventa quindi un veicolo per una profonda esperienza artistica soggettiva. La parola chiave diventa "interpretazione". Mentre gli antiquari focalizzavano la loro attenzione sugli oggetti stessi come componenti di arte storica o archeologica, gli esteti di fine secolo si basavano non tanto sull'oggetto in
sua ricerca di oggetti d'arte. Quindi, i bibelots possono essere visti come una fusione di elementi maschili e femminili, che sfidano le tradizionali concezioni di genere. THE BIBELOT AS A SYMBOL OF STATUS AND TASTE I bibelots sono spesso considerati simboli di status e gusto. La loro presenza all'interno di una casa o di uno studio può indicare la ricchezza e l'elevato livello culturale del proprietario. Inoltre, la selezione e l'organizzazione dei bibelots possono riflettere il gusto personale dell'individuo e la sua sensibilità estetica. THE BIBELOT AS A FORM OF SELF-EXPRESSION Per molti, i bibelots sono una forma di auto-espressione. Gli individui possono selezionare e disporre i loro oggetti d'arte in base ai loro interessi personali, alle loro passioni e alle loro esperienze di vita. In questo modo, i bibelots diventano una rappresentazione visiva della personalità e dell'identità dell'individuo. CONCLUSIONE In conclusione, i bibelots sono oggetti d'arte che possono arricchire l'estetica del quotidiano. Sono simboli di status, espressione personale e sfida delle tradizionali concezioni di genere. La loro presenza all'interno di una casa o di uno studio può trasformare lo spazio in un ambiente artistico e riflettere la personalità e l'identità del proprietario.Tradizione scolastica della curiosità del gabinetto. Diventa quindi uno stereotipo maschile nel creare un'atmosfera d'ispirazione artistica nei loro cabinet de travail, mentre femminile quando crea un santuario di sogni romantici di seduzione nei loro boudoir e dressing room. L'opposizione arte/fashion è spesso inserita nella distinzione di genere: l'arte viene identificata come una realtà maschile, la moda come qualcosa di femminile. Quello che rimane della codifica del XIX secolo delle cose domestiche sono: un set di convenzioni familiari, una pratica di ricostruzione dell'identità attraverso possedimenti personali, una industriale pubblicità di questa pratica e la sociologia dei simboli.
CAPITOLO 4: FLAUBERT'S MUSÉES RECUS
Nel XIX secolo in Francia, la moltiplicazione delle cose materiali coincide con quello che è percepito come un'esplosione del sapere (inseriti a loro volta nel contesto
del museo che si andava affermando in questo periodo). Flaubert occupa un ruolo centrale con la sua opera “Bouvard and Pécuchet” incompleta prima della sua morte. In breve, l’opera narra la vita di due impiegati parigini che si ritirano nella provincia avendo ricevuto un’inaspettata eredità. Iniziano così a studiare e fare esperimenti senza ricevere istruzione e quindi quasi tutto finisce in un fallimento e frustrazione. Quando si avvicinano all’archeologia vengono attratti da delle cose e finiscono per ridurre la loro casa in un museo.
HISTORICIZING THE MUSEUM
Eugenio Donato in “The Museum’s furnance” paragona il museo a un’enciclopedia, intendendolo come un sistema di conoscenza totale basato sulla tassonomia o sull’ordine come viene definito da Focault in “The order of things”. Quest’ultimo tende a destoricizzare il museo per due cose: la prima è che il museo non è un
universo astratto di concetti come la tassonomia ma un'istituzione evolutiva permeata di particolari storici e locali; secondo, il museo del XIX secolo appartiene alla storia moderna e non all'episteme classica dell'ordine. Quindi possiamo dire che Donato ha semplificato erroneamente l'istituzione museale e Foucault l'ha ridotta all'espressione di ordine tassonomico. Il primo scopo del museo moderno non è quello di cercare un discorso storico dietro e oltre i documenti, ma piuttosto descrivere i documenti stessi più dettagliatamente possibile. La nascita del museo moderno segna l'inizio della materialità del manufatto come significante e come deduttivo. In altre parole, l'oggetto della conoscenza non è più un discorso con cui viene rappresentato l'oggetto ma è l'oggetto materiale in sé. Quindi l'oggetto materiale storico acquista una nuova autonomia che sovrasta la sua funzione come
puro significante. DOMESTICATING THE MUSEUM
Parlare di museo domestico significa paragonare gli appartamenti (soprattutto i salotti borghesi a Parigi nel XIX secolo) a dei musei, in quanto le persone li arredavano con una moltitudine di oggetti come accade per i due protagonisti del libro di Flaubert.
L'opera testimonia come il museo di Flaubert è soggetto all'ordine domestico e a quello scientifico del museo.
MIMETIC ORDER
Quando parliamo di mimetica si intende percepire attraverso le varie opere (come quella in oggetto di analisi di Flaubert) la corrispondenza tra gli oggetti concreti museali e quelli esposti nei salotti borghesi. Si può controbattere l'idea che queste cose rappresentino gli oggetti concreti del museo e che quindi siano ovviamente non autentici.
ARTISTIC DISORDER
Attraverso l'organizzazione dello spazio per collocare tali oggetti c'è un'apparente disordine, tipico delle collezioni del XIX secolo, che implica il fatto che non
Vengano imitati solo gli oggetti veri e propri del museo ma anche la loro disposizione.
THE ORDER OF CONSUMPTION
Attraverso l'opera di Flaubert (Bouvard and Pécuchet) si percepisce anche l'aspetto storico del romanzo: la nascente cultura del consumo. Ogni nuova epistemologia dei due impiegati inizia con la necessità di compiere un acquisto (vedi verbi usati: comprare, si procurano, si fanno ordinare). Inoltre, per informarsi e studiare iniziano ad accumulare libri. La conoscenza diventa una mancanza da riempire attraverso il consumo, un desiderio che nella sua stessa natura è destinato a rimanere incompleto, quindi il consumatore vive costantemente l'esperienza della soddisfazione incompleta. Il desiderio viene temporaneamente compensato con un acquisto, che colma solo parzialmente il desiderio, per poi ricadere in un nuovo acquisto e così all'infinito. Un tipo di oggetto, un pezzo antico suscita l'interesse in altri tipi di oggetti, bibelots.
chesi appoggiano sull'interesse negli oggetti della middle age. Nella ricerca di un tipo dioggetto che non viene trovato altri lo sono: il fallimento della ricerca, quindi, non portaalla totale frustrazione o disperazione ma, al contrario, alla scoperta di altri oggetti.
CAPITOLO 5: NARRATE, DESCRIBE, OR CATALOGUE? – The novel and the inventory formin Balzac, the Goncourts and Huysmans.
La classe media e la classe alta del tardo XIX secolo a Parigi diventano sempre di più abituate a consultare cataloghi di musei, di arte vera, di nuovi negozi. Non è una coincidenza che la proliferazione dei cataloghi coincide con quella dei bibelot e di altri beni materiali nelle case e nei marketplace. In ogni caso, mentre la letteratura abbracciava i cataloghi durante il XIX secolo, la critica letteraria non lo fa fino all'avvento del post-strutturalismo e del post-modernismo.
LITERARY CRITICISM AND THE CATALOGUE FORM
Ci sono state molte reazioni critiche sulla descrizione
come un lungo catalogo da parte di coloro che preferivano una narrazione più elegante, possiamo dividerle in due parti: da una parte i modernisti che hanno considerato l'intreccio narrativo pieno di eccessiva descrizione che loro considerano un tutt'uno con il romanzo; dall'altra, i post-modernisti che celebrano la frammentazione, l'apertura e la non gerarchizzazione della lista, inventario e cataloghi. I due modi di pensiero ruotano intorno a due autori: Goncourts (modernisti) e Huysmans (post-modernisti). Nel saggio "Narrate or Describe", Georg Lukacs denuncia l'eccessivo uso della descrizione nel romanzo come il prodotto del capitalismo industriale. La logica della cultura materiale sotto il consumismo ha generato la pesante narrazione descrittiva. Secondo lui, l'equilibrio tra narrazione e descrizione nel romanzo è strettamente legato al legame tra persone e cose. Quando le cose vengono descritte, nel contestodel disorientamento e della distanza tra i personaggi e il lettore. Inoltre, questa scelta narrativa può portare a una perdita di profondità e complessità dei personaggi stessi, poiché vengono ridotti a semplici oggetti di scena. Per evitare questo problema, sarebbe più efficace organizzare il romanzo intorno alle azioni e alle relazioni dei personaggi, piuttosto che intorno agli oggetti descritti. In questo modo, i personaggi avrebbero una connessione più diretta con la trama e il lettore potrebbe sviluppare un legame emotivo più profondo con loro. In conclusione, l'organizzazione del romanzo intorno agli oggetti inanimati può risultare interessante dal punto di vista estetico, ma può compromettere la coesione interna e la profondità dei personaggi. È quindi preferibile concentrarsi sulle azioni e le relazioni dei personaggi per creare una narrazione più coinvolgente e significativa.alienazione dal momento che gli oggetti e le persone sembrano diventare indifferenti, distaccati. Secondo la prospettiva dell'autore (Janell Watson), i bibelot necessitano di un approccio più materiale rispetto a quello dei modernisti e post-modernisti. Parlare di oggetti d'arte ornamentale è come introdurre il dominio della cultura materiale nell'analisi letteraria. Per l'autore il bibelot è un termine meno astratto del termine ornamento e insiste sulla loro percezione economica e fisica: i bibelot vanno di pari passo con l'inventore, sono numerabili, sono cose fisiche che in una economia monetaria esigono di essere rendicontati, così come accade in un testo letterario. THE GONCOURTS: THE WRITER AS BIBELOTIER Due critici: Jean-Pierre Richard e Joan Dangelzer, devoti all'estetica modernista e più vicini a ciò che afferma Lukacs in Narrate or Describe, parlano di bibelot per condannare lo stile descrittivo diGoncourts.Dangelzer associa allo stile dei fratelli Goncourts l'uso del dettaglio, dei bibelot edell'