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I TEMI

Il modernismo è l'arte del dubbio. La sua atmosfera intellettuale è di scetticismo, quella emotiva di solitudine, irrequietezza e smarrimento. Vivere, parlare, amare, pensare, scrivere per gli autori modernisti non sono operazioni facili, anzi sono difficilissime, e possono essere affrontate solo a fatica e con un senso di profonda diffidenza. Ai loro occhi la vita quotidiana, la banalità non solo è seria e solenne, ma è anche tortuosa e enigmatica. Il mondo che abitiamo appare di una complessità insostenibile che ci fa sentire intimiditi e sopraffatti e prova a gestirle un atto rischioso, da intraprendere rigorosamente con minuti di cautela e suprema sottigliezza. I modernisti riflettono sui problemi di conoscenza e autoconoscenza con una preoccupazione inedita nella storia letteraria. Uno dei temi più spesso citati è quello della verità: come ottenerla, come osservarla, come comunicarla. La verità cimostra una delle sue proprietà cioè l'assenza, mentre nasce la figura dell'eroe-ragionatore la cui attività mentale è superiore a quella pratica per quantità e qualità (per esempio Serafino, Vitangelo Moscarda, Mattia Pascal, Zeno). L'altra figura che nasce è quella del narratore inattendibile. E in qualche caso i due caratteri si fondono: per esempio in Zeno Cosini. All'io spetta il ruolo da protagonista. Il protagonista patologico e vulnerabile che non suscita ammirazione bensì inquietudine. Come possiamo "diventare ciò che siamo" se esistiamo a partire dalle idee e percezioni altrui da cui scaturiscono i "centomila" io diversi che ci compongono? Questi personaggi riescono ad essere se stessi solo in modi paradossali: auto negandosi, aderendo alla propria maschera o non essendo completamente niente. Con Pirandello assistiamo anche allo sgretolamento dell'autore in stato da

imprudenti figure fittizie, di se stessi i fantasmi creativi che prendono il sopravvento. La fatica di essere e capire sé stessi è al centro della Coscienza. Freud ci fa capire che larghissime parti di noi sono dimenticate e impensabili e solo le loro propaggini giungono a volte a disturbarci attraverso strani sintomi nevrotici e sogni. Tra i modernisti, Svevo è uno dei più abili a verificare la teoria freudiana e accogliere gli aspetti che meglio si prestano a fare delle interiorità lascerà movimentata di una "commedia" o di un "dramma" come la nozione dell'inconscio e la potenza del lapsus. Con il concetto di "io" i modernisti finiscono per avere un rapporto duplice e contraddittorio: da una parte lo dichiarano labile e molto incomprensibile, però non smettono di credere alla sua esistenza e di porlo al centro delle loro ricerche. La condizione del personaggio è di solitudine, ed è proprio

Lei è la protagonista assoluta del modernismo, il tema che attraversa tutte le sue opere: non troveremo un soggetto che si senta a casa propria nel mondo. Gli individui sono incapaci di sistemarsi nell'ingranaggio della società e restano dei solitari in un mondo strano. I "disadattati" del modellismo italiano vengono comunemente chiamati "inetti". Un altro tratto fondamentale del modernismo è l'approfondirsi della frattura tra l'io e il mondo, senza però che le due dimensioni si separino del tutto. Il modellismo non celebra l'individuo distaccato dalla società, ma si concentra sul suo desiderio frustrato di essere accolto; sulla sua condizione di escluso e sulle sue faticose interazioni con gli altri. Un'altra sfaccettatura della solitudine è l'impossibilità dell'amore. Il senso di isolamento è così forte che perfino l'amore ha smesso di essere una forma di legame tra gli.

esseri umani: è una forza separatrice più che unificante, invece di colmare le distanze le sottolinea (amori non ricambiati, gelosie assillanti, matrimoni infelici, fidanzate lontane, malate, morte, personalità troppo scettiche per riuscire davvero ad amare). La felicità appare di rado. La vita è priva di senso, bene e male non appaiono più come opposti o astratti, ma come contigui e impuri. In Europa il modernismo sceglie spesso le grandi capitali affollate a sfondo del server avventure, in Italia gli scrittori scelgono piuttosto la strada opposta Infatti scelgono i luoghi periferici i villaggi, le campagne, le città di provincia. La normalità è spesso molto angosciosa, infatti è molto ricorrente il tema del "male di vivere" e del dolore che accomuna tutte le creature. REALISMO E SPERIMENTALISMO I rapporti tra modernismo realismo e sperimentalismo possono essere concepiti in tre modi diversi: 1. Una primatradizione critica considera il primo e il terzo elemento è quasi sinonimi e il secondo l'opposto. 72. Una seconda tradizione critica insiste al contrario sui elementi di continuità fra realismo e le più importanti innovazioni di primo Novecento: lo sferimento modernista trasformerebbe dall'interno il paradigma realista3. una terza traduzione critica rinuncia a considerare il rapporto con il realismo un elemento della definizione del modernismo. Da un lato riconosce l'esistenza di un filone di realismo modernista. Dall'altro riconoscono la polemica di molti scrittori modernisti contro i "padri" ottocenteschi. Anche sull'inclusione delle avanguardie nel modernismo, le opinioni divergono. È importante considerare il modernismo non come movimento primonovecentesco, ma come somma delle diverse risposte che le letterature occidentali hanno dato ai problemi posti dalla modernità. Il modernismo è la risposta della

Letteratura allo shock provocato dalla modernità: il tentativo di restituire un senso al disordine di un mondo disertato dai valori tradizionali è il principale movente della scrittura modernista.

Ci sono due concezioni del realismo:

  1. La prima punta a una mimesi (imitazione) della totalità
  2. La seconda propone un'idea differenziale: realista è quel testo che sa mostrare la realtà in un'ottica inedita, che fa vedere ai lettori cose che ignoravano pur avendole, magari quotidianamente sotto gli occhi.

Per i principali scrittori del primo Novecento, la realtà non deve essere rispecchiata, ma filtrata da una coscienza individuale in grado di rivelarne la più intima essenza. Il testo letterario non deve confermare al lettore l'immagine del mondo che già possiede, al contrario distorcere ogni sua idea (le pagine più realistiche della letteratura di primo novecento sono quelle della Metamorfosi di Kafka, quelle che descrivono...)

La quotidianità del personaggio trasformato in insetto). La prosamodernista può dunque descrivere con minuzia realistica una condizione che sembra collocarsi oltre le leggi della natura, o può introdurre nel resoconto in una vicenda in apparenza ordinaria lo straniamento di un incongruità che rimette in discussione l'attendibilità del racconto e lo stato del reale. Rifiuto della trama tradizionale e della spiegazione causale univoca; promozione letteraria di oggetti e eventi in apparenza privi di significato: sono questi i capisaldi della poetica modernista di Woolf, e li ritroviamo in una delle più note dichiarazioni di poetica di Federigo Tozzi.

GLI STILI

Desiderio di Flaubert→ scrivere un libro sul nulla che si reggesse solo grazie alla forza dello stile. Quello che lui intende come stile, implica già il problema dello stile nel modernismo; da un lato, lo stile viene concepito come maniera assoluta di vedere le cose, testimonianza

di una prospettiva unica sul mondo. Lo stile diventa inseparabile dal contenuto; dall'altro lato, l'idea flaubertiana di arte pura sembra chiedere un'assoluta indipendenza dello stile rispetto al contenuto: l'arte non sarebbe più uno strumento per l'indagine del reale, ma al contrario uno sfoggio di perfezione stilistica, del tutto slegata e indifferente all'oggetto rappresentato. La sfiducia verso il presunto stile neutro del realismo ottocentesco si lega a uno scetticismo ancora più generale nei confronti del linguaggio come veicolo di una rappresentazione oggettiva e inalterata della realtà. La parola, secondo Gadda, non è vergine mai. La consapevolezza dell'opacità di ogni struttura, compresa quella che ambisce alla trasparenza, porta molti principali autori modernisti a enfatizzare il carattere formulaico e convenzionale dello stile realista. Per questo motivo la serietà del quotidiano viene spesso.

deformata e spinta alla caricatura. Da una parte, l'idea di una rappresentazione oggettiva della realtà, e dello stile come medium trasparente, ormai non serve più; dall'altra parte la consapevolezza che lo stile è sempre anzitutto maniera sembra costringere lo scrittore al falsetto, alla parodia, o al pastiche sganciato dal contenuto. Il problema è quello di recuperare un grado di adesione interna, di accensione intima nei confronti del tema che il concetto stesso di maniera sembra escludere.

Attraverso la deformazione, lo stile si fa strumento di una conoscenza più profonda del reale, in almeno due sensi distinti ma collegati fra loro: in primo luogo, lo stile deformante stravolge le convenzioni e gli stereotipi impliciti nelle modalità rappresentative codificate dalla tradizione, svelando così un contenuto di verità non accessibile al senso comune; in secondo luogo, la deformazione rinvia meno alla logica razionale che a

quello dell'inconscio, estendendo così il dominio della mimesi alle profondità della psiche umana. Uso onnipresente della caricatura come strumento per accedere a un livello ulteriore di realtà, in chiave solo antirealista (per esempio caricatura dei tratti fisici in Svevo, tipo quando Guido fa il ritratto di Zeno).

LA PSICOANALISI E ALTRE INFLUENZE SCIENTIFICHE

I personaggi letterari in una certa fase del Novecento hanno smesso di somigliarci, non sono più padroni del proprio destino e appaiono sempre più abbozzati e assurdi; mentre il progresso scientifico si specializza e settorializzare la letteratura si trova ad arrancare. Qui si registra la fine del personaggio-uomo e la nascita del personaggio-particella.

Un altro aspetto importante della letteratura del primo Novecento è la scoperta del nesso tra le sfere del pubblico e del privato. Il disagio della modernità non è un'esperienza solo "esterna", sociale, storica.

un impatto significativo sulla cultura e sull'individuo, sia per coloro che hanno vissuto una vera e propria rivoluzione interna grazie ad essa. La psicoanalisi ha aperto nuove prospettive sulla comprensione della mente umana e ha contribuito a cambiare radicalmente il modo in cui le persone si vedono e si comprendono. Attraverso l'utilizzo di tecniche come l'analisi dei sogni, l'associazione libera e l'interpretazione dei lapsus, la psicoanalisi ha permesso di esplorare l'inconscio e di portare alla luce desideri, conflitti e traumi che influenzano il comportamento e il benessere psicologico. Questa nuova comprensione dell'individuo ha avuto un impatto profondo sulla cultura, influenzando l'arte, la letteratura, il cinema e la società in generale. Opere come "L'interpretazione dei sogni" di Sigmund Freud hanno aperto la strada a nuove interpretazioni dell'arte e della letteratura, mettendo in luce il significato simbolico e inconscio di molti lavori. Inoltre, la psicoanalisi ha contribuito a cambiare il modo in cui le persone si vedono e si comprendono. Ha messo in discussione l'idea di un sé unitario e razionale, riconoscendo l'esistenza di forze inconsce che influenzano il comportamento e le scelte. Questo ha portato a una maggiore consapevolezza di sé e alla possibilità di lavorare sui propri conflitti e traumi per raggiungere una maggiore realizzazione personale. In conclusione, l'invenzione della psicoanalisi ha avuto un impatto profondo sulla cultura e sull'individuo, aprendo nuove prospettive sulla comprensione della mente umana e portando a una rivoluzione interna nell'uomo.
Dettagli
A.A. 2022-2023
12 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/04 Lingua e letteratura latina

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gaiavuerich2307 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura latina e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Udine o del prof Conte Silvia.