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CATONE - DATI BIOGRAFICI

Catone, la cui vita la conosciamo tramite testimonianze indirette, nacque nel 234 a.C. nei pressi dell'odierna Frascati da una famiglia plebea di agricoltori benestanti. Trascorse l'adolescenza lavorando la terra ereditata dal padre, cosa che lascerà un'impronta molto importante sulla sua formazione e sul suo pensiero e che lo porterà a scrivere il De agri cultura, una raccolta volta a trasmettere consigli pratici relativi alla conduzione e alla gestione di un'azienda agricola.

Dopo aver combattuto nella seconda guerra punica, Catone grazie all'amicizia e all'aiuto di Valerio Flacco che favorì la sua ascesa, ricoprì diverse cariche politiche e militari.

Tra tutte le cariche ricoperte, sicuramente è quella da censore che riscosse maggior scalpore. Catone si presentava come il campione delle antiche virtù romane contro la degenerazione dei costumi e il dilagare di tendenze.

individualistiche parzialmente influenzate dalla cultura ellenistica. Accanto a questa polemica, Catone esaltava la ricchezza e la potenza dello stato, che doveva risultare evidente agli occhi di tutti: promesse quindi un vasto programma di edilizia pubblica.

La censura di Catone, che gli valse il soprannome di Catone "il censore", rimase celebre per l'intransigenza con la quale egli esercitò la carica, dando sfogo al suo rigore moralistico, non solo in Italia, ma anche in Spagna, dove agì con severità nei confronti delle tribù ispaniche e coltivò la propria fama di efficienza e frugalità.

Catone si espresse anche riguardo a diverse leggi romane:

  • Si oppose alla revoca della Lex Oppia, una legge suntuaria che limitava le spese delle donne che appartenevano a famiglie ricche
  • Si oppose alla revoca di un'altra legge suntuaria, la Lex Orchia, che limitava il numero degli invitati alle cene
  • Appoggiò invece la Lex Voconia, che
limitava il diritto di eredità per le donne. Il suo atteggiamento gli provocò molte inimicizie e fu spesso coinvolto in processi, come accusatore e come difensore. Come accusatore, rimasero celebri i processi politici in cui si esponeva contro esponenti della fazione dominante degli Scipioni, riuscendo ad ottenere l'esilio volontario dell'uomo più importante della famiglia degli Scipioni, l'Africano. Catone fu sempre un acceso nemico della famiglia degli Scipioni, soprattutto dell'Africano, il quale era un rappresentante delle posizioni ellenizzanti contro cui Catone si muoveva. Tuttavia, bisogna sottolineare che dopo la morte di Scipione l'Africano e di Valerio Flacco, egli si avvicinò all'aristocrazia filoellenica tramite la figura di Lucio Emilio Paolo. Catone approfondì personalmente la conoscenza della lingua e della letteratura greca, dedicandosi ad una intensa attività letteraria parallela agli impegni.

politici. Dopo essersi espresso contrario alla guerra contro Rodi, forse perché pensava fosse possibile ottenere un equilibrio fra le potenze del Mediterraneo, dopo una visita a Cartagine, Catone si convinse che la sopravvivenza di Roma era legata alla distruzione della sua antica rivale, un potenziale ostacolo per l'allargamento di Roma nei mercati. Si fece perciò promotore della terza guerra punica, ma morì nel 149 a.C. senza vedere la distruzione della città nemica.

CONCEZIONE STORIOGRAFICA

Alcune informazioni sulla concezione storiografica adottata da Catone dovevano essere contenute nel proemio delle Origines di cui abbiamo poche testimonianze che risultano tuttavia molto significative.

Uno dei concetti chiavi della concezione storiografica di Catone è sicuramente relativo all'utilità e le finalità della storia, un argomento già ampiamente trattato nella storiografia greca, soprattutto da Tucidide. Per Catone ciò

era importante in quanto serviva a giustificare la sua attività letteraria, portata avanti con il medesimo impegno che utilizzava nell'attività politica. In epoca romana, infatti, c'era un'importante differenziazione tra otium, attività svolte nel proprio tempo libero, e negotium, attività politiche e a favore dello stato. Le attività del cittadino dovevano essere subordinate alle attività per lo stato e per questo motivo dovevano essere superiori e più importanti delle attività svolte nel proprio tempo libero, in cui per esempio ci si impegnava nello studio letterario. Per questo motivo, Catone si impegnò a raccontare la storia in modo che risultasse utile per la comunità, così da giustificare tutto il tempo speso nell'otium e che dedicava all'attività letteraria. Questi un secolo dopo, anche Sallustio parlerà di questo argomento affermando che lo storico.può essere utile alla repubblica in quanto l'otium a volte può essere impiegato in maniera migliore dei negotium. L'unica citazione testuale e precisa che abbiamo del proemio si deve a dei grammatici antichi, ed è l'inizio della frase che apriva l'opera: "Se vi sono degli uomini che provano piacere a descrivere le imprese del popolo romano...". Non sappiamo come prosegue, possiamo supporre che si trattasse di una polemica contro chi si dedicava alla narrazione delle gesta dei Romani per diletto e non con un fine comune. Questo frammento ben si adatta al carattere di Catone che non mancava di sottolineare polemicamente la differenza fra la sua concezione storiografica e quella degli annalisti. Una critica particolare era per la poesia epica di argomento storico con impostazione annalista. La poesia in generale era per Catone un'attività che ha come unica finalità il diletto di chi scrive e di chi ascolta; quindi,

un’attività a cui non ci si doveva dedicare perché non utile per il bene dello stato.

PRODUZIONE LETTERARIA

Tra le sue opere troviamo:

  • Orazioni: Cicerone conosceva più di 150 orazioni di Catone, ma oggi conosciamo i titoli e i temi di circa 80 diesse, una ventina delle quali risalgono all’anno della censura. Possediamo anche diversi frammenti.
  • Origines, un’opera storica in sette libri composta in vecchiaia di cui sopravvivono solo alcuni frammenti.
  • Ad Marcum filium: opera enciclopedica dedicata al figlio Marco in qui troviamo il De agri cultura, il trattato in prosa latina più antico che ci sia giunto intero, composto da una prefazione e di 170 brevi capitoli.
  • Carmen de moribus: probabilmente un’opera in prosa
  • Una raccolta di detti memorabili o aneddoti che andavano sotto il nome di Catone, alcuni dei quali sono citati da autori come Cicerone o Plutarco

ORAZIONI

Ricordiamo che l’attività di oratore fu piuttosto importante in Catone

E che probabilmente venne favorito da Valerio Flacco proprio per le sue doti di oratore piuttosto pronunciate che gli permisero di inserirsi bene nel dibattito politico di Roma. La produzione oratoria fu molto intensa, egli stesso si curò delle edizioni delle sue orazioni di cui però ci restano dei frammenti, un'ottantina di titoli. Deduciamo da questi frammenti che per Catone c'era un collegamento tra l'arte della parola e la politica, quindi tra eloquentia e negotia, espresse ad esempio dalla massima: "Sii padrone dell'argomento e le parole verranno da sé". Inoltre, sempre da questi frammenti, emergono i tratti distintivi del profilo morale e civile di Catone, come l'orgoglio per l'origine contadina, le attività militari, l'importanza del costume, la frugalità, il rifiuto del lusso e del vizio.

ORIGINES

Catone scrisse le Origines in vecchiaia dando inizio alla storiografia in latino, mentre per

L'annalistica romana in linguagreca ostentava derisione e disprezzo. Da notare che, seppur vero che la storiografia romana veniva elaborata soprattutto da membri appartenenti all'élite senatoria, solitamente non erano i personaggi politicamente più eminenti: il caso di Catone, cioè di un uomo politico di primo piano che scrive storia, era destinato a restare praticamente isolato nella cultura latina.

TEMA

Storia di Roma, dalle origini fino alla pretura di Servio Sulpicio Galba.

STRUTTURA

Si tratta di un'opera in sette libri il cui titolo (Origines) è dovuto al contenuto dei primi tre libri.

Libro I: la fondazione di Roma

Libro II e III: origini delle città italiche

Libro IV: la prima guerra punica

Libro V: la seconda guerra punica

Libro VI e VII: avvenimenti fino alla pretura di Servio Sulpicio Galba.

Come si può capire, le proporzioni dell'opera aumentavano man mano che ci si avvicinava all'epoca presente.

Mentre i fatti remoti venivano trattati piuttosto velocemente (diede poca importanza alla narrazione degli avvenimenti del V e del IV secolo).

TRASMISSIONE

I frammenti che possediamo su quest'opera ci sono stati tramandati indirettamente, ad esempio di Cornelio Nepote che ci informa di diverse caratteristiche dell'opera.

CONTENUTO

L'elaborazione della storiografia ad opera di membri della classe dirigente, che vede in essa un modo dignitoso di occupare il proprio otium, conferisce alla storiografia romana un vigoroso impegno politico.

Corruzione dei costumi. Trovano largo spazio le preoccupazioni per la dilagante corruzione dei costumi.

Lotta all'emergere delle singole personalità. Nonostante Catone rievocasse spesso le battaglie personalmente condotte, molto spesso taceva i nomi dei singoli condottieri in modo da conferire saldezza allo stato ed evitare l'emergere di tendenze individualistiche che Catone intravedeva nel circolo degli Scipioni. Lo stesso

Annibale non venne mai chiamato per nome, ma con la parola "dittatore Cartaginese". Al contrario, citava spesso i nomi dei personaggi più oscuri, eroi di rango meno elevato e proprio per questo meritevoli di essere presi ad emblema dell'eroismo collettivo del popolo romano.

Interesse etnografico. Forse la sua provenienza plebea contribuì a far sì che egli si interessasse vivamente alla storia delle popolazioni italiche, mettendo in luce il contributo che esse avevano dato alla formazione dello stato e delle istituzioni attraverso i secoli e le generazioni. Dai Sabini vantava ad esempio la dirittura morale e la tendenza alla parsimonia dovute alle loro origini spartane. Catone andò anche oltre, sviluppò un certo interesse etnografico per i popoli stranieri, per esempio per i costumi delle popolazioni africane e spagnole probabilmente derivato da osservazioni dirette.

Parallelismo greco-romani. Troviamo molto spesso dei parallelismi tra

romani e greci come conseguenza del suo atteggiamento xenofobo e antiellenico. Orazioni. Troviamo spesso inserimenti di orazioni tenute in Senato o davanti al popolo. Ad esempio, nel VII libro, inserì un'orazione in difesa dei Rodiesi pronun
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I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Deborah_Medici di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura latina e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica Guglielmo Marconi di Roma o del prof Uccellini Rene.