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Il personaggio di Tozzi con gli occhi chiusi
procede atentoni come un cieco, i suoi confini sono indeterminaticosì come le leggi a cui fare riferimento —>il suoflusso di coscienza è disarticolato e disancorato, senza abitudini, impulsivo, per questo si sente sempre adisagio e l’allontanarsi a volte gli dava benessere
Il corteggiamento di Ghisola si configura come un’alternativa, un’uscita di sicurezza—> ciò che attrae Pietro è un’alterità, un insieme di somiglianza e condizione—>condizione di inferiorità sociale di Ghisola che lo indurrà a pensare al suo rapporto con lei come una riparazione sociale. Questo rapporto comunque non uscirà mai dall’Indefinitezza—> Pietro non è in grado di definire il suo desiderio —> infatti non è un caso che lui non riesca a consumarlo vedendolo come un annichilimento, una morte. —> piú avanti si
configurerà come un suicidio a due. Il desiderio di Ghisola è ben definito e perfettamente integrato ai parametri di questo mondo (quello di Domenico), che appartiene alla logica e all'etica di quel mondo; infatti, è condiviso anche dai parenti di lei. La contadina desiderava tornare a Siena da padrona, approfittandosi di Pietro, che poteva toglierla dalla sua condizione malsicura. Anche Ghisola però, come Pietro, manifesta inquietudine e poi impertinenza cambiando completamente il buon contegno che aveva inizialmente. Ritornando a Pietro, lui prova paura, struggimento, vuole autoannullarsi e annullare la realtà meno forte delle sue astrazioni -> vuole annientare le immagini esteriori che lo invadono senza tregua che gli danno malessere. Quindi si assopisce, CHIUDE GLI OCCHI PER NON VEDERE, al risveglio però ripiomba nel suo universo superstizioso di eventi figure e gesti allegorici. In Ghisola al contrario non c'è nessuna ansia epistemologica.lei non ha dubbi sulla sua condizione e situazione, a cui cerca di reagire bravamente, senza speranze. Anche Ghisola, l'ultimo giorno che stette a Poggio Meli, chiuse gli occhi-> per far credere che dormisse, per non vederli. L'insuccesso per Ghisola è visto come una colpa-> questa colpa in un sogno che lei fa ricade sul padre, visto come sporco di sangue, quindi come sua vittima, e nel testo invece risulta oppressa anche sessualmente dal padrone Domenico. Lei con Domenico ha in comune dei tratti nonostante siano nemici, entrambi sono solidali nella spregiudicatezza e nella sensualità; inoltre, tra essi e la realtà c'è accordo, hanno entrambi un'ansia, Ghisola del futuro per la sua condizione malsicura, mentre Domenico ha l'ansia nel conservarsi attraverso il figlio->che deve essere il suo prolungamento, il suo continuatore e il conseguente tradimento di Pietro. Saccone ritiene troppo frettolosa
l’interpretazione psicanalitica effettuata da Giacomo De Benedetti, cioè attribuire a Pietro il complesso edipico, a Domenico la signoria assoluta con il possesso e la non ubbidienza di Pietro come unico modo per resistere. Quindi la castrazione come spiegazione dell’inettitudine del personaggio e l’autodistruzione come rivincita inconscia del padre contro il figlio. Per Saccone, invece, è molto importante la coesistenza in Pietro di ammirazione e ribrezzo nei confronti del padre oltre che la potenzialità costruttiva del desiderio del personaggio. Cita Kennet Burke a proposito del desiderio di uccidere una certa persona: il desiderio di uccidere una certa persona è analizzabile come desiderio di trasformare il principio che quella persona rappresenta. Nel caso specifico il desiderio di Pietro verso Ghisola si orienta verso l’immaginario e i significanti materni. (Desideri interpretabili e correggibili) In un passo del libro Pietro pensava atutte le cose famigliari che avrebbe voluto possedere per sé e Ghisola, verso le quali provava un'affezione intensa—>oggetti allegorici e misteriosi—> la stessa Ghisola è allegorica per Pietro, ma della sua natura allegorica (quindi del significante Ghisola) Pietro non ha veramente coscienza ma sospetti. Ad esempio, Pietro avverte che quello che aveva provato gli sembrava più reale di lei stessa; che non provava nessun piacere quando erano insieme per strada perché si sentiva oppresso dal senso disagevole di una menzogna. La stessa Ghisola gli dichiara<<"ma tu non ami proprio me">>. Ghisola protesta contro l'atteggiamento moralistico di Pietro, come la necessità di rispettarla. Il loro rapporto si risolve in un'ostilità rispettosa che in Ghisola si trasforma in disprezzo. (Disprezzo che si ricollega a Domenico e che crea ulteriore solidarietà tra Domenico e Ghisola). All'interno del testo ci sono moltedistrazioni-> passi in cui il personaggio devia l'attenzione dall'accadimento corrente per spostarsi alle descrizioni di altre realtà. Ad esempio quando Pietro e Ghisola sono tornati a Siena ed entrambi smisero di parlare, parte la distrazione dove appaiono le case troppo fitte e i tetti che precipitano, una donna appare oppressa e rinchiusa, stessa cosa succede quando i due sono in treno e Pietro immagina una costrizione e uno schiacciamento tra i vagoni. In un altro passo troviamo una sovrapposizione tra Domenico e Ghisola, cioè quando Pietro la va a prendere a Firenze perché tornasse a Radda ad aspettare il matrimonio, a Firenze gli sembrava di essere sempre a Siena, c'è il solito arrampicarsi delle case, l'angoscia dei tetti e le stelle e gli sembrava di essere inseguito da suo padre. In un altro passo, dopo aver ricevuto la lettera anonima sarà proprio Ghisola a prendere il posto del padre<<"l'amore che fino ad allora avevaportato a Ghisola, gli pareva un'indegnità abominevole senza sapere perché. <