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TEORIA FUNZIONALISTA

questa considerazioni non vanno ad accettare la secondo cui la conformità e la

similarità sono un pre­requisito per la formazione e mantenimento del gruppo secondo questa prospettiva

ogni forma di devianza all’interno del gruppo è vista come disfunzionale e attiva reazioni negative verso chi

devia.

Deindividualizzazione completa sommersione nel gruppo con smarrimento del senso di essere individuo

autonomo e differente da ogni altro (fenomeno presente soprattutto in gruppi come la folla)

Pensiero di gruppo (o groupthink) forma di ragionamento distorta dall’intenzione di raggiungere comunque

conclusioni umani e non conflittuali.

Group­centrism il gruppo è al centro dell’interesse dei membri, questo si manifesta con: pressione verso

l’uniformità, stabilità delle prospettive condivise, aumento del favoritismo endo­gruppo questi sono fenomeni

che si mettono in atto quando si attiva quello che Kruglanski chiama Bisogno di chiusura cognitiva

questo costrutto è connesso sia a fattori personali che situazionali

Bisogno di chiusura cognitiva è un fattore che:

• promuove e difende la conservazione delle conoscenza condivise favorendo i sentimenti di groupness

2 • regola nei singoli membri la spinta a non conservarle ed a rinnovarle, favorendo lo smantellamento

della condivisione medesima

Capitolo 2. IL BISOGNO DI CHIUSURA COGNITIVA

mancanza di Accountability:

(condizione di motivati alla chiusura cognitiva; condizione di

accountability: motivati all’evitamento di chiusura cognitiva)

Il costrutto teorico empirico bisogno di chiusura cognitiva è proposto da Kruglanski negli anni 70, ritraducendo

il rapporto fra fattori affettivo ­ motivazionali e attività cognitiva, dando a questo rapporto un supporto empirico

che fino ad allora era rimasto debole.

HOT COGNITIONS,

La cioè l’influenza esercitata sull’attività cognitiva, in termini di orientamento e/o di

disturbo di essa, da parte di stati e processi affettivo ­ motivazione, rappresentati dagli scopi e desideri della

persona, dal tono del umore e dai suoi sentimenti è oramai ritenuta un fenomeno reale e dimostrabile.

Jean Piaget secondo cui è indiscutibile la regolazione affettiva dell’attività cognitiva: anche le attività più

astratte di pensiero hanno una componente affettiva e anche le manifestazioni emotive più estreme hanno una

componente cognitiva.

Kruglaski “le variabili motivazionali risultano discriminabili dalla cognizione per sé attraverso caratteristiche

uniche di tipo motivazionale atte in proprio ad influenzare l’attività cognitiva”.

Inoltre ritiene che non si può verificare nessuna attività epistemica senza un minimo di motivazione. Considera

la motivazione non come qualcosa che può interferire sulla cognizione, ma analogamente a Lewin e Piaget,

come qualcosa che rappresenta un aspetto necessariamente presente in ogni attività conoscitiva.

Motivazioni epistemiche sono le forze motivazionali specificamente connesse all’attività cognitiva. Queste

motivazioni epistemiche riguardano:

• L’iniziativa (cioè l’avvio dell’attività stessa)

• Il decorso

• La protrazione

• O la chiusura di essa

in altre parole, l’attivit à cognitiva viene ritenuta di necessità innescata e regolata dalla presenza di motivi e

relativi scopi, non necessariamente sempre consapevoli.

La teorizzazione degli aspetti affettivo­motivazionali associati alla cognizione è stata proposta da Kruglaski

LAY EPISTEMOLOGY

nell’ambito della sua (epistemologia ingenua), inizialmente centrandola sul

congelamento/scongelamento delle sequenze conoscitive “ingenue”, con riferimento a 3 fattori motivazionali

che sono dimensioni misurabili reciprocamente indipendenti:

3 • bisogno di strutturazione: propensione di accettare ogni conclusione atta a consentire di evitare

situazioni di ambiguità ,

• timore di invalidità: rappresentato dalla paura di ritenere valida una conclusione che invece non lo è

la preferenza per le conclusioni desiderabili tra quelle nel caso possibili .

3

Nel camplesso, Kruglaski riprende Heider con importanti innovazioni:

fattori situazionali disposizionali

i fattori considerati sono distinti tra e fattori

1. Bisogno di strutturazione, timore d’invalidità e preferenza per le conclusioni desiderabili prospettano le

2. “forze motivazionali” (operano la regolazione dell’attività epistemica)

Il modello della Lay Epistemology propone dimensioni formali e non contenutistiche (ciò ha indotto

3. Kruglanski a riformulare il discorso sulle “forze motivazionali”)

Kruglascki prostetta le nuove dimensioni formali come variazione continua tra gli estremi polari ai quali danno

luogo incrociandosi:

• la propensione a ricercare o evitare la chiusura dell’attività conoscitiva (closure seeking versus

avoidance), cioè la motivazione epistemica che induce ad interrompere (chiudere) oppure a protrarre

(evitare di chiudere) una particolare attività conoscitiva o l’attività conoscitiva in genere

• la connotazione in senso specifico oppure specifico della motivazione epistemica stessa, cioè del

ricercare oppure evitare la chiusura, orientando specificamente verso una chiusura/protrazione

qualsiasi, oppure specificamente ceroso una chiusura/protrazione desiderabile (closure specificity

versus nonspecificity).

Ci ò significa che il bisogno di chiusa­protrazione dell’attività conoscitiva può anche avere natura

disposizionale ponendosi come caratteristica individuale che regola il modo relativamente stabile in cui la

aspecifico, disposizione,

persona processa l’informazione e precede nel giudizio: mentre il bisogno di

chiudere e di evitare la chiusura, è privo di effetto direzionale cioè prescinde dal carattere desiderabile o meno

specifico, situazionale,

del congelamento o scongelamento che si ottiene, il bisogno di chiusura e di

protrazione oretta sempre, sia per la chiusura che per la protrazione, nella specifica direzione rappresentata

da un esito desiderabile dell’evitare un esito indesiderabile.

specificità

Con si intende la direzione (non il contenuto) della tendenza a congelare o scongelare.

funzione delle “forze motivazioni”

Dunque la consiste nel regolare l'attività epistemica, protraendola o

ponendo termine ad essa in una direzione “specifica” oppure “aspecifica” ciascuna di queste “forze” pu ò

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esprimere diverse motivazioni che comunque si risolvono in una chiusura o non­chiusura, “aspecifica” o

“specifica”, così come ciascuna di esse può essere innescata da contingenze situazioni in rapporto ai vantaggi

o costi contestuali prevedibili (chiusura specifica), oppure costituire una caratteristica disposizione

relativamente stabile e generalizzata (chiusura specifica).

( si tratta di un modello ad imbuto dove le diverse disposizioni motivazionali e contingenze situazionali

portano all’attivazione di una chiusura o protrazione aspecifica o specifica della sequenza epistemica in atto)

Esempio di determinanti contestuali sono tutti quei casi in cui si ha una difficoltà nel trattare

l’informazione oppure si svaluta l’interesse del compito esempi: 1.vissuto soggettivo di scarsa disponibilit à di

tempo (pressione temporale) anche artificialmente indotta, 2.oppure presenza di caratteristiche disturbanti; 3.

Oppure l’affaticamento del conoscente e una sua intossicazione alcolica.

La chiusura di una sequenza epistemica in direzione aspecifica o specifica può avvenire anche perché si ha la

necessità di garantirsi una base cerca e più utile per decisioni successive, oppure dall’esigenza di passare

rapidamente all’azione, oppure per l’attivazione di interessi alternativi.

bisogno di chiusura viene diminuito

Il da: 1. istruzioni che enfatizzino l’interesse del compito; 2.oppure

l’importanza di un’esecuzione accurata di esso (accountability=respinsabilità)

Questi fattori sono condizioni manipolabili in ambito di ricerca (variabili indipendenti) (ricerca sugli effetti di una

chiusura artificialmente indotta a carico di un’attività epistemica situazionale).

Il bisogno di chiusura cognitiva, al suo polo di chiusura, induce dunque nella persona il desiderio di ottenere

una risposta certa ad una questione, qualsiasi risposta sicura che risolva uno stato di confusione ed ambiguità

urgenza

sul piano psicologico tale desidero induce un vissuto di di giungere ad una conclusione con

mantenimento

parallela spinta al di essa nel tempo!

Le persone nelle quali il bisogno di chiusura cognitiva si colloca nelle vicinanze del polo chiusura denotando

afferrare prontamente (seize)

quindi ad l’info che consente di formulare un giudizio sull’argomento in

congelare (freeze)

questione e il giudiziose stesso diventando relativamente “impermeabili” o “mentalmente

chiuse” nei riguardi di ulteriori info.

Quindi:

• polo CHIUSURA

le persone nelle quali il bisogno di chiusura cognitiva si colloca verso il si mostrano

impegnate nei loro giudizi mantenendo punti di vista stabili.

• polo EVITAMENTO

L’opposto: le persone nelle quali il bisogno di chiusura cognitiva si colloca verso il

della chiusura preferiscono mantenere aperte le loro opzioni rifiutando di legarsi a giudizi o opinioni

rigide e definitive disposizionale,

Il BISOGNO DI CHIUSURA ASPECIFICO è quello cioè si presenta come caratteristica

personale (relativamente stabile) è definibile come la tendenza a ricercare una risposta qualsiasi ad una

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data questione, purchè eviti confusioni e ambiguità. (questa tendenza, al polo opposto si esprime come

bisogno di evitare la chiusura disposizionale e aspecifico.

Dunque il continuum bipolare varia da:

• Un massimo di propensione alla chiusura

• Al massimo opposto di evitare la chiusura

SCALA DI Webster e Kruglanski Lo strumento scelto per misurare il bisogno di chiusura (o di evitare la

scala di tipo Likert,

chiusura) disposizione è una dove la misura è data dalla manifestazione su scala,

accordo­disaccordo

correntemente a 5 punti, del grado di di colui che risponde a ciascun itmes.

Need For Closure Scale (NFCS)

La scala proposta da W e K si chiama e trattano il bisogno di chiusura come

variabile latente che si manifesta in vari modi riconducibili a 5 fattori, ciascuna delle quali è assunta come

1.Preferenza 2.bisogno

criterio generativo delle voci della scala: per l’ordine e la struttura; di prevedibilità

3.decision

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Publisher
A.A. 2015-2016
11 pagine
4 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Mary933 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia sociale II e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università Vita-Salute San Raffaele di Milano o del prof Pantaleo Giuseppe.