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RIASSUNTO PER ATTI
Atto I
L'azione si svolge a Firenze e prende le mosse da una confidenza che Callimaco
Guadagno, giovane innamorato, fa a Siro, suo servo. Callimaco, appena rientrato in Italia
dopo una permanenza di vent'anni a Parigi, è vittima di un amore "di lontano" per la
fiorentina Lucrezia, le cui lodi ha sentito tessere a Parigi da un cugino di lei. Lucrezia è la
moglie di messer Nicia Calfucci, "el più semplice ed el più sciocco uomo di Firenze",
nonostante la laurea in legge. Il giovane, deciso a conquistare la donna a tutti i costi, sa che i
due coniugi sono tormentati dal desiderio di avere figli, ancora insoddisfatto dopo sei anni di
matrimonio. Callimaco inizia a tessere un inganno che lo porterà a raggiungere il suo scopo,
grazie alla collaborazione, ottenuta con vari mezzi, di Siro, di Ligurio, assiduo frequentatore
di casa Calfucci, di Sostrata, la madre di Lucrezia, e frate Timoteo. 5
Atto II
Callimaco si finge medico e riceve in casa propria Ligurio e messer Nicia. "Maestro
Callimaco" prescrive una pozione di mandragola come medicina sicuramente efficace
contro la presunta sterilità di Lucrezia, avvertendo messer Nicia dell'unica
controindicazione: la morte del primo uomo che farà all'amore con la donna, dopo che
essa avrà assunto la pozione. Lo stesso Callimaco suggerisce una soluzione al problema: per
una notte, a cedere la propria moglie ad un "garzonaccio" (naturalmente sarà Callimaco
travestito) che egli stesso, Callimaco (fra' Timoteo travestito), Ligurio e Siro preleveranno e
condurranno in camera di Lucrezia. A questo punto rimane un unico inconveniente: la
difficoltà di convincere Lucrezia, donna religiosa, a sottoporsi alla terapia proposta.
Atto III
Entrano in scena Sostrata, la madre di Lucrezia, e frate Timoteo, al quale Ligurio promette
una ricchissima elemosina (dalle tasche di messer Nicia) in cambio del suo aiuto nell'opera
di persuasione di Lucrezia. Sostrata convince la figlia a recarsi da frate Timoteo per
chiedergli consiglio. Il frate, giovandosi dell'esempio biblico delle figlie di Lot, persuade
Lucrezia con un discorso sull'ineccepibilità delle azioni dettate da buoni scopi e da buone
intenzioni.
Atto IV
E' arrivata la notte dei travestimenti e degli inganni. Ligurio, Siro e messer Nicia si travestono
per l'agguato al "garzonaccio", accompagnati da fra' Timoteo travestito da Callimaco.
Callimaco, a sua volta, si traveste da "garzonaccio". L'agguato viene compiuto e i compari
si separano davanti alla soglia di casa Calfucci. Sarà proprio messer Nicia ad introdurre il
"malcapitato" nella camera della moglie.
Atto V
E' mattina e ognuno dei personaggi esprime le proprie considerazioni sulla notte appena
trascorsa. Cacciato via il "garzonaccio" da casa propria, messer Nicia si compiace con
Ligurio e Siro della buona riuscita dell'impresa. Accomiatatosi da Nicia, Ligurio incontra
Callimaco. Il giovane racconta di essersi rivelato a Lucrezia, di averle dichiarato il proprio
amore e di avere trovato la donna disposta ad accettarlo come suo amante. Anche Lucrezia,
dunque, nel finale rivela che la sua saggezza è tale perché sa adeguarsi alle circostanze, in
ciò non aliena dal calcolo dell'utile.
STORIA EDITORIALE
Abbiamo varie testimonianze di questo manoscritto: il più importante è quello di un nipote
di Machiavelli, non autografo.
Secondo tale manoscritto, la data di composizione risalirebbe al 1519, ma è stata messa in
dubbio perché negli anni 1518-20 Machiavelli aveva già superato la fase acuta dell’esilio e
stava già intraprendendo contatti con la famiglia dei medici.
Quindi è probabile che la composizione risalga a prima, dato che si critica fortemente la
situazione politica a Firenze. 6
Abbiamo molte stampe di quest’opera:
● Comedia di Callimaco e Lucrezia (Firenze, Tip. Sconosciuto, 1518)
● Comedia di Callimaco e Lucrezia (Venezia, A.Bindoni, 1522)
● Comedia facentissima intitolata Mandragola e recitata a Firenze (Roma, Calvo,
1524)
● Mandragola (Cesena, Girolamo Soncino, 1526)
● Manoscritto Laurenziano Rediano (Non autografato, datato 1519 e che riporta al di
sopra del prologo: Commedia fatta per Niccolò Machiavelli)
La commedia è tradizionale. Si divide in 5 atti e rispecchia le unità classiche di tempo,
spazio e azione.
Anche se non possiamo definire Machiavelli come umanista (non conosceva il greco, non era
un classicista), dimostra di conoscere le tecniche della commedia.
1. Tempo: mattina [febbraio (?) 1504]. Spazio: «via dello Amore»
Antefatto: (Callimaco si innamora di Lucrezia) e impasse attuale della quête:
ostacoli/tentativi per raggiungere l’Oggetto desiderato (1)
INIZIO: progettazione dell'inganno
i) Primo tentativo di superare l'impasse erotica. Ligurio cerca di convincere messer Nicia a
portare sua moglie Lucrezia a un «bagno» per farla ingravidare (2); difficoltà (di messer
Nicia) e dubbi (di Ligurio e Callimaco) sull'efficacia di una tale soluzione (3)
II. Tempo: pomeriggio. Spazio: lo stesso
ii) Secondo tentativo di superare l'impasse erotica: a) attacco contro la «semplicità» di messer
Nicia. Ligurio e Callimaco, finto medico (1), prospettano a messer Nicia la soluzione della
«pozione [...] che fa ingravidare» (2); dopo l'csame del «segno» ( l’urina di Lucrezia),
Callimaco prescrive come «rimedio» per la donna quella di darle da bere una «pozione fatta
di Mandragola», i cui effetti negativi (morte per la prima persona che abbia un rapporto
sessuale con lei) saranno ovviati ricorrendo ad una cavia (un «garzonaccio» scioperato, che
«tirerà» a sé tutto il veleno della pozione): messer Nicia ne è contento (6).
III. Tempo: sera. Spazio: lo stesso
b) attacco contro l'«onestà» di Lucrezia. Per convincere Lucrezia a bere la pozione, e a
superare le remore morali connesse col fatto di dover dare il proprio corpo ad uno
sconosciuto, che poi dovrebbe morire, Ligurio coinvolge (con uno stratagemma, e dietro
promessa di laute limosine) frate Timoteo, il confessore della donna (1-9); Lucrezia, spinta
dalla madre Sostrata (10), ha un colloquio con frate Timoteo che, manipolando auctoritates
bibliche, riesce a persuaderla a perseguire il «bene certo» (la nascita del figlio) senza
preoccuparsi del «male incerto» (il possibile omicidio) (11).
MEZZO: attuazione dell'inganno
IV. Tempo: inizio della notte. Spazio: lo stesso
Ligurio, informato Callimaco (assente dall'azione del terzo atto) dell'avvenuto convincimento
di Lucrezia, predispone che il posto lasciato vacante da Callimaco (in quanto 7
dovrà agire da «garzonaccio» scioperato) venga preso da frate Timoteo (2); travestimento
generale di tutti i personaggi maschili (3-8), e caccia al garzonaccio che, una volta preso,
viene messo nel letto con Lucrezia (9).
FINE: conclusione dell’inganno
V. Tempo: l'alba/mattina del giorno successivo. Spazio: lo stesso
La notte di Lucrezia col «garzonaccio» viene raccontata da messer Nicia (2) e da Callimaco
(4); vengono quindi indicate le conseguenze dell'inganno della mandragola: soprattutto la
«rinascita» di Lucrezia alla vera vita (sessuale ma anche affettiva) e l'inizio del suo rapporto
(eslege ma autentico) con Callimaco, che corona così la sua impossibile quête.
SIGNIFICATO DEI NOMI
● Nicia: Nike, cioè vincitore, perché vince ottenendo un figlio, ma viene ingannato;
● Timoteo: colui che onora Dio, ma in realtà è interessato soltanto alla roba, ad ottenere
i soldi;
● Ligurio: ligurrire, spiluccare, è il parassita della commedia ed è colui che ispira
Callimaco;
● Callimaco: colui che vince
● Lucrezia: parodia della Lucrezia romana di Livio, che alla fine si suicida perché
viene abusata da Sesto Tarquinio. Qui invece abbiamo una Lucrezia che alla fine
decide di prendere in mano il proprio destino, perché tutti l’hanno spinta a fare quello
e quindi decide di approfittarne.
La vicenda è particolarmente vicina alle storie di Boccaccio: per quanto riguarda la scelta di
nomi parlanti, ma anche ad esempio nella VI giornata 7, abbiamo di nuovo un
innamoramento da lontano con Lodovico che sente parlare della bellezza di madonna
Beatrice. Machiavelli prende da tutta la tradizione, e in modo particolare da quella toscana
e la adatta al genere della commedia, richiamando modelli come Plauto e Terenzio che sono
tradizionali.
AMBIENTAZIONE
Ci troviamo in un anno specifico, probabilmente febbraio del 1504. Ancora oggi, a Firenze
esiste la Via dell'Amorino, che mette in scena esattamente l’ ambientazione che aveva
pensato Machiavelli .
Lo spazio era in prossimità della Chiesa, perché evidentemente Machiavelli voleva mettere
in atto una commedia capace di coinvolgere la vita personale di una famiglia ma anche quella
della Chiesa. Il luogo è sempre lo stesso.
Prologo
E, se questa materia non è degna,
Per esser pur leggieri,
D’un uom, che voglia parer saggio e grave,
Scusatelo con questo, che s’ingegna
Con questi van pensieri
Fare el suo tristo tempo più suave, 8
Perch’altrove non have
Dove voltare el viso,
Chè gli è stato interciso
Mostrar con altre imprese altra virtue,
Non sendo premio alle fatiche sue.
Nel Prologo Machiavelli si deve giustificare per il fatto di aver scritto qualcosa di così
comico. Quindi lui stesso si scusa.
Ricorda la lettera del Machiavelli al Vettori, dove implora il ritorno alla vita politica. Nel
Prologo, dice che non sapendo come altro trascorrere il suo tempo, ha scelto di realizzare
la Mandragola.
Non solo Machiavelli dimostra di avere una conoscenza particolare delle commedie antiche
(in particolare quelle di Terenzio), ma ritroviamo anche una forte denuncia verso il mondo
della Chiesa. In effetti, Fra Timoteo è emblema del desiderio della Chiesa che vuole solo fare
soldi.
Contrariamente ad Ariosto, Machiavelli non scrive commedie per la corte, ma per un
pubblico generale.
Scrivere per la corte significa avere un obiettivo specifico, mentre scrivere per un pubblico
vasto implica che Machiavelli non ha paura di condannare la Chiesa, Firenze e le
credenze popolari che erano legate alla falsa idea della medicina.
Ciò ci dà anche una chiave di lettura di questa commedia: Machiavelli voleva rappresentare
quella che era la realtà del suo tempo in modo pragmatico, mettendo in scena l’utile e il
piacere.
Da questo punto di vista, nella Ma