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Cap.3 - IO, JEAN GABIN: IDENTITÀ INSCENATE E AMORE ANARCHICO

Dopo Lettera aperta e Il filo di mezzogiorno, Sapienza ha scritto un terzo testo dedicato alla sua infanzia a Catania, Io, Jean Gabin, interrotto prima di essere terminato e pubblicato postumo da Einaudi nel 2010.

Non si sa con certezza quando il testo fu scritto. Pellegrino sostiene che Sapienza ha scritto l’opera nel 1979-1980, dopo aver finito L’arte della gioia e prima della sua incarcerazione a Rebibbia (1980). Anche Andrigo accetta la teoria di Pellegrino e aggiunge che l’interruzione improvvisa possa essere proprio dovuta alla reclusione. Al contrario Providenti suggerisce che il testo sia stato scritto prima de L’arte della gioia, nel 1968-1969, e interrotto per lavorare a quest’altro importante progetto. Providenti, inoltre, non esclude che Io, Jean Gabin sia stato scritto in due periodi differenti, prima e dopo L’arte della gioia.

L’ipotesi di Pellegrino sembra però

quella più accreditata, perché nell'incipit del testo l'autrice fa riferimento a Margaret Thatcher che fu eletta primo ministro nel Regno Unito nel 1979. Inoltre Pellegrino ci dice che un'altra versione del testo presentava invece al posto di Margaret Thatcher Nilde Iotti, che sempre nel 1979 era stata eletta presidente della Camera dei Deputati italiana.

Io, Jean Gabin è un romanzo breve scritto in prima persona, in cui Sapienza combina finzione e autobiografia, focalizzandosi nuovamente sui ricordi della sua infanzia a Catania negli anni '20 e nei primi anni '30. La protagonista è Goliarda, una giovane donna che cerca il suo posto nel mondo. L'esperienza di formazione del personaggio è rappresentata dal suo vagare nel quartiere di San Berillo (Civita) e dai suoi incontri con vari personaggi.

All'inizio della storia, Goliarda spinge e ferisce la sua amica Concetta che durante la proiezione del film

Pépéle Moko aveva fatto commenti superficiali sul personaggio femminile. Goliarda si identifica con l’eroe delfilm, Jean Gabin, e agisce come il suo eroe per difendere la donna insultata da Concetta. Venendo aconoscenza dell’episodio, la madre di Goliarda la rimprovera e suggerisce di porre rimedio al cattivocomportamento pagando le cure mediche di Concetta. Goliarda scopre che sua sorella Musetta le ha rubatoi risparmi, quindi decide di andare per il quartiere alla ricerca di lavoretti per guadagnare qualche soldo.Poiché lei si identifica con Jean Gabin, tale compito è percepito come una missione eroica. Così lei fa visitaallo zio Giovanni, ai Bruno e al commendator Insanguine: grazie al lavoro nel negozio del puparoInsanguine e a una donazione dello zio, la protagonista riesce a guadagnare i soldi per pagare le spesemediche di Concetta e a comprare il biglietto per il nuovo film di Jean Gabin, Il porto delle nebbie.Io, Jean Gabin, la

cui storia si svolge in circa tre giorni, tocca dei problemi chiave già esplorati in Lettera aperta come la complessa coesistenza di differenti modelli di identità di genere e ruoli sociali, la possibilità di un atteggiamento sperimentale verso l'orientamento sessuale e la ricerca della propria agency, il tutto combinato con vivi ritratti di famiglia e riflessioni extra-diegetiche politiche e culturali. Differentemente da Lettera aperta e da Il filo di mezzogiorno, in quest'opera la rappresentazione della situazione presente personale dell'autrice è assente. Inoltre, rispetto alle opere precedenti, Io, Jean Gabin segna un'evoluzione quanto al distacco dal passato, favorito dal raggiungimento da parte della narratrice di una minima definizione della propria identità, che consiste nell'attività creativa e nella posizione sociale marginale di un'artista ribelle. La voce narrante rappresenta diversi punti di vista checomprende la prospettiva della protagonista bambina e la sua identificazione con i vari personaggi interpretati dall'attore francese Jean Gabin. Gabin rappresenta non soltanto un uomo, in quanto diverso da una donna, ma anche il potere del sogno e dell'immaginazione, fuori dai limiti della realtà, e l'eroe emarginato, opposto alla società conformista. Le molteplici funzioni semantiche di Jean Gabin arricchiscono l'auto-identificazione della protagonista con lui: ciò significa che per la giovane Goliarda, l'identificazione con Jean Gabin rappresenta molto di più che il mero modello di identità maschile. L'IDENTITÀ DI GENERE: UNA LIBERTÀ MESSA IN SCENA Nell'incipit di Io, Jean Gabin la narratrice si confronta con un'immagine di Margaret Thatcher sul giornale e condanna uno stato di cose in cui le donne assumono caratteristiche maschili come potere e forza ("lady di ferro, donne poliziotte").

E culturiste”). Come notato da Pellegrino, Sapienza si preoccupava che l’evoluzione della relazione tra sessi portasse alla cancellazione della differenza tra maschio e femmina, attraverso l’assimilazione della donna all’uomo; lei si dispiaceva nel vedere le donne possedute dal desiderio di omologazione al maschile. Io, Jean Gabin inizia come un tentativo di capire perché “qualcosa non è andato per il verso giusto in questi ultimi trent’anni di democrazia” e cerca di ristabilire una differenziazione tra uomo e donna. Tuttavia, la linearità di quest’operazione è disturbata dall’identificazione della narratrice con l’attore francese Jean Gabin: mentre la narratrice critica le donne che replicano comportamenti maschili, identifica sé stessa con un uomo e guarda le donne da un punto di vista maschile. A differenza dei romanzi autobiografici precedenti, qui Goliarda non cerca il modello di donna che lei vuole diventare,

ma questa volta il punto di vista è diverso. La protagonista, Maria, non si sofferma a parlare della madre perché è conosciuta da tutti e non ha tempo da perdere. Inoltre, non sente più il peso del compito legato alla madre né la paura della violenza sessuale associata al padre. Invece, adotta una prospettiva maschile. In Lettera aperta, il modello di identità di genere più importante era la madre di Goliarda, Maria. In Io, Jean Gabin, la vediamo di nuovo nei suoi attributi di donna non conformista, ma questa volta il punto di vista è diverso.intelligente e devota allo studio, dedita alla causa socialista e moralmente intransigente, ma in questo romanzo la madre di Goliarda è importante principalmente per la sua assenza e distanza emotiva: Maria è ancora rappresentata come l'autorità indiscussa per le questioni morali, ma è troppo impegnata con il suo lavoro e con i suoi impegni politici ed intellettuali per prendersi cura dei bisogni pratici ed emotivi della ragazzina ("mia madre voleva conferire con me. Doveva essere importante se ha deciso di sacrificare il suo tempo con me. Studia sempre"; inoltre, in un'occasione la figlia ancora piccola aveva chiesto alla madre il suo parere sull'amore e lei aveva risposto in maniera inadeguata per l'età della bambina, facendo ricorso a un discorso astratto e filosofico, al punto tale che la narratrice dice che il discorso era diventato così complicato che avrebbe preferito parlare con lei di politica o filosofia.

Perché sarebbero stati argomenti più comprensibili). Ignorata dalla madre, la ragazzina è cresciuta da uomini, in particolare da suo fratello Ivanoe, che l'ha addirittura allattata con latte artificiale, dunque sin da piccola Goliarda si sente molto vicina agli uomini proprio a causa dell'assenza della madre. Crescendo, questa vicinanza si trasforma in identificazione, supportata dagli altri membri della famiglia (ad es. il fratello Carlo le insegna a fare box; ad una festa indossa una giacca maschile e la sorella Licia le dà un fiore da mettere all'occhiello, tipico ornamento maschile). L'identificazione con il modello di donna rappresentato dalla madre non è più al centro della ricerca personale di Goliarda. Mentre in Lettera aperta la relazione conflittuale con l'identità di una donna non ha mai portato la protagonista a identificarsi con un uomo, in Io, Jean Gabin tale identificazione è ben stabilita.

sostenuta in tutto il testo. Un'altra novità riguarda il fatto che anche il personaggio di Nica, importantissimo in Lettera aperta e Il filo di mezzogiorno, scompare in Io, Jean Gabin. Infatti nelle opere precedenti Nica era stata rappresentata come la fonte dell'immaginazione narrativa e colei che le aveva permesso di accedere ai suoi desideri autentici, in qualità di oggetto d'amore, ma in Lettera aperta il matrimonio e la morte prematura di parto di Nica avevano mostrato l'impraticabilità del suo modello di donna, quello di una ragazza libera e gioiosa. In Io, Jean Gabin Nica fa solo una breve comparsa, quando Goliarda la incontra per strada e, anche se tentata, declina il suo invito a giocare insieme e scappa via. La distanza da Maria e l'assenza di Nica segnano una chiara differenza dalla formazione di identità di genere nei precedenti testi autobiografici. In Io, Jean Gabin la riconciliazione con l'identità

femminile è assente findall'inizio e si dà invece spazio all'identificazione con la sfera maschile.

3.1.2 PAZZE E ASSASSINE

Un altro elemento, in questo testo, è l'eliminazione della violenza domestica e sessuale degli uomini, che aveva ossessionato la narratrice di Lettera aperta: in Io, Jean Gabin l'unico tipo di violenza esercitata dagli uomini è politica (zio Alessandro picchia un gruppo di fascisti o i fascisti che picchiano i fratelli di Goliarda).

Inoltre, nessun riferimento è stato fatto alla pazzia di Maria, invece il narratore racconta tre storie di donne non mentalmente stabili, due delle quali hanno compiuto un omicidio: c'è, ad esempio, la domestica Tina, "con gli occhioni neri sempre terrorizzati - la sua pazzia era causata dall'aver ucciso la sorella e il suo fidanzato che se la faceva con la sorella", e c'è Zoe, l'altra domestica che a volte sostituisce Tina: Zoe

haucciso la madre e ferito il compagno con un coltello, per cui era andata in carcere;

Zoe “per difendere il suoonore di fanciulla pura” porta sempre con sé un coltello (“la misericordia”) nascosto nel petto, con cuiterrorizza Goliarda e i suoi fr

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
28 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Giulia.li di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Michelacci Lara.