vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Il Saggiatore è intriso di vicende autobiografiche, in quanto
nasce come risposta alle continue ostilità e attacchi da parte di
altri personaggi rivali, in special modo con Orazio Grassi. Lo
scienziato gesuita pubblicò, sebbene anonimamente, una
Disputatio, dove informava dell’apparizione delle tre comete
e menzionava anche alcune scoperte celesti fatte grazie
all’utilizzo del cannocchiale (scoperte da Galileo e
comunicate nel Sidereus Nuncius).
Successivamente, a firma di Mario Guiducci al posto di
Galileo, viene pubblicato il Discorso delle comete, in cui
manifestava con ironia la subalternità dello scienziato gesuita
nei confronti di altri, e la contaminazione tra istanze
scientifiche e tradizione poetico-letteraria. A questo seguì poi
la Libra astronomica di Lotario Sarsi, anagramma di Grassi,
che dichiarò la paternità del Discorso delle comete a Galileo.
Nonostante l’anonimato, i testi vennero identificati come
opere di Grassi, vicende che segneranno proprio l’inizio di
una commedia di dissimulazioni.
A riguardo dell’apparizione di queste comete, Galileo però
rimase a lungo in silenzio, sebbene il pubblico attendeva un
suo parere. Inoltre, la Chiesa aveva condannato il sistema
copernicano, e censurato precedentemente le sue Lettere
copernicane, e l’azione di esprimere pubblicamente un parere
scientifico intorno a tale fenomeno comportava dunque anche
fare riferimento a una visione cosmologica. All’interno della
sua Disputatio, inoltre, Grassi appoggiava il pensiero
geocentrico di Ticone, compatibile con la tradizione biblica,
che giustificava così la condanna contro la teoria copernicana.
Galilei, perciò, appoggiò poi la posizione di Bellarmino, dopo
essere stato inoltre ammonito, che consentiva di trattare
questioni scientifiche e teologiche per via di ipotesi. Galileo,
inoltre, proprio per trattare di questioni cosmologiche, è
plausibile che abbia scelto di mascherarsi dietro l’identità di
un suo allievo, Mario Guiducci.
Con la pubblicazione della Libra astronomica, Grassi stesso,
mascherato, si presentava nelle vesti di allievo dello stesso
Grassi, producendo un gioco di corrispondenze, proprio della
teatralità barocca.
Il titolo dell’opera indicava una bilancia, non precisa, ma
anche la posizione della cometa nella costellazione della
Bilancia, a dichiarare che la peculiare posizione della cometa
gli aveva anche suggerito di soppesare e confutare le tesi
contenute nel Discorso delle comete. L’autore chiama infatti
in causa Galileo, indicando Guiducci come finto autore
dell’opera.
In seguito a numerose sollecitazioni e consigli, anche spinto
dall’elezione al soglio pontificio di Urbano VIII (dedicatario
dell’opera), Galilei risponde, dopo un silenzio eloquente, in
forma epistolare con il suo Saggiatore, metafora di una
bilancia invece di alta precisione, utilizzata dagli orafi, con la
quale intendeva pesare con rigore le osservazioni dei suoi
avversari. Sin dall’incipit dell’opera, Galileo rivolgendosi al
suo destinatario, Virginio Cesarini (autorevole prelato
dapprima seguace dei gesuiti, e poi Linceo), avvia la
narrazione di tipo autobiografica, includendo, oltre alle
importanti scoperte di tipo scientifico basate su verità
geometriche, digressioni sugli avvenimenti di malevolenza e
invidia nei suoi confronti, in quanto promotore di una nuova
scienza. Mentre operava un bilancio della propria carriera,
confessava così anche tutta l’amarezza per le avversità
incontrate e le gelosie sofferte, a conferma inoltre dell’onore
che agiva nel suo animo.
Galileo decide infatti di rompere il suo silenzio in quanto il
Discorso delle comete a firma di Mario Guiducci sarebbe
stato attribuito allo scienziato da parte di Grassi, chiamato poi
nel corso dell’opera Lottario, in maniera dispregiativa, e
paragonato ad uno scorpione, che punge a tradimento. Tra le
accuse rivolte da Sarsi a Galileo, troviamo quella della non
invenzione da parte di quest’ultimo del cannocchiale,
attribuita ad un suo allievo, lo scienziato svela invece
l’ambiente e le sue riflessioni che lo avrebbero indotto alla
costruzione.
Di fronte alla ferite subite da parte dello scorpione, però,
Galileo elabora delle consolazioni interiori, cicatrizzando la
propria ferita, simbolo di una differenza di valore rispetto agli
avversari.
A differenza che nel Galateo di Della Casa, secondo il quale i
comportamenti degli uomini dovevano misurarsi con una
bilancia approssimativa al fine di assumere un atteggiamento
disinvolto, Galilei, invece, fissava qui la regola opposta del
rigore matematico, al fine di valutare ogni comportamento e
osservazione in ambito scientifico e della natura. All’interno
dell’opera, inoltre, l’autore commenta e riprende la Libra in
stile aulico di Sarsi, in maniera ironica e satirica a danno
dell’avversario, grazie a strategie retoriche come la stessa
struttura del commento modesto, il discorso dialogico e