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La teoria della deriva dei continenti
Nel Mesozoico (245-65 milioni di anni fa) la Pangea è destinata a frammentarsi in blocchi tra di loro in reciproco allontanamento per l'apertura e l'espansione di nuovi fondali oceanici. Alfred Wegener (1915) formulò la "teoria della deriva dei continenti" secondo cui le due Americhe si sarebbero distaccate dalla Pangea andando lentamente alla deriva verso ovest per effetto della rotazione terrestre. Fu ripresa su nuove basi e definitivamente accertata negli anni '60 con la "teoria della tettonica delle placche", secondo la quale la terra è divisa in una ventina di placche o zolle di cui sei sono le maggiori, delimitate da margini che in base alla funzione possono essere costruttivi, distruttivi e conservativi. I margini costruttivi corrispondono alle dorsali oceaniche, generate dalla fuoriuscita di magma basaltico per effetto dei moti convettivi del mantello. I margini distruttivi coincidono con le fosse di subduzione.
corrispondenza delle quali una placca di tipo oceanico viene distrutta man mano che sotto scorre, alimentando un vulcanismo per lo più esplosivo. Fosse oceaniche si formano anche quando collidono due placche di crosta oceanica. Imargini conservativi sono tipici delle faglie trasformi, in cui i piani scorrono l'un l'altro indirezione opposta e con velocità differenti, senza alterazioni di volumi ma con fenomeni di metamorfismo e sismicità elevata. L'Era mesozoica è indicata anche come l'Era dei rettili: terrestri (dinosauri), marini (ittiosauri) e volanti (pterosauri). Il Cenozoico (65-2 milioni di anni fa) è detta anche Era dei mammiferi per la comparsa di animali evoluti a sangue caldo. Qui vi è il grandioso sollevamento del sistema alpino-himalaiano. Il Neozoico (da 2 milioni di anni fa) è caratterizzato dalla comparsa dell'uomo.
2. La litosfera: crosta, mantello e nucleo
La litosfera corrisponde alla parte solida
La crosta terrestre è la parte più esterna e rigida della Terra, composta da due tipi di crosta: la crosta oceanica, che si trova sotto gli oceani e ha uno spessore di circa 6-8 km, e la crosta continentale, che si trova sotto i continenti e ha uno spessore di circa 35 km. La crosta oceanica è formata principalmente da rocce basaltiche, mentre la crosta continentale è costituita da una varietà di rocce, principalmente granitiche. Sotto la crosta si trova il mantello, che si estende fino a una profondità di circa 2900 km. Il mantello è composto principalmente da rocce ultrafemiche. È interessato da correnti convettive, in cui il materiale caldo e meno denso si solleva dalle profondità e poi si raffredda gradualmente mentre risale verso la superficie, per poi ridiscendere verso il basso. Tra la crosta e il mantello si trova una superficie di discontinuità chiamata Moho, contraddistinta da una brusca variazione della velocità delle onde sismiche. Questa discontinuità segna il confine tra la crosta e il mantello.Il passaggio tra il mantello e il nucleo esterno è segnato da una superficie di discontinuità sismica detta di Gutenberg. Il nucleo si ritiene essere formato da una lega di ferro e nichel: il nucleo esterno è allo stato fluido, quello interno è invece solido, forse per la presenza di silicio e zolfo. La litosfera riveste particolare importanza anche per la presenza di risorse minerarie: precambriane (ferro, nichel, manganese, rame, metalli preziosi), paleozoiche (antracite, rame, mercurio), Mesozoico (bauxite e zolfo), Cenozoico (lignite) e Neozoico (torba).
Suoli agrari e desertificazione: La parte più esterna della litosfera è costituita largamente da suolo agrario, derivato dalla frammentazione e alterazione delle rocce nel contesto di determinate condizioni climatiche e geomorfologiche in cui le azioni fisiche e chimiche e il disfacimento meteorico si combinano con quelle di taluni organismi animali e con il concorso di materiale vegetale principalmente.
costituito dal fogliame caduto. Profilo verticale in tre orizzonti: 1) umifero, ricco di sostanze organiche, 2) inerte, povero di elementi organici, 3) substratopedogenetico della roccia madre. Si chiamano autoctoni quei terreni che permangono lì dove si sono formati mentre quelli trasportati dalla roccia madre sono alloctoni. Possono essere permeabili, impermeabili, sabbiosi, argillosi… e dividersi geograficamente in zonali e azonali. I primi si distribuiscono secondo le grandi zone climatiche, gli altri figurano all’interno delle stesse con proprie e differenti caratteristiche. I tipi di terreno oltre quelli di tipo alluvionale sono: a) podsol, b) terre brune, c) terre nere, d) terre rosse, e) suoli desertici, f) suoli dei climi caldo-umidi tropicali.
I suoli alluvionali di deposito fluviale sono formati da materiale dapprima grossolano e poi via sempre più fine, risultano più o meno fertili.
I podsol, tipici suoli acidi, sono indicati per la coltivazione.
della patata e della segala. Le terre brune hanno un suolo agrario di buona qualità per una fiorente attività agricola. Le terre nere, ricche di humus, si prestano a coltivazioni cerealicole. Le terre rosse, derivate dalla degradazione dei calcari sottostanti, sono buone per l'ulivo, la vite, il grano, gli ortivi. I suoli desertici sono poveri di humus e sottili. I suoli dei climi caldo-umidi tropicali costringono all'agricoltura itinerante e sono a rischio desertificazione, ossia la perdita di fertilità. 2.2 Le rocce La crosta terrestre è costituita da una grande varietà di rocce, che consistono in aggregati naturali di minerali, spesso eterogenee ma a volte anche omogenee. Si classificano in tre grandi gruppi genetici: rocce ignee (o magmatiche), rocce sedimentarie e rocce metamorfiche. Le rocce ignee hanno origine dal raffreddamento e la solidificazione del magma e si distinguono in: intrusive (struttura cristallina) ed effusive (struttura amorfa) aLa formazione delle rocce sedimentarie avviene attraverso diversi processi. Le rocce magmatiche si raffreddano e si solidificano nel sottosuolo o in superficie. L'alterazione e la disgregazione delle rocce magmatiche esposte in superficie e la precipitazione chimica nelle acque del mare contribuiscono alla formazione delle rocce sedimentarie.
Le rocce sedimentarie si dividono in tre categorie: clastiche o detritiche, organogenee e chimiche.
Le rocce detritiche si classificano in base alla dimensione dei loro componenti e includono argille, arenarie e conglomerati.
Le rocce organogenee sono prodotte dall'accumulo di resti fossili di organismi animali e vegetali o da sostanze secrete da processi organici, come i carboni fossili, il petrolio e il metano.
Le rocce di origine chimica si formano attraverso la precipitazione di componenti solubili, come il carbonato di calcio, l'alabastro e il travertino, o attraverso complesse reazioni chimiche.
Le rocce metamorfiche si formano dalla trasformazione di altre rocce a causa di elevate temperature o pressioni. Questo processo provoca modificazioni rilevanti nella struttura e nella composizione mineralogica delle rocce, e si distinguono in tre gradi: basso, medio e alto.
Giacitura e deformazione delle rocce
L'insieme dei caratteri litologici ed eventualmente paleontologici di una roccia è denominato facies (aspetto) che è relativo alle sue caratteristiche fisiche. La facies delle rocce ignee può essere: piroclastica, lavica, intrusiva, effusiva...etc. Quella delle rocce sedimentarie: tipo continentale, di transizione e marino.
3. Morfosculture e morfostrutture
Forze endogene e agenti esogeni concorrono a modellare la crosta terrestre in numerose varietà di forme. Sulle terre emerse le forme più minute sono indicate come morfostrutture. Si ricordano i calanchi, le piramidi di terra (azione erosiva delle acquedilavanti), le marmitte dei giganti (dal moto vorticoso impresso ai ciottoli dalle acque incanalate).
Le acque piovane (rese acidule dalla CO2) trasformano il carbonato di calcio in bicarbonato di calcio, generandosi pertanto fenomeni di carsismo sia epigeo che ipogeo (lame e gravine).
Il polje è una
Depressione di notevoli dimensioni e di origine anche tettonica. Le doline sono conche solitamente a contorno tondeggiante o ovoidale che possono essere a imbuto, a calice, a pozzo, a ciotola, a scodella, a piatto e dovute a forme di dissoluzione superficiale. L'azione dissolvente delle acque può proseguire nel sottosuolo, dove si formano grotte e complessi speleologici spesso caratterizzati dalla presenza di autentiche opere scultoree prodotte da madre natura. La crosta terrestre è modellata anche da morfostrutture di ben più ampie dimensioni, a carattere sia continentale (bacini sedimentari, catene montuose, apparati vulcanici...) che marino (piattaforma continentale, scarpata continentale...). Le aree cratoniche consistono nell'aggregazione e seppellimento di antichissimi rilievi montuosi i quali si sono trasformati in scudi o tavolati. Si riconoscono sul nostro pianeta quattro grandi sistemi montuosi: due di formazione paleozoica (corrugamento
caledoniano e corrugamento erciniano) e due cenozoica(catene mediterranee, catene himalayane e catene del sud-est asiatico), con elevatasismicità e da vulcani attivi.
4. Vulcani, terremoti e frane
I vulcani e i terremoti sono prodotti da forze endogene della Terra e concorrono al suomodellamento. Il vulcanismo fornisce oltre che zolfo, materiali utili per l’edilizia, favorisce lanascita o lo sviluppo delle stazioni termali. I terremoti sono vere e proprie calamità naturali.
4.1 Le manifestazioni vulcaniche
La risalita del magma è dovuta alla spinta che esso riceve dai gas che si sviluppano nellerocce fuse. A seconda della composizione e della crescente viscosità del magma, i vulcanipossono essere di tipo hawaiano, stromboliano, vulcaniano, pliniano e peleano. I magmibasici, molto fluidi, danno luogo a manifestazioni effusive, mentre quelli acidi provocanoeruzioni esplosive per la forte pressione ai gas dalle masse magmatiche. L’attività
effusiva è dominante nel vulcanismo hawaiano ed è prevalente in quello stromboliano, mentre gli altri tre tipi presentano manifestazioni miste di esplosione ed effusione. Il vulcanismo effusivo è caratterizzato da eruzioni sia centrali che lineari. Il vulcanismo esplosivo consiste in un'eruzione violenta di vapori, gas, lava e rocce sbriciolate in frammenti di differenti dimensioni: ceneri, sabbie, lapilli...ecc. materiale che, ricadendo al suolo, dà origine a depositi piroclastici.
Le acque iuvenili (origine magmatica) e quelle piovane possono risalire e dare origine a sorgenti termali, fumarole, geyser...ecc.
4.2 I fenomeni sismici
I terremoti possono essere di origine vulcanica o di origine tettonica. I sismi di origine vulcanica normalmente sono di lieve entità: comportano tremori, ovvero piccole vibrazioni del suolo che si generano per la tensione del magma in risalita o per l'esplosione dei gas, intrappolati nel magma stesso, al
Momento dell'eruzione
I terremoti di origine tettonica sono spesso associati all'eruzione di un vulcano. Durante questo evento, la pressione accumulata all'interno del vulcano causa una violenta esplosione, che può generare terremoti di diversa intensità. Questi terremoti sono causati dal movimento delle rocce sottostanti, che si spostano a causa della pressione esercitata dal magma in arrivo alla superficie.