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Estratto del documento

Il dialogo gira tutto intorno da Elisabetta da Gonzaga, animatrice delle quattro serate.

Personaggi: Pietro Bembo, Bibbiena, autore comico, cardinali, vescovi, nobili, Giuliano de Medici.

L’idea è che c’è una collettività che, sempre con principi di eleganza e ra natezza, costruisce,

cioè tutti contribuiscono all’immagine e all’esito della sera, del gioco, della costruzione lineare del

principe quindi del cortigiano perfetto.

Ambientazione: nella corte di Urbino, la città si colloca su un alto colle molto ripido e al termine

dell’altopiano si trova il palazzo di Urbino. Lo stesso palazzo, viene detto da Castiglione, è in

forma di città cioè è isolato ma in realtà è un micro-cosmo che ri ette il cosmo più grande della

città che ha intorno a lei e ri ette anche l’intero macro-cosmo che è la società.

All’interno del palazzo vediamo le dinamiche sociali e mettere in atto le ri essioni su cos’è la città,

l’etica, il comportamento e cos’è un uomo.

Opera, struttura:

E’ un dialogo in quattro libri.

I primi due libri sono espressamente dedicati alla costruzione del cortigiano in tutti gli aspetti, ad

esempio immagine formazione sica e morale. Questo dimostra l’idea fortemente umanistica che

ognuno di noi, quindi l’uomo, è tanto corpo quando mente.

Idea che il cortigiano debba essere in primo luogo un aristocratico di sangue: rimanda sia alla

letteratura aristocratica + l’idea di Castiglione è che la nobiltà comporta più visibilità e più attese,

e quindi spinge l’uomo a produrre il meglio di sé. Nell’oscurità di sé l’uomo è meno spinto a

controllarsi e a curarsi. L’aspetto importante è che l’uomo viene sempre visto e considerato.

L’aspetto principale dell’opera, che rende tale un vero e proprio trattato sociale, è quindi

l’immagine che l’uomo proietta di sé stesso.

Nobiltà del corpo va curata con gli esercizi, e nobiltà dell’animo: qui abbiamo il tema

grazia.

fondamentale della La grazia è l’aspetto fondamentale dell’opera e si lega ad a ettazione

e spezzatura.

Idea che bisogna proiettarsi ed eccellere; il cortigiano è chiamato a dilettarsi sia con il corpo sia

con la mente, è più importante per uno Stato le armi o la cultura?

- senza la cultura le armi sono vacue, è la cultura che fornisce l’intelligenza per guidare le

armi e comprendere la contemporaneità

- senza le armi non ci sarebbe cultura

Nell’elogio di Guidobaldo, Castiglione propende per una superiorità delle arti e lettere, perchè

Guidobaldo non può più agire nella storia e quindi è un’intelligenza sociale e culturale.

L’importanza di tutte le arti sono portate avanti da Castiglione: l’aristocratico deve essere

competente in tutte le arti. 64 di 103

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Tema tipico di discussione a quell’epoca era infatti la superiorità tra pittura o scultura?

Leonardo a ermerà che prevale la pittura perchè la pittura è più intellettuale della scultura, la

quale invece è materiale; al contrario Michelangelo dirà che la superiorità è detenuta dalla

scultura. Anche Castiglione a ermerà che la pittura, per lo stesso motivo di Leonardo, è superiore

rispetto alla scultura, ed è l’arte simbolica dell’aristocrazia dell’intelletto.

Tema dell’imitazione: fondamentale perchè ci troviamo in una società classicista, l’obiettivo è

quello di costruire un’immagine modello di cortigiano, ma un modello non reale. Il modello che

stanno costruendo è tanto perfetto che nessuno lo potrà mai raggiungere, di conseguenza sarà

perfetto non chi sarà uguale al modello, ma colui che se ne avvicinerà di più.

(riferimento all’immagine dell’arciere ne Il Principe di Machiavelli)

Il Rinascimento ha portato modelli ideali a cui avvicinarsi il più possibile per qualsiasi cosa.

Tema della grazia:

Libro I, non si impara da un unico maestro. Castiglione sta usando l’immagine e la metafora

dell’ape come modo in cui si deve comportare il letterato, immagine tras gurata e applicata al

comportamento. Infatti l’idea di andare da tanti maestri si riferisce ai tanti modelli.

Qui è evidente un’estetica letteraria che regola la vita quotidiana. La grazia è la regola del

comportamento: l’esempio che riporta Castiglione è quello di credere di imitare qualcuno come

modello, ma questo atteggiamento di ispirazione diventa una malattia (immagine della scimmia

come imitazione da un unico modello).

Altro aspetto è che non è un trattato teorico e astratto, ma fatto di piccoli riferimenti, esempi e

micro-storie. La presenza di tutti sti esempi rende l’opera facilmente leggibile.

La grazia che deve avere il cortigiano, è una virtù che si acquisisce in pochissimi casi in maniera

innata, vi è però una regola che universale per avere grazia, che tutti possono applicare:

la regola consiste nel fuggire dall’a ettazione, cioè l’ostentazione di ciò che si è. Mentre bisogna

sprezzatura,

usare la cioè il nascondere l’arte e dare l’impressione che quello che si fa e quello

che si dice sia fatto senza fatica. vera arte è celare l’arte”

Questo è un principio classicista che deriva da Ovidio: “la cioè dare

l’impressione qualcosa sia naturale o spontaneo, quando in realtà è l’esito di una grande fatica, di

uno studio o di un grande sforzo.

Questo tema della naturalezza lo possiamo applicare a vari aspetti, ad esempio alla lingua.

Noi scriviamo come naturale parlare, perchè deve sembrare naturale e vivo, deve uire. Infatti nel

Principe noi troviamo il più importante testo della teoria cortigiana.

Il Cortigiano sostiene alcuni aspetti per quanto riguarda la lingua, ma in casa editrice è stato

rivisto da un uomo che ha riscritto il testo seguendo le teorie bembiane. Questo perchè le sue

teorie hanno avuto tanto e etto e tanta presa, tanto da riscrivere totalmente un’opera che

a ermava di portare avanti una teoria opposta per quanto riguardava la questione linguistica.

Castiglione a erma anche che ognuno deve vestirsi secondo il proprio ingegno, ma allo stesso

tempo deve essere consapevole delle idee della società (quindi non staccarsi troppo dalle mode

dell’epoca, senza costituire un elemento di rottura), perchè siamo sempre all’interno di un

principio della mediocritas.

sistema che ci osserva,

mediocritas = capacità di essere nel mezzo, trovare sempre delle forme di compensazione.

In questo caso il tratto tipico degli aristocratici è la superbia, la presunzione, sono elementi che

vanno evitati, va mantenuta però la piacevolezza nel parlare.

Difesa del presente: il classicismo non vuol dire che gli antichi facessero le cose meglio, e che il

mondo “presente” faccia tutto male. Questa è un’idea “dei vecchi”, il problema dei vecchi è che

proiettano sul mondo un proprio disagio, e in questo modo si privano della possibilità di vivere e

godere nel presente ed esserne parte integrante. Non è un classicismo vecchio (era un’idea di

gure come Machiavelli), ma Castiglione ritiene che per costruire il futuro si deve guardare il

passato e gli antichi, di conseguenza vanno colti le mutazioni del tempo. Bisogna riconoscere le

circostanze e il momento preciso in cui viviamo, dobbiamo adattarci e non bisogna basarsi su

modelli astratti. 65 di 103

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Libro II: sezione delle facezie

Tema della cultura classica, tras gurato. A Bibbiena viene a dato il discorso sulle facezie, le quali

sono fondamentali per alleggerire la malinconia, la tristezza della società, ma sempre con misura.

Le facezie non devono mai o endere o ferire, ma devono essere qualcosa di collettivo, che non

ha un bersaglio ma riguardano un’alleggerimento della società, come per le be e.

(facezie e be e sono temi di alcune giornate del Decameron)

Libro III: tema della dama di palazzo

parte in difesa delle donne, perchè tema della loginia è una uno dei temi tipici del Rinascimento.

Il discorso è svolto interamente da uomini, e qui Castiglione integra uno dei testi che erano stati

composti a parte e lo integra come intero libro nell’opera il Cortegiano.

Libro IV:

Bipartito: la prima parte tratta del rapporto tra il principe ideale e il cortigiano, si parla anche delle

forme di governo. Era già stato fatto da Machiavelli.

Con Castiglione emerge la gura del principe illuminato circondato da cortigiani che sono lontani

dall’adulazione, ma fanno loro da specchio al principe, sono portatori di verità per il principe. Il

cortigiano deve saper leggere la realtà e rappresentarla, quindi si ha una sorta di visione della

gura come un losofo. Qua si riprende la Repubblica di Platone, dove lo Stato ideale è retto da

La piccola corte del palazzo di Urbino quindi è uno stato ideale guidato da loso

loso . .

Ultima parte: si parla di amore platonico, parte a data interamente a Pietro Bembo.

Uno dei testi di Bembo, il dialogo “Gli asolani”, in questo trattato si tratta dell’amore platonico.

Bembo viene presentato come una sorta di portavoce della loso a d’amore.

L’amore viene descritto come elemento della sublimazione attraverso il bello: amore è amore del

bello, di una donna bella, e quell’amore lo porta progressivamente a livelli superiori di amore

loso co, quindi è un amore platonico che solleva no all’amore per Dio.

Dedica: morti tutti, e mi hanno lasciato in questa vita, come in una

nella dedica dice “sono

solitudine piena di a anni”. Riferimento alla lettera all’amico Socrate di Petrarca.

Idea di forte malinconia nel testo, viene dichiarato n dall’inizio che il mondo e la società descritta

sono morte, non esistono più e sono svanite dopo il sacco di Roma.

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Petrarchismo

Petrarchismo è una forma letteraria che implica l’idea di costruire poesia alla maniera di Petrarca.

Da questo si capisce quanto fu fondamentale il ruolo di Pietro Bembo, il quale con la sua teoria

sulla lingua letteraria, a ermò che il modello a cui ispirarsi per la poesia è Petrarca.

Ma il realtà il petrarchismo era già presente nel 1400, ad esempio Boiardo fu compositore di

poesia lirica petrarchista, ma era un petrarchismo ortodosso, quindi pi&ugrav

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A.A. 2023-2024
103 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher matildetriaccaa di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Barucci Guglielmo.