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CONCETTO DI RINASCIMENTO

-IL

Il concetto di “Rinascimento” è stato definito principalmente da Jacob Burckhardt nel

suo ‘La civiltà del Rinascimento in Italia’, e rappresenta un periodo di trasformazioni

significative in vari ambiti, tra cui la cultura, la politica, l’economia e la società. Il

Rinascimento si distingue dal Medioevo per l’affermarsi dell’individualità, con l’uomo

che si emancipa dai ruoli collettivi come quelli di famiglia o corporazione, per essere

visto come individuo autonomo e creatore del proprio destino. Questo

cambiamento è accompagnato dal risveglio dell’antichità, con il ritorno alle culture

classiche e l’esaltazione della ragione critica e della filosofia.

La nozione di Rinascimento è legata principalmente all’Italia e ha una durata di circa

due secoli e mezzo, dalla fine del XIV secolo, con figure come Petrarca, alla seconda

metà del XVI secolo. Durante questo periodo, la cultura si evolve in modo

significativo, passando da una visione medievale universale a una concezione più

individualista. Inoltre, la politica si trasforma, con la nascita degli Stati nazionali e un

nuovo sistema di rapporti internazionali, il “sistema europeo degli Stati”. Il Rinascimento

è quindi una fase di profonda evoluzione culturale e politica che lascia un segno

duraturo nella storia europea.

GLI STATI MODERNI e le nuove forme di vita politica

-

Nel periodo compreso tra il XV e il XVII secolo, si sviluppa in Europa un tipo di

“Stato moderno”

organizzazione politica che gli storici definiscono . Questo modello

si distingue per la presenza di caratteristiche che lo differenziano nettamente dalle

organizzazioni politiche medievali, sebbene non rappresenti ancora una struttura

pienamente sviluppata come quella degli Stati contemporanei. In questa fase, gli Stati

europei, dai più piccoli Stati regionali italiani fino ai grandi imperi come quello spagnolo,

presentano una struttura centralizzata dominata dalla figura del sovrano.

Struttura politica dello Stato moderno

1. Il sovrano come centro del potere

Al vertice della struttura politica si trova il sovrano, il quale detiene il potere per diritto

divino, cioè considerato conferito direttamente da Dio. Egli è il giudice supremo, il

legislatore e la massima autorità dello Stato. Tuttavia, ill sovrano non governa da

solo: è assistito da un Consiglio del Re, un organismo che varia nei nomi e nei dettagli

da Stato a Stato, ma che ha funzioni simili ovunque, occupandosi di decisioni politiche e

amministrative.

2. Amministrazione e rappresentanza periferica

Lo Stato moderno si caratterizza per una struttura amministrativa articolata: esistono

organismi centrali che sovrintendono diversi settori dello Stato, affiancati da istituzioni

periferiche incaricate di governare i territori locali. Inoltre, si mantengono in vita organi

rappresentativi dei diversi ceti sociali – nobiltà, clero e borghesia urbana – anche se in

alcuni Stati il clero non dispone di una rappresentanza autonoma.

3. Diplomazia stabile

Un’altra novità significativa è la creazione di rappresentanze diplomatiche stabili

presso Stati esteri, a testimonianza della crescente complessità dei rapporti

internazionali e della necessità di un controllo costante sulla politica estera.

Innovazioni rispetto al sistema medievale

Lo Stato moderno introduce diversi elementi di novità rispetto alle organizzazioni

medievali:

• Tassazione uniforme: Viene introdotto un sistema di imposte applicate in

maniera più uniforme su tutto il territorio dello Stato.

• Esercito professionale: Si sviluppa un esercito permanente e

professionale, in contrasto con le forze feudali medievali basate su obblighi militari

temporanei.

• Burocrazia stabile: Emergono funzionari con incarichi stabili, sebbene la

burocrazia non sia ancora del tutto separata dalla persona del sovrano.

• Unificazione legislativa: Si cerca di applicare un sistema di leggi

uniforme su tutto il territorio dello Stato, benché ciò non sia sempre pienamente

realizzato.

L’innovazione più importante è la separazione tra il potere (che rimane prerogativa del

sovrano) e la sua amministrazione (affidata a funzionari e organi centrali). Questa

transizione, però, richiede un lungo periodo storico, dal Quattrocento alla seconda metà

del Seicento.

Limiti dello Stato moderno

Nonostante queste innovazioni, lo Stato moderno del Rinascimento presenta

caratteristiche diverse rispetto agli Stati successivi, sorti nei secoli XVIII e XIX:

• Confusione tra poteri: I poteri legislativo, esecutivo e giudiziario non

sono ancora distinti. Questa commistione genera sovrapposizioni e conflitti di

competenza tra gli uffici.

• Funzionari non professionali: I pubblici funzionari non esercitano la loro

professione a tempo pieno. Sono pagati dallo Stato, ma legati al sovrano da vincoli

personali, il che rende difficile una separazione tra il pubblico e il privato.

• Pluralità di giurisdizioni: Lo Stato coesiste con realtà privilegiate, come

la Chiesa e la nobiltà feudale, che mantengono tribunali separati e spesso impongono

tasse proprie.

francese

Il caso : il modello di Stato accentrato

Un esempio significativo di Stato moderno è la monarchia francese tra il XV e il XVII

secolo. La Francia è tra i primi Stati europei a realizzare un’unificazione geopolitica

significativa, che si compie con:

• La sconfitta di Carlo il Temerario (1477): Porta all’annessione della

Borgogna da parte di Luigi XI.

• L’annessione della Provenza (1481): Contribuisce all’espansione

territoriale e al consolidamento del potere centrale.

Tuttavia, la Francia di questo periodo è ancora frammentata: le province annesse

mantengono rappresentanze autonome e godono di privilegi sanciti da contratti con il

re. Ad esempio, solo nella regione della langue d’oil (tra la Somme e la Loira) si

osserva una relativa uniformità amministrativa e giuridica, mentre altre province

(Normandia, Borgogna, Linguadoca) conservano istituzioni locali.

->Il Consiglio del Re e la burocrazia

Al vertice del sistema politico francese si trova il Consiglio del Re, un organismo che

evolve dalla tradizione medievale a una struttura più moderna. Durante il regno di

Francesco I, il consiglio si specializza, assumendo il nome di Consiglio degli Affari e

limitandosi a un gruppo ristretto di consiglieri fidati. Le sue funzioni spaziano dalla

politica alle finanze, dalla giustizia all’amministrazione.

La burocrazia francese si consolida progressivamente grazie a:

• Specializzazione delle funzioni: I poteri provinciali sono distribuiti tra

esattori (finanze), luogotenenti (giustizia) e capitani generali (militare).

• Creazione di un corpo di funzionari scelti: Questi includono i maîtres

des requêtes, commissari personali del re incaricati di supervisionare le province e

relazionare al consiglio centrale.

->Conflitti e resistenze

Il progetto di centralizzazione della monarchia francese si scontra con le resistenze dei

Stati Generali

ceti sociali, che trovano espressione negli , l’assemblea rappresentativa

della società. Sebbene gli Stati Generali abbiano principalmente il compito di approvare

le imposte, in alcune circostanze esercitano un’opposizione politica significativa, come

durante le guerre di religione.

Gli Stati Generali, assemblea rappresentativa della Francia composta dai tre ordini

(clero, nobiltà e terzo stato), furono convocati per l’ultima volta nel 1614 e non

saranno più riuniti fino al 1789. Questo lungo intervallo riflette la tendenza della

monarchia francese a concentrare il potere nelle mani del re, riducendo gli spazi di

rappresentanza collettiva.

Parallelamente, a partire dall’inizio del Cinquecento, i re francesi ricorsero con

maggiore frequenza alle Assemblee dei Notabili, organi molto diversi dagli Stati

Generali:

• Composizione: i membri non erano eletti né rappresentavano la nazione,

ma venivano nominati individualmente dal re, rispondendo esclusivamente alla sua

volontà.

• Funzione: non svolgevano un ruolo di rappresentanza generale, ma

fungevano da strumenti di consulenza per il sovrano.

Tuttavia, i veri protagonisti della vita politica francese nel Cinquecento furono i

Parlamenti, istituzioni giudiziarie dotate anche di poteri politici:

• Ruolo principale: registravano e pubblicavano le ordinanze reali, un

passaggio necessario affinché queste avessero validità.

• Strumento di resistenza: i Parlamenti avevano il potere di bloccare le

ordinanze prima della registrazione, qualora le giudicassero imperfette o inappropriate.

• Conflitto con la Corona: il re considerava la registrazione un atto

puramente formale, limitato a questioni tecniche o giuridiche; i parlamentari, invece,

rivendicavano il diritto di valutare il contenuto delle ordinanze, trasformando questa

funzione in un atto politico.

Nel corso del Cinquecento, i conflitti tra la monarchia e i Parlamenti si

intensificarono, diventando uno degli elementi centrali della vita politica francese.

Questi contrasti riflettevano dinamiche più ampie:

1. La tensione tra il potere monarchico e le istituzioni giuridiche.

2. Le rivalità interne ai Parlamenti stessi, tra le diverse classi sociali

rappresentate al loro interno.

3. L’emergere di nuovi funzionari pubblici, sostenuti dalla Corona, che

sfidavano i vecchi ceti consolidati.

Il sostegno della monarchia ai ceti emergenti non fu casuale: la Corona promosse

attivamente la formazione di nuove élite, favorendone l’accesso ai ruoli burocratici e

amministrativi. Questo processo, parte integrante dell’espansione dell’apparato statale,

rafforzò ulteriormente il potere del re.

Inglese

La Monarchia : Da Enrico VII a Enrico VIII

Nel caso inglese, il consolidamento della monarchia avvenne dopo la guerra delle

Due Rose, una sanguinosa lotta dinastica che si concluse con l’ascesa della dinastia

Tudor.

Sotto il regno di Enrico VII (1485-1509), la monarchia inglese riuscì a:

• Restaurare il potere reale su un territorio che comprendeva Inghilterra,

Galles e parte dell’Irlanda (mentre la Scozia rimaneva indipendente).

• Limitare il potere dei feudatari: Enrico VII istituì la Camera Stellata, un

tribunale straordinario per giudicare i nobili ribelli e confiscarne i beni, riducendo

l’influenza delle grandi famiglie aristocratiche.

• Favorire l’ascesa di nuovi ceti: sostenne l’accesso di persone non nobili

a posizioni di rilievo nelle cariche politiche e giudiziarie, contribuendo così alla

creazione di un’amminist

Dettagli
Publisher
A.A. 2024-2025
41 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/11 Letteratura italiana contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher maryy04 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana moderna e contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara o del prof Trotta Marco.