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INGHILTERRA DEL SEICENTO E LE DUE RIVOLUZIONI

Giacomo I Stuart Mentre il Sacro Romano Impero sarà travolto da una condizione di instabilità politica che sfocerà nella guerra, la situazione non era certamente migliore in Inghilterra. Con la morte di Elisabetta I si estinse la dinastia dei Tudor ed il trono fu assunto da Giacomo I Stuart. Elisabetta non aveva infatti figli ed il trono passò ad uno dei figli della cugina che la stessa Elisabetta aveva mandato a morte, Maria Stuart. Alla fine del regno di Elisabetta, sul piano finanziario la Corona poteva contare su un'autonomia scarsa, in quanto non esistevano monopoli pubblici che garantissero entrate fisse, una ridotta burocrazia centrale che riduceva l'avenalità degli uffici e una modesta capacità impositiva. I tribunali regi convivevano con quelli del diritto consuetudinario ed era assente una burocrazia locale. Con la Riforma si stabilirà un tacito accordo: la gentry della Camera dei Comuni.

accettava scelte politiche del re in cambio del governo su campagne e città. In questo modo lagentry aumentava potere e ricchezze e conquistò il controllo dei seggi della Camera.

Dal punto di vista religioso la Chiesa ufficiale era priva di solide basi e si diffusero sette estremistiche protestanti e cattoliche.

La forza dello Stato inglese stava nell'equilibrio fra re e Parlamento e nella sua capacità di favorire mutamenti sociali. Ciò avvenne con l'aristocrazia, di cui se ne modificarono le funzioni e la Camera dei Comuni assunse maggior peso di quella dei Lord. Con le recinzioni, infatti, la gentry era cresciuta di numero e di forza e si verificò un processo di distribuzione della ricchezza che moltiplicò le stratificazioni interne a questo ceto. Gli esquires comprendevano ormai i gentiluomini di campagna, i principali possidenti dei villaggi e delle circoscrizioni, ma alla gentry appartenevano anche i knights (cavalieri) e i

baronetti. Alla morte di Elisabetta I, Giacomo I Stuart, figlio di Maria Stuart, divenne re di Inghilterra e di Scozia ed impressò subito al paese una svolta per la creazione di un potere accentrato sotto la guida del re e rafforzò il prestigio e la funzione della Chiesa anglicana. Questa azione politica voleva ricondurre tra le prerogative regie la facoltà di effettuare una tassazione sulle risorse del paese, emarginando o accantonando le tradizionali istituzioni come la Camera dei Comuni. Alla Chiesa Anglicana si opponeva il movimento puritano, che non teorizzava solo il ripristino del Calvinismo e l'abolizione di ogni residuo cattolico, ma si ispirava anche a un modello di società fondata sul primato dell'individuo, della sua religiosità, delle sue scelte e sul ruolo della comunità dei pastori e dei fedeli. Era dunque in conflitto con le esigenze della monarchia, tendente ad affermare il potere assoluto anche attraverso la religione.Stato. Sul piano giudiziario il sovrano inglese voleva stabilire la superiorità dei Tribunali Regi che dovevano essere composti da giudici incaricati dal re, ai quali veniva concessa una discrezionalità di intervento a dispetto delle garanzie accordate ai cittadini sin dalla Magna Charta. Giacomo I sin da subito non seppe enucleare una solida organizzazione burocratica e militare che gli garantisse una base di consenso. I cattolici rimasero delusi dal suo operato e si impegnarono in attività cospirative per uccidere il re e per far saltare in aria il parlamento con la congiura delle Polveri nel 1605. Inoltre, l'attività del re si attirò le ostilità degli imprenditori che operavano nel settore dei commerci, delle attività manifatturiere ed agricole, una realtà sociale non formata soltanto da un consistente ceto borghese, ma anche da un importante settore della piccola e media nobiltà, la cosiddetta gentry. Si trattava dunque di

Una forza sociale composita che da un lato si vedeva oppressa dal fiscalismo, ma soprattutto risentiva della mancanza di una politica estera del re. Questi ceti trovarono espressione del loro malcontento nei rappresentanti del Parlamento. Con la mancanza di un'aristocrazia, dissolta nel XV secolo con la guerra delle due rose, il contrasto con la monarchia si concentrò nel Parlamento, che divenne sede di una forte opposizione religiosa e che non approvava le imposte fondiarie volute dal re. Giacomo I si trovò più volte in conflitto con il Parlamento, soprattutto quando vennero avanzate richieste per elevare nuove imposte fiscali. Il conflitto fu anche alimentato dalla corruzione e dal clientelismo dell'apparato di governo, il cui centro era costituito da un favorito del re, Villiers duca di Beckingham. A quest'ultimo ed al suo entourage facevano capo le privative e privilegi economici, la vendita di uffici e titoli nobiliari.

L'accesso all'apparato regio. In alcune circostanze il re si rifiutò anche di convocare l'assemblea ed arrestò i rappresentanti più attivi.

Carlo I Stuart

Con la morte di Giacomo I, il trono fu assunto dal figlio Carlo I Stuart che sciolse il Parlamento nel 1625 e nel 1626, lo convocò nel 1628 per chiedere l'approvazione di un tributo per costituire un esercito ed una flotta che soccorressero gli ugonotti bloccati nel porto della Rochelle.

Il re, per ottenere l'assenso del Parlamento, dovette firmare la Petition of right, la petizione dei diritti, che censurava il fiscalismo monarchico, le repressioni religiose della Chiesa anglicana e l'uso invalso di tenere incarcerati i cittadini senza il permesso dei giudici.

La petizione, tuttavia, non riuscì a raggiungere quegli obiettivi e nel 1629 Carlo I Stuart sciolse un'altra volta il Parlamento e diede vita ad un governo personale: furono istituiti due Tribunali che lavorarono

a pieno ritmo, laCamera Stellata per giudicare i reati politici e la Coorte di Alta Commissione per arginare il dissenso religioso. Il controllo del potere fu affidato a Thomas Wenworth, conte di Strafford e governatore d’Irlanda dal 1633 al1639. Nel 1633 fu nominato arcivescovo di Canterbury William Laud e fu ripristinato il prestigio dei vescovi che comparvero nel Privy Council e nelle magistrature. Con le dure persecuzioni e repressioni di Laud ai puritani molti oppositori religiosi emigrarono nel Massachusetts, formando le prime comunità inglesi nordamericane. Dal punto di vista economico e sociale, poi, la vendita dei titoli nobiliari con Carlo I fu più accentuata che con Giacomo e si andava a rafforzare il rapporto tra re e Lord, l’alta aristocrazia feudale. La politica del sovrano determinò una profonda divisione tra monarchia e gentry provinciale insieme alla borghesia delle città. Il re divenne dunque un nemico dei ceti economicamente.

più dinamici e più reattivi alle influenze del puritanesimo.

Intanto fu imposta l’esazione dello ship money a Londra ed alle altre città del regno, una tassa versata in precedenza solo dalle città portuali per mantenere la flotta navale. La pressione fiscale raggiunse livelli che non erano mai stati raggiunti in passato: furono istituiti dazi doganali non approvati dal Parlamento, mentre i diversi monopolì di importazione furono venduti con sfrontatezza ad aristocratici e grandi mercanti.

La vendita delle cariche pubbliche e lo sviluppo di una burocrazia parassitaria subì un’accelerazione per cui si sviluppò una presenza eccessiva di pubblici ufficiali, magistrati, appaltatori di funzioni pubbliche.

Il rilancio dell’autorità della Chiesa anglicana passò attraverso il progetto di trasformare in senso episcopale la struttura del clero, al quale il re concesse il potere di elevare ulteriori imposte per il sostegno.

dell'intero episcopato anglicano. L'arcivescovo di Canterbury, William Laud, fu protagonista di questa svolta e nel 1639 pose mano ad un programma che prevedeva la normalizzazione dei comportamenti religiosi in Scozia. In questo paese, sin dal 1560, si era impiantata la Chiesa Nazionale Presbiteriana che si rifaceva ai principi del calvinismo ortodosso. Fu avanzata una richiesta di restituzione alla Chiesa anglicana di tutti i beni confiscati agli ordini religiosi cattolici. L'imposizione di innovazioni per la celebrazione di riti religiosi e la richiesta di un adeguamento in senso episcopale del clero presbiteriano scozzese indusse quelle popolazioni a riunirsi nell'assemblea nazionale scozzese ed a pronunciare un giuramento o un patto per difendere il calvinismo ortodosso contro le interferenze degli inglesi. La guerra che seguì determinò la sconfitta dell'esercito regio: gli scozzesi invasero il suolo inglese ed occuparono alcune città.sostenere le spese militari Carlo I dovette riunire il Parlamento ed ottenere le necessarie deliberazioni per imporre nuovi tributi. I rappresentanti della Camera dei Comuni solidarizzarono con i rivoltosi e chiesero l'abolizione della ship money, edunque l'approvazione della Petition of Rights. Il sovrano sciolse subito l'assemblea, che fu chiamata "il corto Parlamento" perché si riunì il 13 aprile del 1640 e durò un mese. Fu convocata a novembre una nuova assemblea, questa volta definita "il lungo Parlamento" perché rimase in carica fino al 1653. Intanto, tra la convocazione del primo e del secondo Parlamento, le truppe inglesi venivano sconfitte da quelle scozzesi che occuparono Newcastle e dettarono le condizioni per la tregua. Nella nuova assemblea prevalse una componente che isolò ulteriormente il re ed i suoi alleati. L'opposizione fu guidata da John Pym e John Hampden, e fu talmente aggressiva che il

Sovrano inglese inflisse una condanna a morte ai due eletti. Carlo I, sprovvisto di un apparato repressivo efficiente e privato del sostegno di una salda amministrazione di pubblici funzionari, era circondato da una coorte che non riscuoteva grandi consensi popolari. Il Parlamento ottenne la promulgazione di una serie di provvedimenti che eliminarono i tributi speciali e proibirono l'elevazione di nuove tasse senza consenso del Parlamento e la carcerazione dei sudditi senza processo; inoltre posero termine alle persecuzioni religiose. Nel 1641 il Primo Ministro Conte di Stafford fu condannato a morte e nello stesso anno in Irlanda un'insurrezione di cattolici determinò lo sterminio di migliaia di protestanti inglesi e scozzesi dell'Ulster. Il re fu accusato di aver incoraggiato la rivolta per formare un esercito che avrebbe dovuto spostare l'Inghilterra per reprimere il Parlamento. I tentativi del sovrano nell'accattivarsi le simpatie degli scozzesi indussero i

i nobili che sostenevano il re. La grande rimostranza chiedeva anche la fine delle tasse e delle imposte arbitrarie, la riforma del sistema giudiziario e la garanzia delle libertà individuali. Il re Carlo I rifiutò di accettare le richieste dei Parlamentari, portando alla guerra civile inglese. Durante il conflitto, i Parlamentari si organizzarono in un governo provvisorio chiamato il Parlamento del Commonwealth, che alla fine condannò Carlo I a morte per tradimento.
Dettagli
A.A. 2020-2021
138 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/02 Storia moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher mariachiararoma di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università del Salento o del prof Barbagallo Salvatore.