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Tommaseo, rifiuta Foscolo come
uomo più che come poeta, essendo un cattolico.
Con De Sanctis inizia la critica in senso moderno: De Sanctis reagisce alla
critica romantica pur Nell’Atheneum Schlegel
conservandone molti aspetti. parla di poesia
romantica, come poesia
trascendentale, che non può avere un elemento di autoriflessività. De
Sanctis rivendica l’autonomia della
critica, sostiene l’inscindibilità di forma e contenuto. Il contenuto dà forma
alla letteratura. De Sanctis
reagisce anche alla critica rinascimentale, che aveva guardato più al
contenuto che alla forma. Egli è il
dell’originalità letteraria di Foscolo
primo a parlare . Lega la produzione non
solo alla personalità dell’autore,
ma anche al momento storico. Afferma che Foscolo interpreta in maniera
personale un momento di crisi
della storia, lo vede come il primo a mettere in versi la crisi di un secolo (
cantore della crisi). De Sanctis “Ultime lettere di Jacopo Ortis”
smonta tutta la retorica, vede nelle le
necessità psicologiche della storia,
eliminando così i giudizi moralistici. Considera Foscolo un esempio positivo
rispetto a Monti o Cesarotti.
Foscolo ridà contenuto alla forma e riempie la forma di una coscienza. Il
vuoto per De Sanctis è la
caduta/crollo di tutti i valori, l’epoca di crisi. De Sanctis coglie anche le
contraddizioni di Foscolo, un certo
stridore tra i modelli classici e la sensibilità nuova. Si tratta di inserire un
contenuto nuovo all’interno di
forme classiche. Lo stridore diventa quasi un punto di forza. Giosuè
Accanto alla critica di De Sanctis, una critica importante è quella di
Carducci , che fa parte di una
scuola diversa, quella del metodo storico, che deriva dal metodo scientifico
positivista ed è votata
all’oggettività (si basa molto sulla filologia). Il suo lavoro è focalizzato sui
testi, indaga le fonti con
attenzione sia alla forma sia all’aspetto lessicale. Anche Carducci sottolinea
l’aspetto di novità, la modernità
e l’intimità del classicismo foscoliano.
Nel secondo ‘800 Foscolo è vittima di una nuova mitografia da parte degli
Scapigliati e viene interpretato
come poeta maledetto alla stregua di Baudelaire. critica idealistica
Nel ‘900 i maggiori risultati sono stati prodotti nella ,
ovvero la critica che nasce con
Benedetto Croce, sull’Estetica.
dopo il suo saggio Nasce in opposizione al
metodo storico, poiché rifiuta
tutto ciò che è al di fuori del testo. Secondo il concetto di estetica crociana
l’arte è tale solo se è intuizione
(da parte del soggetto) pura a priori, dunque non legata a nient’altro che a
sé stessa, al di là di ogni
contesto esterno. Il merito grande di questo approccio è stato quello di
“Grazie”,
rivalutare le l’ultima
opera poetica foscoliana, rimasta incompiuta. Quest’opera era stata fino a
questo momento rifiutata da
tutte le letture precedenti, De Sanctis ne parlava come di una involuzione
classicista, vuota. La critica
crociana focalizza l’attenzione sulla lirica in sé e comprende il valore lirico
Grazie
delle foscoliane. La ricerca Grazie
idealistica fa sì che si possa riconoscere nelle quasi integralmente la
Grazie
poesia pura. Nelle il
poeta non abdica nei confronti dell’artista. Ogni scuola critica permette di
volta in volta di illuminare aspetti
diversi. È un continuo ripensamento.
Eugenio Donadoni, un altro critico idealista, pubblica uno studio molto
voluminoso su Foscolo. Il centro
focale non è il periodo storico, ma il mondo interiore del poeta. Non si parla
più di una sensibilità nuova
dentro forme canoniche, ma quelle stesse forme diventano espressioni
sincere della vita interiore di
Foscolo. Questo studio ha dei limiti, presta poca attenzione allo stile, ma è il
Grazie
primo a rivalutare le ed
è contrario al pensiero di De Sanctis. Inoltre, è il primo che mette in
evidenza la presenza di Vico nel
pensiero foscoliano.
Una nuova svolta all’interno del panorama critico su Foscolo si ha con un
Fubbini “Ugo
saggio di del 1928,
Foscolo”, che supera l’ambito idealistico. Diventa la base sostanziale per
tutte le revisioni successive di
Foscolo, egli esprime la volontà di studiare Foscolo come poeta nel suo
tempo, ma senza dare etichette, elaborando un discorso più organico. Così
si preserva la complessità di Foscolo. Una tale lettura era
impensabile prima.
La mitografia foscoliana non si era ancora spenta negli anni ’30/’40 del
‘900, perché una nuova costruzione Gentile,
mitografica di Foscolo viene fuori nel ventennio fascista. filosofo
post-idealista, inserisce Foscolo
precursori del fascismo. Giuseppe
fra i Questa lettura è recuperata da
Buttai, un fascista che viene dal Primato,
Futurismo, e nel 1940 fonda una rivista, nella quale utilizza una
citazione di Foscolo per incitare i
giovani a combattere. A questa lettura di Foscolo combattente, che viene da
Mazzini, si oppone a un
Luigi Russo,
articolo di che interpreta Foscolo come il poeta dei vinti. Su
questa scia, dal 1948 in poi, Foscolo
diventa un reazionario, un moderato. Il discorso di Russo, insieme ad uno di
Gramsci (rappresentante della