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ATTO PRIMO

Scena prima

Callimaco, Siro

Si evince dalle battute che Siro sia il servo di Callimaco: quest’ultimo decide di raccontargli la

verità riguardo il suo spostamento improvviso da Parigi all’Italia. Spiega che quando aveva 10 anni,

morti entrambi i genitori, fu mandato a Parigi dove vi è vissuto 20 anni. Poi, quando Carlo VIII

all’inizio del 1500 passò per l’Italia (Machiavelli ha voluto datare il fatto immaginato dieci anni dopo

rispetto alla realtà, che avvenne nel 1494), decise di rimanere a vivere a Parigi giudicandolo più

sicuro dell’Italia date le guerre che erano cominciate. Dato, poi che in Italia fossero stato venduti

tutti i suoi beni, eccetto la casa, rimase a Parigi altri dieci con <<felicità grandissima>>. Ma,

avendo diviso la mia vita tra studio, lavoro e piacere, mi affaticavo in ognuno di queste cose in

modo da non impedirmi di fare nulla e per questo piacevo a tutti e non offendevo nessuno (elenca

ogni persona di ogni classe sociale per dire che non aveva nulla di negativo con nessuno). Ma alla

fortuna sembrava che mi andasse tutto troppo bene, così che a Parigi arrivò un Camillo Calfucci.

Essendo lui fiorentino, come gli altri, era spesso da me invitato per ragionare insieme, finché non

arriviamo ad una discussione riguardo le donne, se fossero più belle le donne italiane o quella

francesi; e, siccome io non potevo ragionare sulle donne italiane dato che ero così piccolo quando

partii, chiunque al posto mio avrebbe preso la parte delle donne francesi. Camillo, quasi irato,

disse che se tutte le donne italiane fossero state dei mostri, una sua parente avrebbe potuto

riscattarne l’onore, e nominò donna Lucrezia, moglie di messer Nicia Calfucci. Fece di lei tante lodi

di bellezza e costumi che fece rimanere tutti stupiti e fece nascere in me la voglia di vederla tanto

che non pensai più alle guerre in Italia e partii subito. Arrivato, vidi che la fama di Lucrezia si rivelò

essere molto minore rispetto alla realtà, ed è stato acceso in me tanto desiderio di giacere con lei,

che ora non trovo pace.

Il servitore risponde che se gliene avesse parlato a Parigi avrebbe probabilmente saputo cosa

consigliargli, ora non lo sapeva. Callimaco risponde che voleva solo sfogarsi a riguardo e che

voleva che Siro preparasse il suo animo ad aiutarlo perché ne aveva bisogno. Aggiunge inoltre che

non ha alcuna speranza perché gli crea un contrasto interno la natura di lei, il marito ricchissimo,

non avere parenti o vicini, con cui lei possa avere intrattenimenti o feste. Non capitano mai a casa

sua persone addette ai lavori manuali, non ha domestici al suo servizio che non la temi, affinché

non ci sia possibilità di alcuna corruzione. Però non è una situazione tanto disperata da non poter

avere qualche speranza che benché sia debole e vana, il desiderio di un uomo non la fa sembrare

così. Infine, spera due cose: la sprovvedutezza si messer Nicia, che benché sia dottore in legge è il

più sciocco uomo di Firenze; e la loro voglia di avere dei figli, dato che sono sposati da anni e ne

avranno un desiderio grandissimo sicuramente. C’è anche una terza, sua madre (di lei) è stata una

donna di facili costumi, ma è tanto ricca che non sa come gestirla. Fino a quel momento,

Callimaco ha tentato una via: Ligurio, un amico che viene spesso a mangiare da lui, essendo uomo

piacevole, è tenuto in conto da Messer Nicia e Ligurio si beffa di lui, e il messere gli presta a volte

dei soldi. Callimaco gli ha confessato del suo amore per Lucrezia e Ligurio ha promesso di aiutarlo

in tutti i modi. Siro lo mette in guardia perché queste persone così di solito non sono molto leali.

Callimaco gli da ragione, afferma però che ciò che fa è anche nell’interesse di Ligurio perché gli ha

promesso una buona somma di denari qualora riuscisse nel proprio intento. Se non dovesse

riuscire ne ricaverà invece una cena, così che ad ogni modo io non mangerò da solo. Ligurio ha

promesso di persuadere Nicia di andare ai bagni termali con la moglie questo maggio. Il vantaggio

sta nel fatto che in luoghi come questi ci si diverte e si festeggia, e lui potrebbe andare lì e

approfittarne per fare conoscenza col marito. Ligurio aveva detto che ne avrebbe parlato quella

mattina con Nicia. Callimaco si metterà da parte per parlare con Ligurio quando si stacca dal

dottore e dice a Siro, intanto, di fare le faccende in casa e che in caso gli fosse servito aiuto

l’avrebbe chiamato.

Scena seconda

Messer Nicia, Ligurio

Nicia dice a Ligurio di aver comunicato a sua moglie l’idea e che lei le avrebbe fatto sapere in

giornata, ma che lui ai bagni termali non ci va volentieri: perché si sposta malvolentieri da casa

propria e a traslocare moglie, fante e cose necessarie. Inoltre, dice di aver parlato con diversi

medici che consigliano diversi luoghi termali ma a lui sembrano sciocchi. Spiega poi che quando

era giovane fosse molto girovago ed esploratore anche a Pisa. Dice di aver visto la Verucola di

Pisa (cioè, il monte Verruca, a est della città, sulla cui cima del Duecento fu costruita una rocca;

così denominato per la sua forma caratteristica), il mare di Livorno e che sia più di sei volte l’Arno.

A quel punto Ligurio, sapendo che abbia viaggiato tanto, si meraviglia che Nicia non riesca ad

andare ad un bagno termale. Ligurio lo definisce inesperto con un gioco di parole, e dice di

pesargli mettere sottosopra la casa, ma che desidera tanto dei figli e infine chiede a Ligurio di

parlare lui con i medici per vedere dove gli consigliano di andare.

Scena terza

Ligurio, Callimaco

Inizia Ligurio parlando tra sé e sé, definendo Nicia l’uomo più sciocco del mondo e favorito molto

dalla fortuna con la donna che si ritrova accanto e dicendo che Callimaco può sperare bene. Arriva

Callimaco che aveva spiato entrambi parlare e che aspettava si separassero per parlare con

l’amico. Ligurio poi dice che Nicia sia un uomo con poca prudenza e coraggio e che si sposta mal

volentieri da Firenze e che lui l’abbia incoraggiato. Continua dicendo che per quanto possa piacere

questa soluzione a Callimaco, non crede che potrebbe andare come sperano, perché a questi

bagni vanno uomini di ogni genere e potrebbe capitare un uomo che a Lucrezia piaccia più di lui, in

modo che si corre il rischio di sopportare tutta questa fatica per farne giovare ad altri e che

l’abbondanza di rivali rendono il tutto più difficile. Callimaco gli dà ragione, ma non sa che altra

soluzione attuare, è impaziente e vuole un rimedio immediato, se non può avere speranza in una

qualsiasi soluzione, ne morirebbe, quindi vuole una soluzione, che sia anche crudele, bestiale, pur

di raggiungere il suo scopo.

Ligurio lo invita a frenare questo desiderio; Callimaco risponde che per farlo è necessario insistere

per mandare i due ai bagni o che trovino un’altra strada che possa dargli una vera speranza. Inoltre

Callimaco dice di sapere che uomini come Ligurio vivono per ingannare gli uomini, tuttavia, lui non

crede di essere tra quelli perché sa che l’amico perderebbe l’utilizzo della sua casa e di tutto ciò

che gli aveva promesso. Ligurio gli dice di avere fede, che le loro nature sono affini e che desidera

che l’amico adempi al proprio desiderio quasi quanto lui. Inoltre, spiega che il dottore (in legge, si

riferisce a Nicia) gli abbia commissionato di parlare con medici per trovare il bagno più adatto,

allora rivela il suo piano: vuole che Callimaco dica di aver studiato medicina e di aver fatto

esperienza a Parigi per farlo credere a Nicia che è un uomo ingenuo, e che gli dica qualcosa in

latino. Questo servirà per mandarlo al bagno che loro vogliono e a prendere un’altra soluzione a cui

l’uomo ha pensato, più fattibile del bagno. Promette a Callimaco che le sue intenzioni saranno

riuscite il giorno dopo alla stessa ora se avrà fiducia e coraggio in lui. E se Nicia dovesse fare

ricerche se tu sei medico o meno (cosa che non farà dato l’uomo che è), la cosa accadrà in sì

breve tempo che non avrà modo di arrivarci. Callimaco ha troppa speranza nelle parole dell’amico

e gli chiede come farà. Ligurio non rivela nulla per il momento, gli dice di tornare a casa ed

aspettare mentre lui andrà dal messere e se lo dovesse condurre da lui, dovrà rispettare il piano.

Canzone (dopo il primo atto): di endecasillabi e settenari, schema metrico aBbAACddCEE

ATTO SECONDO

Scena prima

Ligurio, messer Nicia, Siro

Ligurio, rivolgendosi a Nicia, parla di Callimaco come falso medico e delle sue esperienze a Parigi.

Nicia è soddisfatto di tale presentazione, perché non vorrebbe che questo presunto medico lo

cacciasse in qualche guaio e che poi lo abbandonasse. Ligurio gli dice di non preoccuparsi a

riguardo. Nicia dice di fidarsi di Ligurio ma non della scienza e che se questo medico è uomo di

dottrina non lo ingannerà solo con le parole. L’altro gli dice che se una volta parlatogli, il medico

non gli sembra un uomo di cui fidarsi, potrà dire che lui non è più sé stesso (potrebbe metterci la

mano sul fuoco, per intenderci). I due poi arrivano alla porta di casa di Callimaco, bussano e

risponde Siro; Ligurio chiede se “Callimaco” è in casa. Nicia chiede come mai non l’abbia

chiamato “maestro” (magister, titolo che spettava ai medici) e l’altro risponde che egli non si cura

di queste cose, e poi entrano in casa.

Scena seconda

Callimaco, Messer Nicia, Ligurio

Nicia saluta Callimaco in latino con un “Buongiorno, signor maestro” e Callimaco risponde in latino

“E buono a voi, signor dottore” (è un uomo colto e non esita a rispondere ad un saluto in latino, in

latino). La prima impressione di Nicia sul maestro è buona. Ligurio resta ad ascoltarli a patto che

loro parlino in modo comprensibile per lui. Nicia spiega che vorrebbe avere dei figli e per questo dà

impiccio a lui. Callimaco spiega che non gli fa altro che piacere fare del bene a uomini virtuosi

come lui. Nicia ringrazia e si mette a disposizione qualora l’altro avesse avuto bisogno, poi ritorna

sulla loro questione: chiede, dunque, se il maestro avesse pensato a quale fosse il bagno più

adatto a lui ed alla moglie. Callimaco, per poter rispondere, deve sapere in cosa consiste la sterilità

e ne elenca alcune cause in latino (genitali maschili o femminili, o qualche altro impedimento

esterno) e butta lì l’idea che la sterilità possa derivare dall’impotenza di Nicia. Nicia si vanta delle

proprie capacità negando quell’assurda idea. Allora Callimaco lo rassicura che troveranno una

cura. N

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Publisher
A.A. 2021-2022
10 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher imperele di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana 1 e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Napoli Federico II o del prof Alfano Roberta Antonietta.