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Scelta di serie TV su Netflix

Mare fuori (2020) o La compagnia del cigno (2019-2021) o Braccialetti rossi (2014-2016); o all'inglese ironica e provocatoria Sex Education; alla drammatica Serie italiana Baby (che ha avuto un grande successo mondiale); alla profonda e tragica Élite spagnola; alla Serie statunitense HBO/Sky di assoluto livello drammaturgico.

Se osserviamo l'immenso "contenitore Netflix" troviamo infatti una gamma amplissima di proposte con due polarità ai suoi estremi. Da un lato, una ricerca senza censure o remore sulle forme più audaci, libere e trasgressive della sessualità sia degli adolescenti che di altre generazioni; all'altro polo, una gamma non piccola di Serie, specie statunitensi, ma pure coreane, molto riservate e pudiche, eleganti e piacevoli dove nessun eccesso è contemplato (drammi contenuti, piccole disavventure sentimentali, umorismo senza comicità sguaiata e volgare), quasi alla ricerca di un mondo perduto di solidali.

amicizia e all'amore sentimentale, anche se con una sessualità contenuta. Queste serie spesso si svolgono in cittadine di provincia, lontane dalle grandi metropoli, che rappresentano un simbolo di una country che continua ad affascinare i "metropolitani" come un sogno perduto. La tradizione letteraria libertina dei secoli passati ha contribuito notevolmente a plasmare il moderno "libertinismo" sessuale e trasgressivo delle Serie TV che si ispirano a questa tradizione in modo esplicito. Non si può fare a meno di pensare a opere famose come "Roxana" di Daniel Defoe o "Le relazioni pericolose" di Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos. Netflix, infatti, offre storie che non sono certo pornografiche, ma sono assolutamente libere e senza pregiudizi, arrivando persino a sdoganare relazioni poliamorose, seguendo così la tradizione letteraria libertina del Settecento e dando una luce positiva all'amicizia e all'amore.casalinga/prostituta: la liberazione sessuale aperta in Usa da scrittrici come Mary McCarthy con il suo romanzo culto Il gruppo (1962) e a seguire da tutto il filone artistico e letterario beat ribelle sembra finalmente acquisire una pervasività più ampia che nei romanzi per le élites. Ma il Paese dove la sessualità si accampa al centro di molte Serie e di molti generi (dal giallo alla commedia alla faida familiare all'ambientazione storica) forse più che altrove è la Spagna: qui assistiamo a un fenomeno dell'era postfascista e clericale di Francisco Franco ancora perdura e vi è diverso che in altre realtà. - Il canone della bellezza di donne e uomini tra Serie e letteratura. Nelle rapide suggestioni che abbiamo voluto fornire in questo capitolo non possiamo concludere senza accennare a un tema significativo e rilevante per comprenderne natura e innovazione: il canone di bellezza preteso per attrici e attori specie in Serie in cui,comeabbiamo visto, per un verso la sperimentazione e per l'altro l'elemento amoroso e sessualesono dominanti. La cosa è tutt'altro che secondaria perché investe la natura stessa dellanarrazione, il ruolo degli attori/attrici, la ricaduta di immagine le Serie televisive vannofavorendo: tutti noi siamo cresciuti e ancora oggi e di costume. In questo campo è in attouna vera e propria rivoluzione che viviamo con il mito dei "divi" e delle "dive" affascinanti,spesso inarrivabili, bellissimi/e e coltiviamo il "culto" devoto di Marylin Monroe, di BrigitteBardot, di Angelina Jolie, di James Dean, di Alain Delon, di Paul Newman o di RobertRedford e via discorrendo quasi all'infinito. Il cinema ci ha abituato a questi modelliinsuperabili di bellezza e sex appeal a loro volta in grado di creare canoni di riferimento peri pubblici di tutto il mondo quasi a segnarne una precisa fisionomia antropologica e adeterminare le stesse

Narrazioni filmiche. Le cose stanno cambiando, e non poco. Vedremo quanto la letteratura fornisca apporti decisivi riappropriandosi di un segmento antropologico che era stato occupato in modo macroscopico dal cinema.

Partiamo dai dati di fatto: le battaglie delle femministe, specie in America, l'affermarsi tumultuoso dei movimenti gay e l'orgogliosa rivendicazione delle transessualità, le rivendicazioni antirazziste e, da ultimo ma con effetto dirompente sul mondo dello spettacolo e in generale sul lavoro, la deflagrazione del movimento Me Too, hanno imposto un nuovo modo di selezionare i protagonisti di film e serie TV, privilegiando l'aspetto attoriale e adeguandosi a nuovi e più "realistici" canoni di bellezza, di genere e di razza. Nelle serie TV principali delle piattaforme, ma anche di molte TV generaliste, non si pongono più limiti alla presenza di protagonisti che incarnano

personaggi di colore, gay, fortemente anticonvenzionali e poliamorosi e soprattutto non necessariamente "belli" secondo i canoni di "rotocalco" che imperavano fino a una decina di anni fa. Volti simpatici, figure cicciottelle, taglie decisamente non "ideali" hanno imposto nuovi abbinamenti di straordinaria efficacia in moltissime Serie TV (meno nel cinema dove i canoni della bellezza tradizionale sono più duri a morire), nelle tante che abbiamo citato in precedenza. Nella poesia e nei romanzi spesso i protagonisti e le protagoniste sono dichiarati "belli" "belle" e anzi sulla loro bellezza si imperniano le tessiture amorose di a infinità di pagine: ma raramente questa bellezza è descritta con modalità "fotografiche", talora è addirittura sfuggente tanto che ogni lettore si immagina a modo suo quella "bellezza": ognuno di noi, leggendo poesie e romanzi, si è immaginato la."

"sua" Beatrice, la "sua" Laura o la "sua" AnnaKarenina o Albertine o Angelica o il Principe Andrej o Tadzio o Giulietta o Amleto.

Addirittura, delle donne fondative della letteratura amorosa occidentale, Beatrice e Laura, Dante e Petrarca, pur dichiarandosi vinti dalla loro bellezza e gentilezza, non ci danno, sull'aspetto fisico, se non cenni generici e impalpabili lasciando all'immaginazione del lettore le loro fisionomie, i loro corpi (altrettanto fa Ariosto con Angelica, Orlando, Medoro, Rinaldo nell'Orlando Furioso). Magia della letteratura che consente di "concludere" con il nostro sogno il lavoro dell'autore; e non a caso, infatti, siamo spesso delusi dalla trasposizione in film di un grande romanzo; quei volti non sono i "nostri", non potranno mai esserlo.

Visto che la "fotografia" rischia di "tradire" l'immaginario, gli sceneggiatori di Serie TV dell'ultimo decennio, sospinti anche dai

"movimenti che richiamavamo, hanno rotto gli indugi, hanno riletto i classici, hanno proceduto con quanto già da metà Novecento si sperimentava nel teatro in prosa e hanno così spezzato ogni idea precostituita spiazzandoci in continuazione: le nuove forme di bellezza non rientrano più nei canoni stici, anzi quasi "allusivi" come nella grande letteratura. 3. La Storia e le storie- I classici della letteratura in televisione Se andiamo alle origini della Televisione italiana e della Rai assistiamo a un fenomeno molto particolare e peculiare del nostro Paese che corre parallelo, negli anni, ad analogo fenomeno nella Gran Bretagna con la BBC: ovvero la produzione di prime forme di Serie pressoché tutte caratterizzate dall'essere trasposizioni in TV di grandi classici della nostra e altre letterature o comunque di romanzi popolari di successo. L'elenco che si può la Rai degli anni Cinquanta/Settanta del Novecento (negli anni Ottanta vaformazione culturale. Questo approccio si rifletteva nella cura e nell'attenzione ai dettagli nella trasposizione televisiva di opere letterarie come Il mulino del Po, Ottocento, I promessi sposi, Pinocchio, Giamburrasca, I fratelli Karamazov, La cittadella, Odissea, I miserabili e le storie del commissario Maigret tratte dai romanzi di Georges Simenon. La peculiarità di queste trasposizioni italiane era la fedeltà assoluta al testo originario, mettendo in secondo piano gli elementi specifici della televisione. La Rai aveva infatti l'intento esplicito di portare nella case degli italiani grandi classici della letteratura, con l'obiettivo di contribuire al processo di formazione culturale del pubblico. Questo approccio pedagogico e formativo durò per almeno due o tre decenni del dopoguerra, durante i quali la Rai si dedicò alla produzione di fiction a puntate basate su opere letterarie di rilievo.accrescimento culturale in una fase storica in cui ancora il primato dei saperi e della stessa identità del Paese era "senza se e senza ma" riconosciuto alla letteratura in quanto tale (come del resto negli stessi programmi scolastici di ogni ordine e grado). Questa apparente subalternità della Televisione alla Letteratura mascherava però un altro grande problema su cui solo da poco si fa cenno: ovvero il linguaggio televisivo (già fortemente autonomo e affermato soprattutto negli Usa da molti anni), diversamente da quello cinematografico da decenni ampiamente sviluppato e originale, in Italia era ai primi vagiti e andava completamente costruito (non tutto quel che era nato negli Usa o che era proprio del cinema poteva funzionare alla Rai) sulla base delle peculiarità del nostro Paese, religiose, antropologiche, politiche e sociali. Appoggiarsi perciò alla Letteratura consentiva di irrobustire e sperimentare i linguaggi televisivi avendo a

Fianco straordinarie partiture narrative "sicure" e capaci di coinvolgere pubblici numerosi nell'eterno gioco dell'immaginario e dello storytelling cui da subito ci si rese conto che la Televisione avrebbe dovuto porgere centralità nei suoi palinsesti.

Ovviamente, come abbiamo già visto, anche oggi gran parte della serialità televisiva continua a essere tratta se non proprio da classici, certo da romanzi di successo, racconti, testi teatrali: quella che è cambiata è la modalità di fruizione, più autonoma (frequente infatti il ricorso nei titoli di apertura della formula "liberamente tratto da"), meno insoggezione rispetto ai testi letterari di partenza tanto da aver creato ormai un vero e proprio linguaggio peculiare della serialità televisiva in tutto il mondo a partire da questo impasto del tutto inedito nella storia dell'immaginario tra nuove potenzialità narrative digitali e radici letterarie.

entrambi in cooperazione a livello oggi "paritario" rispetto al passato della prima televisione generalista. Non è un caso che oggi le sceneggiature, le scritture "dialogiche"
Dettagli
A.A. 2022-2023
33 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Chiarapollastri di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura e lingua italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Bonazzi Alessandra.