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Estratto del documento
PRIMA PARTE.
Capitolo 1: Avanguardie e choc della modernità.
Tra Ottocento e Novecento si verifica una CRISI DEI GENERI CODIFICATI: già Leopardi ipotizza, nelle Operette
Morali, che la letteratura abbia perso il primato e che debba muoversi in zone ristrette, accontentandosi di
soddisfare il pubblico per un’e imera porzione di tempo. Anche il successo stesso dei Promessi Sposi, del resto,
dimostra la necessità di un genere in grado di coinvolgere un pubblico più ampio, il romanzo.
Tra il 1903 e il 1920 si assiste a un proliferare di proposte che, talvolta, avranno definizione storiografica solo a
posteriori, ma non bisogna credere a una o più date fisse nel trattare il racconto del XX secolo: diversi autori e
molteplici proposte si pongono in rapporti di opposizione o di sintonia, creando dialoghi e intrecci tra forme e
generi. I primi fenomeni considerabili di avanguardia sono:
Simbolismo:
Le esperienze dei simbolisti puntano su una lingua complessa ma, al contempo, dimostrano che il
pubblico borghese può ancora praticare la poesia e il romanzo, attirato dall’identificazione con
personaggi dagli stili di vita estetizzanti (come nel caso del superomismo dannunziano) o dal richiamo
dei valori autentici, opposti alla vita cittadina (ed è il caso di Pascoli). Il simbolismo si configura come un
fenomeno che implica una sorta di ribellione verso la letteratura, declinato in due soluzioni diverse: da
un lato un confinamento della parola poetica al privato; dall’altro un’estensione dei valori estetici
letterari e artistici a pubblici vasti.
Crepuscolarismo:
Le manifestazioni che saranno definite “crepuscolari” hanno in comune un atteggiamento psicologico
ben preciso: il ripiegamento dell’io lirico su se stesso e su un campo ristretto di oggetti della realtà. È
Giuseppe Antonio Borgese, nell’articolo fondativo del 1910 Poesia crepuscolare, a individuare il gruppo
dei crepuscolari: Corrado Govoni, Sergio Corazzini, Guido Gozzano e Marino Moretti. Nel loro caso,
prevale un atteggiamento antidannunziano di abbassamento dello sguardo verso mondi casalinghi e
quotidiani, nei quali l’io del poeta può ancorare i suoi valori o abbandonarsi a un lamento perpetuo.
Futurismo:
Fenomeno diametralmente opposto al crepuscolarismo è la vera e propria avanguardia che si
autodefinisce futurista, atta a costruire un’armata contro la tradizione lirica italiana: è proprio contro le
forme chiuse che i futuristi conducono la loro critica distruttiva.
Tuttavia, il racconto letterario del primissimo Novecento non può ridursi solo a queste tre etichette: abbiamo
autori che guardano ancora al secolo precedente per innovarlo (Gozzano, Saba); altri che si muovono tra
crepuscolarismo e futurismo (Govoni); altri, ancora, che aderiscono al futurismo per declinarlo in modo
originale (Palazzeschi, Ungaretti); e, infine, autori che scavano nella soggettività e agiscono sul linguaggio e sulle
forme metriche (Boine, Rèbora, Sbarb
Dettagli
SSD
Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche
L-FIL-LET/11 Letteratura italiana contemporanea
I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ila.mitra di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Aveto Andrea.