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Riassunto esame Letteratura cristiana antica, Prof. Roti Giorgio, libro consigliato Il Vangelo del Dio straniero, Von Harnack Pag. 1
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CAPITOLO III- IL PUNTO DI PARTENZA DI MARCIONE

Il punto di partenza della critica marcioniana alla tradizione sta nella contrapposizione pallina di

Legge e Vangelo, fra giustizia meschina e amore misericordioso dall’altra. Leggendo le Lettere di

Paolo, si rende perfettamente conto di queste contrapposizioni esistenti e della necessità di

abbandonare l’AT a seguito della nuova concezione di religione come metafisica etica determinante

tutte le cose. L’abbandono dell’AT comporta però un vuoto nella vecchia religione. Marcione

rimane comunque fedele alla tradizione giudaico-cristiana identificando il Creatore del mondo con

il Dio ebraico, non ritenendo così menzognero l’AT. Eleva poi il principio del bene come forza

redentrice. Il compito di Marcione era dunque quello di dimostrare che l’umanità doveva liberarsi

dal suo stesso Dio e il suo stesso Padre.

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Eristo CAPITOLO IV: IL CRITICO E IL RESTAURATORE: LA BIBBIA DI MARCIONE

097 Secondo Marcione, dopo la dipartita di Cristo, si era creata una grande cospirazione. Per Marcione

in Paolo c’erano le informazioni necessarie per incamminarsi sulla giusta strada: Paolo spiegava che

c’era solo un Vangelo e che solo lui la rappresentava. Diceva inoltre che gli altri avevano

annunciato tutti i vangeli giudaizzanti falsificati. Marcione crede che le Lettere di Paolo siano state

falsificate e che dei falsi apostoli ostacolassero Paolo. Per Marcione c’era stato anche un errore di

trasmissione, credendo avessero confuso i detti di Gesù con qualcosa riguardante la legge. Paolo era

dunque per Marcione, l’apostolo che avrebbe dovuto contrastare i falsi apostoli. Marcione poi

credeva che ci fosse un vangelo scritto, un unico veritiero, e che doveva essere fra i 4 tramandati e

che il vangelo di Matteo fosse da rifiutare. Quelli autentici dovevano essere quello di Luca o

Marco, perchè non avevano preistoria. Dunque, se le Lettere ed il Vangelo di Paolo erano stati

falsati, l’obbligo di Marcione era di liberarli dalla falsificazione. Ii motivi delle correzioni marciante

sono: 1) il rettore del mondo e dell’AT non appare come il Padre di Gesù, l’Antico Testamento non

ha predicato nessuna azione di Gesù, il buon dio non è Giudice.

CAPITOLO V- LE ANTITESI DI MARCIONE

Il titolo Antitesi dell’opera dI Marcione sembra essere usato solo da Tertulliano, la cui opera non gli

giunse solo in latino, ma anche in greco. Le Antitesi sembra poi che contenessero una serie di

discussioni in riferimento ai passi biblici. Le Antitesi non erano solo un insieme di testi e la sua

struttura non è possibile determinarla, ma stringe con la Bibbia di Marcione un rapporto

problematico, perchè non sembra che Tertulliano conoscesse qualsiasi altra opera se non le Antitesi.

Ci sono più o meno due parti: una storica-dogmatica sulle rivelazione di Paolo e degli Atti degli

Apostoli. L’introduzione dell’opera respingeva i falsi 4 vangeli della Grande Chiesa. Nell’opera

Marcione usa argomenti di polemista giudaica dell’AT e ne rifiuta l’interpretazione allegorica e

tipologica.

CAPITOLO VI- IL CRISTIANESIMO DI MARCIONE E LA SUA PROCLAMAZIONE

Marcire non ha mai elaborato un sistema dottrinale e non si è mai richiamato ad una Rivelazione

speciale. Ha rifiutato sapienza misterica e ha abbandonato la spiegazione esegetica del

testo.Marcione riteneva che la materia fosse cattiva e così il mondo, data la sua composizione

Iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii materiale. Il mondo per Marcione è dunque meschino, come il Dio che l’ha creato (definisce

l’albero cattivo il Dio dell’AT) che è cattivo perchè: ha creato l’uomo debole cosa che gli avrebbe

permesso di essere tentato; colpevolizza e punisce l’uomo con l’invio del male; punisce i peccati dei

padri sui figli. Si può dire che più che lui malvagio, lo è la sua giustizia, che per gelosia si trasforma

in malvagità. Il Dio dell’AT è poi del tutto inconsapevole dell’esistenza del dio dell’NT, buono e

giusto. Il Dio dell’AT è poi crudele anche per aver dato vita all’uomo avendogli attribuito

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componente mortale nella carne e per essere invidioso dell’uomo, temendo di veder minacciata la

sua autorità. Quando infatti l’uomo si fece sedurre dal diavolo, Dio si pentì di aver creato l’uomo.

Marcione ha sostituito il Creatore con la Legge. Per Marcione la legge non è diversa da come la

concepisce Paolo: crede che la legge morale sia santa, ma non derivava dal buon Dio. Marcione non

ha dubbi sul concetto di male, ma su quello di buono ne ha diversi: la bontà morale (ha solo valenza

terrena) e una bontà religiosa.

L’unico Dio che non ha limitazioni è quello Straniero, che conosce il Creatore del mondo sin

dall’inizio e non necessita di materiale per creare: solo lui è veramente sopra ad ogni cosa. Lo

Straniero, che discende dal suo cielo attraverso quello del Creatore, gli sottrae il Figlio.

Il buon Dio è allora bontà stessa e si autorivela e redime tutta l’umanità, aggravata dalla Legge, che

ha reso i giusti servili ed è fardello degli uomini. Il Dio buono, poi, esattamente come il Dio del

mondo, ha un figlio che ha preceduto il Figlio del primo Dio, anche se egli proviene dalla stirpe di

Davide. Si rifiuta inoltre l’idea che il Redentore, per presentarsi agli uomini, non poteva assumere

sembianza materiale, data la bruttezza della carne, dato che egli doveva rimanere puro. Ne consegue

allora che la storia di Cristo cominciate con la manifestazione del suo Redentore, nell’anno 15 del

governo di Tiberio e che fosse in un corpo fittizio. Era apparentemente un corposa era comunque

Dio in sembianze umane, messo nella condizione di sentire dolore. Cristo però, benché fosse giunto

dicendo di voler abolire la Legge, per Marcione non annunciò chiaramente un nuovo Dio, ma tale

notizia fu derivata dai suoi uditori. Cristo poi, si sarebbe recato agli inferi e avrebbe portato anche lì

la sua redenzione, sottraendo ai Creatore tutti i suoi figli. Dato che i redenti erano solamente coloro

che credevano e dato che il Dio buono secondo Marcione non puniva i peccatori, Tertulliano muove

questioni in merito, Marcione rispondeva che il Dio buono non aveva bisogno di nessuna norma da

impartire: la sola fede era sufficiente.

Altro tema importante è la fine dei tempi: una questione che probabilmente aveva messo in

difficoltà Marcione. Dato che il buon Dio non doveva essere temuto, egli non giudicava e

condannava proibendo il male. Marcione sapeva che un giorno del giudizio sarebbe venuto, dove il

buon Dio non avrebbe punito i peccatori, ma li avrebbe allontanati da sé, facendoli cadere nel fuoco

del Creatore. Tuttavia, Marcione crede come Paolo che tutti gli uomini sono peccatori se non si

lasciano redimere da Cristo, ne deriva che tutti saranno dannati. I giusti che invece sono vissuti

prima di Cristo sono negli inferi e il buon Dio non potrà dar loro vita eterna perchè non l’ha

promessa loro. Tuttavia, il Creatore non ha nulla d’eterno e quindi tutto ciò che è presso di lui finirà,

quindi non si parla nemmeno di dannazione eterna. Marcione inoltre supponeva che all’apparizione

di Cristo, il Creatore avrebbe distrutto il mondo trascinando tutto con sé, di modo che il buon Dio

rimanesse l’unico.

CAPITOLO VII- LA SANTA CHIESA DEI REDENTI E LE SUE REGOLE: CULTO,

ORGANIZZAZIONE ED ETICA

Marcione ha imparato da Paolo l’importanza della chiesa, cosa che lui aveva e con grande seguito

fino al V secolo. In essa si battezzava allo stesso modo della chiesa di Roma, si faceva l’eucarestia

come gli altri cristiani, ma con l’acqua e non col vino (prassi tipica dell’epoca). Tale chiesa

prevedeva una strutturazione al suo interno, distinguendo in primis fra chierici e laici, ma senza una

divisione di mansioni rigidamente stabilita, portando i laici anche ad assumere, provvisoriamente,

mansioni spirituali. Marcione dunque ricercava la semplicità degli ordinamenti e rifiutava le rigide

divisioni in caste, permettendo anche alle donne di battezzare., dato che l’appartenenza sessuale dei

redenti non aveva importanza (lo sappiamo da Epifanio). La chiesa marcionita aveva regole di vita

stringenti uniche nel suo genere: non ci si poteva sposare (era considerato uno scandalo), non si

potevano avere rapporti sessuali e quindi si doveva far voto di celibato. La comunità quindi si

basava sul reclutamento di nuovi membri, dato che non ci si riproduceva. Tutte queste limitazioni

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erano derivanti dalla necessità di liberarsi dalla carne peccaminosa e di limitare il Dio Creatore

malvagio, mostrandogli che non si era più al suo servizio per appartenere ad un altro Signore.

Ultima, ma non meno pesante, prescrizione era l’astinenza maggiore possibile dal cibo e dal bere

(no carne, no vino, sì al pesce) e la disponibilità al martirio. Coloro che riuscivano a mantenere

queste rigide regole, sarebbero diventati superuomini.

CAPITOLO VIII: LA STORIA DELLA CHIESA MARCIONITA: LE SCUOLE

TEOLOGICHE

Dal punto di vista liturgico e organizzativo, le chiese marciante erano simili a quelle cattoliche. La

sua chiesa a partire dall’età costantiniana si diffuse in occidente con forza, anche se nel IV secolo

era stata repressa in Egitto e Asia Minore. La chiesa marcionita si mantenne attiva più a lungo in

Palestina e Siria, incutendo più timore del pericolo manicheo. Messa in pericolo dagli Editti di

Graziano e Teodosio, la chiesa marcionita aveva dei veri e propri villaggi in campagna, perdendo

resistenza spirituale in città, finendo per soccombere. Il primo a raccontarci delle scuole marcionite

è Rodone. Altri che ripresero la dottrina marcionita furono Megezio e Apelle: Megezio distingueva

fra il Dio buono, il Demiurgo ed il Dio malvagio.

Altre testimonianze ci giungono da Epifanio, che ci racconta che alcuni marcioniti sostenevano che

Cristo fosse Figlio del Dio malvagio, altri del Dio giusto e avrebbe abbandonato il Padre,

innalzandosi al Dio superiore.

La chiesa marcionita dopo la sua morte ha visto nel suo successore diretto Lucano, rimasto fedele

all’insegnamento del maestro e direttore della scuola in Occidente. Ci sono tracce marcionite nel

prologo della Vulgata e in varie falsificazioni. La presenza poi di pezzi marcioniti nella Bibbia

cattolica prova poi la diffusione della chiesa marcionita.

Lo stesso testo marcionita è stato più volte modificato dagli stessi seguaci, dato che il maestro non

l’aveva proibito (Lucano adoperò anche delle correzioni).

Apelle aveva lasciato la chiesa marcionita e ne aveva rigettato il dualismo, influenzato d

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
5 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/06 Letteratura cristiana antica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher mati0999 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura cristiana antica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Parma o del prof Roti Giorgio.