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La tutela dei beni culturali nel costituzionalismo multilivello CAPITOLO 1: Dalle cose d’arte ai beni culturali “volatili”: la seduzione di una nazione onnicomprensiva 1. PREMESSA Fino a qualche anno fa si poteva considerare che i beni culturali non incontrassero gli interessi della legislazione italiana, nel lungo periodo compreso tra il 1939 e la fine degli anni 90, l’asse attorno la quale ruotava la disciplina del patrimonio artistico culturale ha gravitato è stata la legge Bottai. Per 60 anni l’assetto dei beni culturali ha attraversato l’evoluzione dello Stato italiano: una prima evoluzione istituzionale, con la transizione dalla monarchia alla repubblica. La considerazione che la Costituzione Repubblicana dà ai beni culturali nell’articolo 9, elevando la tutela del patrimonio storico artistico a principio fondamentale, non ha influito sul corso della disciplina. L’esigenza di mettere a punto un nuovo quadro normativo in materia di beni culturali è chiara già dagli anni 60, occorreranno però altri 30 anni perché venga preso un provvedimento. Questo intervento è il testo unico in materia di beni culturali e ambientali (1999), che non segnerà una soluzione di continuità per la disciplina, ma inaugurerà una nuova stagione normativa in materia di beni culturali. Segue poi una fase caratterizzata da un susseguirsi di interventi normativi che conferiscono alla legislazione dei beni culturali un carattere di instabilità, come accade dal 2004 al 2008. La materia deve fare, inoltre, i conti con il condizionamento esercitato a livello internazionale e sovranazionale, riscontrando un atteggiamento oppositivo del legislatore statale nei confronti delle prescrizioni prodotte e la cui integrazione non è priva di risvolti problematici. Questo sviluppo e integrazione con l’ordinamento internazionale si fa ancora più evidente considerando la locuzione bene culturale, frutto del diritto internazionale, stata importata all’interno del diritto italiano solo nella metà degli anni 70, all’interno del testo costituzionale originario l’espressione bene culturale non compariva, bensì si utilizzava una locuzione maggiormente ancorata alla tradizione italiana, patrimonio storico artistico. L’ingresso della locuzione ha prodotto nella legislazione italiana un effetto sistematico sull’ordinamento normativo, spingendolo a ricalibrare sulla nuova nozione la funzione di tutela e a ripensare la ratio1 ad essa sottostante. 2. PUNTI STORICI ALLE RADICI DELLA LEGISLAZIONE DEI BENI CULTURALI La legislazione italiana riguardo i beni culturali viene descritta all’interno del codice dei beni culturali, che è il risultato di una legislazione stratificata nei secoli. La data di nascita della legislazione italiana dei beni culturali precede la stessa unificazione nazionale. Gli stati preunitari, con approcci diversi, avevano confezionato la propria normativa di tutela delle cose d’arte talvolta interagendo reciprocamente. È quindi dall
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
22 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/09 Istituzioni di diritto pubblico

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher cam.ill.a.0x di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di legislazione dei beni culturali e dello spettacolo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma Tor Vergata o del prof Mabellini Stefania.