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RACCONTO DELLA REALTA’ IN RETE
I social media attivano relazioni comunicative e sociali tra utenti, aziende, associazioni, istituzioni,
che si basano sulla pubblicazione e sullo scambio e condivisione di contenuti.
La condivisione e le relazioni di fiducia e processi di attribuzione di credibilità che la motivano
sono elementi fondamentali perche si attivino i flussi di comunicazione nei social media.
- Nei media tradizionali il percorso di circolazione dei contenuti non e determinato dagli
utenti;
- Nei social media tutti i soggetti presenti sulla piattaforma possono (potenzialmente)
contribuire alla diffusione dei contenuti (oltre che alla loro produzione).
I contenuti che vengono diffusi e condivisi sono anche quelli considerati desiderabili o credibili, a
cui e stata accordata fiducia, e contemporaneamente i contenuti piu diffusi e condivisi spesso
possono beneficiare di un alto livello di credibilita da parte degli utenti proprio per la loro
popolarita.
Attraverso le conversazioni che gli utenti intrattengono nei social media, si costruiscono anche
racconti della realta che li circonda, rappresentazioni di eventi, problemi, temi di interesse
collettivo.
L’imperativo della comunicazione nei social media e: CONDIVIDERE.
Questa attivita ha due dimensioni fondamentali:
I. la prima e basata sulla produzione di contenuti che poi vengono condivisi (come ha indicato
O’ Reilly, il valore aggiunto del web 2.0 sono proprio gli utenti, i quali sono costantemente
impegnati nella produzione di User Generated Contents (UGC) di cui fanno parte i testi, i
video, le immagini che confluiscono nei profili e costituiscono il cuore pulsante di queste
piattaforme);
II. la seconda e basata sulla condivisione di contenuti prodotti da altri (l’attivita di ridistribuzione
e molto piu diffusa rispetto alla prima regola dell’1%: l’1% degli utenti
produce contenuti, il 9% reagisce ai contenuti (li commenta o li condivide) e il 90% si limita
a leggerli e consultarli).
Il social sharing (l’attivita di ri-distribuzione dei contenuti) e, dunque, uno dei motori fondamentali
dei flussi di comunicazione all’interno dei social media e fa in modo che gli utenti siano in grado di
incidere sulle rappresentazioni e interpretazioni della realta anche al di la delle loro immediate
relazioni sociali attraverso la ri-condivisione di contenuti.
Jenkins, Ford e Greed parlano, infatti, di spreadability dei contenuti, definendola come il
potenziale tecnico e culturale delle audience di condividere contenuti per i propri scopi.
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Van Dijck sottolinea come il social sharing sia un elemento essenziale di questa cultura e mette in
evidenza come la condivisione sia proposta come un valore sociale per due motivi:
- perche costituisce l’oggetto di una costante pressione verso gli utenti (un esempio ne sono
i social buttons);
- perche ha una connotazione positiva nell’ambito dei social media: la popolarita.
La condivisibilità delle informazioni (shareability o spreadability) e, dunque, “un elemento
strutturale delle architetture di rete” e la forma intrinseca costitutiva dei social network.
Sharing atto di condivisione:
stabilisce e rafforza i legami;
attivita di comunicazione che ha conseguenze sociali: in questo processo di condivisione e
relazione, i social media sono stati descritti, riprendendo Latour (2005) come:
- intermediari, in quanto sono veicolo di distribuzione finalizzato alla disseminazione dei
contenuti;
- mediatori, in quanto rendono possibili forme di comunicazione sociale e generano ulteriori
azioni e feedback da parte degli utenti.
nel caso in cui ci sia una semplice attivita di distribuzione di contenuti la condivisione non
genera un vero e proprio legame sociale: resta un atto di distribuzione;
nel caso in cui, invece, la condivisione sia in grado di innescare una risposta (un
commento, un like, una condivisione ulteriore) diventa l’occasione di uno scambio sociale,
e puo contribuire a costruire un legame tra coloro che condividono il medesimo contenuto;
condividere storie ( meme) per interagire con gli altri intensifica le relazioni sociali;
il social sharing all’interno dei social media:
- influisce sulla percezione e valorizzazione dei contenuti (piu un contenuto e condiviso, piu
acquista valore);
- e un tratto della socialita (condividere = atto di intensificazione sociale);
- e un tratto modellante (condividere modella le forme di circolazione dei contenuti).
Perche si condivide?
Sharing is caring (condividere e prendersi cura) intensificare le relazioni sociali e prendersi
cura degli altri sono alla base delle motivazioni per cui si condividono contenuti all’interno dei
social media.
Seguendo Kumpel possiamo identificare tre livelli di motivazioni:
motivazioni legate alla cura delle relazioni;
motivazioni legate all’ espressione del sé e all’auto-realizzazione;
motivazioni legate all ’azione all’interno di reti sociali.
Cura delle relazioni
alcuni contenuti vengono condivisi perche sono percepiti come dono utile o divertente (es:
informazioni di pubblica utilita su eventi che possono intercettare l’interesse di molti altri
utenti, come nel caso di un evento politico o di cronaca di interesse nazionale): in questi
casi l’obiettivo e “migliorare la vita delle persone a cui si condivide”;
altri contenuti vengono condivisi per nutrire e far crescere le relazioni stesse (ad esempio
post di auguri o che rimandano a una relazione diretta con un altro utente del social media).
Espressione del sé motiva le condivisioni di contenuti che raccontano la propria identita sia in
termini di valori sia in termini di caratteristiche caratteriali come gusti ed esperienze (per esempio
post o video relativi a prodotti culturali, come serie televisive o film che raccontano dei gusti di chi
li condivide, o i meme). 28
Autorealizzazione motiva la condivisione di contenuti che possono essere apprezzati dagli altri
per il loro valore esclusivo o perche esplicitano una particolare abilita di chi li condivide, ad
esempio nel cercare e trovare informazioni introvabili (per esempio immagini ancora poco diffuse
in rete di un evento imprevisto come un terremoto, o informazioni esclusive sui contenuti culturali
di rilievo per gli interessi della propria rete sociale di contatti). Attirando l’attenzione su di se, si
puo favorire la popolarita e il miglioramento della propria reputazione.
Azione all’interno delle reti sociali attivismo + campagne di sensibilizzazione su temi
specifici: si condividono contenuti che raccontano l’adesione a mobilitazioni per una causa
(esempio, movimenti di opinione che hanno trovato soppressione in rete, come #notinmyname); in
tutti questi casi la condivisione e mirata a far crescere o attivare la comunita costituita dalla propria
rete di contatti. Rientrano in questa categoria anche le condivisioni mirate a promuovere una
particolare visione di un tema politico, spesso espressione di una netta popolarita nella sua
interpretazione.
Consolidamento dell’appartenenza a una rete sociale come sottolineano Jenkins, Ford e
Green, il social sharing e motivato anche dalla volonta di offrire alla propria rete sociale contenuti
che le siano congeniali e graditi, ovvero che contribuiscano alla maggiore conoscenza o
consolidamento dei temi e dei valori che la rete sociale condivide.
Condividere, quindi, e anche un modo di esibire la propria appartenenza a una rete sociale.
Jenkins, Ford e Green includono nei contenuti condivisi per questi scopi anche quelli che
rimandiamo a tradizioni comuni, memorie condivise e contenuti pariodici: ciascuno di questi
risponde in modo diverso all’obiettivo di consolidamento delle relazioni.
Questa condivisione non si associa spesso alla produzione originale dei meme da parte degli
utenti dei social media. Esiste ormai un repertorio gia disponibile di testi sincretici che
comprendono immagini e citazioni tra cui scegliere per esibire la propria appartenenza al gruppo di
coloro che si riconoscono in un insieme di valori e di ricordi (per esempio Il milanese imbruttito,
pagina Facebook dedicata ai milanesi che offre oltre ad articoli satirici e a notizie sulla citta anche
meme contenenti frasi tipiche e stereotipate del vocabolario dei milanesi).
Infine, nel processo di condivisione di contenuti possono essere inclusi sia contenuti prodotti dagli
utenti sia contenuti professionali, che vengono ri-contestualizzati in nuovi orizzonti di discorso che
appartengono alle singole reti sociali. Un video promozionale puo essere utilizzato come forma di
espressione del se, oppure un’immagine proposta da un’organizzazione internazionale puo essere
riutilizzata per mobilitare una rete sociale verso una causa, ma anche per esprimere la propria
appartenenza a una comunita che condividere un insieme di valori (e il caso delle immagini di
#cleanseas).
I contenuti circolano in rete, quindi, sulla base delle azioni di social sharing degli utenti che li
portano ad attraversare, spesso, piattaforme e conversazioni. In molti casi questo processo
contribuisce alla creazione di un’interpretazione condivisa della realta o di quella che possiamo
definire la rappresentazione di una verita credibile e condivisa relativa a temi culturali o eventi di
cronaca. Con l’espressione verita credibile e condivisa intendiamo qui il consolidamento di una
narrazione di una porzione di realta attraverso la condivisione di contenuti percepiti come credibili
da parte degli utenti dei social media.
La storia delle fake news
Notizia fake → “notizia falsa” confezionata per essere verosimile ma che in realta non lo e oppure
puo essere in parte vera e in parte falsa (ne e stato distorto il contesto).
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Caso emblematico: CASO AUSTIN caso che si e verificata nel novembre 2016 negli Stati Uniti
in cui e possibile vedere come interagiscono condivisione e diffusione delle informazioni e i
rapporti di fiducia. L’intera storia occupa tre giorni, dal 9 all’11 novembre 2016, e puo essere divisa
in tre fasi: il primo tweet, la prima fase di diffusione e la divergenza dei flussi comunicativi.
1. Il primo tweet: 9 novembre 2016. Un utente di Twitter, Erik Tucker, pubblica sul suo
profilo una foto amatoriale che mostra un’inusuale quantita di autobus parcheggiata in una
strada di Austin, in Texas. Dopo una veloce ricerca su Google relativa a eventuali eventi in
programma ad Austin, in cui non trova niente di significativo, Tucker immagina che gli
autobus abbiano portato ad Austin da altre citta manifestanti anti-Trump con l’obiettivo di
aumentare in modo fittizio il numero di partecipanti a una manifestazione programmata
proprio quel giorno. Allega alla foto una didascalia in cui spiega cio che pensa,
accompagnato da hashtag #fakeprotests, #trump2016, #austin;
2. La prima fase di diffusione: 10 novembre 2016.
- il tweet, grazie all’hashtag #trum