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IBRIDI
E→ valore di mercato del capitale netto
D → valore di mercato del debito
IBRIDI → valore di mercato dei finanziamenti ibridi
Il costo del capitale è una misura di quanto costa a un’impresa finanziarsi alla luce della sua struttura finanziaria. Di solito è inferiore al costo del capitale netto.
225 - La gestione integrata dei rischi e creazione di valore
Con il termine risk management si intende l’attività strategica di governo dei rischi d’impresa. Tale attività fa parte della corporate governance e viene quindi inclusa tra gli elementi per la formazione del modello strategico aziendale e influenza il modo in cui l'azienda persegue l'obiettivo di massimizzazione del valore.
L’ERM (Enterprise Risk Management) è un processo strutturato che abbraccia l’intera organizzazione con lo scopo di gestire in forma integrata i rischi e comprende anche la riduzione e il trasferimento del rischio.
Il risk
Il corporate risk management - CRM - è definito come un'attività strategica di supporto al processo di direzione d'impresa, volti a creare valore aziendale a favore dei portatori di capitale di rischio attraverso un processo di identificazione, stima, valutazione, trattamento e controllo di tutti i rischi aziendali.
TRM - Traditional Risk Management
Questo processo si focalizza sulla previsione e sul trattamento dei rischi puri e sugli strumenti e le tecniche di copertura, dando rilevanza alla prevenzione ed alla protezione con il trasferimento a soggetti terzi. Si vuole quindi contribuire alla creazione di valore attraverso la minimizzazione dei downside risk.
PRM - Project Risk Management
È il processo con il quale si identificano, analizzano e trattano i rischi legati a opere pubbliche o private. Ha un raggio di azione più limitato rispetto all'ERM.
Il PRM cerca di ridurre i downside risk generati.
Nell'esecuzione del progetto conseguenti ariduzioni di ricavi o incremento di costi per interruzione del servizio
FRM - Financial Risk Management
È orientato ad analizzare in modo specifico i rischi finanziari - tasso di interesse, cambio, prezzo commodity - a cui l'impresa è sottoposta
Principali standard per la costruzione del framework di ERMLa necessità di integrare la valutazione del rischio nei processi gestionali ha spinto le istituzioni e le organizzazioni che si occupano di risk management a sviluppare standard finalizzati ad una chiara e precisa formalizzazione della funzione e dei suoi contenuti. Il fine ultimo degli standard è quello di supportare i soggetti coinvolti nell'identificazione, valutazione e nel controllo di eventi potenzialmente rischiosi.
23 1. Standard nazionali ed internazionali
a. British Standardi
contiene alcune linee guida per l'identificazione e il controllo dei rischi legati all'implementazione di progetti.
Questo standard è applicabile a molte le organizzazioni operanti nel settore industriale e dei servizi. Il modello proposto si fonda su due concetti fondamentali: definire le relazioni tra attività svolte dall'impresa e progetti, e modellare il processo decisionale delle diverse attività all'interno di ciascun progetto a tutti i livelli.
Standard australiano AZ/NZS 4360
Particolare enfasi sull'importanza di radicare la disciplina del risk management nei processi e nella cultura dell'impresa con attenzione sia ai profitti che alle perdite. L'obiettivo di questo standard è quello di facilitare l'identificazione di opportunità e minacce, traendo profitto dalle situazioni incerte e variabili ed avendo un approccio proattivo al rischio piuttosto che reattivo. In questo modo le risorse possono essere allocate in modo più efficiente.
Standard canadese CAN/CSA-Q850
Esso si focalizza sulla necessità di integrare
trasversalmente il risk management con processi chiave di qualsiasi organizzazione. Lo scopo è quello di migliorare l'efficacia e l'efficienza delle attività di gestione del rischio attraverso tutta l'organizzazione e comprendere il modo in cui il rischio viene considerato all'interno del processo decisionale. Lo standard mette in evidenza la funzione sociale del risk management che deve tenere in considerazione fattori umani e culturali. Standard professionali delle organizzazioni di risk management: a. ISO 31000 i. La norma ISO 31000 del 2009 rappresenta l'evoluzione della cultura e delle pratiche di gestione del rischio. Lo scopo è quello di mettere a disposizione di tutti gli operatori i principi e le linee guida generali sulla gestione del rischio, tenendo conto dei punti di vista più accreditati, tanto da poter essere utilizzata da ogni tipologia di organizzazione. Può essere infatti applicata a qualsiasi rischio, di qualunquenatura ead un'ampia gamma di attività.
ii. Lo standard internazionale ISO 31000 è basato su 3 pilastri: i principi, il framework e il processo. Il framework rappresenta una struttura che aiuta le organizzazioni a gestire i rischi mediante l'integrazione con la gestione aziendale ordinaria. Il processo inizia con la fase che consente di individuare correttamente i rischi e alla determinazione del contesto. Successivamente vengono svolte le fasi di risk assessment, risk treatment e risk monitoring.
b. IEEE Standard for Software Life Cycle Processes.
c. framework COSO. Lo scopo è aiutare le organizzazioni nello sviluppo e miglioramento dei sistemi di controllo interni e con l'obiettivo di integrare i processi, alle politiche e ai regolamenti esistenti. Il legame tra le componenti del processo e gli obiettivi aziendali è schematizzato in una matrice tridimensionale a forma di cubo. Questo schema consente di comprendere la flessibilità del modello:
esso può essere applicato sia all'intero processo di gestione del rischio aziendale sia distintamente alle singole categorie di obiettivi, ai componenti, alle singole unità operative. Nel complesso, il COSO framework offre un paradigma per la gestione organica ed integrata di tutte le tipologie di rischio. Il suo scopo è quello di rappresentare la migliore procedura con cui le organizzazioni possono misurare i rischi aziendali. Si sviluppa a partire dalla concezione del risk management come attività legata non solo agli aspetti negativi del rischio, ma anche a quelli positivi. Investe tutta l'organizzazione ed affronta in modo sistematico tutti i rischi che circondano le attività: rischi passati, presenti e futuri. Gli standard più completi sono ISO 31000 e COSO, entrambi insistono sulla necessaria presenza di un processo di gestione integrata del rischio, concordando nel riconoscere che la decisione del management.Circa la migliore soluzione da adottare non deve prescindere dalla valutazione del contesto in cui si trova l'impresa. Volendo trovare elementi di differenziazione, il COSO si configura come una norma complessa e articolata che molte organizzazioni hanno trovato difficile da attuare. L'ISO 31000 invece fornisce un approccio più snello e intuitivo ed è più facile da integrare.
Il processo di risk management:
- Definizione degli obiettivi di risk management e dell'impresa
- Risk assessment
- Risk treatment
- Risk monitoring
Il processo di risk management ha la finalità di:
- Definire i rischi sostenibili dall'impresa
- Sviluppare una mappatura di rischi
potenziali● permettere al management di includere in un modello finanziario dinamico gli effetti dei principali rischi identificati evidenziandone l'impatto sul valore
Identificazione degli obiettivi
E' una fase di carattere manageriale dove si pianificano le risorse disponibili per il risk management ed i criteri generali per il trattamento dei rischi. Per questo motivo il management è tenuto a definire prima: gli obiettivi strategici, poi quelli operativi ed infine a organizzare piani di azione coerenti con le aspettative degli azionisti. A seguito della prima fase viene individuato il profilo di rischio dell'impresa e dei suoi azionisti, definendo la strategia più coerente con il grado di avversione al rischio.
Risk assessment
Ha natura prevalentemente tecnica ed è suddivisa in:
- identificazione/descrizione: Comprende la mappatura di tutte le fonti dalle quali possono scaturire eventi negativi in grado di compromettere il raggiungimento degli obiettivi.
E’ consigliabile classificare le fonti di rischio in esterne e interne individuando dove si possono verificare sia i rischi puri che quelli speculativi. La maggiore attenzione sarà posta sull’identificazione del downside risk, ovvero del rischio di perdita. ● Tecniche di mappatura dei rischi: a. FTA - Fault Tree Analysis, che prevede di identificare un evento indesiderato, detto top event, al quale collegare un albero logico nel quale, al top event vengono legati altri eventi, detti lower events, servendosi della logica booleana. b. FMEA - Failure Mode and Effect Analysis, è una procedura per l’analisi del manifestarsi di un evento negativo, failure, caratterizzato dalla classificazione in termini di severity. E’ un metodo largamente utilizzato nell’impresa manifatturiera nelle varie fasi del ciclo di vita di un prodotto. Questa tecnica è stata introdotta per evitare i danni conseguenti ai difetti di produzione o alle interruzioni nella catena produttiva. c.FMECA - Failure Mode, Effect and Critical Analysis, è stata sviluppata per integrare nel metodo precedente un'analisi di criticità per ottenere risultati anche su campioni molto piccoli di manufatti. Una volta identificati gli eventi sinistri è necessario descrivere i rischi a cui l'impresa è sottoposta, utilizzando delle schede di rischio dove i singoli eventi vengono classificati. Stima dei rischi: - Stime qualitative dei rischi puri: - Queste stime utilizzano scale descrittive per illustrare gli effetti economici e le probabilità di realizzazione di un evento aleatorio. La tecnica più diffusa è quella della matrice probabilità-impatto, la quale richiede per la sua implementazione la definizione di: - Una scala qualitativa che indichi la probabilità relativa al verificarsi di un determinato evento - Una scala