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IL FUMO DI TABACCO
La pianta del tabacco è originaria dell’America ed è stata introdotta in Europa alla fine del 15° secolo. Inizialmente, il
tabacco veniva utilizzato masticandone le foglie o fiutandone la polvere; in seguito, si passò all’uso di pipe e sigari e
con l’avvento della rivoluzione industriale ebbe inizio la produzione di sigarette. Il fumo di sigaretta è costituito da
una miscela che comprende una fase gassosa, composta da gas e vapori non condensati e una fase solida, composta
da milioni di particelle microscopiche in grado di arrivare agli alveoli. Nel fumo sono contenute più 4000 sostanze
chimiche, divise tra sostanze tossiche, irritanti e cancerogene.
SOSTANZE TOSSICHE
Tra queste sostanze rientrano la nicotina e l’ossido di carbonio. La nicotina è una sostanza psicoattiva che pertanto fa
rientrare il tabacco tra le droghe, possedendo un’azione di rinforzo positivo. Le normali sigarette contengono circa 10
mg di nicotina, che viene rapidamente assorbita dagli alveoli polmonari e raggiunge il cervello, dove interagisce con
determinati recettori provocando diverse azioni fisiologiche. Dal 1996 il tabagismo rientra tra le patologie di
dipendenza, perciò è caratterizzato da dipendenza psicologica, fisica e acquisizione della tolleranza:
la dipendenza psicologica si manifesta con il craving
la tolleranza si acquisisce rapidamente e si riduce durante le ore notturne, per poi riprendere il giorno dopo
la dipendenza fisica si manifesta nel giro di poche ore con la sindrome di astinenza, che causa sintomi come ansia
e irritabilità
L’uso del tabacco attraversa un processo di alcune fasi:
1. fase di avvicinamento viene elaborato un giudizio favorevole sul consumo, considerando la possibilità di
→
provare un’esperienza in grado di rispondere a bisogni o aspettative
2. fase di contatto vengono valutati gli effetti, vantaggi o svantaggi sperimentati
→
3. fase di stabilizzazione si determina un certo stile di consumo
→
Il principale fattore di rischio nella continuazione dell’uso di tabacco è rappresentato dalla precocità della prima
sperimentazione, che solitamente avviene tra gli 11 e i 15 anni. La nicotina inoltre è responsabile di numerosi effetti
fisiologici su vari organi e sistemi, tra cui:
determina alterazioni dell’elettroencefalogramma
aumenta la memoria a breve termine e la capacità di apprendimento
diminuisce il tono muscolare
può contribuire all’abbassamento del colesterolo HDL
aumenta il rischio di formazione di trombi nel sangue
È evidente come le sostanze tossiche agiscano in particolar modo sull’apparato cardiovascolare, determinando
problematiche come l’aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa. Nelle donne in gravidanza,
l’ossido di carbonio è responsabile del minor peso del bambino alla nascita e aumenta il rischio di mortalità
perinatale.
SOSTANZE IRRITANTI
Nel fumo di tabacco sono presenti anche sostanze come ossido di azoto, ammoniaca e formaldeide, le quali hanno
un effetto irritante sull’apparato respiratorio, bloccando il movimento ciliare delle cellule dell’epitelio bronchiale.
Queste sostanze determinano anche un aumento della produzione di muco, arrivando a causare persistenti ostruzioni
dei bronchi che, con l’azione di altri fattori, possono evolvere in patologie definite “broncopneumopatie ostruttive
croniche”.
SOSTANZE CANCEROGENE
Nel fumo di tabacco sono presenti più di 50 sostanze cancerogene, la maggior parte derivate dal catrame: queste
sostanze si dividono tra iniziatori tumorali, cancerogeni completi e co-cancerogeni. Gli effetti dannosi del fumo si
manifestano dopo 20 o 30 anni dall’inizio del suo uso, con un’elevata correlazione all’insorgenza di tumore al
polmone e patologie cardiovascolari.
EPIDEMIOLOGIA
Secondo i dati dell’OMS, il fumo di tabacco rappresenta il più grande pericolo per la salute. Nel mondo si contano
circa un miliardo di fumatori, di cui circa l’80% vive in paesi a basso e medio reddito e ogni anno, a causa del fumo,
muoiono circa 8 milioni di persone. In Italia i dati dell’ISS affermano che quasi un italiano su quattro è un fumatore,
con una prevalenza nel genere maschile e una maggiore diffusione nella fascia dai 25 ai 44 anni. Nel 2003 l’ISS
commissionò un’indagine campionaria volta a valutare il grado di dipendenza da nicotina tramite il test di Fagerstrom,
cioè una serie di quesiti che permettono di suddividere i fumatori in diverse classi di dipendenza; il test fu
somministrato a tre gruppi di età, per poi essere confrontato con quello dell’intera popolazione. I risultati indicavano
che i fumatori con forte dipendenza erano inferiori tra i giovani e che il numero medio sigarette al giorno, che varia
tra 12 e 16, tende ad aumentare con l’età.
FUMO PASSIVO
Il fumo di tabacco è dannoso anche per chi non ne fa un uso diretto e vi è esposto passivamente. Tra i danni del fumo
passivo troviamo il basso peso alla nascita, morte improvvisa del neonato e malattie respiratorie e ischemiche.
PREVENZIONE
Nel caso degli ex fumatori, il rischio di patologie cardiovascolari tende a diminuire nel corso degli anni, a differenza
delle patologie neoplastiche e respiratorie, per le quali la riduzione del rischio è più graduale. Gli interventi preventivi
possono consistere in interventi legislativi ed educativi: tra questi ricordiamo la norma approvata nel 2002 che
prevede l’applicazione del divieto di fumo in tutti gli spazi confinati (ad eccezione di quelli privati) e le campagne di
sensibilizzazione rivolte soprattutto alla popolazione in età scolare.
CAPITOLO 14 – ALCOL ETILICO
ALCOL ETILICO
L’alcol etilico (o etanolo) è una delle droghe più diffuse al mondo. Le sue molecole sono piccole e idrosolubili, perciò
per essere assorbite non richiedono la digestione, ma arrivano al sangue tramite diffusione; la velocità di
assorbimento varia in base a diversi fattori: ad esempio, in caso di presenza di cibo nello stomaco sarà più lenta,
oppure, in presenza di anidride carbonica, sarà più veloce. La concentrazione di alcol nel sangue è definita
“alcolemia” e raggiunge il picco dopo circa un’ora dall’ingestione, per poi azzerarsi entro sei ore. L’alcol viene
eliminato per il 10% attraverso le urine, mentre il 90% viene metabolizzato nel fegato, dove viene trasformato in
acetaldeide e successivamente degradato in acqua e anidride carbonica ed è proprio l’acetaldeide, assieme ad altre
sostanze, a produrre effetti dannosi per l’organismo.
La concentrazione alcolica presente nel sangue corrisponde a quella presente nel Sistema Nervoso Centrale e questa
è la principale caratteristica alla base del funzionamento dell’etilometro, ossia lo strumento attraverso cui è possibile
misurare la concentrazione di etanolo nel sangue e nel cervello, soffiando all’interno di un apposito recipiente;
attualmente, in tutti i Paesi della Comunità Europea, il limite di alcolemia consentito per la guida di autoveicoli è di 50
mg di etanolo per 100 ml di sangue.
DOSE GIORNALIERA ACCETTABILE
Secondo l’OMS la dose giornaliera di alcol accettabile è di 30 grammi. Negli ultimi decenni si è verificato un aumento
della produzione di birra e superalcolici, senza dubbio legato ad aumento nel consumo di queste bevande: nello
specifico, è stata notata una diminuzione del consumo di vino a favore di un maggiore consumo di birra e
superalcolici, specialmente tra i giovani.
DANNI DA ALCOL
È stato dimostrato che l’uso di alcol aumenta la mortalità per diverse cause, tra cui cirrosi epatica, tumori, omicidi,
suicidi e incidenti stradali. Per quanto riguarda la morbosità, i disturbi correlati all’alcol sono responsabili di circa un
quarto delle ospedalizzazioni e associati a malattie neuropsichiatriche e non solo, di tipo acuto e cronico, tra cui:
alterazioni neuropsichiatriche acute insorgono per un abuso di alcol, per un consumo occasionale o per una
→
sindrome da astinenza; si tratta di stati di alterazione psicomotoria, conseguente ad un’intossicazione acuta
disturbi neuropsichiatrici cronici hanno origine da deficit nutrizionali, malassorbimento gastrico o disfunzioni
→
epatiche associate ad un’assunzione cronica di alcol
disturbi sistemici acuti e cronici comprendono disturbi gastrointestinali come esofagiti, pancreatiti o cirrosi,
→
disturbi ematologici e cardiovascolari e interessano perlopiù adulti e anziani
ALCOLISMO
L’OMS definisce la sindrome da dipendenza alcolica come “una condizione psichica e fisica, derivante dall’assunzione
di alcol, caratterizzata da comportamenti e altre reazioni che includono la compulsione ad assumere alcol per
sperimentare gli effetti psicotropi o evitare il disagio di rimanere senza alcol.” Vengono inoltre distinti i disturbi da
uso di alcol e i disturbi indotti dall’alcol.
STADI DELL’ALCOLISMO
La dipendenza da alcol si sviluppa in alcune fasi:
1. fase pretossicomanica, caratterizzata dall’aumento della tolleranza
2. fase prodromica, in cui compaiono le amnesie da alcol
3. la fase cruciale con perdita del controllo sul comportamento potatorio e sull’adattabilità sociale
4. fase cronica o stadio finale delle complicanze mediche, con riduzione della tolleranza per l’alcol
FATTORI DI RISCHIO PER L’ALCOLISMO
L’alcolismo è influenzato da diversi fattori, tra cui:
fattori genetici diversi studi hanno dimostrato che i figli di alcolisti hanno una più alta probabilità di diventarlo
→
in futuro, anche se cresciuti da genitori adottivi senza problemi con l’alcol
fattori individuali l’alcolismo è strettamente legato alla depressione, seppure solitamente questa sia la
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conseguenza e non la causa, che invece sarebbe riconducibile ai disturbi d’ansia
fattori culturali nella maggior parte dei casi, l’approccio all’alcol avviene durante la preadolescenza in famiglia
→
o in situazioni di socialità, durante le quali, in base alla cultura mediterranea, si è soliti consumare vino o altre
bevande alcoliche
fattori sociali tra questi vi sono fattori come disoccupazione o solitudine, tuttavia l’alcolismo colpisce anche i
→
soggetti in buone condizioni socioeconomiche
QUADRI CLINICI
Intossicazione acuta da alcol l’alcol ha un’azione deprimente sul Sistema Nervoso Centrale, ma può apparire
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come uno stimolante per via della soppressione dei meccanismi di controllo inibitori. In realtà, l’iniziale euf