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NUCLEO+CODA=RIMA

Anche in lingue conosciute esempi in cui il nucleo di sillaba non è una vocale:

  • Trieste: nome sloveno - Trst
  • In croazia chiesa - Crkva
  • castle: in inglese il nucleo di sillaba è laterale
  • machen: in tedesco il nucleo è chn

Sonorità intrinseca e sillabazione:

  • I suoni possiedono una sonorità intrinseca, ovvero una maggiore intensità naturale indipendente dalla forza con cui l'aria esce dai polmoni. Ad esempio, se provo a urlare "A" e provo "P", a parità di forza certi suoni hanno un volume maggiore rispetto ad un altro.
  • La sonorità intrinseca è correlata all'apertura del canale fonatorio, più esso è aperto maggiore è la sonorità intrinseca. Più il cavo orale è aperto maggiore sonorità intrinseca, mentre se il cavo orale è chiuso la sonorità intrinseca è minore.
  • In una parola, passando da un suono all'altro si hanno variazioni di sonorità intrinseca, ad ogni

minimo di sonorità, cioè ad ogni massimo restringimento del canale fonatorio inizia una nuova sillaba- Sonorità intrinseca è connessa con l'apertura del cavo orale : A PIn una parola si passa attr vari valori son intrinseca: a ogni min sonorità ovvero max restringento canale fonatorio comincia una nuova sillabaPrima di ogni minimo comincia una nuova sillabaK: occlusiva, velare sordaU: posteriore alta arrL: laterale, alveolare sonoraT: occlusiva dentale sordaU: post, alta arrR: vibrante, alveolareI: anteriore, alta, non arrS: fricativa alveolare sordaT: occl dentale sordaA: bassa cx non arrQuali sono i minimi? In corrispondenza t,r,s,t: grafia contrasta con meccanismi neuromotori di articolazione cul-tu-ri-staQuando il nostro apparato fonatorio si dispone per tornare ad aprirsi fa una piccola pausa: ad ogni inizio di apertura c'è una piccola cesura che da la scansione della sillabaSonorità inferiore al nucleo e sempre crescentiVocali

e sillabazione: i dittonghi

In una sillaba il nucleo è occupato per lo più da una vocale, ma tale vocale può essere seguita da un'altra vocale, che si chiamerà semivocale e formerà con la prima un dittongo: vocale + semivocale

Si chiama dittongo un movimento della lingua nello spazio vocalico all'interno della stessa sillaba, naturalmente la semivocale avrà apertura (e sonorità intrinseca) minore

Es. cauto [kau̯.to] u: semivoc, dopo il nucleo, , [lai.do] le semivocali sinotano con ̯ ̯

Se però la seconda vocale è accentata allora sarà nucleo di sillaba, es. guaito: [gwa.ʔi:.to]: la presenza dell'accento sulla i: aumenta la sonorità intrinseca, consentendo ai di assumere nucleo di sillaba

Vocali e sillabazione: due fatti fonetici

Se una vocale è seguita da una

nasale all'interno della stessa sillaba (tautosillabica) essa si nasalizza, cioè un po' d'aria esce anche dal naso.

UNA VOC SI NASALIZZA QUANDO:

  • Quando è seguita da nasale teutosillabica
  • Quando è seguita da una consonante nasale tautosillabica: ovvero appartiene alla stessa sillaba
  • Quando si trova in sillaba chiusa da nasale

Sillaba aperta: finisce in voc

Sillaba chiusa: finisce in consonante, se ultimo fono è una nasale, la vocale precedente si nasalizza.

Es. [kãn.ta.no], le vocali nasali si notano con coda sillabica in nasale: quando la sillaba termina in nasale, la vocale precedente si nasalizza.

SOLO X ITA:

  • Se una vocale si trova contemporaneamente in:
  • sillaba tonica
  • sillaba aperta si allunga: solo se si trova in sillaba tonica, aperta e non finale in italiano
  • sillaba non finale

Es. [kãn.'ta:.re], ma [ve.ri.'ta]

La lunghezza vocalica in italiano non è mai distintiva: Lunga e breve hanno cost complementari: dove sta

una non sta l'altra

Tratti sovrasegmentali:

  • Ciò che non è intrinseco al segmento fonico, ma gli è esterno come la musica al testo di una canzone, si chiama tratto sovrasegmentale, i tratti sovrasegmentali sono 4:
  • tratti che sono esterni ai segmenti, molte lingue li usano per aggiungere informazione
  • accento
  • 1)
  • 2) lunghezza
  • 3) tono
  • 4) intonazione

Accento: insieme di 3 strategie simultanee per rendere più percettibile/udibile/saliente una sillaba rispetto alle altre

Chiamiamo accento 3 strategie per rendere più percettibile, più saliente una sillaba:

  • 1) pronunciarla con maggiore intensità: magg tensione
  • 2) pronunciarla più alta
  • 3) pronunciarla più lunga: farla durare un tempo maggiore

Le tre strategie sono generalmente compresenti ma una tende a far prevalere pur applicandole sempre tutte e tre, si avranno così:

a) Lingue ad accento espiratorio (italiano): sillabe accentate

Sono un po' più lunghe alte, ma molto più intense delle atone soprattutto pron con maggiore intensità, per ita e tedesco: sillabe toniche rispetto a quelle atone sono un po' più alte, un po' più lunghe, molto più intensità e volume.

Lingue ad accento musicale (greco cl., serbo-croato): sillaba tonica un po' più intensa, lunga ma molto più acuta, alta rispetto alle altre.

Lingue ad accento di durata (georgiano): sillaba più intensa, più alta ma molto più lunga. L'elemento più percepibile della sillaba accentata è sempre la vocale.

Sillabe toniche un po' più intense, alte ma molto più lunghe. L'accento è posto all'inizio della sillaba accentata - può essere distintivo cfr. it ['me:.ta] vs [me.'ta] e si nota con ' prima della sillaba accentata.

Nucleo parte della sillaba in cui più si sente l'accento, maggiore udibilità del nucleo sillabico.

Lunghezza: è la durata cronologica della realizzazione di un segmento.

Ci sono vocali lunghe e brevi, consonanti lunghe e brevi.

In alcune lingue ha valore distintivo. Può avere valore oppositivo: da solo può generare due parole di significato diverso.

Lat. palus "palude" vs pālus "palo", malus: malvagio <-> maalus: melo, levis: leggero <-> leevis: liscio.

Mil. [kar] "carro" vs [ka:r] "caro", it. pala vs palla ['pa:.la] vs ['pal.la], gen: casetta: cassetta, caaseta: calza.

La lunghezza si nota in IPA con : o, nel caso delle consonanti, ripetendo il segno della consonante.

Per le vocali i due punti, per le consonanti duplichiamo il segno nell'occlusiva. È più lungo il silenzio prima dell'esplosione.

Quando la consonante è lunga: X SILLABAZIONE: CAPPI: kap.pi

Tono: è l'altezza o variazione di nota musicale associata ad una sillaba (udibile soprattutto sulle vocali).

In certe lingue, dette tonali, esso è distintivo:

Cinese mandarino 4 toni.

es.mā (alto costante) “mamma”má (ascendente) “lino”mǎ (discendente- ascendente) “cavallo”mà (discendente) “ingiuriare, sgridare”la modulazione tonale oppone parole di significato diversoIl tono in svedese: ton puo opporre parole sign div,le sing sillbae hanno anche tono divarticolo postposto in rumeno, albanese, lingue scandinavese sono det a liv segmentale sono identici, ma non compl omofoniforme che a liv segmentale hanno gli stessi fonia liv sovra segmentale sono diversiIntonazione• È la curva melodica associata ad un enunciato, in certe lingue ha valoredistintivo ZAIn molte lingue l’intonazione ha val distintivo, serve a parità di segmenti atrasmettere ulteriori informazioni e a distinguere enunciati di valore diversoFonetica: studia i suoni nella loro dimensione concreta e materiale, nella lororealizzazione fisico-acusticaFonologiaStudio dei suoni dal punto di vista funzionale: considera

Suoni come unità solose sono in grado di generare opposizioni dal punto di vista del significato, cioè considerando la loro capacità di generare opposizioni-studia le regole che riguardano la fonotassi: quali sequenze di suoni sono ammesse vicino ad altri suoni, le lingue eleggono solo alcuni suoni possibili e alcune sequenze di suoni possibili. Si occupa di capire quali regole attivano sistematicamente per generare sequenze di suoni che il parlante nativo sente come ben formati.

La fonologia studia la dimensione astratta del livello fonico, quella legata alla competenza, alla lingua, al codice. Ne fa parte anche lo studio delle regole che governano la distribuzione dei suoni. Ad esempio, in italiano, la parola "cucchiaio" ha 3 consonanti in principio di parola solo se la prima è [s] o [z], la seconda è un'occlusiva o fricativa, la terza è una laterale, una vibrante o un'approssimante.

['strap.po]/['zdra:.jo]/[sfja.'ta:.re]/['zvja:.re]

Fonemi: unità di studio di base della fonologia, unità astratta e mentale=LANGUE<->fono: un concreta=PAROLE

Due suoni che scambiati tra di loro danno luogo a parole di significato diverso sono due fonemi: ovvero 2 unità funzionali, 2 unità puramente mentali cfr. le coppie minime ['ka:.ne] vs ['pa:.ne] conte vs ponte, casto vs pasto, polpo vs colpo

Queste parole mi dicono che k e p sono due fonemi se li scambio posso ottenere parole significato diverso, es tahitiano NON OPPONE k a p ['sãn.to] vs ['mãn.to] ['ka:.lo] vs ['kal.lo]. si opone l breve a l lunga, allora nei fonemi dell’it ci sono anche consonanti lunghe, la lunghezza come tratto sovra segmentale ha valore distintivo ['mi:.tʃa] vs ['mit.tʃa] mivia vc miccia: anche suoni simili possono avere pertinenza fonológica completamente diversa ['rat.tsa] vs ['rad.dza]

única copia minima con ts vs dz stesso statuto difonemi, ma rendimento funzionale molto diverso, non posso scegliereliberamente di realizzare ts e dz

A livello concreto realizzazione dei suoni molto più complesse

Esposta da Nikolai TRubezkoy: esponente della scuola di Praga a fine anni20 e anni 30 in un’opera che si intitola fondamenti della fonologia

Varianti dei fonemi o allofoni li divide in:

  1. Allofoni liberi: varianti stesso fonema realizzati nella stessa posizione: il parlante nativo sempre sente la stessa parola

Se due suoni possono essere scambiati in ogni contesto allora sono varianti di uno stesso fonema allofono libero variante che può occorrere in tutte le posizioni

Dettagli
A.A. 2022-2023
44 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/01 Glottologia e linguistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giorgia.cammarata di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Glottologia per lingue e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Scala Andrea.