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Accento prosodico e accento grafico

Particolare forza e intensità di pronuncia di una sillaba relativamente ad altre sillabe, che fa sì che in ogni parola plurisillabica tendenzialmente, o in un gruppo di parole prodotto con un'unica emissione di una sillaba presenti, rispetto alle altre, una prominenza fonica voce.

Accento circonflesso -> indica la vocale "i" risultante dalla fusione di due suoni (principî -> plur. principio). Può essere libera o fissa. La posizione dell'accento può essere determinante per la pronuncia e a volte ha valore fonematico, ossia ha valore distintivo oppositivo. In italiano l'accento è tipicamente libero e può trovarsi sull'ultima sillaba, sulla penultima, sulla terzultima e raramente sulla quartultima. Può determinare parole diverse a seconda della sua posizione: es. ['ka:.pi.ta.no] ≠ [ka.pi'ta:.no]. L'accento è anche un elemento centrale nella

Strutturazione prosodica dell'enunciato. La successione della catena parlata di sillabe atone e sillabe toniche dà luogo al ritmo. Ogni lingua ha un ritmo particolare: l'italiano è una lingua fondamentalmente a isocronismo sillabico (ad ogni parola viene assegnata durata analoga alle sillabe atone). L'associazione di

Dal punto di vista fonologico viene riconosciuta come unità ritmica di base il piede, ossia una sillaba forte e una debole. Ci sono due tipi fondamentali di:

  • Trocaico -> sillaba forte precede sillaba debole
  • Giambico -> sillaba debole precede sillaba forte

Tono e intonazione riguardano l'altezza musicale con cui le sillabe sono pronunciate e la curva melodica a cui la loro successione dà luogo, l'altezza relativa di pronuncia di una sillaba può variare.

In molte lingue, può avere valore distintivo pertinente a livello di parola, cioè distinguere da solo parole diverse, anche se paiono foneticamente uguali (lingue tonali). L'andamento melodico con cui è pronunciato un gruppo tonale o un gruppo ritmico o un'intonazione è l'intero enunciato conferisce. L'intonazione è in sostanza una sequenza di toni che all'emissione fonica nel suo complesso. In italiano, il valore interrogativo di un enunciato è associato ad un'intonazione ascendente, un'intonazione costante, un'intonazione discendente; è tipica degli enunciati; ha valore esclamativo. La lunghezza è l'estensione temporale relativa con cui i foni e le sillabe sono prodotti. La lunghezza riguarda. Brevità e lunghezza sono concetti molto relativi, bisognerebbe dunque più precisamente parlare di foni più o meno. La quantità delle vocali e delle consonanti.

Può avere valore distintivo la lunghezza delle vocali. In italiano, le consonanti non hanno funzione distintiva, a meno che non supponiamo che le consonanti che nella grafia per le vocali, in italiano, possono essere sia semplici che doppie, realizzino appunto un'opposizione di durata; ma in italiano, la durata non è pertinente. Nella fonetica sperimentale su base acustica, appositi apparecchi e programmi di analisi del suono consentono di fornire rappresentazioni in termini di tracciati dei caratteri fisici della catena parlata prodotta. I diagrammi ottenuti dalla scomposizione del segnale nelle proprietà ed elementi che lo formano sono detti "spettrogrammi".

Capitolo 3: Morfologia

3.1 Parole e morfemi

La morfologia è la branca della linguistica che si occupa dello studio della struttura di una parola. Il morfema è la minima combinazione di elementi minori dotati di significato. Una parola è un insieme di morfemi, costruita spesso attorno a una base lessicale che possa rappresentare da sola un segno linguistico.

compiuto o possa comparire come unità separabile costitutiva di un messaggio. Esistono dei criteri che permettono un'individuazione più precisa, come:
  • Rigidità dei morfemi all'interno della parola;
  • I confini di parola sono punti di pausa potenziale in un discorso;
  • La parola è di solito separata/separabile nella scrittura;
  • Foneticamente la pronuncia di una parola non è interna ed è caratterizzata da un unico accento primario.
Se proviamo a scomporre le parole in unità più piccole (morfemi), unità di prima articolazione dotate di. Per far sì che venga riconosciuto come morfema, questo deve ricomparire come isolabile con lo stesso significato in tutte le parole che lo contengono. È un morfema inteso come forma, dal punto di vista del significante, prima e indipendentemente dalla sua analisi.

funzionale e strutturale. Variante formale di un morfema realizza lo stesso significato di un altro morfo. L'allomorfo è la, che equifunzionale con cui è in distribuzione complementare; è ciascuna delle forme diverse in cui si può presentare uno stesso morfema. Il criterio in base a cui possiamo dire che si tratti dello stesso morfema è che l'elemento individuato abbia sempre lo stesso significato e si trovi nella medesima posizione nella struttura della parola. Le cause dei fonemi di allomorfia sono solitamente da cercare nella diacronia, vale a dire da riportare a trasformazioni avvenute nella forma delle parole e dei morfemi, spesso per ragioni fonetiche. Perché si possa parlare di allomorfia occorre che ci sia una certa affinità tra i diversi lungo l'asse del tempo. Un morfema lessicale viene sostituito da un morfema.

totalmenteEsistono anche casi in cui, in certe parole, diverso ma con lo stesso significato (es. acqua e idrico). Questo fenomeno prende il nome di suppletivismo. Anche i casi in cui l'origine della parola è in diacronia la stessa, ma per stratificazione storica si hanno due morfi diversi, l'uno che mantiene la forma originaria e l'altro che ha subito le modificazioni dello sviluppo fonetico.

3.2 Tipi di morfemi

Possono essere individuati sulla base della loro funzione oppure sulla base della loro posizione. Nella classificazione funzionale si distinguono morfemi:

  • Lessicali - stanno nel lessico e costituiscono una classe aperta;
  • Grammaticali - stanno nella grammatica e costituiscono una classe chiusa.

Nella classificazione basata sulla posizione, si distinguono morfemi:

  • Derivazionali;
  • Flessionali.

Tuttavia, la distinzione tra funzionale e lessicale non è sempre così netta. In italiano, ad esempio, esistono parole funzionali (pronomi, preposizioni, etc.) che possono essere considerate anche lessicali in determinati contesti.

articoli…) che formano delle classi grammaticali chiuse, ma che difficilmente si possono definire classi grammaticali a pieno titolo (alcuni degli elementi di questi elementi possono essere scomponibili in ulteriori morfemi, es. un-o).

Una distinzione che si fa nell’ambito dei morfemi è quella tra liberi e legati (morfemi lessicali) (morfemi grammaticali). Tuttavia, questa distinzione non è propriamente corretta in italiano, in quanto spesse volte le radici dei morfemi legati sono per lo più morfemi legati. Nel caso degli affissi, invece, sono sempre morfemi legati.

La derivazione, che dà luogo a parole regolandone i processi di formazione, e la flessione, che dà luogo a forme di una parola regolandone il modo in cui si attualizzano nelle frasi, costituiscono i due grandi ambiti della morfologia. La derivazione agisce prima della flessione: prima costruiamo parole a cui poi applichiamo la derivazione. La flessione non è obbligatoria, la flessione lo è.

è e si applica a qualunque basele dovute flessioni. Mentrelessicale ad essa soggetta.Tipi posizionali di morfemiI morfemi grammaticali si suddividono in classi diverse a seconda della collocazione che assumono rispettoal morfema lessicale o radice (=testa). Quando sono considerati dal loro punto di vista posizionale, vengonogeneralmente chiamati affissi, ossia ogni morfema che si combina con una radice. Nello specifico si parla di:
- Prefissi se precedono la testa (in italiano sono solitamente derivazionali);
- Suffissi se seguono la testa. I suffissi con valore flessionale si chiamano desinenze;
- Infissi se sono inseriti dentro la radice;
- Circonfissi se sono formati da due parti, una che precede e l'altra che segue la testa;
- Transfissi sono incastrati alternativamente nella radice, dando quindi luogo ad una discontinuità sia dell'affisso che della radice.
Altri tipi di morfemi
- si manifestano con la sostituzione di un fono con un altroSostitutivi.

Perché . Tali morfemi costituiscono mutamenti fonici della radice e quindi sono praticamente da essa inseparabili (es. foot – feet).

La distinzione marcata nella grammatica di una lingua non viene rappresentata in alcun modo nel significante.

Un morfema zero/morfo zero, un determinato valore morfologico si manifesta attraverso la posizione dell'accento.

Certi valori morfologici in certe lingue vengono affidati a processi non riconducibili a specifici morfemi soprasegmentali, come ad esempio la reduplicazione (ripetizione della radice lessicale o di una sua parte).

Morfemi cumulativi, morfemi grammaticali che creano più di un significato o valore.↪ Amalgama, caso speciale dei morfemi cumulativi; morfema dato dalla fusione di due morfemi che non sono più distinguibili (es. preposizione articolata francese au).

Per superare i problemi legati all'allomorfia, è stata introdotta una nuova entità: morfoma, priva

di formafonologica concreta e con un significato esclusivamente morfologico.

3.3 Derivazione e formazione delle parole

I morfemi derivazionali mutano il significato della base a cui si applicano, aggiungendo nuove informazioniin ogni linguarilevanti. La derivazione permette di formare un numero teoricamente illimitato di parole;esiste una lista finita di moduli di derivazione che danno luogo a famiglie di parole.

si pone in italiano il problema della vocaleNella grande maggioranza delle forme verbali e deverbalitematica, alla quale non corrisponde un reale significato che modifichi la base (per questo motivo vienechiamata morfo vuoto).

I morfemi che sono allo stesso tempo lessicali e derivazionali, radici e prefissi prefissoidi. Esistono anchemorfemi con significato lessicale, come le radici, ma che si comportano come suffissi nellasuffissoidi, cioèformazione delle parole.

Quando le parole sono formate da due

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Publisher
A.A. 2022-2023
38 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/01 Glottologia e linguistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher dvd.borsa di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Glottologia per lingue e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Scala Andrea.