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XIX.
Jan Baudoin de Courtenay linguista polacco appartenente alla “scuola di Kazan” fece un
importante distinzione tra: “dinamica” e “statica” dei suoni.
Dinamica: studia le leggi e le condizioni di sviluppo dei suoni nel tempo
Statica: studia i suoni come fatto puramente fisico in base al loro ruolo nel meccanismo della
lingua 15
Questa distinzione tra statica e dinamica prelude a quella tra “sincronico” e “diacronico” che
Ferdinand de Saussure svilupperà più avanti.
I linguisti della scuola di Kazan distinguevano poi un aspetto “antropofonico” e uno “fonetico”: il
primo riguarda le proprietà fisiche dei suoni, il secondo le capacità dei suoni di modificare i
significati.
Due suoni linguistici possono essere diversi dal punto di vista fisico, ma questa differenza a volte
produce una differenza di significato, altre no. Baudouin suggeriva di usare denominazioni diverse
per i due tipi di fenomeni: nel caso di una differenza puramente antropofonica si poteva
continuare a parlare di suoni; in quello di una differenza fonetica era meglio parlare di “fonemi”.
Tale termina diventerà di uso comune in linguistica a partire dalla Scuola di Praga. I membri di tale
scuola chiameranno “fonetici” i fenomeni che i linguisti di Kazan chiamavano antropofonici,
mentre chiamarono “fonologici” quelli del secondo tipo: e questa terminologia è quella che si è
imposta. Le analisi delle due scuole sono tuttavia analoghe, la scuola di Kazan aveva pubblicato i
propri scritti in lingua russa e questo le costò il loro influsso sui linguisti occidentali. Pochi anni
dopo idee simili vennero portate avanti da Ferdinand de Saussure insieme ad altre destinate ad
avere un grande impatto.
Ferdinand de Saussure
Ferdinand de Saussure compì dal 1876 al 1881 i suoi studi di linguistica a Lipsia, che era in quegli
anni la “culla” del movimento neogrammatico. Nel 1881 si trasferì a Parigi, dove ottenne un posto
d’insegnamento alla école pratique des hautes études, succedendo Michel Bréal. Nel 1891 ritornò
nella sua città natale Ginevra per occupare la cattedra di Sanscrito e lingue indoeuropee. Le sue
pubblicazioni si diradarono considerevolmente, l’unico volume che pubblicò in vita fu il suo studio
sul vocalismo indoeuropeo. Saussure si interrogava in modo sempre più critico sui fondamenti
della linguistica, senza arrivare però a soluzioni che lo soddisfacessero completamente. Per
questo, lasciò inedite le sue riflessioni su questi problemi, che sono state pubblicate solo di
recente. Nei primi anni del Novecento, Saussure ebbe però l’occasione di presentarle durante 3
corsi di “Linguistica generale e storia e comparazione delle lingue indoeuropee” (tra il 1906 e il
1910) di cui non pubblicò una versione scritta. Poco dopo la sua morte, due suoi allievi Charles
Bally e Albert Sechehaye, che però non avevano assistito alle lezioni, si basarono sugli appunti
presi dagli studenti che le avevano seguite, elaborando un volume intitolato Corso di linguistica
generale, che uscì nel 1916 e la cui versione definitiva fu pubblicata come Saussure (1922).
Questo volume segnò l’inizio di una nuova epoca nella linguistica, influenzando profondamente
varie generazioni di studiosi, era difficile dire però, quanto di esso rappresentasse l’autentico
pensiero di Saussure e quanto, fosse opera di Bally e Sechehaye.
Le dicotomie saussuriane
La teoria linguistica di Saussure è spesso riassunta in 4 dicotomie, cioè opposizioni binarie tra
concetti:
1. Langue vs Parole, 2. Sincronia vs Diacronia, 3. Significante vs Significato, 4. Rapporti sintagmatici
vs Rapporti associativi. 16
Langue vs Parole oppone il lato sociale del linguaggio (langue) a quello individuale (parole); parole
corrisponde all’italiano “parola” nel senso che il termine ha in locuzioni come “il dono della
parola”, “prendere la parola”. Sincronia e diacronia designano rispettivamente uno stato di lingua
e una fase di evoluzione. Lo stato di lingua può essere quello attuale, ma anche quello di un altro
momento storico: l’italiano del Trecento e l’italiano di oggi sono due diverse fasi sincroniche; i
mutamenti intervenuti tra l’una e l’altra sono invece parte della diacronia di questa lingua.
Significante e Significato sono quelle che Saussure chiama le due facce del segno linguistico, ossia
rispettivamente “un immagine acustica” ed “un concetto”. Saussure afferma che il legame che
unisce il significante e il significato è arbitrario, si tratta della “dottrina dell’arbitrarietà del segno”
che ha un ruolo centrale nel suo pensiero. L’opposizione tra rapporti sintagmatici e rapporti
associativi può essere esemplificata tramite la parola “insegnamento”, la combinazione tra il tema
insegna- e il suffisso mento- è un caso di rapporto sintagmatico, cioè di combinazione tra due
segni; l’associazione tra “insegnamento”, “educazione”, “istruzione” è un caso di rapporto
associativo, dove ognuna delle parole può essere scelta invece dell’altra in un determinato
contesto sintagmatico: “insegnamento superiore” vs “istruzione superiore”.
Lingue e parole, sincronia e diacronia
Queste dicotomie sono legate l’una all’altra, e hanno il loro fondamento nello sforzo di Saussure di
rispondere alle sue domande metodologiche fondamentali: che cos’è un entità linguistica? In che
cosa consiste il lavoro del linguista? Che cosa ci permette di dire che il latino calidum e il francese
chaud sono la stessa cosa, cioè che formano un identità diacronica?
Secondo Saussure non è sufficiente dire che i suoni latini sono diventati i corrispondenti suoni
francesi per via di mutamenti fonetici regolari, descritti dalle leggi fonetiche, perché noi
riconosciamo l’effetto di queste leggii solo in virtù del fatto che entrambe le parole significano
“caldo”. Saussure si chiede: su che cosa si basa questa identità?
Il problema dell’identità sincronica si risolve assumendo che gli appartenenti a una stessa
comunità linguistica condividano un codice: questo codice è ciò che Saussure chiama Langue. Le
unità che costituiscono la Langue sono poi realizzate diversamente dai singoli parlanti, anzi, dallo
stesso parlante nella varie occasioni: l’insieme infinito di queste realizzazioni è la Parole.
Il problema che si poneva Saussure è lo stesso di Paul, che affermava che “esistono tante lingue
quanti individui” ma la soluzione data dai due studiosi è diversa. Infatti, mentre il neogrammatico
tedesco risolveva il problema della comunicazione assumendo che ciascun individuo ricostruisce
nella mente del suo interlocutore le stesse entità che ci sono nella propria, per Saussure la
comunicazione è possibile in quanto tutti gli appartenenti a una stessa comunità linguistica
dispongono di un repertorio comune, la langue.
Risolto in questo modo il problema dell’identità sincronica, Saussure può risolvere anche quello
dell’identità diacronica: “l’identità diacronica di due parole differenti come calidum e chaud
significa semplicemente che si è passati dall’una all’altra attraverso una serie di identità
sincroniche nella parole, senza che mai il legame che le univa si rompesse a causa delle
trasformazioni fonetiche successive”.
L’individuazione delle identità diacroniche presuppone dunque quella delle identità sincroniche e
questo motiva la distinzione tra sincronia e diacronia. A loro volta le identità sincroniche possono
17
essere riconosciute solo distinguendo la langue dalla parole. La langue appartiene dunque alla
sincronia: il linguista se si colloca dalla prospettiva diacronica, non percepisce più la langue, ma
soltanto una serie di avvenimenti che la modificano. Questa conclusione ha come conseguenza un
capovolgimento del punto di vista adottato dalla linguistica storico-comparativa precedente. Paul,
per esempio, sosteneva che l’unico modo per studiare fruttuosamente una lingua era esaminarla
dal punto di vista storico.
Saussure definisce la diacronia come “una serie di avvenimenti” indipendenti l’uno dall’altro,
mentre dice che la sincronia riguarda sempre il “rapporto tra elementi simultanei”.
In tedesco la parole Gaste (“ospiti”) non significa il plurale per sé stessa, ma in quanto si oppone a
Gast (“ospite”). Questo dal punto di vista sincronico; dal punto di vista diacronico, invece, non si
ha opposizione, ma sostituzione di forme: una precedente forma gasti è stata sostituita da gaste.
La sincronia è un sistema, la diacronia è invece un insieme di cambiamenti irrelati l’uno con l’altro,
che si producono al di fuori di ogni intenzione. Possiamo quindi sintetizzare il pensiero di Saussure,
in merito alla dicotomia tra sincronia e diacronia, dicendo che i fatti sincronici sono sistematici e
significativi, mentre quelli diacronici sono isolati e privi di scopo.
Alcune scuole, soprattutto quella di Praga, criticheranno molto la formulazione di tale opposizione
e tenteranno di superarla.
Significante e Significato “l’arbitrarietà del segno”
La langue è un sistema: questo significa per Saussure che ciascuno degli elementi che la
costituiscono non è individuato dalle proprie caratteristiche intrinseche ma dalla sua differenza
dagli altri.
Il valore di tutte le entità linguistiche è determinato solo dal loro rapporto con gli elementi del
sistema linguistico a cui appartengono. “valore” è un concetto che ha un ruolo chiave in Saussure:
su di esso si basa anche l’analisi del rapporto tra significante e significato, ossia la dottrina
dell’arbitrarietà del segno linguistico. Questa dottrina non si limita a dire che non esiste un legame
naturale tra l’insieme di suoni che formano la parola “cavallo” e l’equino in carne e ossa, per
Saussure arbitrarietà significa anche che ogni entità linguistica è definita unicamente in base a ciò
che non è, dalle sue differenze rispetto alle altre. Le lingue sono un insieme di valori determinati
dal loro rapporto reciproco, che si riferiscono alla realtà in modi diversi. I significati sono diversi se
sono espressi da significanti diversi. Allo stesso modo i significanti sono distinti solo se distinguono
dei significati.
La concezione saussuriana del segno si collega strettamente alla nozione di langue e
all’opposizi