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COSTITUENTI

Costituenti di una frase la capacità di riconoscere dei rapporti gerarchici di elementi messi in successione in una frase. Si può immaginare come una scatola che ne contiene un'altra e viceversa... proprio come una struttura gerarchica. Vi è possibile anche guardare ad una struttura di una frase riconoscendo il rapporto a coppie di elementi.

Sono prospettive tramite cui osserviamo i rapporti all'interno di una frase. Per fare ciò possiamo immaginare una frase come fosse una scatola che contiene al proprio interno altre scatole, ciascuna delle quali contiene altre scatole al proprio interno è una struttura gerarchica. "Gianni legge" lo possiamo intendere come una scatola e al suo interno troviamo altre due scatoline "Gianni" e "legge". In questo caso abbiamo due elementi: "Gianni" che è il nome e "legge" che è il verbo."

Ma se la frase fosse...

stata “Gianni legge un libro” = la frase è una scatola, devo trovare altre due scatoline al suo interno, ma, a coppie. Le due scatole all’interno sono “Gianni” che è il soggetto e “legge un libro” che è il predicato. All’interno di “legge un libro” ci sono altre due scatoline “legge” e “un libro” questo è un rapporto stretto. C’è anche un rapporto stretto tra “un libro” ci sono altre due scatoline “un” e “libro”. Questa inscatolatura possiamo tradurla con una struttura ad albero. Rappresentazione ad alberi etichettati è il metodo di rappresentazione più diffuso, è il più utile, e che meglio permette di rendere visivamente la struttura della frase sia nel suo sviluppo lineare sia nei rapporti gerarchici che si instaurano fra i costituenti. Un albero è un grafo costituito da nodi da cui

sidipartono rami; ogni nodo rappresenta un sottolivello di analisi della sintassi, e reca il simbolo dellacategoria a cui appartiene il costituente di quel sottolivello. Un albero del genere, come quello “Giannilegge un libro” è l’indicatore sintagmatico della frase.“Gianni corre” “Gianni” è il nome e “corre” è il verbo.→F dell’albero = Gianni.SN = sintagma nominale.SV= sintagma verbale.Il sintagma è un gruppo di parole con una testa (nome o verbo) e con una certa funzione. Il gruppo sicomporta come la testa (la testa fa riferimento al comportamento di quel gruppo di parole. La testadel sintagma è la classe di parole che rappresenta il minimo elemento che da solo possa costituire sin­tagma,funzionare da un determinato sintagma. Se si elimina l’elemento che fa da testa e chedetermina quindi il tipo di sintagma,il gruppo di parole considerato viene a perdere la natura disintagma

di quel tipo.

Verbo = predica.

Nome = identifica un referente.

“Mio cugino legge un libro” “mio” è possessivo. → “Mio cugino legge un libro con interesse”.

“Oggi mio cugino legge un libro di favole”.

Il sintagma preposizionale dà informazioni sul nome.

Siccome tutte le frasi hanno un soggetto, anche se sottinteso, dobbiamo sempre segnalare anche il nome con lo zero barrato al posto dell’esempio in “legge un libro” il soggetto lui è sottointeso.

“Leggo due bei libri con interesse”.

ESERCIZIO PROSPETTIVA DI ALBERI

“Mio cugino legge un libro di favole”.

“Andremo a Milano in treno per due anni”.

“Di domenica passeggio sempre nel parco del castello con Paola”.

“Anna ha portato nuovamente la borsa piena di libri in salotto”.

ETICHETTE DI CATEGORIA

F frase → SN sintagma nominale → SV sintagma verbale → S.PREP sintagma preposizionale → AGG

aggettivo qualificativo→ART articolo→QUANT quantificatore (pochi, molti, tanti, ecc.)→V verbo→N nome→PREP preposizione→DIM aggettivo dimostrativo→POSS aggettivo possessivo→NUM aggettivo numerale→ LEZIONE 8

ESERCIZIO ALBERI“Lo scorso sabato la ragazza dai capelli biondi studiava in giardino per l’esame di linguistica”.Esempio: quando? Oggi è un sintagma avverbiale.“Lo scorso sabato” elemento esterno che mi da informazioni sull’evento. Ha come testa un nome.→“Per l’esame di linguistica” non mi da informazioni su “in giardino”.“L’hanno scorso ho prestato alcuni strumenti di lavoro di Pietro a tuo fratello”.“Il treno con le vetture di lusso arriva a Bilbao senza fermate alla dogana”.LEZIONE 9

LA GRAMMATICA DELLA VALENZAÈ centrale nella struttura di frase il verbo. Si chiama grammatica valenziale perché ha a che fare con il verbo,

Il testo ha a che fare con le componenti scientifiche, come ad esempio: H₂O composto da idrogeno e ossigeno.

La grammatica della valenza insiste sul fatto che c'è un elemento cardine, ovvero il verbo. Per interpretare il significato del verbo ho bisogno di un soggetto e del predicato. "Gianni mangia una mela" "mangia" è un verbo bivalente, per formare la frase ha bisogno di due elementi.

Verbi zerovalenti sono quelli che non richiedono di essere accompagnati da alcun argomento, come ad esempio i verbi meteorologici come "piovere" ("piove").

Verbi monovalenti sono quelli che richiedono la presenza di un solo elemento, come ad esempio "nuotare" ("Gianni nuota" o "nuota").

Verbi bivalenti sono quelli che richiedono di essere accompagnati da due argomenti come ad esempio "picchiare" ("Gianni picchia Paolo").

Verbi trivalenti sono quelli che richiedono

sono due elementi circostanziali che forniscono informazioni aggiuntive sul verbo "ha passato".

non sono richiesti dal verbo, la frase sta in piedi anche senza questi due elementi. Questi elementi vengono detti circostanziali. In una frase, oltre ai costituenti che rendono le funzioni sintattiche previste dalla struttura argomentale, si possono trovare anche costituenti che realizzano altri elementi, che non fanno parte dello schema valenziale. Questi sono detti circostanziali (anche circostanti, in opposizione attanti), o avverbiali, o (specie nella linguistica anglo-sassone) aggiunti. I circostanziali o aggiunti, non essendo direttamente implicati dal significato del verbo, non rientrano nelle configurazioni di valenza dei predicati verbali e quindi non fanno parte delle funzioni sintattiche fondamentali; ma svolgono comunque una funzione semantica importante, in quanto, appartenendo per così dire alla cornice degli eventi, aggiungono informazioni che spesso sono altrettanto, o più, salienti.

Dal punto di vista del valore comunicativo della frase, di quelle codificate dagli schemi valenziali. In questo caso il nucleo è "il maestro ha lodato l'allievo", il verbo richiede solo questi due elementi, ma in questa frase sono stati aggiunti tre elementi circostanziali, ovvero "ieri", "al circolo dei lettori" e "con entusiasmo".

"Oggi mio cugino legge un libro di favole" "leggere" è un verbo bivalente e richiede due elementi, ovvero: il primo elemento è il soggetto "mio cugino", mentre il secondo è "di favole" ed è collegato direttamente al libro. Il nucleo è "mio cugino legge un libro di favole". "Di favole" non è un elemento circostanziale perché è legato direttamente al libro.

"Gianni ha passato l'esame, l'ha fatto ieri" test per capire se un elemento è

circostanziale: lo isolo→in un altra frase, in questo caso la frase è “l’ha fatto ieri” quindi “ieri” è circostanziale. La stessa cosa vale per la frase “Gianni ha passato l’esame, l’ha fatto con fatica”, qui “con fatica” è circostanziale perchè l’ho isolato in un’altra frase.

LA PROSPETTIVA SINTATTICA PROPRIAMENTE DETTA, RELATIVA ALLE FUNZIONI SINTATTICHE

La prima fondamentale classe di principi è interna alla sintassi stessa: si tratta delle “funzioni sintattiche”. Le funzioni sintattiche riguardano il ruolo che i sintagmi assumono nella struttura sintattica della frase, in cui, essenzialmente, i sintagmi nominali possono valere da soggetto o (complemento) oggetto, i sintagmi preposizionali possono valere da oggetto indiretto o da complemento, i sintagmi verbali possono valere da predicato. Una definizione rigorosa delle diverse funzioni sintattiche non è

facile da dare. Soggetto (tradizionalmente definito come “chi fa l’azione”), predicato verbale (tradizionalmente definito come “l’azione”) e oggetto (o complemento oggetto; tradizionalmente definito come “chi subisce l’azione”; queste definizioni a base semantica sono tuttavia largamente fuorvianti: si veda oltre) sono comunque le tre funzioni sintattiche fondamentali. “Gianni va a Roma” “andare” è un verbo bivalente e implica una destinazione. Non è transitivo, → bensì intransitivo. La prospettiva valenziale da una parte e la prospettiva della sintassi sono differenti, non per forza quando dico bivalente intendo anche transitivo. Sono criteri diversi! La prima valenza è il soggetto e la seconda valenza è, in questo caso, il completo di moto a l

Dettagli
A.A. 2023-2024
35 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Giorgiacrescenzio di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguistica generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Cerruti Massimo.