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Teoria fonologica del binarismo (R. Jakobson)

Ogni elemento linguistico si differenzia dagli altri per una serie di scelte binarie (sì/no).

Rappresentazione dei fonemi come un fascio di alcuni tratti distintivi con un determinato valore (+/-) che rappresentano proprietà acustiche (oltre che articolatorie).

Da un punto di vista fonetico, i tratti distintivi binari rappresentano dei movimenti muscolari degli organi dell'apparato fonatorio; da un punto di vista fonologico, si tratta di proprietà astratte che si realizzano in simultaneità nei singoli fonemi.

12 tratti distintivi per R. Jakobson, più di 30 tratti distintivi per N. Chomsky e M. Halle.

Definizione dei tratti:

  1. Sillabico: fonemi che possono costituire nucleo di sillaba; in italiano soltanto le vocali, in altre lingue anche consonanti nasali, laterali e vibranti.
  2. Consonantico: fonemi prodotti con frapposizione di un ostacolo al flusso dell'aria: tutte...

le consonanti;

Sonorante3. : fonemi prodotti con passaggio d'aria relativamente libero e quindi senza turbolenza nel flusso d'aria nel passaggio attraverso il cavo orale e con vibrazione delle corde vocali: le vocali, le approssimanti e le consonanti nasali, laterali e vibranti;

Sonoro4. : fonemi prodotti con vibrazione delle corde vocali;

Continuo5. : fonemi prodotti con una costrizione nella cavità orale, che consente al flusso dell'aria che esce dalla bocca di poter essere protratto nel tempo, finché c'è aria espiratoria a disposizione: fricative, laterali, vibranti, approssimanti;

Nasale6. : fonemi prodotti con abbassamento del velo e conseguente passaggio del flusso d'aria attraverso il canale nasale: le consonanti nasali;

Rilascio ritardato7. : fonemi realizzati in due momenti: il primo in cui l'aria è trattenuta nella cavità orale e un secondo in cui è rilasciata; fonemi che iniziano con un'articolazione

occlusiva e terminano con un'articolazione fricativa: le consonanti affricate;

Laterale8. : fonemi prodotti con passaggio del flusso d'aria ai lati della cavità orale: le consonanti laterali;

Arretrato9. : fonemi prodotti con il corpo della lingua ritratto rispetto allaposizione neutra; le consonanti velari e l'approssimante posteriore; le vocali /a/, /o/ /ɔ/, /u/;

Anteriore10. : fonemi prodotti con una costrizione nella zona alveolare o in un luogo anteriore a questa: bilabiali, labiodentali, dentali;

Coronale11. : fonemi prodotti con la parte anteriore della lingua sollevata rispetto alla posizione neutra: bilabiali, alveolari e alcune palatali;

Arrotondato12. : fonemi prodotti con le labbra protese in avanti: /ɔ/, /o/, /u/;

Alto13. : fonemi prodotti con la lingua sollevata rispetto alla posizione neutra: /i/, /u/;

Basso14. : fonemi prodotti con la lingua abbassata rispetto allaposizione neutra: /ɔ/, /e/, /a/.

Due fonemi si differenziano tra loro per il valore, positivo

o negativo, di• almeno un tratto distintivo/p/ /b/ /t/ /d/ /f/ /v/ /m/ /n/sonorante - - - - - - + +sonoro - + - + - + + +continuo - - - - + + + +coronale - - + + - - - +

Tratti che differenziano e oppongono ampie classi di foni o fonemi, moltoutilizzati dalla recente teoria fonologica, sono: ‘+/-coronale’, ‘+/- sonorante’, ‘+/-sillabico’, ‘+/- ATR’.

  1. Coronali sono foni prodotti con la corona, cioè la parte anteriore dellalingua‘, apice e lamina, sollevata rispetto alla posizione di riposo: comeper esempio [t].
  2. Sonoranti sono foni prodotti a canale vocale aperto e libero, senzaturbolenze del flusso d’aria dovute alla differenza di pressione fral’interno della cavità orale e l’esterno: come le vocali, le approssimanti ele consonanti liquide; foni non sonoranti sono detti ‘ostruenti’.
  3. Sillabici sono foni che possano costituire nucleo di sillaba.

(Advanced Tongue Root4. Il tratto ATR ,

“radice della lingua avanzata”) contraddistingue i foni prodotti con la radice (parte posteriore) dellalingua spostata in avanti, come per esempio [i], [e], [u] e [o].

Inventario fonematico dell’italiano

Gli inventario fonematici delle diverse lingue del mondo sono costituiti ingenere da alcune decine di fonemi: l’inglese ne ha 34, 36 il francese, 38 iltedesco, altrettanti il russo, 24 lo spagnolo,31 il cinese, 37 l’arabo egiziano.

L’italiano standard ha 30 fonemi:

28 fonemi > senza approssimanti

45 fonemi > considerando a sé le consonanti lunghe (escluse /ʃ/, /ʦ/, /ʣ/, /ɲ/, /ʎ/, sempre lunghe in posizione intervocalica e /z/, mai lunga)

Trascrizione fonetica:

Ovviamente per trascrivere foneticamente occorre basarsi sul modo in cui unaparola è pronunciata, e non sul modo in cui essa è scritta; sulla FONIA e nonsulla grafia.

Problemi della fonologia dell’italiano

è connesso con numerosi problemi:
  1. Lo statuto delle consonanti lunghe (o doppie): se vogliamo accettare che (‘kane) vs (‘kanne) costituiscano una coppia minima, dobbiamo aumentare di 15 il numero di fonemi italiani essendo appunto 15 le consonanti (tranne le 5 che in posizione intervocalica sono sempre lunghe e la /z/ che non compare mai lunga. Le due alternative [‘kanne] e [‘kan:e] rispondono a due analisi e interpretazioni diverse dal fatto fonetico.
  2. Differenze regionali di pronuncia: In genere, nella pronuncia dell’italiano ci sono molte differenze regionali, evidenti anche nella pronuncia di persone colte, e differenze di apertura (opposizione tra vocali medio-alte e medio-basse che si attua solo in posizione tonica, cioè quando le rispettive vocali sono in sillaba accentata è tipica della varietà tosco-romana ma è ignota in altre varietà regionali). Anche la consonante nasale, che in italiano standard
è (dorso)velare solodavanti a consonante velare, nell’italiano settentrionale tende adiventare velare ogni nasale che si trovi a fine sillaba.Il fenomeno del raddoppiamento fonosintattico consistenell’allungamento della consonante iniziale di una parola quando questa èpreceduta da una delle parole di una serie che provoca il fenomeno (cioè tuttele parole con accento sull’ultima sillaba, molti monosillabi e alcuni bisillabi.

Regole fonologiche

Un ruolo importante nella strutturazione della catena parlata è svolto dalleproprietà “fonotattiche” dei foni e dalle combinazioni contestuali in cui isingoli foni possono occorrere.

Il contesto precedente o seguente può condizionare in modo decisivo lapossibilità di comparsa di un fono in una certa posizione o determinaremodificazioni di vario genere nella sua realizzazione. Una sillaba è semprecostruita attorno a una vocale: una consonante o una semivocale ha

semprebisogno di appoggiarsi a una vocale, che costituisce quindi il picco sonoro, detto perno – apice – testa – nucleo della sillaba. Ogni sillaba è formata da nonpiù di una vocale (foni più rilassati e aperti, con maggiore sonorità) e da un certo numero di consonanti (foni più tesi e chiusi, con minore sonorità) o semivocali. Tuttavia, non tutte le consonanti possono combinarsi liberamente nel formare, assieme una vocale, le sillabe: esistono numerose condizioni sulla distribuzione e combinabilità dei fonemi e sulle sequenze possibili in ogni lingua, che danno luogo quindi a restrizioni sulla struttura sillabica.

Struttura della sillaba: la struttura fonica della parola è comunque data da un’alternanza continua tra foni più tesi e “chiusi”, con minore sonorità (consonanti) e foni rilassati e “aperti”, con maggiore sonorità (vocali). Ogni sillaba in genere è

Una sillaba è formata da una sola vocale e delle consonanti. Una vocale da sola può per altro costituire una sillaba. Vi sono comunque in ogni lingua delle strutture sillabiche canoniche, preferenziali:

  • CV → ([ma] + [no]
  • V → ([a] + [pe]
  • VC → ([al] + [to]
  • CCV → ([sti] + [le]
  • CVC → ([kan] + [to]
  • CCCV → ([stra] + [no]
  • CVCC → no in italiano, sì in inglese e tedesco (ad esempio "land" e "läutern")
  • CV → no in italiano, sì in russo (ad esempio "zdravstvujt").

L'identificazione dei confini sillabici si effettua in base a vari criteri fonetici e fonologici; ad esempio, per l'italiano, due consonanti contigue all'interno di una parola sono assegnate entrambe alla sillaba che ha come nucleo la vocale seguente, se tale combinazione compare anche a inizio di parola (ad esempio ma-gro, gre-co); mentre in caso contrario sono.

assegnate la prima consonante alla sillaba precedente e la seconda alla sillaba seguente (ad esempio tan-to). In italiano le vocali della sillaba che reca l'accento sono sempre lunghe se la sillaba è aperta. Con terminologia più tecnica, in una sillaba, la parte che eventualmente precede la vocale è detta "attacco / inizio", la vocale stessa è il "nucleo" e la parte che eventualmente segue la vocale è la "coda". Sillabe con coda (che finiscono con consonante o semivocale) si dicono chiuse o implicate; sillabe senza coda si dicono aperte o libere. La sillaba è molto importante come unità fondamentale per trattare i fenomeni fonologici e descrivere il ritmo dell'enunciato. stanco Esempio: strutture sillabiche nella parola ['staŋ.ko] La rima, cioè l'insieme del nucleo e della coda, determina il "peso" di una sillaba. È detta "pesante" una sillaba che abbia

Una cosa (cioè termina con una consonante), o che abbia come nucleo una vocale lunga; negli altri casi (cioè quando sono senza coda e la vocale del nucleo non è lunga) le sillabe sono dette "leggere".

Una combinazione interessante di fonemi è il dittongo ossia la combinazione di una semivocale e di una vocale (la quale costituisce l'apice sillabico); si può suddividere in dittongo discendente (vocale + semivocale) e dittongo ascendente (semivocale + vocale). Nel dittongo discendente le vocali sono più vicine alle approssimanti, quindi propriamente semivocali, mentre nel dittongo ascendente le approssimanti sono più tendenti alle semiconsonanti.

Il trittongo è costituito da due semivocali e una vocale.

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
14 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/01 Glottologia e linguistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher blevesofia3 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguistica generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università del Salento o del prof Pagliaro Anna Chiara.