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Impatto delle carestie sulla popolazione
Chiaro che, allo scatenarsi di ciascun evento di tipo carestoso si va ad incrementare il numero dei poveri. Essi si aspettavano aiuto dagli altri; tale aiuto consisteva nel fornire viveri, rinunciare a pretendere dazi o nel ridurre tasse e affitti. I poveri delle città più vulnerabili ai periodi di scarsità. Durante le carestie erano particolarmente dipendenti dalla carità pubblica e dunque costituiscono a tutti gli effetti una seria minaccia sociale per i governanti.
Quanto ai ricchi, essi si trovavano quasi sempre nella posizione di poter fare più di quanto effettivamente facevano. La convinzione che i ricchi potessero e dovessero aiutare i poveri quando si profilava lo spettro della carestia, ha radici molto antiche. Le élite hanno ormai accettato l'obbligo morale di prestare aiuto ai più bisognosi durante l'imperversare delle carestie, anche se il loro impegno a tenere una condotta responsabile probabilmente era sollecitato dalla paura.
di disordini civili e della diffusione delle epidemie alle quali essi non erano immuni, oltre che dal desiderio di essere ricordati per le loro opere di bene. Costoro, che spesso avevano condotto una vita sfarzosa e ostentata, alle soglie del trapasso, tentavano di riparare ai guasti commessi durante la vita. E così, erano frequenti le donazioni che tentavano di salvare le proprie anime. Quindi la matrice privata dell'assistenza va ricondotta alla coscienza individuale dei ceti più abbienti. In altri termini, gli atti di carità costituivano uno strumento di salvezza per le anime dei ricchi. Molte volte, questa elemosina veniva rivolta agli enti religiosi che si incaricavano di distribuirla nel modo più equo (spesso non accadeva) e per questo per secoli gli enti ecclesiastici più influenti hanno accumulato ingenti fortune. Gli atti privati di carità non erano sufficienti, tuttavia, a mitigare gli effetti di carestie gravi e durature, dunque solo ilgoverno poteva aiutare centinaia dipersone per un periodo indefinito di tempo.In passato, anche le religioni e le ideologie hanno influenzato con diverse modalità le posizioni rispetto alle azioni umanitarie.Ad esempio, il cristianesimo, il confucianesimo ed altre tradizioni morali riconoscevano il dovere di aiutare i più vulnerabili.Nel corso dei secoli, le élite al potere hanno adottato svariate strategie per contrastare le carestie: l'uso dei granai pubblici, il ricorso all'assistenza istituzionalizzata regolata delle poor law, la costituzione di mense per i poveri, l'adozione di politiche occupazionali e l'elaborazione di piani di migrazione incentivata.I gruppi al potere spesso si appoggiavano a soggetti locali come il clero, benefattori privati e leader politici per individuare ed aiutare i più bisognosi, ma tale delega generava di frequente problemi di corruzione e gli aiuti finivano per perdersi nella burocrazia delle regioni colpite.In Europa,
all'inizio del 500, il difficile clima economico e le conseguenze dellariforma protestante contribuirono a sollevare controversie sulle nuove politiche daadottare per l'assistenza ai poveri. Tutto partì dalla Germania e da Martin Lutero, il quale insieme ai suoi seguaci (tracui Calvino) condannava fermamente l'accattonaggio e distingueva i poveri inmeritevoli e non meritevoli. Muta così, profondamente l'atteggiamento verso la povertà che viene condannatacome incline all'ozio e vista come un fenomeno alimentato dal parassitismo, dalnon voler lavorare pur avendone i mezzi per farlo. Questa consapevolezza è una svolta importantissima nella storia del pensieroeconomico ed anche della mentalità collettiva verso la mendicità. Mentre il mondo cattolico santificava la povertà e condannava la sete di ricchezza, nell'ambito del mondo protestante il povero non veniva santificato a priori ma doveva essere prima valutato.in un certo qual modo, e la parte malata dell'apopertà era condannata, tanto da indurre Malthus a porre in guardia dagli effetti negativi delle leggi sui poveri che vigevano in Inghilterra che a suo giudizio avevano in sé, il notevole pericolo di incoraggiare la pigrizia. Quindi va delineandosi questa separazione tra mondo cattolico e protestante molto importante a livello della storia del pensiero economico, per tentare di dare una delle ragioni del più precoce sviluppo economico anche verso un sistema di tipo capitalistico dell'area Nord-occidentale di matrice protestante, perché nella parte cattolica si continuava a santificare la povertà e quindi l'arricchimento era condannato. Sta di fatto che le critiche carestie, le crisi umanitarie, soprattutto a partire dal secolo dei lumi, tendono via via ad evolversi, proprio grazie alla mutata concezione del povero che tende poi ad espandersi anche al mondo cattolico. Sistemi di assistenza: Quando siSpecifica che l'offerta assistenziale a partire dal '700 si articola e si differenzia si intende che innanzitutto è diretta solo ai veri poveri ma soprattutto si differenzia in base ai diversi tipi di povertà (es. soccorso ai bimbi abbandonati, soccorsi agli infermi...). Quali tipi di assistenza?
Frequentemente nella storia, l'aiuto alle vittime della carestia si è tradotto nel relegare i poveri in grandi strutture simili a prigioni. Tale strategia era considerata un mezzo per minimizzare la diffusione delle infezioni ed un deterrente al vagabondaggio; essa, inoltre, serviva a distinguere più facilmente tra meritevoli e non meritevoli e ad affrontare una situazione in cui i più a rischio erano probabilmente anche senza tetto.
Nel 1800, in Inghilterra, il sistema neomalthusiano di ospizi mirava a ridurre la dipendenza dall'assistenza pubblica, infatti, le condizioni delle case di lavoro venivano rese talmente dure da indurre a preferire.
qualsiasi lavoro, per quanto sottopagato. Inoltre, venne istituito il workhouse test, in base al quale chiunque desiderasse assistenza pubblica doveva entrare in un ospizio. Un altro diffuso strumento di soccorso alla popolazione era rappresentato dai lavori pubblici. In linea di principio, essi avevano la doppia funzione di essere produttivi. Ma per organizzare piani efficienti sul modello "food for work" (cibo in cambio di lavoro) occorreva una burocrazia competente. Infatti, esse non riuscirono a contenere gli effetti della carestia, in parte perché non coinvolgevano i più bisognosi, in parte perché la paga media era troppo bassa, ed ancora, perché lavori di quel tipo costringevano uomini per lo più malnutriti e poco vestiti ad esporsi alle intemperie nei mesi più freddi dell'anno. Il problema della corruzione: Come già accennato, le élite al potere, spesso lontane dalle zone a rischio, si affidavano alle burocrazie locali eai signori del luogo per individuare coloro che meritavano di beneficiare dell'assistenza. Dunque, le iniziative di aiuto erano inevitabilmente limitate dalla corruzione e dai favoritismi. I tentativi di controllo e di trasparenza raramente sono stati all'altezza dell'impresa di portare gli aiuti ai veri bisognosi. Vale la pena fare due considerazioni finali sulla corruzione e sulla carestia. Innanzitutto, è opportuna notare che, sebbene le politiche pubbliche e le iniziative private abbiano avuto grande importanza e continuino ad averne, anch'esse, sono in certa misura funzione di quella arretratezza economica che permette la diffusione delle carestie. Inoltre, l'ossessione per la corruzione, specie da parte degli stessi poveri, favorisce l'inerzia. In passato, funzionari e commentatori ostili agli aiuti umanitari durante la carestia, hanno trovato nella corruzione, che inevitabilmente accompagna queste erogazioni, un alibi per ridurne l'entità.come ad esempio la fame, la povertà, le epidemie, i conflitti armati, le catastrofi naturali, ma nel corso degli anni hanno ampliato il loro campo d'azione, occupandosi anche di sviluppo sostenibile, diritti umani, educazione, salute, ambiente e molti altri settori. Le ONG operano a livello globale, collaborando con governi, organizzazioni internazionali e altre ONG per fornire aiuti e supporto alle comunità in difficoltà. Grazie alla globalizzazione, gli aiuti possono essere rapidamente inviati in qualsiasi parte del mondo, consentendo una risposta più tempestiva alle emergenze umanitarie. Le ONG svolgono un ruolo fondamentale nella globalizzazione degli aiuti umanitari, poiché sono in grado di mobilitare risorse finanziarie, umane e materiali per rispondere alle crisi e alle necessità delle persone colpite. Inoltre, le ONG lavorano anche per sensibilizzare l'opinione pubblica e promuovere azioni concrete per migliorare le condizioni di vita delle persone più vulnerabili. La globalizzazione degli aiuti umanitari ha portato numerosi benefici, ma ha anche sollevato alcune critiche. Alcuni sostengono che le ONG siano diventate troppo burocratiche e dipendenti dai finanziamenti esterni, perdendo così la loro indipendenza e la loro capacità di rispondere in modo flessibile alle emergenze. Altri criticano il fatto che gli aiuti umanitari siano spesso influenzati da interessi politici e economici, anziché essere guidati esclusivamente dalle necessità delle persone colpite. Nonostante queste critiche, le ONG continuano a svolgere un ruolo essenziale nella globalizzazione degli aiuti umanitari, lavorando per alleviare la sofferenza umana e promuovere un mondo più giusto e solidale.successivamente si è trasformato in un generale sostegno allo sviluppo dei paesi socialmente ed economicamente più arretrati. Questo si può definire un cambiamento dettato dalla necessità burocratica di dare continuità all'attività e al finanziamento.
Inoltre, con il passare del tempo è venuta meno anche l'originaria indipendenza dagli stati, in quanto via via queste organizzazioni hanno iniziato a dipendere sempre più dai finanziamenti pubblici, tanto da essere, di fatto, adottate dai governi come intermediari per la distribuzione di viveri ed aiuti allo sviluppo.
Alla stessa stregua, la dipendenza dai media ha portato troppo spesso le ONG a esagerare la natura del rischio carestie. Inoltre, esse anziché farsi trovare pronte a distribuire in modo rapido riserve precedentemente accumulate, usano le carestie come pretesto per sollecitare ulteriori aiuti: gran parte delle donazioni, di conseguenza, viene destinato ad
altriscopi.Poi si è assistito anche a rivalità tra le stesse ONG.In passato, quindi, tale rivalità, la loro tendenza a curare disastri invece di prevenirli e la noncuranza dell'effettiva destinazione delle donazioni, hanno contribuito nel loro complesso a ridurre l'efficacia di questa preziosa forma di aiuto umanitario.La globalizzazione degli aiuti umanitari non riguarda solo dalle ONG e la matrice privata, infatti, accade spesso che gli stessi governi inviino aiuti.Ad oggi, Gli Stati Uniti sono il paese che stanzia più risorse nel mondo per aiuti alimentari.Di questi, ne è l'esempio per eccellenza il cosiddetto "piano Marshall" (1947-1951: anni della guerra fredda): in sostanza, gli aiuti statali (prevalentemente aiuti alimentari) forniti dagli Stati Uniti ai paesi duramente coinvolti nella Seconda guerra mondiale.Obiettivi dichiarati di tale piano erano:Sos