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RISI E CAMBIAMENTO
le tensioni accumulate nel dopoguerra arrivarono all’apice. Nei paesi capitalisti
Dopo il 1973
avanzati la crescita rallentò fino alla metà del suo ritmo post guerra. La disoccupazione e
l’inflazione raggiunsero livelli elevatissimi (due o tre volte la media del dopoguerra) e il
prezzo del petrolio crebbe da 3 a 30 dollari al barile.
I PVS socialisti presero in prestito un bilione (mille miliardi), poi collassarono nell’onda di default,
inadempienze e crisi economiche domestiche quasi peggiori di quelle degli anni Trenta.
Era un periodo anche di confusione politica, con dittature che si democratizzavano, democrazie che
collassavano, socialisti che prendevano il potere in paesi tipicamente conservatori, conservatori che
rimpiazzavano socialisti in altri.
I governi provarono a rinforzare le loro economie una volta che la camicia di forza di Bretton
Woods era stata rimossa. Il dollar standard, o gold exchange standard, aveva reso difficile per i
governi abbassare i tassi di interesse o aumentare la spesa senza preoccuparsi degli impatti sulla
valuta e sul suo valore. Il collasso di Bretton Woods aveva rimosso il vincolo dei cambi fissi, e ora i
governi erano liberi di stimolare le proprie economie.
Il boom industriale aveva aumentato la domanda di prodotti agricoli e materie prime esportate dal
Terzo Mondo, e i loro prezzi aumentarono notevolmente (tra il 1971 e il 1973 i prezzi di rame,
gomma, cacao e caffè raddoppiarono).
il prezzo mondiale era rimasto indietro per l’inflazione per decenni,
Per quanto riguarda il petrolio, –
e nel 1960 i più sviluppi paesi produttori di petrolio Iran, Iraq, Kuwait, Arabia Saudita,
– formarono l’OPEC, l’Organizzazione L’obiettivo
Venezuela dei paesi esportatori di petrolio.
principale era aumentare tasse e tariffe che i paesi utenti pagavano alle compagnie di petrolio
Nell’autunno del 1973 l’OPEC
private, il che richiedeva coordinamento tra i governi dei produttori.
interruppe i dialoghi con le compagnie di petrolio, e i suoi membri arabi aumentarono i prezzi del
L’OPEC poteva
petrolio di oltre 5 dollari al barile, e poco dopo fin quasi 12 dollari al barile.
tranquillamente quadruplicare il prezzo del petrolio anche perché esistono ben pochi
surrogati, dunque l’aumento del prezzo non riduce troppo il consumo. Inoltre pochi membri
–
OPEC controllavano una larghissima parte del petrolio mondiale. Gli oligarchi del Golfo Persico
in cui l’elemento della condivisione –
culturale costituiva mezzo di compattezza possedevano quasi
metà delle riserve di petrolio mondiali, e non avevano bisogno di vendere petrolio velocemente. I
produttori di petrolio erano potenti, i consumatori erano deboli. I paesi del Terzo Mondo
produttori ad esempio di rame, caffè o bauxite provarono a emulare l’OPEC, ma il settore del
petrolio è unico.
L’aumento del prezzo del petrolio fece aumentare rapidissimamente tutti i prezzi, e aumentò anche
l’inflazione. Ma con il petrolio che era divenuto più costoso, i consumatori avevano meno da
spendere in altre cose, la cui domanda cadeva, e altri prezzi avrebbero potuto crollare. Tutto
dipendeva dalle politiche economiche dei governi.
Nonostante alcune politiche per stimolare l’economia, il mondo cadde nella più profonda
depressione dagli anni Trenta. Disoccupazione attestata su livelli ovunque inaccettabili e prezzi in
aumento diffusero il panico. Dai governi, costantemente accusati durante le proteste, ci si aspettava
che qualcosa venisse fatto, ma essi evitarono serie misure di austerità che avrebbero forse
peggiorato le già tese relazioni sociali e tra classi. Questo conflitto sociale cambiò il panorama del 6
mondo industriale. rafforzò l’idea che l’economia
Una seconda fase di shock petrolifero negli anni 1979-80
mondiale fosse fuori controllo. Una rivoluzione fondamentalista islamica rovesciò lo scià in Iran,
L’OPEC quasi
uno dei principali alleati degli americani, poi scoppiò una guerra tra Iran e Iraq.
triplicò il prezzo del petrolio, e sul mercato si raggiunsero i 40$ al barile. Tuttavia le cose
cominciavano a cambiare: l’OPEC non poteva più permettersi di imporre prezzi così elevati
poiché erano state sviluppate nuove risorse in sostituzione, fonti di energia alternative. Il
e un’altra ondata di shock per l’aumento
prezzo del petrolio rimase comunque su 30$ al barile,
dei prezzi colpì il mondo.
I governi reagirono in vari modi. I governi conservatori in Francia e Svezia difesero i propri
programmi economici dalla dura opposizione. In Italia il governo comunista fallì nel suo tentativo
di tenere sotto controllo budget e inflazione. In Inghilterra il governo del partito laburista britannico
mentre nel partito conservatore un’ala
si divise tra il fronte di sinistra e quello centrista,
precedentemente marginalizzata prese il potere sotto il controllo di Margaret Thatcher; nel marzo
1979 il governo laburista cadde dinanzi al primo voto si sfiducia in oltre cinquant’anni, e due mesi
dopo la Thatcher divenne primo ministro con una vittoria schiacciante. Negli USA, intanto, il
presidente Carter perse consensi a causa delle elevate disoccupazione e inflazione.
L’esplosione del prezzo del petrolio diede ai membri
Il debito dei PVS creò uno strano triangolo. –
OPEC più denaro di quanto essi potessero spendere, così essi ne depositarono gran parte circa 150
–
miliardi di dollari tra il 1974 e il 1980 nei mercati finanziari mondiali. Le banche internazionali
erano ansiose di prestare i petrodollari dell’OPEC, e tra i principali utenti di questi prestiti vi erano i
PVS non produttori di petrolio, i NOPEC, che avevano bisogno di pagare il petrolio divenuto più
costoso. I paesi NOPEC presero in prestito 200 miliardi di dollari tra il 1974 e il 1980 anche per
pagare il petrolio OPEC, i cui membri depositavano i propri guadagni nelle banche internazionali, le
quali a loro volta prestavano nuovamente quel denaro ai PVS NOPEC per pagare il petrolio.
Intanto il mondo viveva la sua più marcata polarizzazione, la competizione geopolitica tra Est e
Ovest. I Sovietici installarono un governo comunista in Afghanistan, le truppe Vietnamite
occuparono la Cambogia, una violenta rivoluzione islamica anti-occidentale arrivò al potere in Iran,
regimi pro-sovietici consolidarono il loro potere nelle colonie portoghesi in Angola. Intanto però la
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e l’URSS era minacciata anche da una serie di
Cina si orientò verso riforme di matrice occidentale,
scioperi in Polonia.
I membri dell’UE, in quello che sembrò un disperato tentativo di proteggersi dalla crisi, diedero vita
nel 1979 al SME per gestire le loro valute congiuntamente.
Il 6 agosto 1979 gli USA uscirono dalla crisi attraverso una serie di trasformazioni. Il presidente
Carter mise Paul Volcker a capo della Federal Reserve. Volcker affermò senza mezzi termini che
fare qualunque cosa per ridurre l’inflazione
occorreva nel giro di tre anni. Decise di mantenere i
tassi di interesse americani su livelli straordinariamente alti: ciò portò a due successive
recessioni, comportò il crollo della produzione manifatturiera e la riduzione del reddito medio
per famiglia di circa il 10%, e la disoccupazione aumentò di quasi l’11%. Tuttavia questa
– nota come “Volcker shock” – conteneva l’inflazione (sotto il 4%). Un’inflazione
situazione
così bassa era stata desiderata da tutti, ma il prezzo da pagare era alto. La fine della spirale
inflazionaria costrinse le imprese a perseguire linee molto rigide riguardo ai salari: in passato,
quando i prezzi e i salari crescevano costantemente, le imprese potevano “fare leva” sui
consumatori attraverso prezzi più elevati, fiduciosi che non avrebbero perso in termini di business;
ora invece, con una bassissima inflazione, le imprese non potevano aumentare i prezzi a dismisura.
I governi avevano un’alternativa, stabilire tassi di interesse molto bassi: ciò avrebbe garantito
circolazione di denaro e avrebbe permesso di scongiurare il pericolo della recessione. Tuttavia
questo sistema la valuta nazionale perde valore, si svaluta, e inoltre l’inflazione prosegue.
con
Sullo scenario internazionale Germania, paesi Benelux e Danimarca seguirono gli USA ed
aumentarono i tassi di interesse alla Volcker, mentre Francia e Italia dovevano decidere se
schierarsi con i loro UE partner o se procedere da soli: dopo due anni di conflitto, nel 1983 la
Francia socialista seguì il modello Volcker e dunque l’austerità, l’Italia seguì nel 1985.
Tre fattori aumentarono il bisogno di denaro, sebbene esso fosse divenuto meno disponibile:
aumento dei tassi di interesse, aumento del prezzo del petrolio, recessione.
Quando un paese come il Messico, nell’estate 1982, annunciò che aveva esaurito completamente il
suo denaro, si innescò un circolo vizioso: quando i prestatori erano preoccupati che i paesi
poveri non li avrebbero ripagati, essi interrompevano l’erogazione di prestiti. Questo lasciava
i poveri PVS senza un ammortizzatore finanziario, e nella disperazione essi interrompevano i
pagamenti ai creditori, spaventando ulteriormente i banchieri internazionali. Dunque più i
paesi esaurivano denaro meno le banche prestavano, e meno le banche prestavano più i paesi
esaurivano denaro. un’ondata di
Negli ultimi due decenni del XX secolo ci furono due sviluppi sorprendenti:
–
democratizzazione elezione di due governi civili in Sud America nel 1980 e fine di qualunque
–
dittatura nel 1990 e la fine del sistema economico ISI in molti paesi.
Infine nel mondo in via di sviluppo giunse il più importante cambiamento, la caduta del
comunismo. Le condizioni in Cina, Europa centro-orientale e URSS erano tetre, penose. I primi
cambiamenti si verificarono in Cina e Vietnam, due dei paesi più poveri del mondo, i cui 4/5 erano
portarono il capitalismo e l’effetto del mercato
rurali, per cui semplici riforme agricole (ad esempio
in Cina in cinque anni un miliardo di contadini furono assunti nel capitalismo agricolo, e il reddito
L’URSS cominciò invece il suo cambiamento dopo
medio reale delle famiglie rurali raddoppiò). la
morte di Breznev, quando nel 1985 Gorbaciov prese il potere, perseguendo subito trasparenza e
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e cercando di distendere le tensioni con l’Occidente.
riforme, ovvero perestroika e glasnost, Nel
1989 cadde il muro di Berlino e le due Germanie si riunificarono, e mentre Gorbaciov lottava per
una transizione sovietica verso un’economia e una democrazia di stampo occidentale l’URSS
collassò nel 1991.
A questo punto Frieden parla di “Globalism&rdqu