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Il rendimento percentuale

La durata dell'esercizio è fissa (30 secondi ciascuno), ma varia il tempo complessivo a seconda del numero delle stazioni. Ogni programma può essere eseguito con diversi gradi di complessità. Si può scegliere la forma corta, media o lunga.

Il calcolo dell'aumento in percentuale: media fra la classe di rendimento raggiunta all'inizio e alla fine del percorso (dopo 4% → # = · 100 settimane). Formula 'L'indice di rendimento oggettivo: calcolabile con il rendimento percentuale e la frequenza cardiaca (F.C.).

Cartelle di rendimento: schede per la raccolta dei risultati e dei dati antropometrici dell'allievo (peso, altezza, misura della circonferenza di diverse parti del corpo, ecc...), utili a costruire un quadro progressivo dell'alunno.

Oltre alla valutazione del singolo, è prevista una valutazione a livello della classe e a livello dell'istituto, definita mediante

7 fattori. La stessa modalità valutativa avviene a livello provinciale. Il monitoraggio del livello di rendimento fisico degli allievi è in tal modo assicurato a partire dal basso: dal singolo individuo, alla classe, all'Istituto, a tutti gli istituti della provincia dello statofederale tedesco. I dati raccolti a livello centrale servono per riflettere sugli esiti dell'applicazione di questa modalità di pianificazione dell'esercizio fisico. Metodologie per obiettivi: Anch'esse fanno riferimento alla teoria dello Scientific Management, ovvero della visione economicistica del lavoro, basata sulla divisione e dettagliata pianificazione di quest'ultimo e sulla gestione centralizzata del processo lavorativo. Nel 1911, Rice trasferì le idee dello Scientific Management al mondo della scuola e dell'educazione: nacquero le teorie del curricolo. Taba, in seguito, fornì una definizione di obiettivo, come uno scopo ben preciso da raggiungere.definito come un comportamento misurabile e prevedibile. Nacquero le tassonomie, elenchi di obiettivi suddivisi secondo un criterio di complessità. La tassonomia più completa e rigorosa è quella di Anita Harrow, che propone una classificazione dei movimenti in 6 livelli:
  1. I movimenti riflessi;
  2. I movimenti fondamentali di base, paragonabili agli schemi motori di base del lanciare, camminare, ecc...;
  3. Le capacità percettive, che riguardano diversi tipi di discriminazione percettiva (visiva, uditiva, cinestesica);
  4. Le qualità fisiche, che si riferiscono alle capacità condizionali;
  5. I movimenti di destrezza, che riguardano le capacità coordinative;
  6. La comunicazione non verbale, che comprende il movimento espressivo ed interpretativo.
Gli obiettivi prefigurati dalle tassonomie si presentano come comportamenti standard da acquisire. Nel contesto della pedagogia si sviluppa il Mastery learning (apprendimento per padronanza) che

Sottolinea l'aspetto temporale dell'apprendimento, secondo il principio per cui tutti gli allievi possono diventare competenti. Il Mastery learning è un sistema democratico, individualizzato, in grado di consentire a tutti gli alunni di raggiungere lo stesso livello di apprendimento: è solo questione di esercizio e di tempo. La competenza diviene dunque qualcosa di più di un comportamento, è una padronanza.

In Italia. A tal proposito, in Italia si sono diffusi dei manuali strutturati per unità didattiche, piccole porzioni di insegnamento individualizzato centrate sul raggiungimento di obiettivi operativi specifici di educazione fisica. Lo sviluppo delle singole unità didattiche consente di realizzare obiettivi via via sempre più complessi (intermedi e generali). La verifica fa riferimento a comportamenti osservabili, di cui si esplicitano i livelli di prestazione, atti a misurare il livello di apprendimento delle abilità motorie.

L'allievo competente è colui che è in grado di mostrare il comportamento richiesto, in quanto risultato dell'istruzione.

L'approccio separatorio dell'apprendimento è presente laddove gli autori suddividono gli obiettivi in base a tre aree della personalità: motoria, affettiva e cognitiva, da cui derivano gli obiettivi funzionali (specifici della disciplina), relazionali e culturali (trasversali). Nell'impostazione di questi autori vediamo la stessa separatezza che si è evidenziata nelle proposte di Gurevič e Thiemel, nel senso di una divisione fra ambito fisico, ambito mentale ed ambito affettivo.

Unità didattica: L'intero programma di educazione fisica viene suddiviso in obiettivi generali in riferimento a 6 macro aree di contenuto: la relazione, i canali percettivi, il mondo interno ed esterno, la coordinazione, il linguaggio del corpo e l'avviamento alla pratica sportiva. L'obiettivo generale viene

Raggiunto grazie al conseguimento di sotto-obiettivi. Per ciascun sotto-obiettivo sono descritte una o più unità didattiche, la cui struttura procede secondo una logica dal generale al particolare. Esempio di unità didattica: "Sa muoversi contemporaneamente ad un oggetto".

La valutazione: è interamente controllata dal docente in ogni sua fase, da quella iniziale propedeutica alla programmazione, a quella finale di verifica del suo raggiungimento. Ciò che assicura il controllo dell'intero processo è la possibilità di scomporre il programma in obiettivi più semplici. Si tratta di un processo educativo centrato prevalentemente sull'insegnamento. Il vero soggetto della prassi didattica è l'insegnante.

Riassunto prospettiva biologico/anatomica

La prospettiva psico-corporea

La psicomotricità è un movimento di pensiero complesso, nato in Francia a inizio Novecento dall'incrocio della psichiatria

La psicomotricità è una disciplina che studia i processi mentali e utilizza il movimento per ripristinare le funzioni psichiche disturbate. Si è sviluppata in connessione con la neurologia e la psicologia clinica, arricchendosi di contributi come la psicologia genetica di Piaget, la psicobiologia di Wallon e la psicoanalisi di Freud. Il concetto di educazione psicomotoria è nato all'interno di questa disciplina. Tra i suoi padri fondatori si annoverano Le Boulch, Vayer e Aucouturier.

In linea con il cognitivismo, che è l'indirizzo della psicologia scientifica che studia i processi mentali, la psicomotricità valorizza l'attività del soggetto come essere pensante, capace di produrre rappresentazioni mentali, e si focalizza su ciò che avviene nel cervello, ovvero sui processi che producono il movimento, anziché sui prodotti (come faceva la prospettiva biologica).

Storicamente, i primi fondamenti della psicomotricità sono emersi verso il 1890. Tissié individuò un legame a livello cerebrale tra i centri psichici e il movimento, istituendo così la ginnastica medica.

Dupré parlò di un'unica sindrome che riuniva turbe motorie e psichiche ed osservò l'esistenza di "coppie psico-motorie", associazioni di disturbi motori a disturbi mentali. Furono poi i pedagogisti ad utilizzare la ginnastica per prevenire disordini psichici e fisici nei bambini, individuando nel movimento le dinamiche della nascita e della strutturazione dell'intelligenza, considerata da Piaget come forma di adattamento dinamico dell'organismo all'ambiente. Con le teorie psicanalitiche, si riscoprì la valenza "irrazionale" dell'azione. Il comportamento psicomotorio divenne espressione della personalità dell'individuo, voce al contempo della sua volontà e del suo inconscio. Tale idea di movimento si discosta dal modello totalizzante della ginnastica tradizionale, che invece non tiene conto della soggettività individuale. Novità rispetto all'approccio biologico-anatomico.

Il corpo non è più considerato come un oggetto da addestrare con l'allenamento, ma qualcosa da formare attraverso le varie esperienze corporee. Nuova concezione: si passa da un corpo dualistico, meccanico, da sottomettere alla ragione, ad un corpo dinamico, "informazionale" poiché incaricato di sentire, elaborare e trasformare le informazioni ricevute dal suo interno e dall'esterno in idee e in esperienze. In ambito educativo ciò si traduce nell'importanza di favorire tre momenti: innanzitutto mettere il bambino in condizioni di ricevere informazioni attraverso le vie sensoriali interne ed esterne, in seguito favorire la presa di coscienza di tali informazioni ed infine facilitare l'elaborazione mentale. Cambia dunque la modalità educativa: da un'orizzontalità che permette ai soli bambini capaci di raggiungere un risultato omologato (uguale per tutti) ad un'obliquità che consente ad ogni bambino.con le proprie specificità di superare gli ostacoli.

Psicocinetica di Le Boulch

Abbandona l'idea classica di movimento come macchina di leve, da studiare secondo punti di vista settoriali, a favore di un'idea di condotta globale che evidenzia il ruolo attivo del soggetto. Il corpo è apertura dell'Io al mondo, è un supporto all'attività del soggetto. L'uomo è studiato, dunque, in senso globale, facendo ricorso ad una pluridisciplinarità. Le Boulch ha una concezione strutturalista, per cui un atto deve sempre essere funzionale alla soddisfazione del bisogno che lo ha generato. Egli dunque parla non tanto di comportamenti, quanto di funzioni psicomotorie che concorrono a definire la condotta umana. Atteggiamenti (azioni), posture e movimenti sono l'insieme dei comportamenti che vediamo dall'esterno, azionati dall'intenzionalità e dalla motivazione. Il movimento realizza l'unione tra corpo

inconscio e corpo conscio. Lo schema corporeo è per lui un'intuizione o conoscenza immediata che si ha del proprio corpo, in rapporto alle diverse parti tra loro e nei rapporti con spazio e oggetti che lo circondano.

Il modello scientifico: il mosaico funzionale. La condotta motoria rappresenta per Le Boulch una forma di adattamento dell'organismo all'ambiente che, come in Piaget, si realizza nel tentativo di ricostruire l'equilibrio (→ nozione di omeostasi) che è stato momentaneamente rotto da un bisogno. I movimenti possono avere un carattere difensivo, ovvero di protezione dell'organismo dalle aggressioni, oppure appropriativo, ovvero tendente all'assimilazione di un elemento esterno.

Il ruolo del Sistema nervoso centrale. È la struttura che governa il processo di adattamento, lo strumento più elevato degli scambi tra il soggetto e l'ambiente, inteso non più come mero fatto di tipo cognitivo, ma anche tonico-affettivo.

che dipende pertanto dal potenziale energetico della persona. Il SNC sovraintende all'attività delle funzioni mentali e coordina l'insieme delle funzioni di nutrizione (consentono la sopravvivenza - funzioni circolatoria, digestiva, respiratoria) e delle funzioni di relazione (consentono l'interazione con l'ambiente esterno - funzioni sensoriali, motorie, cognitive).
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
31 pagine
SSD Scienze matematiche e informatiche MAT/03 Geometria

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher cchiarabb di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Geometria e motricità e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Vicini Marisa.