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- L’INTERAZIONE TRA ESSERE UMANO E AMBIENTE
La cultura si sviluppa in un dato ambiente fisico. Le interrelazioni tra individui e l'ambiente di
una determinata area geografica e l'impatto che l'agire umano ha sull'ambiente sono
problematiche affrontate dalle ecologia culturale, disciplina che Indaga le relazioni tra un
gruppo culturale e l'ambiente naturale da esso occupato. - IL CONTROLLO ESERCITATO
DALL'AMBIENTE
I geografi hanno da tempo respinto le idee del ossia la teoria nata nel
determinismo ambientale,
19° secolo, secondo la quale l'ambiente fisico da solo plasma gli esseri umani, le loro azioni e il
loro pensiero. Secondo la cioè la scuola di pensiero opposto al
teoria del possibilismo geografico,
determinismo, sono gli individui, non gli ambienti in sé, a rappresentare le forze dinamiche
dello sviluppo culturale. Ciascuna società utilizza le risorse naturali in conformità alle proprie
necessità e competenze tecniche.
- L’IMPATTO DELL'ESSERE UMANO
La geografia, compresa la esamina sia l'influenza esercitata dall'ambiente
geografia culturale,
fisico sull'essere umano sia alle conseguenze dell'azione umana sull'ambiente. Il paesaggio
è definibile come la superficie terrestre dall'azione propria dell’uomo. I tipi di
culturale
abitazione, le reti di trasporto, i parchi e i cimiteri sono alcuni indicatori dell'utilizzo del
territorio da parte dell'uomo. Le azioni umane, volontarie e involontari, che modificano o
persino distruggono l'ambiente sono probabilmente antiche quanto il genere umano stesso. Gli
uomini hanno utilizzato, alterato e sostituito la vegetazione. Hanno cacciato intere specie di
animali fino a provocarne l'estinzione. Attraverso l'abuso della terra e delle sue risorse, essi
hanno reso sterili e deserte regioni produttive. Il fuoco è stato considerato il primo grande
strumento dell'uomo, dopo l'indipendenza il governo del Kenya, nell'africa orientale venne
proibito. Con la proibizione del fuoco le foreste cominciarono a riappropriarsi del loro habitat
naturale e la fauna delle praterie venne soppiantata da altre specie di animali erbivori tra cui
rinoceronti, ippopotami ed elefanti. Gli esempi di impatto dannoso dell'uomo abbondano fin dai
tempi più antichi. Ricordiamo le stragi durante l'età della pietra, in cui avvenne la perdita di
intere specie di animali di grossa taglia in tutti i continenti abitati, la caccia indiscriminata, in
alcuni casi provoc l'estinzione totale delle specie per opera di società che ricorrevano al fuoco
per stanare gli animali ed erano fornite armi per macellarli. Non soltanto la distruzione degli
animali, ma anche dello stesso ambiente vitale, è stata una conseguenza del cattivo uso delle
aree geografiche da parte dell'essere umano.
- LE RADICI DELLA CULTURA
Circa 11000 anni fa, i massicci ghiacciai cominciarono a ritirarsi. Gli animali, le piante, le
popolazioni cominciarono a diffondersi. Nel l’antica età della pietra, piccoli gruppi
Paleolitico,
sparsi cominciarono a differenziarsi tra regione e regione per sostentarsi. Tutti erano cacciatori-
raccoglitori, le popolazioni pre-agricole dipendevano dalla disponibilità di prodotti alimentari,
sia vegetali che animali che si assicuravano con i pochi e rudimentali utensili e armi di pietra a
loro disposizione. Anche al culmine dell'Era le parti non ghiacciate dell'Europa erano
Glaciale,
ricoperte di muschi, licheni e bassi cespugli che risultavano troppo fredde per poter accogliere
le foreste all'epoca. L'Europa Sud orientale e la Russia meridionale avevano foreste, tundra e
praterie, mentre le regioni mediterranee erano ricoperte di foreste. Le enormi mandrie di
erbivori, come renne, bisonti, mammut e cavalli brucavano, si riproducevano e migravano
attraverso le praterie. Un abbondante vita animale popolava le foreste. La migrazione
dell'essere umano verso Nord, richiese una serie di utensili e provviste più elaborati rispetto al
passato per far fronte alle necessità di alloggio e abbigliamento. Alla fine del periodo Paleolitico
gli esseri umani si erano diffusi in tutti i continenti tranne l'Antartide, portando con sé le loro
culture di cacciatori e raccoglitori e le loro organizzazioni sociali. I cacciatori e raccoglitori, via
via che occupavano regioni diverse, dovevano utilizzare differenti varietà di alimenti, in base
alle risorse presenti nelle nuove aree di insediamento. Le migliori tecnologie per la manifattura
degli utensili ampliarono la gamma delle opportunità di utilizzo dei materiali disponibili a livello
locale. Ne conseguì uno sfruttamento dell'ambiente fisico più ampio rispetto a quanto fosse
stato possibile in passato. Alla fine dell'Era Glaciale, la lingua, la religione, il commercio a lunga
distanza, gli insediamenti permanenti appaiono elementi consolidati molte aree culturali
europee. Quanto appreso e creato dal singolo veniva trasmesso all'interno del gruppo
culturale.
- I GERMI DEL CAMBIAMENTO
Il ritiro degli ultimi ghiacciai decret la fine dell'era paleolitica avviando successivi processi di
evoluzione culturale come lo sviluppo delle tecniche agricole e d'allevamento, per poi arrivare
ai processi di urbanizzazione e industrializzazione delle società e delle economie moderne. Non
tutte le culture hanno attraversato contemporaneamente le diverse fasi di cambiamento, si
parla infatti di divergenza culturale tra gruppi umani. Col ritiro dei ghiacci il clima divenne più
mite e iniziarono a comparire foreste sulle aperte pianure. Il periodo del (media età
Mesolitico
della pietra) segn il passaggio dalla semplice raccolta alla produzione del cibo. Queste fasi
dell'età della pietra si sono succedute in diversi intervalli di tempo nelle varie aree del mondo,
segnando variazioni distintive negli utensili, negli insediamenti e nelle complessità sociali delle
culture.
- LE ORIGINI E LA DIFFUSIONE DELL'AGRICOLTURA
Alla fine del periodo glaciale la popolazione di cacciatori e raccoglitori crebbe lentamente. Man
mano che il rapido cambiamento climatico incideva negativamente sulle loro risorse alimentari
vegetali e animali, gli individui sperimentarono la delle piante e degli animali,
domesticazione
come conseguenza dell'abitudine di tenere negli alloggi animali selvatici di piccola taglia. La
domesticazione delle piante alimentari, come quella degli animali, pu essere rintracciata in un
numero limitato di aree di origine dalle quali si diffusero le sue tecniche. Le varie regioni di
origine dell'agricoltura condividevano molti elementi: in ognuna la domesticazione fu
incentrata su specie vegetali, per la capacità di fornire grandi quantità di calorie o proteine; in
ognuna vi era una popolazione in grado di dedicare tempo a selezionare, diffondere e
migliorare quelle piante rese disponibili da una vegetazione variegata. Alcuni sostengono che
la domesticazione del grano possa risalire a 13.000 anni fa, come reazione alla penuria di cibo
indotta dall'improvviso innalzamento delle temperature estive e dall'aridità della Valle del
Giordano. Quello stress ambientale, riducendo le provviste alimentari per l'estate e
distruggendo gli habitat della cacciagione selvatica, favorì la coltivazione di cereali in legumi
annuali a breve stagione i cui i semi potevano essere immagazzinati e piantati durante le
stagioni invernali, più fredde e più umide. I contrasti tra i cacciatori-raccoglitori e le società
agricole sedentarie aumentarono, laddove i due gruppi entravano in competizione per il
controllo territoriale, gli agricoltori avevano la meglio sui cacciatori-raccoglitori. Il conflitto
proseguì fino ai tempi moderni. Nel corso degli ultimi 500 anni, i colonizzatori europei
dominarono completamente le culture di cacciatori-raccoglitori. Il contrasto tra cacciatori-
raccoglitori e agricoltori fornisce una prova drammatica dei conflitti che si possono generare a
partire da differenti usi di uno stesso territorio.
- LE INNOVAZIONI DEL NEOLITICO
Il rappresent una fase di cambiamento culturale. Il termine dato a tale epoca rinvia
Neolitico
alla creazione di utensili e tecnologie più avanzate per far fronte alle circostanze e alle
necessità di una popolazione in espansione e sedentaria. Non tutte le popolazioni della terra
vissero contemporaneamente la stessa transizione. La velocità del mutamento culturale
aument : le innovazioni tecnologiche e sociali si produssero con una velocità superiore a tutti i
periodi precedenti. Gli esseri umani hanno appreso l'arte di filare e tessere le fibre animali e
vegetali, impararono a utilizzare e a cuocere l'argilla per farne utensili, idearono tecniche per
produrre mattoni, cementarli e costruire. Questa società soppiant la precedente uguaglianza
tra adulti propria dell'economia fondata sulla caccia e sulla raccolta, alla fine del periodo
Neolitico, alcuni gruppi cominciarono a modificare specie animali e vegetali, a gestire le risorse
del suolo, del terreno, idriche e minerarie, impiegarono metalli per costruire utensili raffinati e
armi superiori. Man mano che gli individui si raccoglievano in comunità più ampie, nascevano
regole nuove e più ufficiali, sorsero i governi per far rispettare le leggi e definire le punizioni.
Nella vita di tutti i giorni le occupazioni diventarono sempre più specializzate, dunque i ruoli
sociali si fecero più definiti. I lavoratori di metallo, i vasai, i marinai, i sacerdoti, i mercanti, gli
scribi e in alcune aree i guerrieri, andarono ad aggiungersi, quali figure sociali, agli agricoltori e
ai cacciatori.
- I FOCOLAI CULTURALI
Il termine viene utilizzato per descrivere tali centri di innovazioni e di
focolaio culturale
invenzione da cui importanti tratti ed elementi culturali si spostarono per esercitare la loro
influenza sulle regioni circostanti, facendosi portatori di particolari paesaggi culturali. Fra i
molti e importanti focolari culturali che si attivarono nel periodo Neolitico, ci furono l'Egitto,
Creta, la Mesopotamia, la Cina settentrionale, ecc., essi si svilupparono in area del mondo
molto lontane e in periodi diversi. L'antropologo Julian Steward propose il concetto di evoluzione
per spiegare le caratteristiche comuni di culture molto lontane ipotizza che
multilineare,
ciascuna zona ambientale principale tenda a generare tratti comuni di adattamento nelle
culture di coloro che la sfruttano, tali tratti si baserebbero sullo sviluppo dell'agricoltura e
sull’emergere di strutture culturali e amministrative simili nei molti focolai culturali; ma simili
non significa identiche. La teoria opposta, il diffusionismo,
è la convinzione che le somiglianze culturali si verifichino principalmente tramite la
propagazione nello spazio da un