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I movimenti migratori a carattere temporaneo o periodico sono connessi in parte a generi di vita di
tipo pastorale, in parte a lavori agricoli o anche manifatturieri e terziari stagionali.
L’alpeggio, la transumanza sono tipiche pratiche di allevamento e spostamento di mandrie e greggi
a carattere stagionale, così come hanno carattere stagionale anche parecchie migrazioni per lavori
agricoli. Alcune attività industriali sono legate al ritmo delle stagioni, che caratterizza anche una
parte delle attività turistiche e quindi il flusso di manodopera.
Spostamenti pendolari
Quando tra le aree forti e le aree deboli intercorre una distanza a raggio limitato, lo squilibrio si
risolve molte volte non con il trasferimento di residenza, ma con lo spostamento quotidiano di
lavoratori tra il luogo di abitazione e il luogo di lavoro.
Nell’intento di esprimere le due idee simultanee dell’andata e ritorno dei lavoratori e della relativa
regolarità quotidiana, i Tedeschi per primi coniarono il nome di Penderlwanderungen, in italiano
spostamenti pendolari.
Si tratta di un fenomeno che ha acquistato importanza in rapporto alla concentrazione delle attività
industriali e terziarie, allo sviluppo dei trasporti collettivi urbani e suburbani, alla capillare
diffusione delle automobili. Si sono costruite ferrovie metropolitane e linee celeri di superficie per
collegare al nucleo urbano i sobborghi e le città che costituiscono i serbatoi di manodopera.
Quasi tutte le grandi città dei paesi sviluppati sono da anni al centro di spostamenti pendolari più o
meno ampi (in Italia il fenomeno si è prepotentemente affacciato alla ribalta negli anni Sessanta).
Da qualche tempo si è però avuta un’inversione di tendenza: le metropoli hanno perso gran parte
della loro forza attrattiva a vantaggio dell’Hinterland e delle città di provincia. Inoltre, parecchi
pendolari, pur lavorando in città, conservano al paese in cui abitano qualche pezzo di terra e vi
dedicano una parte del tempo (part-time farming) al ritorno dal lavoro o nei giorni liberi.
Struttura della popolazione
Struttura per età e invecchiamento della popolazione
I vari tipi di struttura della popolazione esprimono sinteticamente lo stato demografico e
socioeconomico dei gruppi umani. La struttura demografica, che rappresenta la distribuzione
numerica di maschi e femmine nelle diverse classi di età, è di fondamentale importanza per la
programmazione: una elevata percentuale di adulti denuncia generalmente un alto livello di
popolazione attiva; l’analisi della struttura per età, essendo nota la mortalità nelle classi, permette di
elaborare ragionevoli previsioni sulle dimensioni delle nuove leve scolastiche o delle nuove leve di
lavoro.
La struttura della popolazione (per sesso e per età) si può rappresentare graficamente con un
istogramma a canne orizzontali, noto con il nome di piramide delle età. Il nome di piramide si
riferisce alla forma teorica che si dovrebbe ottenere dalla rappresentazione di una popolazione
“naturale” in cui gli appartenenti a ciascuna classe di età sono meno numerosi degli appartenenti
alle classi di età più giovani.
Se si pongono a confronto le piramidi relative allo stesso paese ma calcolate a intervalli di anni si
può desumere, ad esempio, l’accrescimento della longevità se le piramidi si allargano presso il
vertice; l’aumento della natalità o la sua diminuzione a seconda che la base si allarghi o si restringa;
infine, il processo di invecchiamento, se la piramide si allarga in alto e restringe in basso.
Irregolarità e sbalzi nell’andamento del profilo della piramide possono essere dovuti a cause
particolari: una strozzatura si avverte in corrispondenza delle classi di nati in tempo di guerra,
mentre si ha un allargamento in corrispondenza delle classi di nati nel dopoguerra.
L’invecchiamento della popolazione, che si è manifestato soprattutto nell’Europa occidentale, è un
fenomeno del nostro secolo dovuto al forte calo della natalità e alla diminuzione della mortalità
nelle età avanzate.
L’indice di vecchiaia è il rapporto percentuale tra gli ultrasessantenni e i giovani sotto i 15 anni.
La struttura sociale e indice di sviluppo umano
La struttura sociale è connessa al livello di vita e alla posizione nella scala delle attività
professionali. Nel nostro mondo occidentale la gerarchia dei valori ha basi prevalentemente
economiche e culturali. Una stessa classe sociale può essere composta da rappresentanti di categorie
professionali diverse, ma più o meno pari come potere economico e livello di vita.
Il censimento demografico italiano distingue gli attivi nei seguenti tipi di posizione nella
professione: imprenditori e liberi professionisti, dirigenti ed impiegati, lavoratori in proprio,
lavoratori dipendenti, coadiuvanti.
Tra gli indici che tentano di misurare il grado di sviluppo economico-sociale delle popolazioni,
alcuni sono più significativi per il loro carattere sintetico, anche se parziale. Il Prodotto Interno
Lordo (PIL) è essenzialmente economico e corrisponde al valore della produzione complessiva di
beni e servizi. Grosso modo rappresenta il totale del reddito prodotto dagli abitanti e viene utilizzato
soprattutto nella forma di PIL pro capite, ovvero reddito per abitante.
Nei paesi ricchi il reddito per abitante è generalmente superiore ai 20.000 dollari, con picchi nei
paesi più forti economicamente, nei paesi delle banche e in alcuni paesi del petrolio, mentre si
scende ai minimi sotto i 1000 dollari nelle zone più povere dell’Africa.
Lo stato sanitario quanto più è soddisfacente tanto più mantiene bassa la mortalità. L’alta mortalità
nei paesi sottosviluppati è dovuta soprattutto all’insufficienza di medici e di ospedali.
Il grado di istruzione può essere sommariamente valutato tenendo conto del tasso di analfabetismo
e del tasso di scolarità (in Italia l’analfabetismo è all’1,5%, mentre nei paesi scandinavi è
inesistente).
Il tasso di scolarità è sempre superiore a 100% nei paesi europei o extraeuropei a popolamento
bianco; è inferiore invece in quasi tutte le altre regioni (eccetto il Giappone). Ovunque la scolarità
rurale e quella femminile sono più basse della scolarità urbana e di quella maschile, anche se questa
situazione oggi si sta lentamente evolvendo.
Il divario fra lo sviluppo e il sottosviluppo non è mai stato così impressionante come è oggi:
l’insieme dei redditi dei più ricchi (60 milioni di persone, l’1% della popolazione mondiale) è
uguale all’insieme dei redditi dei 3 miliardi più poveri. La caratteristica principale dei paesi ricchi è
la presenza di una numerosa classe media che ha accesso ha una serie di servizi generalizzati. La
moltiplicazione degli scambi a livello planetario concede anche a piccoli gruppi di privilegiati dei
paesi poveri la possibilità di accedere agli standard di vita dei paesi ricchi: in questi peraltro si
formano qua e là piccole o grandi isole di miseria alimentate soprattutto dalla immigrazione dai
paesi poveri.
Lingue e popoli
Nel genere umano la diversità dei caratteri somatici e del patrimonio genetico dà luogo alla
divisione in razze; la diversità dei tipi di civilizzazione, cioè degli elementi culturali contribuisce a
differenziare i popoli. Le aree di diffusione dei caratteri somatici non coincidono con quelle dei
caratteri culturali.
Il razzismo, partendo dal presupposto che certi organi eccellono funzionalmente più in una razza
che in un’altra, era giunto a teorizzare una disparità anche nelle funzioni dell’intelletto.
Tra gli elementi che differenziano i vari gruppi umani, l’attenzione va rivolta essenzialmente a
quelli culturali, tra i quali il più importante è senza dubbio il linguaggio. Attraverso la lingua
materna ogni bambino assimila una “cultura” trasmessa dalle generazioni precedenti e patrimonio
comune di coloro che parlano quella stessa lingua: egli prende coscienza di appartenere ad un
gruppo etnico diverso da tutti gli altri. Per gruppo etnico si intende una comunità fondata su una
stessa lingua e su una propria cultura spirituale e materiale, cementata dalla coscienza di formare
un’unità originale, distinta dagli altri gruppi.
La parentale, che si esprime in caratteri comuni nel lessico e nella struttura grammaticale, consente
di raggruppare alcune lingue tra loro come filtrazioni di un’unica lingua madre, e di distinguere in
tal modo un certo numero di gruppi linguistici. La parentela tra diversi gruppi permette poi di
risalire a grandi famiglie linguistiche.
La famiglia indoeuropea abbraccia il 95% degli Europei e si estende anche in Asia, e in America e
Australia a causa della colonizzazione. A questa grande famiglia appartengono le lingue neolatine,
germaniche, slave, indo-iraniche, indo-arie.
La famiglia uralo-altaica occupa tutta l’Asia settentrionale e mediana dal Mar Egeo alle sponde del
Pacifico.
Meno estesa è la famiglia cino-tibetana. Un’altra famiglia particolare è quella dei Dràvida (Sri
Lanka).
A prescindere da Giapponesi e Coreani, di incerta collocazione, in Asia si trova anche la famiglia
malese-polinesiana. In stretto contatto con questa è la famiglia delle lingue austronesiane.
La famiglia camitico-semitica è rappresentata essenzialmente dalla lingua araba.
L’Africa Nera è il dominio della grande famiglia bantu-sudanese; sempre nel continente africano è
presente la famiglia austro-africana.
Infine, la famiglia amerinda è quella che rappresenta i popoli precolombiani dell’America, ristretta
drasticamente dalla colonizzazione europea a poche aree marginali.
Alcune lingue europee si sono estese con la colonizzazione su territori assai più vasti della
madrepatria, come l’inglese, il portoghese e lo spagnolo.
Vi sono poi taluni linguaggi formatisi coi contatti commerciali, come la lingua franca, il pidgin-
english e il suaheli.
Religioni
La distribuzione territoriale delle religioni è il risultato di circostanza storiche e si è modificata nei
secoli attraverso le conquiste e le conversioni. Le grandi religioni sono tutte originarie dell’Asia.
Invero, mentre alcune religioni vogliono essere etniche, cioè proprie di un popolo (Ebraismo,
Scintoismo, Brahmanesimo), altre si dichiarano universali (Islam, Cristianesimo).
L’Ebraismo o Giudaismo, nato nella Palestina è professato dagli Ebrei dispersi ovunque nel mondo,
ed è oggi l’elemento catalizzatore dello stato di Israele.
Il Cristianesimo è nato dall’Ebraismo e si divide in tre co