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I MODELLI DI CITTà
MODELLI A DI CITTà
Molti definiscono zonizzazione funzionale la divisione di una città in zone ,
omogenee e specializzate per certi scopi o funzioni. I modelli descrivono le zone
come aree con un uso del suolo relativamente uniforme per esempio zona industriale
o zona residenziale . La maggior parte dei modelli designa la zona economica chiave
della città come centro finanziario e commerciale . L’espressione centro cittadino
designa l’area urbana non periferica ; questa espressione designa solitamente la parte
più antica della città. Il sobborgo è una parte esterna funzionalmente uniforme , di
un’area urbana ed è spesso adiacente al centro cittadino.
MODELLO A ZONE CONCENTRICHE(Burgess)
Divide la città in cinque zone concentriche definite dalla loro funzioni. Al centro c’è
il CBD suddiviso in più sottoquartieri (finanza , vendita al dettaglio, teatro). Nel
secondo centro vi è la zona di transizione è caratterizzata dal degrado residenziale e
dall’invasione del commercio e della manifattura leggera. La zona 3 è un anello di
case , strettamente addossate ma adeguate , occupate da operai . La zona 4 è costituita
da residenze delle classi medie e la zona 5 è l’anello suburbano. Burgess riteneva
questo modello dinamico
MODELLO A SETTORI: si deve all’economia statunitense di Hoyt socondo il
quale la città cresce verso l’esterno dal centro cittadino ; una zona residenziale può
estendersi dal CBD al margine della città, creando zone a forma di settore come fette
di una torta rotonda.
LA TEORIA DELLE LOCALITà CENTRALI DI WALTER CHRISTALLER.
Christaller tentò di sviluppare un modello per prevedere come e dove si potrebbero
distribuire funzionalmente e spazialmente l’una rispetto all’altra le località centrali
nella gerarchia urbana. Iniziò a costruire il suo modello con una serie di assunti : la
superficie della regione ideale era priva di barriere fisiche ; la fertilità del suolo è
omogenea ; la popolazione e il potere d’acquisto sono distribuito uniformemente ; la
regione dotata di una rete di trasporti uniforme per consentire il trasferimento diretto
da ciascun insediamento a ciascun’altro; infine da ogni data località un bene o un
servizio può essere venduto in tutte le direzioni fino a una certa distanza . Nella
gerarchia urbana le località centrali sarebbero annidate l’una dentro l’altra quindi la
località centrale più grande fornisce il massimo numero di funzioni alla maggior parte
della regione. Per determinarla posizione di ciascuna località doveva definire i beni e
i servizi forniti. Studiò la vendita di beni e servizi calcolando la distanza che gli
individui sarebbero disposti a percorrere per acquistarli. Secondo la teoria delle
località centrali , ogni località ha una regione complementare circostante , un’area di
mercato esclusiva nella quale la città ha il monopolio sulla vendita di certi beni e
servizi , essendo l’unica in grado di fornire a un dato prezzo ed entro una data
distanza.
In base a questa teoria ci si attenderebbe , per ogni località centrale , un’area di
mercato di forma circolare . I cerchi devono sovrapporsi parzialmente o escludere dal
servizio certe aree . Per questo Christaller diede forma esagonale alle regioni che
costituivano le aree di mercato . Gli studi di Christaller dimostrano come in una
regione la distribuzione degli insediamenti non sia prodotta dal caso ma sia legata alle
aree di mercato , alla popolazione e alle distanze.
LE RETI
Sono l’insieme delle città in relazione tra loro , su scala regionale questa relazione
rende complementari le città tra loro.
Funzioni basiche: sono quelle che esplica la città verso l’esterno , creando attrazione
per i non residenti , aumentando il grado d’importanza della città.
Funzioni avanzate: è il complesso di tutte le funzioni che la città mette a
disposizione dei cittadini e che non creano attrattiva per gli esterni.
La funzione assume il significato geografico quando si considera il raggio d’azione
della funzione stessa ovvero su quale scala opera la funzione stessa , in questo caso si
considerano i concetti di portata e di soglia
Portata: definisce la distanza massima oltre la quale il consumatore non è disposto
ad affrontare i costi di trasporto , necessari per recarsi ad acquistare il servizio.
Soglia: rappresenta la distanza che delimita un’area circolare nella quale è compresa
la quantità di popolazione minima sufficiente a garantire un livello di domanda tale
per cui il sevizio sia prodotto in modo efficiente.
Rete monocentrica: rete che i sviluppa da un solo centro.
Rete policentrica: rete che si sviluppa da più centri
Differenza tra la rete Londinese e Parigina.
La differenza risiede nel fatto che : mentre ,le città che circondano Londra sono
dotate degli stessi servizi che si trovano nella “City”,creano maggiore
complementarietà tra loro e decongestionano il traffico nella città principale ; in
Francia e ,in particolar modo nella rete urbana intorno Parigi, ciò non accade perché
spesso le città che circondano Parigi sono sprovviste di funzioni che si trovano solo a
Parigi.
World city: alcuni definiscono le world city , più semplicemente città internazionali,
le città che, essendo centri di servizi economici estendono la propria influenza oltre i
confini degli Stati . La world city è un nodo della cosiddetta globalizzazione , un
luogo attraverso il quale passano le relazioni internazionali. La maggior parte delle
liste di queste città presenta una gerarchia dei nodi principali.
DIVERSI TIPI DI CITTà
Città millenarie: sono città molto antiche , anche se non sopravvissute , ma che in
antichità hanno avuto funzioni importanti.
Città industriali: città nate a ridosso della rivoluzione industriale e abitate
principalmente da operai che preferivano abitare in prossimità delle industrie che
fornivano lavoro.
Città postindustriali: città nate dopo la rivoluzione industriale dove si sono
sviluppati altri settori dell’economia.
Città fondate: città fondate o per volere del governo o per scopi economici ( un
esempio possono essere le città fondate durante il fascismo nel territorio delle paludi
pontine appena bonificate)
Regola rango dimensione: è una legge empirica , secondo la quale , in un elenco di
centri ordinati , la popolazione di un centro è direttamente proporzionale alla
posizione occupata dal centro nella graduatoria . é uno strumenti per verificare
l’equilibrio delle reti urbane , secondo questa legge esiste una relazione tra la
popolazione di un centro e la posizione occupata dal centro.
RRD Pr= P/r es: P3= P1/3 Pr= popolazione di rango
I giovani Invecchiamento
lavoratori della forza
migrano verso lavoro in
il centro periferia
aumento del Minori
divario tra attrattive verso
centro e la periferia
periferia
CAPITOLO 11 : L’AGRICOLTURA
L'openfield è un sistema di organizzazione dello spazio agrario a campi aperti. Esso
caratterizzò vaste regioni dell'Europa centro-occidentale (ad esempio isole
Britanniche, Francia settentrionale, valle del Reno in Germania, arrivando fino alla
Polonia e alla Russia) e si associò a forme di proprietà collettiva della terra e di
insediamento accentrato in villaggi . L'openfield si originò nei luoghi in cui i suoli
erano poco fertili ed avevano bisogno di essere concimati con il letame. Intorno ai
villaggi si estendevano terre comuni, suddivise in strisce allungate, delimitate da
strade e assegnate in lavorazione alle famiglie. I campi erano ottenuti abbattendo le
foreste di latifoglie e venivano coltivati col sistema della rotazione triennale (colture
cerealicole e maggese) sulla base delle scelte produttive operate dagli anziani del
villaggio. Nei campi a riposo si faceva pascolare il bestiame ovino. Non esistevano
case sparse e l'agricoltura era di tipo estensivo. Il territorio era diviso in tre settori ,
uno per il frumento , un altro per orzo e cereali e l’altro lasciato a maggese. Questo
tipo di coltivazione cessò di esistere quando si ebbe la rivoluzione verde , ovvero con
l’eliminazione del terreno lasciato a maggese , inoltre si eliminò la collettivizzazione
delle terre che divennero private e ogni singolo contadino poteva decidere cosa
coltivare nel proprio appezzamento di terra
Il bocage è un sistema di organizzazione dello spazio agrario a campi chiusi. Esso
distinse alcune regioni dell'europa atlantica (Bretagna e Normandia, isole
Britanniche), collegandosi alla proprietà dei terreni e all'insediamento rurale sparso.
Come indica l'espressione stessa, il sistema dei campi chiusi presentava proprietà
recintate con reti e muretti (enclosures), forma irregolare dei fondi, case al centro dei
terreni e colture scelte dai proprietari. Probabilmente, più che da una tradizione
individualistica, il bocage deriva dalla possibilità di utilizzare, in climi umidi, suoli
più fertili e dunque meno bisognosi di concimazione animale. Su ogni proprietà si
coltivano cereali, frutta e foraggi destinati all'allevamento stallino, in modo da
rendere la famiglia autosufficiente. Le poche strade erano fiancheggiate da alberi.
forme dominanti di agricoltura
Se si considera la quota dei prodotti consumati o venduti dal coltivatore, l’agricoltura
si distingue in due tipi.
Agricoltura di sussistenza → oltre i due terzi del suolo e del lavoro sono destinati
all’autoconsumo (Africa, America latina, India, Indonesia, Asia di Sud-est, Filippine,
arcipelaghi dell’Oceano Pacifico). È’ agricoltura di sussistenza è caratterizzata da
una bassa produttività, infatti, quasi tutto il raccolto è destinato alla sussistenza, cioè
alla sopravvivenza della famiglia contadina. Soltanto una piccola quantità dei raccolti
viene venduta al mercato o scambiata con altre merci. L'agricoltura di sussistenza è
praticata ancora oggi nei paesi più arretrati del pianeta, dove non si investe
nell'acquisto di macchine agricole, di fertilizzanti o nella creazione di impianti di
irrigazione, e dove mancano le strutture per la conservazione dei prodotti in
eccedenza. Tra le principali produzioni vi sono alcuni cereali: il sorgo, il miglio, il
mais e il riso. Gli agricoltori di sussistenza possiedono terreni in comune e le
eccedenze sono vendute da tutti i membri della comunità; l’accumulo di ricchezza
personale è limitato e l