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Il principio di omogeneità
Tutti i valori iscritti in bilancio devono essere omogenei (omogeneità della valuta). In contabilità si compiono registrazioni solo in relazione agli eventi i cui effetti possono essere espressi in termini monetari, quindi la moneta è un comune denominatore. Tuttavia il principio di omogeneità pone limiti alle finalità del bilancio, infatti il bilancio fornisce una rappresentazione incompleta. In sintesi, la misura monetaria non è in grado di catturare le conseguenze dei fenomeni che non producono effetti misurabili monetariamente in modo affidabile ma che incideranno in futuro sui risultati economici indico tali dati in Nota integrativa. Ad esempio, è il caso dei beni in leasing. Ricorda! I valori sono espressi in termini di potere d'acquisto della moneta al momento della registrazione.
Il principio dell'entità
La contabilità si riferisce ad un'entità o, secondo la
terminologia diffusa in Italia, ad un'azienda. Un'entità è una qualsiasi organizzazione o impresa o porzione di impresa o attività per la quale si ritenga utile preparare rendiconti contabili, domandandoci quali conseguenze gli eventi contabili abbiano sull'azienda. È il caso della Pubblica Amministrazione, di un'organizzazione lucrativa e/o no profit (ateneo, ospedale...); da distinguere dai soci e/o proprietari (salvo i casi di ditte individuali in cui la distinzione è sottile). Guardiamo, dunque, alla persona giuridica. IL PRINCIPIO DI CONTINUITÀ DI FUNZIONAMENTO Principio importante che ci spiega il criterio da adottare nella redazione del bilancio. Nel redigere il bilancio si assume che l'azienda continui a funzionare per un periodo indeterminato, che le risorse pluriennali attualmente disponibili siano utilizzate nelle future operazioni e quindi si guarda alla loro futura utilità, che sia in grado in futuro.diestinguere gli obblighi a lungo termine. Ad esempio, i revisori lo indicano nella loro relazione. Se invece vi è una forte evidenza circa la prossima cessazione dell'attività redigiamo il bilancio di liquidazione, che misura il valore delle risorse aziendali per i potenziali acquirenti, cioè il loro valore di liquidazione. Il valore di mercato o di liquidazione è soggettivo, diventa oggettivo solo al momento della vendita. In bilancio privilegiamo il principio di oggettività. È possibile anche redigere altri bilanci ad hoc, come quello di trasformazione e nel caso di altre operazioni straordinarie. IL PRINCIPIO DEL COSTO Per riportare le voci in bilancio vi deve essere una certezza. Le risorse economiche di un'azienda sono denominate attività o elementi patrimoniali o asset. Esse sono costituite da: - Attività non monetarie come terreni, immobili, macchinari, per le quali non esiste un'informazione affidabile su quale sia il loro valore di mercato o di liquidazione. - Attività monetarie come conti correnti, crediti, titoli di stato, per le quali esiste un'informazione affidabile sul loro valore di mercato o di liquidazione. Inoltre, le attività devono essere registrate al costo di acquisizione, che comprende il prezzo di acquisto e tutti i costi direttamente attribuibili all'acquisizione.Il loro valore se non al momento dell'acquisto e dell'eventuale vendita. Esse vanno iscritte dunque al costo storico di acquisto o di produzione (valore certo ed oggettivo, book value). Tale valore varia nel tempo (ma non lo riporto in bilancio di funzionamento di società non quotate che non applicano il fair value), infatti non valuto annualmente tali beni. Tuttavia lo posso fare se vi è un motivo, svalutando o rivalutando... Il valore contabile di tali attività è costo storico - valore ammortizzato. Attività monetarie, come denaro contante, titoli e crediti, per le quali esistono informazioni affidabili su quale sia il loro valore. Esse vengono registrate al costo storico, adeguato al valore di presunto realizzo o al fair value, cioè il valore corrente o valore di mercato. L'utilizzo dei valori di mercato per esse è rilevante, oggettivo e fattibile. Ad esempio è molto usato per le rimanenze. Tale principio nonsempre rispetta il principio della rilevanza (non rilevo variazioni del valore che potrebbero essere rilevanti), rispetta relativamente l'oggettività (con l'ammortamento) oggettività (tuteliamo i creditori) e fattibilità.
Il fair value ci consente di avere valori più attuali: il costo storico può diventare vecchio, ad esempio il pc diventa presto obsoleto.
Il fair value è l'importo (stimato) al quale un'attività potrebbe essere venduta in una libera transazione di mercato. minor prudenza e oggettività, a favore invece della rilevanza (interessante per gli investitori, ai quali potrebbero essere forniti dei rendiconti extracontabili per non intaccare il bilancio).
Esso è applicato solo ad alcune attività e ai bilanci delle quotate (principi IAS/IFRS).
L'avviamento (prodotto internamente) non figura in bilancio, ma se pago per averlo (acquistato) allora la indico tra le attività.
immateriali dello SP.L'avviamento si ha quando un'impresa ne acquista un'altra ad un prezzo maggiore del valore contabile delle attività nette (attività al fair value o al valore di presunto realizzo al netto di passività al valore di presunta estinzione) e rappresenta la capacità di produrre reddito in futuro.
IL PRINCIPIO DEL DUPLICE ASPETTO I diritti posseduti sulle attività appartengono a due categorie:
- le passività rappresentano i diritti vantati dai creditori
- il capitale netto rappresenta i diritti vantati dalla proprietà
Ne segue l'equazione contabile fondamentale attività = passività + capitale netto.
Un qualunque evento che modifica i valori della contabilità di un'azienda è denominato transazione. Ognuna di esse produce un doppio effetto sulle registrazioni contabili secondo le regole della partita doppia.
CN= diritto residuale perché qualunque sistema giuridico prevede che
i soci verranno soddisfatti per ultimi (prima sano debiti, perdite ecc). COME È COMPOSTO IL BILANCIO? ATTIVITÀ CORRENTE Necessarie per il core business - Liquidità - Attività che si trasformeranno in liquidità entro l'esercizio successivo - Attività che produrranno la loro utilità entro l'esercizio successivo Esempi: Cassa e titoli; crediti commerciali; rimanenze; Anticipi a fornitori; costi anticipati IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI Risorse tangibili aventi vita pluriennale (producono utilità oltre l'esercizio successivo), valutati al costo storico al netto del fondo ammortamento. Esempi: terreni e fabbricati, impianti e macchinari, attrezzature, mobili, pc... IMMOBILIZZAZIONI FINANZIARIE Risorse intangibili che rappresentano diritti ad incassare denaro, valutate al fair value (poiché attività monetarie) o (ordinariamente) al costo. Esempi: Depositi bancari, titoli azionari, partecipazioni destinate a...permanere nel patrimonio (come i BOT).
IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI
Risorse intangibili che non si trasformeranno in denaro ma produrranno la loro utilità oltre l'esercizio successivo. Sono ammortizzate in conto secondo la IV direttiva CEE.
Esempi: avviamento, costi di sviluppo capitalizzati, concessioni e licenze, diritti di brevetto…
Le concessioni sono diritti attribuiti dalla Pubblica Amministrazione che consentono all'azienda di sfruttare beni pubblici (miniere, suolo demaniale…)
Le licenze conferiscono il diritto di utilizzare a seguito di specifici contratti software di terzi, sistemi e procedure commerciali…
I marchi sono emblemi, denominazioni o segni che caratterizzano i prodotti valorizzando l'immagine dell'azienda sul mercato.
I brevetti sono diritti in base alle quali le imprese possono impedire ad altri di beneficiare di un prodotto/processo sviluppati con tecnologia originale per un periodo di tempo.
PASSIVITÀ FINANZIARIE
CORRENTE
Sono obblighi a pagare determinate somme di denaro entro l'esercizio successivo, che sorgono a seguito di specifiche decisioni di indebitamento.
Esempi: debiti di c/c verso banche, debiti finanziari a breve, quote in scadenza di debiti a medio-lungo termine.
PASSIVITÀ OPERATIVE CORRENTE
Operative perché connessi al core business.
Sono obblighi a pagare determinate somme di denaro o mantenere determinati comportamenti entro l'esercizio successivo.
Esempi: debiti v/fornitori, debiti tributari, cambiali passive commerciali, costi sospesi, anticipi da clienti.
PASSIVITÀ FINANZIARIE A LUNGO TERMINE
Sono obblighi a pagare somme di denaro oltre l'esercizio successivo, scaturiti da decisioni di indebitamento.
Esempi: Prestiti obbligazionari, mutui (quota in scadenza esclusa), TFR, debiti a lungo termine...
PASSIVITÀ DI REGOLAMENTO A LUNGO TERMINE
Sono obblighi a pagare determinate somme di denaro oltre l'esercizio successivo o a mantenere determinati comportamenti.
determinati comportamenti oltre l'esercizio successivo, scaturenti dallagestione.Esempi: debiti v/fornitori, cambiali passive oltre l'es, debiti tributari a lungo termine,anticipi da clienti a lungo termine.
CAPITALE NETTO- CAPITALE SOCIALE: Ammontare di denaro o beni apportati dalla proprietà;- RISERVE DI UTILI: ricchezza generata attraverso la gestione e non distribuita (es.riserva legale...) che rappresenta una fonte di auto-finanziamento.
ATTIVITÀ = PASSIVITÀ + CAPITALE VERSATO + RISERVE DI UTILIPer avere equilibrio finanziario le attività vanno a coprire o superano le passività con lamedesima scadenza. Ad esempio se ho crediti v/clienti per 100 mila e debiti v/fornitoriper 100 mila sono in equilibrio.
Con indice 2,5 riesco a coprire per oltre 2 volte le passività correnti (debiti e obblighientro l'esercizio successivo e rate di breve scadenza di debiti a lungo termine).In tal caso non devo chiedere prestiti alla banca,
à della misurazione, secondo il quale il reddito di un'impresa deve essere determinato e rilevato in base a periodi di tempo definiti, di solito annuali o trimestrali. IL PRINCIPIO DELLA COMPETENZA ECONOMICA Il principio della competenza economica stabilisce che i ricavi e i costi devono essere rilevati nel periodo in cui sono generati, indipendentemente dal momento in cui vengono incassati o pagati. Ciò significa che i ricavi devono essere rilevati quando viene effettuata la vendita di beni o servizi, anche se il pagamento avviene in un momento successivo. Allo stesso modo, i costi devono essere rilevati quando vengono sostenuti, anche se il pagamento avviene in un momento successivo. IL PRINCIPIO DELLA CONTINUITÀ Il principio della continuità afferma che un'impresa è considerata come un'entità in continua attività, a meno che non ci siano prove concrete che indichino il contrario. Questo principio presuppone che l'impresa continuerà a operare nel futuro prevedibile e che i suoi beni e passività saranno valutati in base a questa prospettiva. In conclusione, i principi contabili di base del conto economico includono il principio della periodicità della misurazione, il principio della competenza economica e il principio della continuità. Questi principi sono fondamentali per la corretta registrazione e presentazione dei ricavi e dei costi di un'impresa.