Anteprima
Vedrai una selezione di 20 pagine su 92
Riassunto esame Filosofia politica, Prof. Croce Giuseppe, libro consigliato Contratto Sociale, Rousseau Pag. 1 Riassunto esame Filosofia politica, Prof. Croce Giuseppe, libro consigliato Contratto Sociale, Rousseau Pag. 2
Anteprima di 20 pagg. su 92.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Filosofia politica, Prof. Croce Giuseppe, libro consigliato Contratto Sociale, Rousseau Pag. 6
Anteprima di 20 pagg. su 92.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Filosofia politica, Prof. Croce Giuseppe, libro consigliato Contratto Sociale, Rousseau Pag. 11
Anteprima di 20 pagg. su 92.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Filosofia politica, Prof. Croce Giuseppe, libro consigliato Contratto Sociale, Rousseau Pag. 16
Anteprima di 20 pagg. su 92.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Filosofia politica, Prof. Croce Giuseppe, libro consigliato Contratto Sociale, Rousseau Pag. 21
Anteprima di 20 pagg. su 92.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Filosofia politica, Prof. Croce Giuseppe, libro consigliato Contratto Sociale, Rousseau Pag. 26
Anteprima di 20 pagg. su 92.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Filosofia politica, Prof. Croce Giuseppe, libro consigliato Contratto Sociale, Rousseau Pag. 31
Anteprima di 20 pagg. su 92.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Filosofia politica, Prof. Croce Giuseppe, libro consigliato Contratto Sociale, Rousseau Pag. 36
Anteprima di 20 pagg. su 92.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Filosofia politica, Prof. Croce Giuseppe, libro consigliato Contratto Sociale, Rousseau Pag. 41
Anteprima di 20 pagg. su 92.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Filosofia politica, Prof. Croce Giuseppe, libro consigliato Contratto Sociale, Rousseau Pag. 46
Anteprima di 20 pagg. su 92.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Filosofia politica, Prof. Croce Giuseppe, libro consigliato Contratto Sociale, Rousseau Pag. 51
Anteprima di 20 pagg. su 92.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Filosofia politica, Prof. Croce Giuseppe, libro consigliato Contratto Sociale, Rousseau Pag. 56
Anteprima di 20 pagg. su 92.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Filosofia politica, Prof. Croce Giuseppe, libro consigliato Contratto Sociale, Rousseau Pag. 61
Anteprima di 20 pagg. su 92.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Filosofia politica, Prof. Croce Giuseppe, libro consigliato Contratto Sociale, Rousseau Pag. 66
Anteprima di 20 pagg. su 92.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Filosofia politica, Prof. Croce Giuseppe, libro consigliato Contratto Sociale, Rousseau Pag. 71
Anteprima di 20 pagg. su 92.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Filosofia politica, Prof. Croce Giuseppe, libro consigliato Contratto Sociale, Rousseau Pag. 76
Anteprima di 20 pagg. su 92.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Filosofia politica, Prof. Croce Giuseppe, libro consigliato Contratto Sociale, Rousseau Pag. 81
Anteprima di 20 pagg. su 92.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Filosofia politica, Prof. Croce Giuseppe, libro consigliato Contratto Sociale, Rousseau Pag. 86
Anteprima di 20 pagg. su 92.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Filosofia politica, Prof. Croce Giuseppe, libro consigliato Contratto Sociale, Rousseau Pag. 91
1 su 92
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

LIBRO III: CAPITOLO IV; DELLA DEMOCRAZIA

“Colui che fa la legge sa meglio di tutti come deve essere eseguita e interpretata. Sembradunque che non potrebbe esistere una costituzione migliore di quella in cui il potere esecutivo è congiunto al legislativo.”

“Ma è proprio quest’ultima condizione che rende tale Governo per certi aspetti insufficiente, visto che le cose che debbono essere distinte non lo sono e visto anche che, essendo il Principe e il Sovrano la medesima persona, non formano, per così dire, che un Governo senza Governo. Non è bene che chi fa le leggi le esegua, né che il corpo del popolo distolga la sua attenzione dai punti di vista generali per concentrarla sugli oggetti particolari.”

Perché Rousseau ci sta dicendo “non è bene che chi fa le leggi le esegua”, cioè che si occupi dell’applicazione delle leggi? Questo ha a che fare con il vincolo di generalità: nel momento in cui,

chi fa le leggi nell'assemblea generale, sa che deve essere colui che dovrà applicarle, gli risulta molto più facile pensare e proporre delle leggi, che poi sa che nel momento dell'applicazione andranno ad avvantaggiare alcuni esvantaggiare altri. È per questo che non è bene che chi fa le leggi esegua. "Nulla è più insidioso che l'influenza degli interessi privati sugli affari pubblici; e l'abuso delle leggi per opera del Governo è un male minore rispetto alla corruzione del Legislatore, effetto inevitabile dei punti di vista particolari." Qui "Legislatore" si intende il potere legislativo. Quindi nel momento in cui il legislativo comincia a ragionare anche in prospettiva particolare (oppure in cui abbiamo la democrazia, e la prospettiva particolare applicata dai Magistrati va a scivolare anche nell'assemblea generale, e questa inizia a ragionare in termini particolari) abbiamo la corruzione.

del governo stesso. Inoltre, anche se si riuscisse a organizzare un sistema in cui il popolo partecipa direttamente alle decisioni, si verrebbe comunque a creare una forma di governo oligarchica, in cui le persone più influenti e carismatiche avrebbero comunque un potere maggiore sugli altri. Quindi, anche se il concetto di democrazia è molto affascinante, è difficile da realizzare nella pratica.dell'amministrazione."

Il popolo dovrebbe rimanere praticamente senza interruzione adunato. Le stesse persone dovrebbero pensare sia alle assemblee legislative, sia alle assemblee di governo, chi si occupa di tutto il resto?

Rousseau è sempre un grande sostenitore di quella che nel 1819, verrà chiamata da Constant "la libertà degli antichi", contrapponendola alla "libertà dei moderni". La libertà degli antichi è modellata sulle istituzioni classiche, quindi quelle della Grecia Antica e della Roma Repubblicana; in cui c'era questa partecipazione volenterosa e spontanea dei cittadini alle assemblee a discutere le questioni dello stato. Questo perché l'essenza dell'uomo era vista nella partecipazione politica, colui che era il vero uomo era colui che partecipava alla vita pubblica (infatti erano esclusi stranieri, schiavi e donne). Constant si chiede come questi cittadini avevano tutto questo.

tempo per dedicarsi alla vita politica, rispondendosi che la libertà degli antichi è la libertà positiva, ma poteva essere portata avanti perché c'erano gli schiavi. La libertà dei moderni, è la libertà borghese, incentrata sull'individuo, che riduce gli spazi di partecipazione politica pubblici; solo una piccola frazione della vita dei cittadini si svolge in funzioni pubbliche; assomiglia molto di più alla libertà negativa. Constant, chiaramente, essendo un liberale, preferiva la libertà dei moderni, e Rousseau (che non conosceva Constant, avendo scritto il contratto sociale molto prima), in questa parte del testo cercherà di farci vedere come in realtà la cosiddetta libertà degli antichi sia in realtà preferibile e nettamente praticabile. "D'altra parte quante cose difficili da riunire insieme non suppone questo tipo di Governo? In primo luogo uno Stato assai piccolo, in

cui sia facile riunire il popolo e nel quale ciascun cittadino possa agevolmente conoscere tutti gli altri; in secondo luogo una grande semplicità di costumi, che eviti la proliferazione delle questioni da affrontare e le discussioni spinose. Ancora: una marcata uguaglianza nelle condizioni sociali e nei beni, senza di che l'uguaglianza non potrebbe sussistere a lungo nei diritti e nell'autorità.. Infine poco o niente lusso, perché il lusso è conseguenza delle ricchezze o le rende necessarie. Corrompe allo stesso tempo il ricco e il povero: l'uno per effetto di quanto possiede, l'altro per effetto di quanto brama; vende la patria alla mollezza e alla vanità; sottrae allo Stato tutti i suoi Cittadini"

Qui vediamo tantissimi l'influenza di Montesquieu, del Repubblicanesimo: l'insistenza sulla semplicità dei costumi, sulla virtù, sulla semplicità del modo di vivere, che però è qualche

Cosa che può far bene allo Stato, perché è anche un modo di pensare molto onesto. Ecco perché Montesquieu ha assegnato come principio alla Democrazia, la virtù. "Ecco perché un Autore celebre ha attribuito alla Repubblica la virtù come principio; [...] Aggiungiamo che non esiste Governo tanto esposto alle guerre civili e alle turbolenze interne quanto quello Democratico o popolare, perché non ce n'è nessun altro che tenda con così tanta forza e frequenza a cambiare di forma, né altro che richieda più vigilanza e coraggio per essere mantenuto nella sua. [...] Se esistesse un popolo di Dei, si governerebbe democraticamente. Un Governo così perfetto non è adatto a degli uomini."

Quindi sulla democrazia Rousseau non è d'accordo, perché:

  1. Innanzitutto non è bene che chi fa le leggi le esegua.
  2. Secondo punto, perché la democrazia richiede tutto il

popolo adunato (libertà degli antichi).3) E poi la democrazia è conflittuale, cioè mettersi d'accordo con tante teste può essere qualcosa che crea conflitti.

LIBRO III: CAPITOLO V; DELL'ARISTOCRAZIA

"Abbiamo qui due persone morali ben distinte, vale a dire il Governo e il Sovrano e, di conseguenza, due volontà generali [1*], l'una con riferimento a tutti i cittadini, l'altra soltanto ai membri dell'amministrazione. Così, benché il Governo possa regolare la sua organizzazione interna come vuole, non può mai parlare al popolo altro che in nome del corpo sovrano, cioè in nome del popolo stesso; cosa questa da non dimenticare mai."

[1*Sappiamo in realtà che la volontà generale è unica ed indivisibile. Qui Rousseau sta dicendo che anche nel governo, quando le cose vanno bene, deve prevalere la volontà generale non la volontà di corpo. Quindi il governo non

È altro che un’emanazione e un funzionario del corpo sociale.“Le prime società si governarono aristocraticamente. I capifamiglia deliberavano tra loro sugli affari pubblici, i giovani accettavano volentieri l’autorità dell’esperienza. Da qui derivano i termini di Preti, di Anziani, di Senato, di Geronti.” Rousseau ci dice che le prime società (secondo una ricostruzione storica) furono società gerontocratiche, quindi c’era il governo degli anziani.“Ma nella misura in cui la disuguaglianza generata dalle istituzioni prevalse su quella naturale, la ricchezza o la potenza furono preferite all’età e l’Aristocrazia divenne elettiva. Infine il fatto che il potere venisse trasmesso con i beni dal padre ai figli, formando le famiglie patrizie, rese il Governo ereditario e si videro dei Senatori di vent’anni.” Quindi siamo passati dalla gerontocrazia, ad un’aristocrazia elettiva (che sembra quasi un'oligarchia),

E poi abbiamo un'aristocrazia ereditaria, per cui le cariche vengono passate da padre a figlio. Chiaramente da parte di Rousseau, ad ognuna di queste forme di aristocrazia, coincide un diverso giudizio: "Ci sono dunque tre tipi di Aristocrazia: naturale, elettiva, ereditaria. La prima conviene solo ai popoli semplici, la terza è il peggiore di tutti i Governi, la seconda è il migliore: è l'Aristocrazia propriamente detta. Oltre il vantaggio della distinzione dei due poteri, essa comporta quello consistente nella scelta dei membri, perché nel Governo popolare tutti i Cittadini nascono magistrati, mentre questa forma li limita ad un piccolo numero ed essi diventano tali solo attraverso l'elezione, mezzo mediante il quale la rettitudine, le conoscenze, l'esperienza, insieme con tutte le altre ragioni di preferenza e di pubblica stima, finiscono per costituire altrettanti nuovi elementi che garantiscono di essere saggiamente."

“governati.”

Quindi un governo elettivo, in cui siano scelti coloro che vengono ritenuti migliori, in base ai buoni valori che dovrebbero vigere in uno stato ordinato come quello che ci vuole presentare Rousseau.

Abbiamo quindi uno stato Repubblicano, in cui il legislativo appartiene al popolo sovrano, l’esecutivo appartiene ad un corpo che è elettivo e appunto ha delle competenze di esecuzione.

Questo ricorda le costituzioni parlamentari. Potremmo dire che quella che per Rousseau è la forma di governo più giusta, associata alla forma di stato più giusta (Repubblicano), è molto simile a quella che noi chiamiamo democrazia parlamentare.

“Inoltre nell’Aristocrazia, le assemblee si svolgono più facilmente, le questioni si discutono meglio, si risolvono con maggior ordine e diligenza; il credito dello Stato è tenuto più alto all’estero da venerabili senatori che da una moltitudine di uomini sconosciuti o disprezzati.”

suo proprio interesse.
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
92 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/01 Filosofia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Giuli4.1848 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Croce Giuseppe.