vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
VS
cristianità orientale = Bisanzio sottoposta politicamente all’imperatore di Costantinopoli
Anche il termine europeo rimane ignoto.
A questo punto bisogna chiedersi: il non credente equivale anche al barbaro o no?
Vi sono 2 antitesi:
1. Per Sestan il vecchio concetto di barbarie si fonde con il nuovo di fede cristiana nel senso che il
non cristiano è anche il barbaro.
2. Per de Mattei non c’è questa equivalenza: barbarie rimane anche nel Medioevo sinonimo di
rozzezza, inciviltà, di non Romano, non latino.
Quest’ultima antitesi è accettata da Chabod.
Quindi nel Medioevo abbiamo in concetto di christianitas e non di Europa. Infatti il pensiero
politico medievale poggia sull’idea di cristianità dalla quale derivano le sue aspirazioni e tendenze
unitarie, dell’unità del genere umano sotto un solo capo, nel temporale l’imperatore, nello spirituale
il pontefice.
A questo punto ci si chiede quali sono i paesi che fanno parte delle conoscenze comuni che
costituiscono lo sfondo territoriale dei pensieri sul mondo?
L’Europa è l’Occidente e il Mezzogiorno romano.
Nel VI secolo i Germani che prima erano barbari ora s’identificano con i Romani e con la
cristianità.
Ciò avviene perché la concezione cristiana si basava sull’accoglimento di tutte le popolazioni.
Il termine Europa appare più volte in Dante. L’esatta estensione geografica non è chiara: settore
Mediterraneo-Egeo-Mar Nero, con accenno a Costantinopoli e le regioni nordiche sembrano
comprese. Incerti sono i limit verso est (Russia).
Quindi nella mente di Dante l’Europa è, almeno verso Oriente, assai più limitata di quello che noi
siamo soliti raffigurarci e, sostanzialmente, è il gran blocco delle nazioni centro-occidentali, che
egli ha costantemente sott’occhio nelle sue meditazioni e preoccupazioni, il blocco nel cui centro
sta l’Italia.
Con blocco delle nazioni centro-occidentali egli esclude la penisola balcanica che da Dante è
compresa nell’Europa geografica in quanto l’Europa fisica non è più un’unità morale-religiosa-
politica. Il concetto “civile” non corrisponde a quello “geografico”.
Una arte notevole del continente infatti sfugge all’autorità della Chiesa (Africa ed Asia).
Non solo non c’è unità di tutto il genere umano ripartito in 3 continenti (Europa, Asia e Africa) ma
nemmeno l’Europa fisica costituisce un’unità morale.
E i Greci?
I Greci attuali, l’Oriente europeo ai tempi di Dante sta uscendo dalla sfera morale dell’Europa,
mentre Germania, Inghilterra, sono gli acquisti recenti.
Motivazioni della separazione tra Occidente e Oriente (IV secolo): rivalità tra imperatori, gelosie,
sospetti,…).
Alla rivalità politica si aggiunge quella religiosa, la contesa pro e contro la primazia di Roma.
Ma l’Occidente ha come punto d’appoggio la tradizione di Roma: il ricordo della Roma di Pietro e
Paolo, di Virgilio, di Cicerone, è vivo anche nell’Alto Medioevo e continua ad essere un punto di
riferimento in tutti i campi.
L’idea della traslatio imperii basta a dimostrarlo.
Invece, Bisanzio si scorda della tradizione romana e afferma sempre più quella greca.
La distinzione tra Romani e Germani viene superata quando quest’ultimi si convertono al
cristianesimo.
Rimane dunque la contrapposizione tra Occidentali e Orientali.
Essi si presentano con caratteristiche ormai delineate i ogni campo: i secondi furbi, forti, adulatori; i
primi, invece, leali, onesti.
Per quanto riguarda le differenze che riguardano i costumi e la vita quotidiana: armatura pesante dei
guerrieri occidentali vs quella degli orientali.
Tutto è dunque diverso tra Occidente e Oriente.
Nel Medioevo appare però una nova differenza: se tra V-IV secolo a.C. l’Oriente voleva dire l’Asia
e l’Occidente la Grecia (Europa civile), ora l’Occidente significa le regioni ad ovest dell’Adriatico e
l’Oriente comprende la Grecia.
Questa contrapposizione culmina con lo scisma d’Oriente e la separazione definitiva tra la Chiesa
greca da quella romana.
I Greci si contrapposero ai Latini-Franchi, cioè agli uomini delle nazioni occidentali.
Europa per indicare gli Occidentali, i Franchi o Latini ed essi solo.
Alla contrapposizione Franco o Latini VS Greco o Bizantino corrispondono caratteristiche morali:
gli occidentali descrivono negativamente i Greci (traditori) e mettono i risalto le proprie
caratteristiche positive (cavalieri coraggiosi, leali, onesti,…); stessa cosa fanno i Greci che
dipingono gli Occidentali come avidi di dominio e di assenza di scrupoli.
È grazie a simili contrasti che si cominciano a precisare i caratteri dell’Europa romano-germanica.
L’Oriente europeo si è andato straniando dall’Occidente dopo la conquista turca dei Balcani e di
Costantinopoli.
Machiavelli afferma che la Russia (Scizia) è non Europa; invece, sono diventate Europa Germania e
Ungheria.
Il senso dell’unità culturale oltre che religiosa europea si va rafforzando. Ciò soprattuto grazie
l’influsso di letterati durante l’Umanesimo e Rinascimento.
Umanesimo che poi diventare fenomeno europeo.
L’Europeo è ancora il cristiano.
Il fattore religioso è dunque un ostacolo alla formazione di questa comunità spirituale.
Per gli umanisti non italiani la credenza nella fede di Cristo e il bisogno di credere sono la base
della comunità (Erasmo da Rotterdam).
Ecco perché rimaniamo ancora nella christianitas.
CAPITOLO 2
La prima formulazione dell’Europa come di una comunità che ha caratteri specifici anche fuori
l’ambito geografico, e caratteri non religiosi, è di Machiavelli (formulazione di carattere politico).
Il senso della differenza tra i vari continenti è un lui nettissimo.
Ma in cosa consiste la diversità? Essa non è solo fisica ma di istituzioni, di modo di essere e quindi
di storia.
Machiavelli scrive: “Voi sapete come degli uomini eccellenti in guerra ne sono stati nominati assai
in Europa, pochi in Africa e meno in Asia. Questo nasce perché queste due ultime parti del mondo
hanno avuto uno principato o due o poche repubbliche; ma l’Europa solamente ha avuto qualche
regno e infinite repubbliche”.
La differenza tra vita politica europea e vita politica egli altri continenti è radicale, tale da
caratterizzare due modi di essere permanenti, due forme di reggimento politico.
Machiavelli dimentica l’Europa-christianitas. L’Europa ha una sua personalità basata su un proprio
caratteristico modo di organizzazione politica di tipo permanente.
Asia e Occidente europeo offrono due tipi diversi di organizzazione politica.
Questa è una diversità ricca di conseguenze: il governo repubblicano dà adito alla feconda are dei
partiti e anche il governo monarchico in Europa è limitato da leggi, consuetudini, animo delle
popolazioni.
Machiavelli non sogna arcaiche libertà, non rimpiange l’età dell’oro. Mentre Montesquieu e
Voltaire rivendicheranno la libertà contro lo Stato, Machiavelli parte sempre dal punto di vista dello
Stato considera la libertà necessaria proprio per la maggior potenza solidità gloria dello Stato stesso.
Negli uni c’è la rivolta dell’individuo e del ceto contro l’azione “politica” del governo centrale;
nell’altro c’è il desiderio di rendere sempre più chiara la politica di questo governo.
Anche in Machiavelli c’è il senso delle diversità fra le nazioni europee e le altre.
L’Europa significa molte virtù individuali; l’Oriente, l’Asia “dispotismo”.
Per questa contrapposizione (dispotismo vs libertà) si deve risalire nei secoli fino all’età delle
guerre persiane, cioè al V secolo a.C..
Alla contrapposizione aristotelica erano succedute l’ecumene ellenistica e poi quella romana;
Machiavelli enuncia il suo proposito quando, sulle rovine delle due grandi ideologie medievali
dell’Impero e del Papato, gli Atti europei dispiegano la loro individualità più forte e libera, più
sciolta che mai da legami cin idee universali.
Così l’idea della necessaria molteplicità degli Stati s’inserisce attraverso quella sua applicazione
pratica che è la cosiddetta dottrina dell’equilibrio europeo.
Ciò che ne esce è l’immagine dell’Europa come un corpus politique, unitario per certi principi
comuni, anche se diviso in voi organismi statali: un corpo dalle molte anime.
CAPITOLO 3
Per capire come questo tipo di civiltà si sia venuto a delineare, dobbiamo rivolgere l’attenzione
sulle grandi scoperte geografiche e le loro ripercussioni.
Gli studiosi esaminano quest’ultime su due livelli:
1. Sullo spostamento del centro del commercio internazionale dal Mediterraneo all’Atlantico e con
ciò al decadere della fortuna economica delle grandi repubbliche italiane (Venezia e Genova) e
al consolidamento e sviluppo della floridezza economica e della potenza marittima degli Stati
situati sull’Atlantico o vicino ad esso;
2. Sul grande afflusso di metalli preziosi (oro e argento) dall’America in Europa, sui conseguenti
profondi perturbamenti della vita economica europea.
Queste considerazioni però non bastano.
Le grandi scoperte geografiche incidono profondamente sulla vita economica e su quella spirituale
europea.
Il Rinascimento infatti era, come mentalità, rimasto fisso all’idea del momento-modello nel passato
visto in Roma e nella Grecia antiche. Per gli uomini del Rinascimento, c’è nella storia passata
dell’umanità, un periodo in cui arte, lettere, pensiero filosofico e politico hanno raggiunto la
perfezione e più in là non è possibile andare. Questo periodo è quello che va dai tempi di Pericle ai
tempi di Augusto e dei suoi immediati successori.
E questa concezione spiega il principio d’imitazione, tanto caro ad artisti e letterati: imitare per
cercare di avvicinarsi a quella perfezione.
Stessa cosa vale per il cristianesimo medievale: per il cristiano c’è un momento nella satira
dell’umanità in cui tutto è racchiuso ed è il momento dell’Incarnazione, Passione e Resurrezione.
Nel Rinascimento c’è sì una gran novità che consiste nel trasferire il problema dal campo religioso a
quello puramente terreno, mondano, ma la forma mentis, il modo di pensare, il criterio
metodologico rimangono identici: ci si volge sempre indietro perché è lì che si