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QUESITOR URNAM MOVET SAGGIO 2:

Si muove nello stesso contesto: ql del processo criminale tardo repubblicano nelle forme della questio. Il titolo è “causa

serviliana-magno contentio giudiziaria del 51 a.c.”.

Vincenzo DE LISO

Protagonisti di qst storia sono 2 personaggi notissimi che se la raccontano x lettera:

Marco Tullio Cicerone e un suo più giovane amico Marco Celio Rufo.

Cicerone è proconsole in Cilicia (in asia minore) e ha insegnato a Rufo l’oratoria giudiaziaria. E cicerone è curiosissimo

di sapere cosa sta succedendo a Roma sia politicamente che ciò che stava accadendo nel foro.

Accadde qualcosa di rilevante e in una delle lettere che Celio manda a Cicerone Celio lo racconta a cicerone. Qst

vicenda coinvolge un fratello di Clodio,(Caio Claudio Pulcro) che era stato pretore nel 56 a.C. e dopo la pretura fu

mandato in Asia come governatore. Qui “ruba” e quindi è accusato di repetundis.

Importante dire che la legge che vige negli anni 50 sulle repetunde è una legge di Cesare (fatta nel 59 quando era

Console). La legge vigente sulle repetunde è quindi qll i Cesare del 59 e in qst lettera che Celio manda a Cicerone in

Cinicia c’è una descrizione di processi qs tutti sull’ambito delle repetunde che subisce Caio Claudio Pulcro come

governatore in Asia.

Nel 51 parte qst accusa e parte un primo processo de repetundis:

Da chi è promosso? Da Pausiano, un provinciale greco, contro Pulcro.

Chi è il quesitor? È un pretore Marco Giuvenzio Laterense

Qual è la condanna? La locuzione “fecisse videtur”= sembra che l’avesse fatto. Siccome qui c’è una pena pecuniaria il

condannato deve una somma agli accusatori. Per stabilire l’entità di qst somma la stessa corte de repetundis fa la

cosiddetta “litis aestimatio” ossia la stima della cosa controversa ossia un giudizio accessorio inteso a fissare l’entità

della pena. C’è un problema: la pena è un simplum o un quadruplum? Noi pensiamo sia un quadruplum tanto che

Pulcro non ha i soldi x pagare e se ne va in esilio.

L’esito della storia del primo processo è l’esilio volontario di Pulcro e ci fa pensare che la legge di cesare del 59

stabilisse il quadruplum per le repetundis.

Alcune fonti (pseudo Asconio e Cicerone) ci danno delle informazioni:

Pseudo asconio: “2 tipi di pene scaturivano dalla condanna: simplum o quadruplum e l’esilio”

Cicerone: “molte disposizioni sono più severe delle antiche leggi”

Il prblema è capire ql fosse la pena afflitta a Caio Claudio.Noi dal fatto che se ne andò in esilio capiamo ke forse egli

doveva pagare il quadruplum

II processo

Scappato in Esilio i provinciali rimangono insoddisfatti e vojono recuperare i loro beni e quindi iniziano un secondo

processo.

Qst è un processo QUO EA PECUNIA PERVENERIT (processo x ricettazione). è un processo accessorio al

processo de repetundis: quindi non cambia la giuria. (qst procedimento frs era previsto dalla lex iulia de repetundis).

Contro chi si fa qst processo?? Contro un prestanome, contro la testa di legno xD . Evidentemente x gli asiani Caio

Claudio aveva incassato i soldi e li aveva passati a Marco Servilio, un senatore in basso rango. Probabilmente un

accompagnatore di Caio Claudio in Asia.

Gli accusatori del processo accessorio è ancora una volta Pausania e Celio Rufo (qll ke scrive la lettera). Rufo era

affiancato come Patronus, anche se non più necessario dalla Lex Acilia, per dimostrare la colpevolezza di Servilio.

Il quesitor è sempre il pretore Laterense.

Il quesitor lo rifiuta qst prcesso

A qst punto si prova a “girare la frittata” e a giudicare prp Servlio del crimen de repetundis.

III processo

Abbiamo un intervento di Appio Claudio (figlio di Caio Claudio) contro Marco Servilio. Appio claudio non si sa se

si sia presentato al processo come l’accusatore principale o un subscriptor(un supporter esterno dell’accusa).

Nel momento in cui Celio manda la lettera a Cicerone qst terzo processo si interrompe.

Si interrompe xk si sta svolgendo un nuovo processo (IV prcesso) contro Servlio di Quo ea Pecunia PERVENERIT.

Qst volta l’accusa è chiaramente promossa da Appio claudio contro marco Serivlio.

Qui vi è il problema della Prevaricatio ossia la collusione tra accusatore e accusato intesa ad escludere un altro

accusatore non disposto a compromessi col reo ed intesa ad ottenere l’assoluzione del reo.

Pronuntiatio : evidentemente la votazione finì a voti pari e quindi bisogna vedere cosa prevede la lex iulia de

repetundis in qst casi: Cicerone lesse il caput 101 della lex Iulia de repetundis. Da qui capiamo che è una lex molto

lunga (in stile tardo repubblicano). QSt norma era contenuta nel caput 101 che recita “ il verdetto della maggioranza di

quella giuria di quella questio sia legittimo e irrevocabile.” se i voti sono pari non vi è un verdetto irrevocabili. Quindi

non si sa come procedere. Il pretore quindi chiede a un certo Lollio, forse un giurista?; forse addirittura c’è una

richiesta al senato di interpretazione di qst legge. Conseguenza è che Servilio è “neque absolutus neque condamnatus

Vincenzo DE LISO

“ quindi non è né condannato né assolto. Servilio si “brucia”politicamente xk resta su di lui qst status di “ambustus”

quasi un emarginato xD

V processo:

ancora una volta un processo de repetundis portato avanti da Appio Claudio, c’è la possibilità che Pilio (accusatore

del III processo) c’è la possibilità della divinatio (si sceglie a chi dare la divinatio) .

Il VI processo

è promosso dal gruppo familiare di Servilio ed è contro Appio Claudio ma è un processo diverso!

È un “processo de vi” (un accusa di violenza). [quindi è un processo diverso dai precedenti tutti rett dalla lex iulia de

repeturndis]

La scena processuale si sposta dalla questio de repetundis alla questio de vi. [evidentemente in qst tarantelle appio

claudi ha messo le mani addosso a Servilio e x qst è stato chiamato in un processo de vi]

Non sappiamo come si è risolta la questione.

o QUESITOR URNAM MOVET (saggio 3)

Tra aequitas e ius gentium: tracce di un processo popolare in Sallustio Bellum Iugurtinum

Il saggio è fondato su una fonte letteraria ( il bellum iugurtinum di Sallustio).

Vincenzo DE LISO

I temi che ricorrono sono

1)L’aequitas (la giustizia del caso concreto) e Ius gentium (il diritto delle genti che corrisponde al diritto

internazionale pubblico moderno).

Il raporto tra aequitas e ius gentium si affronta in un processo di tipo criminale (che poi non si concluderà).

Il problema è il rapporto tra “diritto e giustizia”. Il diritto è il Ius, la giustizia è un’altra cosa.

“summum ius summum iniura” Il diritto più alto è uguale alla più grande ingiustizia= è un capovolgimento (detto

romano).

Situazione storico geografica:

Numidia (Africa): 111-112 a.C. siamo in età post graccana. L’africa è stata provincializzata nella zona intorno a

cartagine. Accanto all’africa Romana c’è un vasto territorio che corrisponde al nord dell’odierna Algeria: la Numidia.

Un regno che si avvicina all’impero romano col proprio re Massimissa durante la guerra contro Cartagine. Massimissa

diventa un po il capo di tt le tribù numidiche e verrà fatto Re della Numidia dai Romani. Morto Massimissa come è

tipico di qst società tribali il potere di Massimissa è diviso tra i suoi discendenti: si formano 3 tribù che vanno ai 2

figlidi Massimissa e al nipote Giugurta.

Giugurta è uno dei personaggi più tetri della storia. Entra in contrasto coi suoi cugini e li sconfigge per unificare il

reame del nonno sotto il suo potere. X fare ciò cinge l’assedio alla città di CIRTA (e frs fu qst il suo più grande

errore). Cirta è sede di grandi mercati, e durante l’assedio Giugurta fa strage di tutti e soprattutto del folto numero di

mercanti italici e romani (gli Equites).

Se c’è una strage in africa qst diventa a Roma un problema del partito Popolare (con Caio Gracco ci fu l’alleanza tra

popolari e cavallieri). Roma manda una serie di ambasciatori in Africa per vedere come organizzarsi: arrivano i

legati da Giugurta sono corrotti dal re della Numidia e tornano a Roma senza aver risolto nulla. La corruzione di qst

senatori è un caso di “repetunde” a roma xk è andato in un territorio straniero e si è arricchito.

Un tribuno della plebe Memmio, dice “dobbiamo mandare a Giugurta non più qst nobilastri (i senatori) ma

mandiamo un magistrato con un compito specifico: prendere Giugurta, portarlo a Roma per testimoniare contro i

corrotti”. A quale costo? L’immunità!

L’interesse del partito popolare è incastrare i senatori (il partito avverso).

Parte Crasso per realizzare ciò. Giugurta è portato a Roma: il processo non si fa, xk ci sono strumenti che sono atti al

rallentamento alla procedura delle questiones. Il tempo passa, la situazione in Numidia si complica quando il console

Spulio Albino (l’anno dopo) convince un certo Massiva a chiedere al Senato il regno di Numidia.

Massiva è un cugino di Giugurta che nel bel mezzo delle stragi che fece Giugurta riesce a scappare e in virtù

dell’amicizia del nonno Massimissa con Roma scappa a Roma. Massiva è difeso dal console e dice “tu che sei un

legittimo discendente di massi missa, vista e considerata la situazione del tuo regno, vai davanti al Senato e chiedi

l’assegnazione del regno di Numidia”. Nonostante il regno di Numidia non fosse una vera e prp provincia romana era

cmq nella sfera di influenza romana. Giugurta viene a sapere questa cosa e non gli va x niente bene che il senato dia il

regno a Massiva.

Giugurta organizza l’omicidio di Massiva, chiama il suo comes (l’accompagnatore), Bomilcare e gli affida qst

incarico.

Bomilcare organizza l’assassinio e fa uccidere Massiva da un sicario.

Incredibilmente questi sicari vengono beccati forse da una ronda notturna e vengono portati in carcere dove ci sono i

tresviri capitales che torturano i sicari che “parlano!”.

Il console è presente (Spulio Albino) che era interessato alla posizione di Massiva.

Il sicario fa il nome di Bomilcare.

C’è un problema di diritto internazionale.

Bomilcare è a Roma come membro dello staff del Re che sta a roma sottoposto al regime giuridico della fides

pubblica. (l’impunità).

Molto interessante è il problema della colpevolezza di Bomilcare che ci descrive Sallustio:

“Bomilcare diventa reo più in nome dell’equità e del

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A.A. 2012-2013
6 pagine
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SSD Scienze giuridiche IUS/18 Diritto romano e diritti dell'antichità

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher vincenzodelys di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del diritto romano e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Napoli Federico II o del prof Cascione Cosimo.