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La rovina di Corbyn e i limiti della democrazia

Nizza. L'aver assunto una posizione irreprensibile ha decretato la rovina di Corbyn. I limiti della democraziaNelle fasi finali delle elezioni presidenziali statunitensi, le alleanze che le milizie armatevanno stringendo con complottisti e no-vax, secondo cui la pandemia di coronavirussarebbe una montatura, acuiscono l'apprensione per l'incombere di disordini sul giornodelle elezioni. Secondo tale prospettiva, un'eventuale sconfitta di Trump alle elezionisarebbe il risultato di questa cospirazione, cosicché sarebbe lecito opporre una resistenzaviolenta per scongiurare la disfatta di Trump. Il 29 ottobre, l'arcivescovo Carlo MariaViganò, già ambasciatore del Vaticano negli Stati Uniti e nemico dichiarato di papaFrancesco, ha sollevato un polverone nell'universo di QAnon in rete, dopo che la sualettera aperta al presidente Trump è stata citata nel post di un capo anonimo delmovimento cospirazionista dal carattere quasi settario.

«Il destino del mondo intero è sottola minaccia di una cospirazione globale contro Dio e l’umanità» ha scritto Viganò –l’accento su «l’importanza epocale delle elezioni imminenti», e la designazione di Trump come «l’ultimo baluardo contro la dittatura mondiale».

Trascendere nella violenza è facile a partire da una simile prospettiva. Nell’ottobre del 2020, l’FBI ha rivelato che un gruppo miliziano di destra aveva progettato di sequestrare la governatrice Gretchen Whitmer nella sua casa, e di portarla in un rifugio nel Wisconsin, dove avrebbe subito una sorta di «processo» popolare a causa del suo «tradimento».

Nella funzione di governatrice, ha infatti imposto restrizioni rigide per arginare le infezioni di Covid-19 e, nell’ottica dei miliziani, avrebbe violato le libertà garantite dalla Costituzione degli Stati Uniti. Si può concordare con

Angela Nagle quando sostiene che la nuova destra populista si sta appropriando di procedure che negli scorsi decenni erano chiaramente associate ai gruppi "terroristici" di estrema sinistra. L'antagonismo fondamentale è quello fra l'establishment e la sinistra, e l'"estremismo" violento di destra è una reazione di panico che si scatena quando il centro è in pericolo. Tale non-neutralità diventa palpabile nei momenti di crisi o indifferenza, quando sperimentiamo l'inadeguatezza del sistema democratico a registrare quello che la gente vuole o pensa concretamente. Questa inadeguatezza è segnalata da fenomeni anomali, come emerso dalle elezioni britanniche del 2005, nel corso delle quali, malgrado la crescente impopolarità di Tony Blair, lo scontento non riuscì in alcun modo a trovare un'espressione politicamente efficace. Le proteste, è evidente, articolavano.un’esperienza impossibile da tradurre o trasporre nei termini della politica di rappresentanza istituzionale, e appunto per questo, appena Macron ha invitato i rappresentanti a dialogare e li ha sfidati ad articolare le loro rimostranze in un chiaro programma politico, la loro peculiare esperienza si è dissolta in un baleno. Il tempo di acconsentire alla politica di partito e di entrare nel governo, e già si stentava a distinguere loro dal Partito socialista – l’ennesimo indizio del fatto che la democrazia rappresentativa non funziona completamente. Le premesse sostanziali di una democrazia efficiente risultano ormai sempre più indebolite. La soluzione non si avrà nemmeno se in qualche modo la società civile auto-organizzata e mobilitata prendesse il controllo direttamente per sostituirsi allo Stato. La strada verso un cambiamento vero si apre soltanto quando è persa la speranza in un cambiamento all’interno del sistema. Se vi sembra

troppo «radicale», ricordiamoci che ai nostri giorni il capitalismo sta già cambiando, sebbene in un senso opposto. Per lo più la violenza diretta non è rivoluzionaria ma conservatrice, una reazione alla minaccia di un cambiamento più sostanziale – quando un sistema affronta una crisi, comincia a infrangere le proprie regole. Arendt disse che le esplosioni di violenza in genere non sono la causa del cambiamento nella società, sono piuttosto le doglie per il parto di una nuova società in una società già spirata sotto il peso delle proprie contraddizioni. Oggi, tuttavia, agente di questa tensione è la destra, motivo per il quale, paradossalmente, il compito della sinistra diventa, come ha sottolineato Alexandria Ocasio-Cortez, salvare la democrazia «borghese», se il centro liberale è troppo debole e irresoluto per farlo.

La lotta di classe contro il classismo

Ogni filosofo sa quanto rimase colpito

Hegel alla vista di Napoleone al trotto per Jena – fuper lui come vedere lo spirito del mondo a cavallo... Che Bernie abbia rubato la scena all’insediamento di Biden, che l’immagine di lui, seduto in disparte, sia diventata immediatamente un emblema, significa che era lì il vero spirito del mondo della nostra epoca, in quella figura schiva, l’incarnazione dello scetticismo per la falsa normalizzazione allestita durante la cerimonia. Si sono delineati nettamente i confini fra l’establishment liberale personificato da Biden e i socialisti democratici, i cui rappresentanti più noti sono Bernie Sanders e Alexandria Ocasio- Cortez. Nel corso di interviste e di altre apparizioni pubbliche, Alexandria Ocasio-Cortez si è prodigata per difendere Biden dagli attacchi dellasinistra socialista democratica. Dice che l’amministrazione Biden e i deputati democratici in carica si stanno «reinventa totalmente, in senso molto più

progressista. La pressione della sinistra ha imposto un cambiamento quasi radicale fra i leader democratici consolidati. Al raggiungimento della perfezione dell'establishment democratico, solo un ostacolo si frappone, l'opposizione dell'ala sinistra. Nella stessa ottica, di conseguenza, AOC respinge la critica mossa dalla sinistra a Biden come una critica veramente privilegiata, e scomoda la vecchia distinzione molto sospetta fra critica in buona fede e critica in malafede. AOC si spinge ancora oltre, e accusa chi a sinistra critica Biden di tradire lo sdegno per i poveri e gli oppressi criticando il presidente. Ma la strategia di AOC è doppia, infatti, allo stesso tempo, critica l'amministrazione di Biden per l'eccessiva prudenza rispetto al New Green Deal, per gli investimenti insufficienti nel rinnovamento delle infrastrutture, e si scaglia contro Biden per le condizioni.

«disumane» dei migranti al confine col Messico. La difficoltà che scorgo nei ragionamenti attribuiti aAOC è il presupposto implicito che la sinistra radicale si spinga troppo nella direzionedell’«essenzialismo di classe», negando in tal modo i passi intrapresi dall’amministrazionedi Biden contro il razzismo e in una prospettiva femminista. Ma il Partito democraticodifende realmente l’importanza di queste due lotte contro la sinistra radicale? E tra isostenitori dell’establishment democratico non figurano forse anche femministe radicali emilitanti di BLM? 10 Una parte di BLM ha rotto con la corrente principale del movimentoappunto perché sosteneva il Partito democratico, o, come hanno detto, 11 «allearsi con ilPartito democratico significa allearsi contro noi stessi».La scissione fra l’establishment democratico e la sinistra radicale non ha niente a che farecon la questione dell’essenzialismo di classe.

La prima osservazione da fare è che, per riprendere una contrapposizione di Mao Zedong, il conflitto fra AOC e la sinistra democratica non è una "contraddizione" fra il popolo e i suoi nemici, ma una contraddizione all'interno dello stesso popolo, da risolversi con un dibattito. Così, ha ragione AOC quando dice che non ci si può limitare a liquidare Biden come un "Trump dal volto umano". Andrebbero infatti appoggiate molte delle misure adottate o proposte dalla sua amministrazione, compreso lo stanziamento di migliaia di miliardi di dollari per combattere la pandemia, rilanciare l'economia e rispettare gli impegni presi riguardo all'ambiente. Che poi, il sostegno strategico ad alcune delle misure proposte da Biden non penso comporti in realtà una manipolazione cinica e nemmeno penso che rimarremo per forza intrappolati nel sistema. Possiamo sostenere alcune misure in modo totalmente "sincero", ma partendo.

Dal presupposto che si tratta solo del primo passo, che porterà necessariamente ad altri passi successivi. Ed è così perché il sistema globale esistente non può tollerare queste misure senza l'integrazione di ulteriori passi radicali. Tutto quello che c'è da fare è insistere con queste misure, esigere che trovino piena attuazione.

Il succo del discorso sta nell'accusa di "essenzialismo di classe" che, mi pare, manca il bersaglio. Dovremmo naturalmente abbandonare il vecchio stereotipo marxista della lotta operaia come l'unica "reale", secondo cui tutte le altre lotte devono aspettare, perché tanto troveranno una risoluzione quasi automaticamente una volta vinta quella Grossa. Ma al di là di questo, ritengo che dovremmo accettare completamente l'"essenzialismo di classe" - a condizione che si usi la parola "essenza" in senso strettamente hegeliano.

Sebbene Mao Zedong non comprese realmente la dialettica di Hegel, il suo contributo decisivo alla filosofia marxista – l'elaborazione del concetto di contraddizione – si pone al livello del concetto hegeliano di essenza.

La tesi principale di Sulla contraddizione, questo grande testo in cui si discerne "la contraddizione principale e le contraddizioni secondarie di un processo, l'aspetto principale e quelli secondari nella contraddizione", merita una lettura approfondita. Il rimprovero di Mao ai "marxisti dogmatici" è che "non capiscono che l'universale della contraddizione esiste nel particolare della contraddizione". Le altre contraddizioni, sono tutte governate e influenzate da questa contraddizione principale. Quando l'imperialismo aggride un paese di questo tipo, le diverse classi del paese, eccetto un pugno di traditori, possono temporaneamente unirsi per condurre una guerra nazionale.

control’imperialismo. In una circostanza del genere la contraddizione fra l’imperialismo e quel paese diventa la contraddizione principale, mentre tutte le contraddizioni fra le diverse classi del paese sono relegate.
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A.A. 2023-2024
76 pagine
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SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher selmasss di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Geofilosofia europea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bari o del prof Cascione Giuseppe.