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Riassunto esame Filosofia della scienza, Prof. Graziano Mario, libro consigliato Biblioteca analitica: i testi fondamentali , Guido Bonino, Carlo Gabbani, Paolo Tripodi Pag. 1 Riassunto esame Filosofia della scienza, Prof. Graziano Mario, libro consigliato Biblioteca analitica: i testi fondamentali , Guido Bonino, Carlo Gabbani, Paolo Tripodi Pag. 2
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2. CONFUTAZIONE DELL’IDEALISMO - GEORGE EDWARD MOORE fi fi fi fi fl fi ff ff ff fi fi ff ffi fi fi fi fi fi Il saggio di Guido Bonino analizza uno dei lavori più in uenti del losofo britannico George Edward Moore, intitolato "Confutazione dell’Idealismo", pubblicato per la prima volta nel 1903. In questo saggio, Moore a ronta e critica l'idealismo, una corrente loso ca che sostiene che la realtà ultima è di natura mentale o spirituale piuttosto che sica. L'idealismo sostiene che il mondo esterno e gli oggetti che esso contiene esistono solo in quanto percepiti da una mente; la realtà è intrinsecamente legata alla mente e alle percezioni mentali. Moore, invece, difende una posizione realista, sostenendo che gli oggetti esistono indipendentemente dalle nostre percezioni di essi. Tra i principali bersagli delle critiche di Moore vi sono i loso idealisti come George Berkeley e, in particolare, le interpretazioni dell'idealismo di F.H. Bradley e di John McTaggart. Uno degli assunti centrali dell'idealismo è il principio "Esse est percipi" ("essere è essere percepito"), proposto da George Berkeley. Moore prende di mira questo principio, distinguendo il conoscere e l’oggetto conosciuto, il "cogito" (l'atto del pensare) e il "cogitatum" (l'oggetto del pensiero). Secondo Moore, l'idealismo commette un errore categoriale confondendo l'atto di percepire con l'oggetto percepito. Per esempio, se vediamo un albero, l'idealismo sostiene che l'albero esiste solo in quanto percepito. Moore, invece, a erma che l'albero esiste indipendentemente dal nostro percepirlo. Per spiegare meglio la sua posizione, utilizza l'esempio del colore giallo: secondo gli idealisti, il giallo e l'esperienza di vedere il giallo sono la stessa cosa; Moore, invece, a erma che vedere il colore giallo (l'esperienza) è diverso dal colore giallo stesso (l'oggetto). Questa distinzione è fondamentale perché, se non la si riconosce, si nisce per dire che ogni esperienza è identica al suo contenuto, cosa che Moore ritiene insostenibile. Inoltre, discute come sia più appropriato parlare di "oggetto" dell'esperienza piuttosto che di “contenuto": dire che il giallo è il contenuto dell'esperienza rischia di far pensare che l'esperienza stessa debba essere gialla. Moore vuole mostrare che c'è una relazione più plausibile tra coscienza e oggetto dell'esperienza, che rende l'esperienza del giallo un'esperienza di quel colore speci co, senza bisogno di fare complesse astrazioni. Il suo principale obiettivo è dimostrare che possiamo avere conoscenza del mondo esterno in modo diretto e indipendente dalla percezione mentale. Moore utilizza un argomento semplice ma e cace: solleva una mano e dice: "Ecco una mano". Solleva poi l'altra mano e dice: "Ecco un'altra mano". Da questo conclude che esistono almeno due oggetti esterni. Questo esempio ha lo scopo di mostrare che possiamo avere conoscenza diretta del mondo esterno senza ricorrere a teorie complesse. Moore no
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Publisher
A.A. 2023-2024
21 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/02 Logica e filosofia della scienza

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher silvia321 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia della scienza e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Graziano Mario.