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-ANTROPOLOGIA-

>Cosa sono io?

Il dubbio mi ha fatto mettere in dubbio l’esistenza dei sensi e anche del corpo, l’unica

certezza che ho è che cogito e quindi sono un ente pensante (res cogitans)

>>> quando parla di cosa pensante indende una sostanza che ha delle

rappresentazioni (vissuto interiore: emozioni, sentimenti, scienza...) —> res cogitans

pensa il suo vissuto

Prima difficoltà del pensiero cartesiano: le idee, pensieri, sentimenti che io ho corrispondono

davvero alla realtà?

Non lo posso sapere —> DUALISMO GNOSEOLOGICO (penso le idee ma non l’essere)

>>> l’unico modo per risolvere questo dubbio sarebbe quello di trovare un punto di

riferimento esterno al sistema che mi dica quando sto sognando e quando sto

pensando la realtà come essa è —> questo è Dio —> deve dimostrare la sua

esistenza (devo vedere se le cose a me evidenti sono state create da Dio così come

io le concepisco).

Il cogito mi dice che io sono sicuramente uno spirito/una mente pensante/un soggetto/una

Res cogitans. Cioè una sostanza che ha delle espressioni (non solo scientifiche) ma anche

riflessioni ed esperienze. Da Cogito> Res Cogitans> Con sensi? (Pensa che noi siamo delle

sorta di bolle contenenti delle proprie rappresentazioni).

È qui arriva il primo problema del pensiero cartesiano cioè: ma le idee che penso

corrispondono davvero alla realtà?? Spoiler: Non lo posso sapere e così nasce il dualismo

gnoseologico (l’esperienza non risponde a questa mancanza perché se provo freddo

quando ho la febbre non è detto che faccia davvero freddo).

L’unico modo per risolvere il mio dubbio è capire quando sto sognando e quando no e il

modo per capirlo è Dio che mette in relazione tra pensiero ed essere. Per cui nascono alcuni

bisogni come quello di un punto di vista esterno che mi confermi che le cose esistano come

le penso e, quindi, il conseguente bisogno di Cartesio di dimostrare la presenza di Dio. Così

ci fornisce 2 prove: quella a priori e quella a posteriori.

[Se le cose che distinguo in maniera chiara ed evidente sono le stesse che Dio ha fatto

come faccio ad escludere che ci sia un genio maligno che si diverte a scombinare questa

mia soave certezza? Beh dimostrando appunto che esista un Dio che faccia da garante tra

le mie idee e la realtà.]

-ESISTENZA DI DIO-

>Prova a Posteriori:

(noi siamo abituati a conoscere risposte a partire da elementi sensibili

che, però, in questo caso sono stati messi tra parentesi pk c’è il dubbio iperbolico).

Per superare questo problema, quindi Cartesio Decide di partire dalle idee al posto degli enti

sensibili in quanto relativamente a questa situazione si pongono come gli ‘sensibili’ alla

realtà del mio cogito. Però questi pensieri, in base al loro contenuto, si possono distinguere

in: -IDEE ACCIDENTI hanno meno realtà oggettiva delle idee delle sostanze (pk X

avere idea modificazione di una cosa devo avere l’idea della cosa stessa). Infatti tra

le idee delle sostanze contiene meno realtà oggettiva dell’idea dell’ente perfettissimo.

-IDEE SOSTANZA (idee del particolare di un ente perfettissimo, che ha tutte le

perfezioni ecc...)

-IDEA DI DIO idea dell’ente che ha tutte le perfezioni.

>> Passaggi Cartesiani:

1. 1. È evidente che la causa deve contenere in sé almeno tanta realtà quanta ne

contiene l’effetto, perché altrimenti se l’effetto contenesse più realtà della causa

avremmo dell’essere che non sappiamo da dove proviene.

2. L’idea di Dio è l’idea di una sostanza che ha una realtà infinita, perché gli vanno

attribuite tutte le perfezioni al massimo grado

3. Siccome io sono finito, come la mia mente, per il principio affermato nel 1 passaggio

io non posso essere la causa dell’idea di Dio.

4. Deve esistere una sostanza infinita massimamente intelligente e potente causa

dell’idea di Dio presente nella mia mente.

>> Conclusione Cartesiana:

La conclusione è l’esistenza di un principio primo (non il Dio della Bibbia)

Che funzione ha Dio nel sistema cartesiano? Serve come garante della corrispondenza tra

le idee della res cogitando e la realtà, ha una funzione epistemologica (= serve per impedire

il dualismo gnoseologico).

[>>Possibili obiezioni

mosse da Cartesio:

Cartesio stesso ipotizza delle possibili obiezioni di questa prova ragionando sui punti cruciali

di questo ragionamento

1. come faccio ad essere sicuro di non essere un ente perfetto e che abbia una realtà

infinita?

=Escludo di aver prodotto io l’idea di Dio pk, se anche fossi un ente infinito, il mio sarebbe

un infinito minus di quello di Dio.

2. come fai ad essere sicuro di avere una vera idea di infinito e di non averla

semplicemente ricavata x negazione dall’idea di tutte le cose infinite di cui fai

esperienza?

=Io non potrei percepire la finitezza delle cose se già non avessi in mente un’idea di infinito a

cui tutti gli enti stessi tendono.

[-cit. Cartesio stesso, lo confermo io di persona personalmente]

Cartesio si arrabatta in tutti i modi per difendere l’idea di infinito come costruzione non

umana — > lo dice con questa frase: “l’idea di infinito non è un’idea fittizia”

>>> 3 tipi di idee quanto al loro oggetto:

1. FITTIZIE: prodotte da me unendo vari pezzi di rappresentazioni (es: sara)

2. AVVENTIZIE: vengono al soggetto sulla base dell’esperienza che fa della realtà —>

sembrano venire dall’esterno, problema: io fuori dalla res cogitans non ho nulla (ho

messo gli enti tra parentesi) quindi non so se sono affidabili (es: sara che va in bagno

senza correre)

3. INNATE: presente da sempre dentro la mente del soggetto, non prodotta da

operazioni del soggetto né data dall’esperienza. È stata messa nella mente del

soggetto da Dio.<<]

[>>Possibili obiezioni

mosse da non-Cartesio:

1. La prova sta in piedi solo se diamo per assodato che l’idea di infinito non è fittizia —>

l’esperienza che noi facciamo è sempre finita (empirista materialista).

2. Cartesio dice che l’effetto deve avere in sé uguale o meno realtà della causa e,

questo principio si fonda sul principio di non contraddizione Parmenideo, lo utilizza

come principio indubitabile —> e se il genio maligno mi facesse credere che il

principio è valido ma in realtà no?

3. Con quale criterio decido quali idee sono più importanti di altre? Sulla base del solo

cogito io non posso decretare quali idee sono più perfette di altre, Cartesio si

comporta da platonico.

>Prova a Priori:

(praticamente = a quella di Anselmo)

A proposito della dimostrazione a priori S. Anselmo fa questo ragionamento: tutto ciò che

vedo appartenere in maniera chiare e distinta a quest’idea gli appartiene davvero (e.s. I 3 lati

del triangolo). Quindi, in riferimento a Dio, Cartesio tira fuori dall’idea dell’ente perfettissimo

che devo vedere in maniera chiara e distinta, per forza di cose, che abbia tutte le perfezioni,

tra cui anche quella dell’esistenza e così dimostra che Dio esiste.

>> Passaggi Cartesiani:

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Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/13 Filologia della letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Agnese.Bla.Bla di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filologia dei testi a stampa e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Ricciardi Mario.
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