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Chi descrive il bene è il proprietario/gestore/utilizzatore e l’assicuratore non va ad analizzarlo → il

contraente deve quindi effettuare delle dichiarazioni. L'assicuratore non solo non vede il bene, ma

accetta quanto riferito dal contraente, ma non stabilisce il valore del bene.

Come si valuta il valore di un bene? Mediante il valore di ricostruzione (esempio: quanto costa

ricostruire una casa). Quando si parla di valore intero, si fa riferimento al costo da sostenere per

ricostruire un bene nelle stesse condizioni in cui versava al momento del verificarsi del sinistro; il costo

di ricostruzione può variare nel tempo, però per gli assicuratori va bene. È la forma che garantisce di

più, perchè si basa sul principio di ottenere qualcosa uguale a quella che avevo prima (con le stesse

funzionalità). Il valore di ricostruzione attuale di alcune opere storiche è particolarmente elevato →

quando non è possibile o è difficile individuare il valore di ricostruzione, si può fare un’assicurazione

non a valore intero, ma solo su una parte del valore → polizze a primo rischio: si decide un ammontare

massimo di risarcimento (l’assicuratore pagherà i danni solo fino al massimale stabilito, che è minore

dell’attuale valore di ricostruzione). Nel caso del valore intero, si vuole avere lo stesso identico bene

prima del danno, nel caso del primo rischio si risarciscono i danni fino ad un massimale (questo perchè

magari è difficile che un bene vada completamente distrutto). In altri casi, se si ha un magazzino di

merci, a che valore si assicura? Nel magazzino le merci vanno e vengono e quindi il valore fluttua/varia

→ bisogna calcolare il momento in cui nel magazzino ci sono merci di maggior valore; ma ha senso

assicurare un magazzino nel giorno in cui ha il maggior valore? Se c’è un danno al magazzino, questo

viene completamente distrutto? Ecco perchè ha più senso la polizza a primo rischio.

Molto spesso ci sono situazioni in cui il valore intero a cui si assicura è minore del valore di mercato,

ma anche situazioni in cui il valore intero è maggiore del valore di mercato → si tutela il patrimonio

perchè ha una funzione, non perchè ha un valore (è uno strumento assicurativo e non finanziario).

Il valore assicurato si dice anche somma assicurata o partita assicurata.

Il valore assicurato viene riferito dal contraente all’assicuratore.

Ci possono essere casi di:

• Sovrassicurazione: nel caso in cui il bene sia sovrassicurato con dolo (e quindi

volontariamente), la polizza stipulata è nulla. Se invece non vi è dolo, il contratto è valido, ma

l’assicuratore risponde solo fino a concorrenza del valore dei beni nel momento del sinistro

(esempio: valore del bene al momento del sinistro = 100.000, valore assicurato = 120.000 →

valore massimo indennizzato = 100.000) → art. 1909 c.c. “articolo della sovrassicurazione”;

• Sottoassicurazione: nel caso in cui il contraente riferisca all’assicurato un valore del bene

minore rispetto a quello reale, allora viene applicata la regola proporzionale (esempio: se il

valore assicurato corrisponde al 70% del valore reale, allora in caso di sinistro viene

indennizzato soltanto il 70% del danno) → art. 1907 c.c. “articolo della sottoassicurazione”.

Per evitare il rischio di sottoassicurazione, sarà necessario innanzitutto che un perito valuti il

bene (assicurato e assicuratore si mettono d’accordo) → una volta che il bene viene stimato,

allora questo sarà il valore riconosciuto. È inoltre possibile stipulare una polizza a primo

rischio: non è rilevante il valore del bene al momento del sinistro, bensì soltanto quello

assicurato (che diventa il massimale di polizza).

Esistono polizze:

• Per rischi nominati (named perils): tutti i rischi nominati nel contratto assicurativo sono

coperti dall’assicuratore → sono le polizze più vecchie;

• All risks: tutti i rischi sono coperti dall’assicuratore, ad eccezione di quelli nominati

esplicitamente nella polizza assicurativa.

Le polizze danni ai beni, che danni coprono? La società indennizza i danni materiali e diretti causati

alle cose assicurate:

• Danno materiale: distruzione totale o parziale del bene colpito dall’evento oggetto

dell’assicurazione;

• Danno diretto: quando la distruzione totale o parziale o il danneggiamento del bene è una

conseguenza diretta del manifestarsi dell’evento oggetto dell’assicurazione.

→ è necessaria una correlazione diretta tra il danno e la sua causa.

Quando parliamo di danni ai beni, possiamo immaginare:

• Danni materiali diretti;

• Danni immateriali diretti: sono definiti “metafisici” → danni che prendono in considerazione

anche quello legato alle caratteristiche particolari del bene (esempio: valore artistico, storico,

di antiquariato, numismatico, filatelico, affettivi e così via). Sono danni che non si assicurano;

• Danni materiali indiretti: sono definiti “consequenziali” → danni che colpiscono i beni

assicurati in quanto conseguenza di un altro evento dannoso garantito dalla polizza →

esempio: un incendio determinerà quasi sempre guasti cagionati dalle autorità e spese di

sgombero;

• Danni immateriali indiretti: danni al portafoglio del soggetto assicurato e possono essere

assicurati (ulteriori spese o perdite patrimoniali in seguito al verificarsi di un determinato

evento) → conseguenza di quello che non ho potuto fare o avere in seguito alla distruzione

totale o parziale del bene oggetto dell’assicurazione. Sono danni che possono essere

assicurati.

Danni Diretti Indiretti

Materiali Danni materiali diretti Danni consequenziali

Immateriali Danni metafisici Danni immateriali indiretti

Nel momento in cui l’assicurato fornisce il valore del bene e la descrizione del bene, all’assicuratore

non spetta altro che stipulare il contratto sulla base delle informazioni ricevute e impegnarsi, dietro

pagamento di un premio, a risarcire il danno che il bene oggetto dell’assicurazione può subire in

seguito ad un evento avverso.

I danni indiretti possono essere molto superiori al danno diretto (esempio: brucia il capannone di un

fornitore (che non può quindi continuare con la propria produzione, anche se temporaneamente) e

ciò comporta che i negozianti cambino fornitore e questo provoca la perdita di quote di mercato per

il fornitore).

Nel settore danni ai beni si va a coprire un rischio molto rilevante e anche il più antico: il rischio

incendio. Il rischio incendio è temuto per vari motivi: distrugge patrimonio, strumenti produttivi, ma

anche per il danno di natura sociale → l’incendio si può propagare anche ad altre aree e quindi è

temuto non soltanto dal soggetto il cui bene è assicurato, bensì anche la collettività. Infatti, si tratta

di un rischio che viene assicurato sia dal segmento corporate quanto dal segmento retail (su 100

assicurati dal rischio incendio, 53 appartengono al segmento corporate e 47 al segmento retail). Sia il

rischio incendio sia il rischio furto sono i rischi più assicurati dalle PMI.

La sensibilità al rischio cambia anche molto dalla dimensione delle aziende: il numero di dipendenti

incide notevolmente.

Chi acquista le polizze incendio?

L'Ania, quando ci sono rischi così complessi, indaga su come le polizze vengono utilizzate. Al 31 marzo

2022, rispetto al totale delle polizze, il 49% è relativo a polizze multirischio (furto, incendio e

responsabilità civile); il 39% è relativo a polizze monorischio (rischio incendio); il 10% è relativo a

polizze globali fabbricati ed infine la restante percentuale è relativo a polizze che coprono

esclusivamente il rischio terremoto. L'identificazione dei rischi è molto spesso non casuale, ma non

fatta in maniera scientifica → l’incendio è una tipologia di rischio che rimane molto impresso e per

questo motivo i soggetti sono propensi ad assicurarsi contro tale rischio, senza effettuare un’analisi

approfondita delle conseguenze in senso più ampio. Prendendo un rischio semplice, come un danno

ad un fabbricato, in termini di polizze, vi è un disallineamento tra quelli che sono i rischi principali e

quelli che sono i rischi assicurati. L'88% delle polizze incendio riguarda le unità abitative, l’11% riguarda

i fabbricati ed infine l’1,7% è relativa ad una commerciali. Si stima che solo il 52% delle abitazioni ha

una polizza contro l’incendio.

Nel 2018 è stata emanata la legge n. 205 del 27 dicembre 2017 che ha previsto degli incentivi fiscali

per chi si assicura contro gli eventi naturali catastrofali.

Le legge 30 dicembre 2023 n.213 all’art.1, comma 101-111 ha introdotto l’obbligo, per le imprese

tenute all’iscrizione presso il registro delle imprese, di assicurazione contro i danni provocati da

calamità ed eventi naturali catastrofali: con ciò si intendono i sismi, le alluvioni, le frane, le

inondazioni e le esondazioni. La norma non si applica all’imprenditore agricolo di cui all’art. 2135 c.c.

Il contratto di assicurazione può prevedere uno scoperto o una franchigia non superiore al 15% del

danno (cifra significativa ma non troppo alta → al di sotto di quella soglia il rischio è sopportato

dall’imprenditore) e l’applicazione di premi proporzionali al rischio. Il 50% del rischio che le imprese si

assumono viene riassicurato dalla SACE S.p.A. (compagnia di riassicurazione che appartiene allo Stato).

Per l’assunzione del rischio da parte degli assicuratori, si utilizzano questionari e visite ispettive;

tuttavia, al fine della determinazione del premio si analizzano i seguenti fattori: la tipologia del bene,

le caratteristiche costruttive, la concentrazione di rischio/punte di rischio (esempio: zone più a rischio)

e le misure di protezione utilizzate per la mitigazione del rischio.

La fabbrica prodotti è caratterizzata dagli uffici assuntivi, che sono gli uffici all’interno di una

compagnia che si occupa di assumere i prodotti. Si fa un’analisi dei mercati e dei prodotti ogni volta

che si vuole far uscire un nuovo prodotto.

Come si fa un’indagine di mercato su un prodotto?

Si sceglie il prodotto, si individua il mercato delle imprese di quel prodotto, individuare e selezionare

le imprese leader di quel prodotto e anche le imprese simili che fanno concorrenza (portafoglio,

segmento di mercato, dimensioni e politiche strategiche assuntive-commerciali). Sono dei passaggi di

pre-analisi perchè l’analisi e la comparazione del prodotto scelto deve essere condotta tra la propria

compagnia e quelle della concorrenza secondo rigidi criter

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
21 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/11 Economia degli intermediari finanziari

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher alice.b22 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia delle aziende di assicurazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Marazzi Lodovico.